
In questo libro possiamo vedere l'anima del sacerdote Oscar Arnulfo Romero, come viene fuori dal suo diario spirituale: possiamo così essere testimoni del suo amore per la Chiesa e per il Vicario di Cristo, della sua devozione a Maria, delle sue lotte e le sue preghiere per vivere il suo sacerdozio. Poco prima della sua ordinazione, il seminarista Romero scriveva "Quest'anno farò il grande abbandono a Dio! Dio mio, aiutami, prepararami. Tu sei tutto, io sono nulla, eppure, il tuo amore chiede che io sia grande. Coraggio! Con il tuo tutto e il mio niente riusciremo a fare molto!" (gennaio 1940). Romero seminarista ha scritto note autobiografiche con riflessioni e preghiere che possono ispirare tutti noi, specialmente i sacerdoti e i seminaristi.
Questo libro contiene ciò che è più intimo e importante per un sacerdote: la sua relazione personale con Gesù. L'uomo che sarà il salvadoregno più famoso al mondo si stava preparando per il ministero parrocchiale.
In un'altra nota autobiografica ci introduce ad un'altra conversazione piena di fervore: "Sono tornato e ho parlato con Nahuatlato, abbiamo parlato delle delizie di un parroco che addormentandosi la sera può dire: Signore, a te dedico tutto dò che mi hai chiesto oggi".
"Mons. Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato per quarant'anni il più stretto collaboratore di san Josemaría Escrivá, ed è stato il suo primo successore alla guida dell'Opus Dei. Questa intervista, uscita in prima edizione alla vigilia della beatificazione del fondatore, raccoglie la testimonianza non di un biografo meramente professionale, pur scrupoloso, bensì di un figlio spirituale che ha assimilato il messaggio e lo stile di vita del Padre, collaudandoli in prima persona. Mons. del Portillo ha registrato episodi, espressioni, gesti del fondatore non semplicemente da cronista o da storico, ma con l'affetto indelebile con cui, per fare un esempio alto, san Giovanni ha memorizzato perfino l'ora del suo primo incontro con Gesù ("Erano le quattro del pomeriggio", Gv 1,39). Da queste pagine emerge non solo la santità di san Josemaría, ma anche di colui che con tanta efficacia e con tanto affetto ha conservato memorie e documenti così dettagliati perché consapevole di dover rendere un servizio non solo ai membri dell'Opus Dei attuali e futuri, ma anche a tutti coloro che dagli esempi dei santi traggono linfa per la loro vita di fede. Alla vigilia della beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, annunciata per il 27 settembre 2014, si può ben dire che questa intervista è la biografia di un santo, scritta da un santo." (Cesare Cavalleri)
Il laicato cattolico vive tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima del Novecento una stagione ricca e vivace, mentre l'ambito ecclesiale è animato da fermenti di rinnovamento. Richiamandosi a tale cornice questo saggio storico considera la figura di Chiara Lubich, donna laica, declinandola, sulla base di un ricco apparato documentario, alla luce della formazione ricevuta e del ruolo svolto in Azione Cattolica. Il focus si sposta poi agli albori del Movimento dei Focolari che, nato in piena temperie bellica, mostra tratti esperienziali e linee spirituali che disegnano sul piano personale e comunitario una fisionomia laicale spiccata e originale. Negli anni Cinquanta prendono forma i tratti dell'Opera di Maria, plasmati sul modello della giovane di Nazareth. Nel periodo che precede il Concilio Vaticano II Chiara Lubich si colloca tra coloro che nel contesto ecclesiale hanno a vario titolo aperto nuove prospettive di vita laicale.
