
È una lettura che parte dal verso di una poesia di Mariangela Gualtieri "C'è dell'oro in questo tempo strano" per dirci che questo è un tempo difficile, ma è comunque un tempo che può riservare sorprese, che può nascondere, in profondità, delle pepite d'oro. E l'oro consiste nella riscoperta di una dimensione di contatto più autentica con sé stessi, con gli altri, con il creato.
Papa Giovanni XXIII è ricordato come "il papa buono", ma è stato anche il papa che ha indetto e iniziato il Concilio Vaticano II, un momento di grande rinnovamento per la Chiesa, al quale fa costante riferimento anche papa Francesco. Questo volume propone un nuovo profilo storico di papa Roncalli, scritto da uno specialista, pronipote del papa, che ha imparato a conoscere in famiglia il racconto di una vita straordinaria e che via ha dedicato oltre vent'anni di studi alla scuola del cardinale Loris Francesco Capovilla, segretario particolare del pontefice.
La vita di Papa Roncalli è stata caratterizzata da un’adesione completa alla Parola, sorgente di pensiero e di azione. La sua spiritualità è stata vissuta nel tenersi “sempre con Dio e con le cose di Dio”, e nella consapevolezza di una fraternità universale che preferisce innalzare ponti piuttosto che barriere. Ma l’adesione a questo nucleo si carica anche di valenze creative perché sostenuta dalla continua attenzione alla Storia, dove il Vangelo deve essere calato. Per questo, quasi a sigillo del suo percorso, resta l’attualità del messaggio lasciatoci dal pontefice sul letto di morte: «Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica”.
Padre Gabriele Amorth, don Antonio Mazzi, padre Livio Fanzaga: tre grandi sacerdoti che hanno dato vita a opere e testimonianze di bene che tutti riconoscono parlano a cuore aperto della loro famiglia d'origine, della loro formazione e delle loro attuali opere per testimoniare la fede che li anima pur in ambiti così diversi tra loro.
Fra esorcismi, accoglienza e apparizioni. Tre sacerdoti protagonisti di imprese straordinarie raccontano la loro vita, la missione e ci offrono la chiave per superare paure e difficoltà. Tre carisma sacerdotali, previsioni del mondo e della Chiesa, tremori di vivere la fede, un'unica strada: Cristo.
Il libro
«Sono stato spesso minacciato di morte. Devo dire che, come cristiano, non credo nella morte senza risurrezione: se mi uccidono, risusciterò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza alcuna vanteria, con la più grande umiltà. Come pastore, sono tenuto per mandato divino a dare la vita per coloro che amo, che sono tutti i salvadoregni, anche coloro che dovessero assassinarmi. Se le minacce giungessero a realizzarsi, offro fin d'ora a Dio il mio sangue per la redenzione e la risurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia seme di libertà e segno che la speranza diverrà presto realtà. La mia morte, se accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e sia testimonianza di speranza per il futuro. Se arrivassero a uccidermi, potete dire che perdono e benedico coloro che lo hanno fatto. Magari si convincessero così che stanno perdendo il loro tempo! Un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non morirà mai» (MONSIGNOR OSCAR A. ROMERO).
«Come fratello ferito
da tanta morte fraterna,
tu sapevi piangere, da solo, nell'Orto.
Sapevi aver paura, come chi combatte.
Ma alla tua parola, libera, sapevi dare il suo timbro di
campana!
...San Romero d'America, pastore e martire nostro: nessuno farà tacere la tua ultima omelia!» (PEDRO CASALDALIGA)
"Quando la Chiesa cerca di essere lievito, sale e luce in mezzo a tante tenebre e tanto marciume, viene attaccata nella vita dei suoi sacerdoti". Parlava di sé, monsignor Romero, in questa lettera del novembre 1979, pochi mesi prima di venir assassinato sull'altare, ultima tappa di una vita spesa a favore della giustizia in nome del Dio dell'amore. In queste pagine, tratte dall'epistolario finora mai pubblicato del vescovo salvadoregno, riconosciuto martire dalla Chiesa, affiora la portata della testimonianza di Romero, la sua eccezionale statura di sacerdote, profeta e pastore in mezzo al popolo, in particolare i più poveri e disprezzati. Attraverso le sue stesse parole possiamo entrare nell'intimo di questa grande figura di uomo e di credente, consapevole che il suo impegno per la verità gli sarebbe potuto costare la vita: "La Chiesa è più grande e più santa quando è perseguitata". Una constatazione che vale anche per i nostri giorni, un lascito di Romero alla Chiesa perché sia sempre più fedele alla sua missione: "Non scoraggiatevi per la persecuzione che ci prende di mira, piuttosto vedetela come segno che davvero stiamo cercando di costruire il regno di Dio".
Gesù muore ancora nel Salvador degli anni Settanta fra le urla dei disperati. E il monsignore urla lo scandalo mentre la città brucia. Dice, ammonisce, avverte, condanna. Nella solitudine più totale. È così che Romero inizia un lungo, profondo, travagliato dialogo con se stesso, fino al martirio." I martiri sono germi di vita che disseminano speranza e rinsaldano i cammini della fede. Rendono la terra feconda attraverso la forza delle parole e il coraggio di una vita vissuta insieme con la Chiesa, popolo di Dio. Le loro voci echeggiano per il continente latinoamericano e per il mondo. Anche in Salvador, un Paese dove la violenza causò 70mila morti, oltre a esiliati e perseguitati, emerse una voce che seppe denunciare gli abusi ed esigere rispetto per la vita e la dignità di un popolo, vittima della guerra civile e della dittatura militare. Quella voce era di monsignor Oscar Arnulfo Romero, che si convertì e abbracciò, come diceva San Paolo, il cammino della croce. Romero subì le incomprensioni di una Chiesa che si rifiutava di prestare ascolto alle sue richieste e alle sue denunce. Posizioni ideologiche e informazioni fuorvianti su ciò che stava effettivamente accadendo in Salvador produssero una distanza tra lui e il Vaticano. Era cosciente delle minacce di cui era oggetto, ma la forza del Vangelo e il suo impegno verso il popolo salvadoregno erano per lui un imperativo morale. Sono trascorsi molti anni e il Santo d'America, Oscar Romero, illumina il cammino della Chiesa.
le parole di un vescovo che muore per il suo popolo
Le pagine di questo libro ci presentano i tratti salienti della vita e della personalità di mons. Luigi Bosio attraverso le molte testimonianze raccolte dagli autori. Don Luigi nacque ad Avesa (VR) il 10 aprile 1909. Ordinato sacerdote il 1 novembre 1931, fu vicario parrocchiale a Legnago, poi parroco a Presina, e successivamente parroco a Belfiore d'Adige, dove realizzò la nuova chiesa parrocchiale. Nel 1970 venne nominato Canonico della Cattedrale di Verona. Maestro competente e appassionato del Canto Gregoriano, fervente ministro della Liturgia Eucaristica, rivelò il carisma del discernimento degli spiriti nel Sacramento della Riconciliazione. Offrì la sua esistenza nell'austerità di uno spirito monastico, donando tutto se stesso nel silenzio, nella preghiera, nella sofferenza. Fu chiamato alla liturgia del Cielo il 27 gennaio 1994.

