
Bartolomeo I, capo spirituale di oltre 300 milioni di cristiani ortodossi in tutto il mondo e «primo tra pari» in una confederazione di quattordici Chiese ortodosse indipendenti, è patriarca ecumenico da un quarto di secolo. Nel venticinquesimo anniversario della sua elezione, questo volume ne ripercorre l'attività e l'intuizione profetica, attraverso le riflessioni di: Joseph R. Biden jr., già vicepresidente degli Stati Uniti; ppa Benedetto XVI; David Rosen, Direttore degli Affari interreligiosi del Comitato ebraico americano; Rowan Williams, direttore del Magdalene College di Cambridge e già arcivescovo di Canterbury; Al Gore jr., già vicepresidente degli Stati Uniti; Jane Goodall, messaggero di pace delle Nazioni Unite; George Stephanopoulos, caporedattore e conduttore di ABC News. Prefazione di Papa Francesco.
Dei sette monaci trappisti assassinati in Algeria il 21 maggio 1996, fratel Christophe era il più giovane. Da diversi anni egli teneva un diario, intitolato 'Quaderno di preghiera': annotazioni di fatti, di riflessioni, sentimenti e vibrazioni interiori, molte volte espresse in forma poetica. Cominciato l'8 agosto 1993, il diario giunge fino al 19 marzo 1996, pochi giorni prima del rapimento dei monaci, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 marzo, cui seguirono quasi due mesi di prigionia e la tragica fine. Il diario permette anche di ricostruire un periodo travagliato della presenza dei monaci in Algeria, quando già la violenza dell'integralismo e del fanatismo diveniva sempre più incombente. E permette in particolare di capire il motivo profondo della scelta dei monaci di rimanere, nonostante l'aggravarsi delle minacce e il ripetersi delle violenze. Per loro si trattò di una scelta d'amore e di fedeltà appunto all'Algeria e in particolare agli algerini di Tibhirine che sentivano come fratelli. Amore e fedeltà fino al dono totale della propria vita.
Destinatari
L'opera si rivolge in primo luogo a chi segue le vicende della chiesa oggi, in particolare a chi è affascinato dalle grandi figure di credenti che rendono testimonianza con piena coerenza alla loro scelta di fede e di amore. Potrà interessare anche il vasto pubblico dei non credenti per conoscere da vicino una realtà ancora tragicamente attuale come la violenza dell'integralismo e del fanatismo in Algeria.
Autore
Fratel Christophe faceva parte della comunità trappista di Tibherine, nella solitudine delle montagne dell'Atlante algerino. I monaci avevano stabilito dei rapporti di dialogo e anche di amicizia con i loro vicini musulmani. Furono rapiti da una gruppo di terroristi della GIA, imprigionati e infine assassinati.
A cento anni dalla nascita, l'azione e il pensiero di Agostino Casaroli rimangono testimoni di una figura emblematica dell'azione della Chiesa a favore della dignità umana. "Quel grande cardinale" paradigma del "mediatore", come lo ebbe a definire in una omelia a Buenos Aires nel settembre del 2008 Jorge Mario Bergoglio. Il presente volume, attraverso gli iscritti di studiosi ed ecclesiastici, ricostruisce il cammino percorso da Casaroli dai sui primi impegni diplomatici fino alla nomina a capo della Segreteria di Stato vaticana, e poi per un decennio accanto a San Giovanni Paolo II. Dall'America Latina, all'Est Europa ancora soggiogata dal comunismo, dalla Conferenza di Helsinki alla firma dell'Accordo di modifica del Concordato Lateranense e nel quotidiano agire a favore dei giovani emarginati Casaroli è stato uno sguardo lungo per la Chiesa all'insegna di carità e libertà. Come ricordato dal suo attuale successore Pietro Parolin: "carità e libertà non erano per lui magnifici concetti teologici o filosofici. Erano impegno nella storia, diplomazia e politica, incontro con le persone, ascolto dei poveri, fatica quotidiana ma anche gusto di vivere, preghiera connessa ai fatti del reale, unione con Cristo, intercessione di Maria".
