
La vita di un santo domenicano morto nel 1990. Puo' un tradizionalista cattolico vivere l'atmosfera del postconcilio? Forse a molti questo sembra piuttosto difficile. Eppure il vero cattolico sa conciliare la Tradizione con il progresso e il rinnovamento. E' questo il caso del Servo di Dio, il Domenicano Padre Tomas Tyn, della Repubblica Ceca (1950-1990), il quale insegno' nello Studio Teologico Domenicano presso l'Arca di San Domenico a Bologna. Egli ha realizzato in maniera esemplare quell'aspetto essenziale dell'ideale domenicano, che consiste nella congiunzione della teologia con la santita'. Padre Tomas Tyn, di origine cecoslovacca, dopo essersi fatto domenicano in Germania, trasferitosi nel 1973 a Bologna, e' stato docente di teologia nello STAB dal 1978 fino alla morte.
Biografia illustrata della nobildonna, figlia del re d'Ungheria (1207-1231) che alla morte del marito si iscrisse al terz'ordine francescano e dedicò il resto della sua esistenza agli ultimi e ai malati.
La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.
«Sono sempre stato con i tossici, sono cresciuto e invecchiato con loro, non sono mai andato da nessun’altra parte, è più quello che ho ricevuto di quello che ho dato, mi hanno insegnato tutto loro, guai a chi me li porta via…
Sono essi l’imprevisto della mia vita, l’imprevisto, un’eccedenza della realtà, una sovrabbondanza di grazia che ci viene incontro avvolgendoci di meraviglia.
Anche il male e il dolore – in un certo senso – sono una sovrabbondanza, uno straripante bisogno d’amore.
Nel dolore e nella sofferenza vive un mistero da guardare, di fronte al quale inginocchiarsi e chinare il capo».
Silvio Cattarina
Introduzione di Gianfranco Sabbatini
Postfazione di Giorgio Vittadini
Stefano Nehmé nacque nel 1889 nel villaggio di Léhféd-Jbeil, in Libano. Nel 1905 entrò nel noviziato dell’Ordine Libanese Maronita, presso il monastero dei Santi Cipriano e Giustina di Kfifan. Morto nel 1938, fu sepolto nel monastero di Kfifan, dove il suo corpo si conserva incorrotto. È stato beatificato il 27 giugno 2010. Dopo i santi Charbel, Rafqa e Nimatullah, è il quarto monaco dell’Ordine Libanese Maronita a essere proclamato beato.
Note sull'autore
Patrizia Cattaneo è scrittrice di spiritualità di fama internazionale. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui per le Edizioni Segno “Sono qui per guarirti, Charbel il santo amico”, “Guariscimi ti prego!”, “San Ciriaco. Culto, miracoli, esorcismi”, “Fratel Cosimo e la forza della preghiera”, “Il diavolo in ginocchio”, “Padre Michele Bianco e il carisma di guarire” e “Preghiera e novena di liberazione e guarigione a San Ciriaco”.
Il mistero del corpo intatto di san Charbel Makhlouf, monaco eremita libanese (1828-1898), non smette di suscitare curiosità e stupore. Per 67 anni dopo la sua morte è rimasto morbido e flessibile, trasudando una quantità impressionante di liquido rossastro dalle proprietà taumaturgiche, che sfida le leggi della scienza. Studi recenti hanno svelato la composizione e stimato il volume dell'essudato in decine di tonnellate! In questo libro sveliamo i fenomeni mistici, le indagini teologiche e le perizie medico-legali, insieme alle testimonianze di coloro che hanno toccato il corpo del santo, costantemente inumidito dal fluido misterioso per quasi settant’anni. Scopri con noi l’eccezionale mistero del corpo di san Charbel!
Persi sensi e mi ritrovai avvolto da una luce più pura del cristallo e più brillante di milioni di soli. Ero immerso in un oceano di amore divino. Una Presenza mi disse: Io sono l'Amore che tu senti. Al ritorno alla realtà, passando davanti alla statua di san Charbel, sul piazzale del convento di Annaya, avvertii un calore e trovai l'impronta della sua mano impressa sul mio braccio, che Si rinnova ogni volta che san Charbel mi trasmette un messaggio per il mondo".
Parla Raymond Nader, ingegnere libanese e direttore di Télé Lumière, che ad oggi ha ricevuto 57 messaggi da san Charbel, ritenuti attendibili dalla Chiesa e e dagli studiosi del santo. Sono inviti alla conversione e a seguire Gesù Cristo, avvicinandosi alla Chiesa.
"Non ho mai visto nulla di simile". afferma il chirurgo che ha esaminato l'impronta con cui san Charbel "firma" i suoi messaggi.
Nel trentesimo anniversario della sua prima esperienza mistica, Raymond condivide con noi la sua straordinaria testimonianza, e i messaggi di san Charbel ci mostrano il cammino.
«Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma poche catturano il tuo cuore: segui quelle». Un'affermazione di Winston Churchill, che ben si adatta a questo volume, scritto per «catturare» il cuore dei giovani e incoraggiarli ad aprirsi ai meravigliosi, e spesso inattesi, progetti di Dio. Il libro raccoglie testimonianze di vita cristiana nella quotidianità del matrimonio e del lavoro di personaggi famosi e non (Miss Italia come Giusy Buscemi, popstar come Nek, imprenditori, sportivi, avvocati, dirigenti d'azienda, insegnanti, poliziotti, educatori, persino ex criminali...), uomini e donne «normali» oppure «straordinari», come, ad esempio, la vergine consacrata a Baghdad o chi nasce senza le braccia e riesce a dedicarsi alla pittura e alla danza; senza dimenticare chi è chiamato al sacerdozio o alla vita monastica. Sono voci, gesti e parole che risvegliano il desiderio di santità, soprattutto tra i giovani, perché come ha scritto Antoine de Saint-Exupéry, «se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito». In tal senso anche Papa Francesco ha esortato le ragazze e i ragazzi del nostro tempo: «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocatevi la vita per grandi ideali!»
Gli autori di questa biografia di santita coniugale ricostruiscono il cammino d'amore che ha unito Maria e Luigi Beltrame, un amore specchio dell'Amore divino. La comune vocazione alla santita, riproposta dal Concilio, trova sicuramente una splendida attuazione nella vicenda esistenziale dei coniugi Beltrame Quattrocchi. Una santita fatta di piccole cose, vissuta in un'esperienza familiare in cui l'amore per l'altro si fa via che conduce al Signore ed entra fino in fondo nell'unione con Lui. Merito del presente volume e l'aver sottolineato questo aspetto importante del percorso di santita dei coniugi Beltrame, mostrandone tutta la ricchezza di implicazioni.
Il libro offre un’accurata introduzione, dal punto di vista storico, all’esperienza vissuta a Tonadico (Trento) da Chiara Lubich nell’estate 1949 e da lei condivisa con Igino Giordani e il primo gruppo di focolarine e focolarini. Con una convincente e appassionata sequenza di contributi, un gruppo di storici collegati alla Scuola Abbà ne delinea il contesto. Sulla base di fonti edite e inedite, gli anni del dopoguerra vengono descritti sia tracciando linee portanti della storia d’Italia e della Chiesa, sia dando spazio a figure femminili della prima metà del Novecento e alla personalità poliedrica di Igino Giordani. Lo studio si concentra infine sulla realtà ecclesiale del Trentino, sulle origini del Movimento dei Focolari ( 1943-49), sui luoghi che ospitarono l’evento e i testimoni che ne furono partecipi.
Anna Cataldi non è una donna comune: colta e privilegiata, a un certo punto della vita non ha esitato a rimettersi in gioco e a dedicare tutta se stessa agli altri. È stata l'amica di sempre Audrey Hepburn a indicarle la strada: l'indimenticata protagonista di Colazione da Tiffany che è diventata instancabile ambasciatrice dell'Unicef in Africa, America Latina, Asia. Di lei si racconta in queste pagine, ma anche di altre quattro donne, sorelle nel coraggio e nella volontà di costruire un futuro di speranza per coloro che futuro e speranza non hanno mai avuto. C'è la storia di Annalena Tonelli, missionaria in Somalia, che ha speso trent'anni della sua esistenza al servizio dei somali costruendo centri di assistenza e lottando contro le piaghe della tubercolosi, dell'Hiv e delle mutilazioni femminili. Finché nel 2003 ha trovato la morte per mano di un gruppo di fanatici nell'ospedale da lei creato. Di Nancy Dupree, l'unica occidentale a camminare per le vie di Kabul senza paura, che ha lavorato mezzo secolo per salvare dalla distruzione l'immenso patrimonio culturale afghano e restituire a un popolo le sue radici e la sua memoria. Di Rosamond Carr e di Linda Beekman. Storie di incredibile generosità, grande forza e assoluta determinazione, che obbligano alla riflessione, scuotono la coscienza, ma soprattutto toccano il cuore.
Alberto Marvelli (1918-1946) è un giovane santo in giacca e cravatta. Una esemplare figura di laico cattolico. Una proposta di spiritualità per l'uomo d'oggi, quella laicale e cioè incarnata nel tempo e nella storia, capace di condivisione, di discernimento della testimonianza di un amore che Dio ci ha donato e che vuole rinnovare la mente ed il cuore delle persone, che vuole rinnovare la storia. Alberto visse con grande impegno la propria fede, alimentandola con un'intensa vita di preghiera e testimoniandola nell'impegno dei propri doveri quotidiani di studio e di lavoro, nella Chiesa, nella società, nella carità verso i poveri. L'opuscolo vuole rendere un servizio al discernimento vocazionale attraverso le parole di Alberto Marvelli, un giovane per i giovani. Il cammino verso il Sinodo dei Giovani del 2018 continua a farci riflettere su chi siano i giovani nella Chiesa e nel mondo, e invita loro a inventare e immaginare se stessi, con il corag-gio di affrontare il futuro perché in un mondo che cambia bisogna rischiare.