Nato ed educato in un clima familiare intriso di solida fede cristiana, Gianfranco Chiti, di cui è in corso il processo di beatificazione, fin da giovanissimo era entrato nell’esercito coltivando, insieme alle virtù militari, una maturità spirituale che lo avrebbe gradualmente portato, attraverso le vicende della guerra, della prigionia e della responsabilità di comandante e di stratega-educatore delle nuove leve, alla scelta della vita religiosa tra i frati cappuccini e al sacerdozio. L’esperienza dolorosa dei campi di internamento ne affinò lo spirito e lo condusse a una graduale “amicizia” e intimità con Dio, in particolare con la passione di Cristo, al quale riferiva i suoi compagni di sventura e nel quale andò scoprendo il senso positivo delle sue sofferenze. Ne fanno prova le lettere, qui pubblicate per la prima volta, che egli scrisse a padre Edgardo Fei, il suo cappellano militare (autore di un Diario di guerra, qui raccolto, che ne dà viva testimonianza) dopo la resa del suo battaglione a Baldissero Canavese il 4 maggio 1945 e il successivo internamento nei campi angloamericani di Tombolo, Coltano e Laterina in Toscana.
Frère Roger Schutz (1915 – 16 agosto 2006) è una di quelle figure,al pari di Madre Teresa o dell’Abbé Pierre, che ha segnato profondamente la coscienza spirituale e religiosa di un’epoca, ben al di là del mondo dei credenti. E la comunità ecumenica da lui fondata a Taizé (Francia) nel 1940, a soli 25 anni, in una zona ferita dalla guerra, è divenuta nel mondo segno di accoglienza, dialogo e tolleranza. I raduni annuali, chiamati “Pellegrinaggi di Speranza” richiamano decine di migliaia di giovani e sono stati una “scuola di silenzio e spiritualità per intere generazioni. I canoni composti a Taizé sono cantanti in ogni chiesa. Di origini protestanti,Frère Roger è stato uno dei protagonisti del dialogo ecumenico. Il 16 agosto 2005,durante la preghiera pubblica serale,venne ucciso a coltellate da una donna squilibrata.Circa 12.000 persone hanno partecipato al funerale celebrato il 23 agosto 2005 dal cardinale Walter Kasper,presidente del Pontificio Consiglio per l’Unione dei Cristiani nella chiesa della Riconciliazione a Taizé. Questo libro è la più documentata e completa biografia di Frère Roger.
AUTORE Yves Chironè universalmente riconosciuto come uno degli storici e giornalisti più attenti alle figure religiose.Per questo testo,ha avuto accesso a numerosi archivi e ha parlato direttamente con i famigliari di Frère Roger e con i membri della comunità di Taizé.
La figura di Paolo VI appare in qualche misura sbiadita rispetto a quelle di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. Eppure il suo fu un pontificato importante, potremmo dire nodale nella storia della Chiesa e dell'umanità. Per coglierne appieno il significato e il valore Yves Chiron ripercorre in questo volume tutta la vita del sacerdote bresciano: dagli anni della formazione, al ruolo svolto come assistente ecclesiastico della FUCI (la Federazione Universitaria Cattolica) e poi come membro autorevole della Segreteria di Stato vaticana (nel periodo terribile del secondo conflitto mondiale), alla nomina ad arcivescovo di Milano e infine ai quindici anni in cui fu papa, soprattutto dedicati alla complessa gestione del Concilio Vaticano II e della lunga e a tratti drammatica fase post-conciliare. Un'attenzione particolare è dedicata ai grandi viaggi compiuti in Terra Santa, in Asia, nelle Americhe (i primi di un pontefice); ai tentativi di riavvicinamento con i "fratelli lontani" e in particolare con la Chiesa ortodossa; all'ascolto attento e molto sofferto delle voci dissonanti e critiche che si levavano nel mondo e che attaccavano la Chiesa e il suo magistero. Il risultato è il ritratto a tutto tondo e ricco di sfumature (costruito a partire dai documenti disponibili e dalle testimonianze inedite di collaboratori e contemporanei "informati dei fatti") di un intellettuale profondo, di un grande uomo di fede, di un sensibile interprete dei drammi e delle ansie della contemporaneità.
"Il testo di don Maurizio Chiodi sulla teologia morale e pastorale di don Sergio è indubbiamente un'occasione ricca e preziosa per riprendere quei temi e quei passaggi che allora sono stati (e sono tutt'ora) non solo interessanti ma anche cruciali per la morale e la pastorale delle nostre comunità". (Dalla Prefazione di Lino Casati)
Il volume, curato da A. Chiodi, raccoglie le testimonianze di personaggi molto noti e altrettanto autorevoli in campo culturale ed ecclesiale che tracciano un ritratto di Mazzolari molto ricco di sfaccettature. Ne emerge un documento significativo che sottolinea il contributo che questo prete appassionato ha offerto alla Chiesa e alla società italiana del Novecento sui temi della radicalità evangelica, della pace, della giustizia e del dialogo. Gli interventi sono di: E. Balducci - L. Bedeschi - C. Bellò - A. Bergamaschi - C. Bo - G. Campanini - L. Capovilla - A. Chiodi - N. Fabbretti - G. Lercaro - M. Martinazzoli - G. Miccoli - D. M. Turoldo - U. Vivarelli.
La figura di Guido Ghedini, sindaco di Negrar, uno dei principali comuni della Valpolicella in provincia di Verona, viene ricostruita e portata alla nostra attenzione in questo volume grazie alle diverse e preziose testimonianze raccolte dall'autrice. Il testo non ci offre soltanto la possibilità di conoscere meglio, grazie al perfetto mix di documenti di archivio e testimonianze di persone che lo conobbero, la sapiente opera svolta come amministratore publico che operò con lungimiranza, nel periodo della ricostruzione post-bellica, all'interno di una tradizionale realtà economica vitivinicola. Ma ci viene anche data la possibilità di conoscere, grazie al ricordo della figlia e dei suoi cari, la personalità di un uomo che seppe guadagnarsi, con la sua intelligenza e sensibilità cristiana, la stima di familiari, amici e colleghi.
Una testimonianza da una periferia del nostro mondo dove regna dolore e disperazione ma insieme amore e gratuità di chi si fa vicino e sostegno discreto.
Chiara M. vive a Trento dove ha lavorato per diversi anni come infermiera professionale presso l’ospedale cittadino. Crudele dolcissimo amore è il suo primo libro. La foto di copertina risale al 1984.
“Con poesia sa parlare del dolore, con tocco leggero ti fa sorridere, pensare, riflettere, piangere. È un mistero come Chiara riesca ad arrivare così in profondità, a trasmetterci tutta quella serenità”, Cinzia TH Torrini, regista cinematografica.
“È una delle cose più belle che ho letto in assoluto”, Piero Coda, teologo.
Gli amici dicono di lei:
Quando penso a Chiara, mi si dipinge nella mente un fiore sotto una pioggia torrenziale (Mauro).
Chiara è semplicemente raggiante. Porta allegria e speranza ovunque si trovi. Fin dal primo incontro mi ha colpito la sua gioia di vivere, l’entusiasmo che mette in ogni secondo di vita (Andrea).
È una delle persone più coraggiose che io conosca… Penso a lei come a una bianca montagna delle sue parti, a una rosea dolomite, forte e immortale (Antonella).
Ciascuno a contatto con lei si trova a suo agio, come con una persona pienamente realizzata, sana nel cuore e nella mente (Nunzi).
È lei quella che avrebbe bisogno di attenzione e sostegno, e invece è lei, il più delle volte, a dare conforto a noi (Dina e Ivano).
Un suo aperto sorriso, una sua battuta, una bella risata rendono unico ogni nostro incontro (Patrizia).
L’arte di Chiara sta nel far emergere il Bello che alberga nell’altro (Aldo).
Chiara? Lei è sempre con me (Alessandra).