Questo libro raccoglie gli ultimi scritti di monsignor Aldo Del Monte, già vescovo di Novara dal 1972 al 1990, per molti semplicemente padre Aldo. In questi fogli egli ci consegna la parabola dei suoi anni sereni trascorsi nel ritiro ospitale di San Salvatore a Massino Visconti (NO), luogo straordinario per clima salubre, bellezza paesaggistica e storia, generosamente accolto dalla famiglia Enoc. Si tratta, come lui stesso scrive, di un inno di ringraziamento al Signore e alle persone che con squisita carità hanno desiderato accompagnarlo fino a che, indossati i colori dell'aurora, il Signore fosse giunto a visitare la sua sera. È una grazia potersi affacciare, attraverso le pagine scritte da monsignor Del Monte, a questo stupendo riepilogo delle opere e dei giorni del suo lungo viaggio esistenziale, «illuminato dal fuoco del roveto ardente, e attratto dalla nostalgia di tutta la verità». Le sue parole mostrano in concreto che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e che la visio Dei è proprio la vita dell'uomo al quale è dato fin d'ora di immergersi nel fulgore di Dio e trasmetterne il gusto e la bellezza ai fratelli in umanità.
«"Eccomi!" è la storia della mia malattia, il Covid-19. Della discesa fino al bordo e poi della risalita. In molti lo hanno definito un miracolo. Lo credo anch'io. Eccomi!, effettivamente, potrebbe essere la storia di un miracolo. Ma non solo. È anche la storia di un'onda di preghiera che ha coinvolto centinaia, forse migliaia di persone, che hanno dedicato qualche minuto o molte ore della loro vita a invocarlo, questo miracolo. Sì, perché quello che è accaduto è che attorno alla mia malattia si è aggregato un movimento di persone, la maggior parte delle quali sconosciute, che ha chiesto a Dio che io quel bordo non lo superassi. Verrebbe da definirlo un fenomeno "virale". Che ironia. Eppure, forse è proprio il termine più giusto».
La vita di madre Elisa Andreoli (1861-1935) è stata un lungo e avventuroso esodo da un luogo all'altro, da una scelta all'altra, sino alla fondazione della Congregazione delle Serve di Maria Riparatrice. Vissuta nel Veneto tra fine Ottocento e metà Novecento, ha segnato profondamente con la propria opera la storia dei quei luoghi. Nata a Lonigo, educata a Vicenza, Este e a Venezia, passerà poi molti anni a Firenze e a Roma. Fonderà la Congregazione a Vidor (TV) per poi passare ad Adria (RO) dove oggi riposa il suo corpo.
Armida Barelli, fondatrice di quello straordinario fenomeno ecclesiale e civile che fu la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, ebbe un impatto determinante sulle giovani della prima metà del Novecento. In questo volume ampio spazio è dato alle sue riflessioni, ai suoi scritti, alla sua attività nella Chiesa e nel mondo del suo tempo. La sua vita era anche un esempio: «Se lei ha fatto così, perché non posso farlo anch'io?», poteva dirsi ogni ragazza della grande città o del più sperduto paesino d'Italia. Le sue indicazioni erano alla portata di tutte, semplici ma profonde. Anche il linguaggio, comprensibile dalle dotte e dalle analfabete, la rendeva testimone credibile di un ideale che superava gli stretti confini della civiltà contadina che ancora imperava in Italia. E si videro miracoli. Il messaggio era avere la consapevolezza di una chiamata di Dio a far fruttificare i tanti o pochi doni elargiti a ciascuna, dentro un'esperienza di fede autentica, rendendosi conto che in ciascuno vive la Trinità e che nel contatto con Dio, fatto non solo di formule di pietà, ma di amicizia profonda, si potevano vivere le gioie e le sofferenze che la vita portava con sé. In questa relazione con Dio si potevano anche cogliere le occasioni del nuovo che si intravedeva: l'assunzione di responsabilità familiari, lavorative e sociali, e poi politiche, con cui le ragazze erano chiamate a confrontarsi. Senza cedere alle mode, anzi andando contro corrente, le ragazze stavano scrivendo una storia nuova.
Il volume dedica ampio spazio alle vicissitudini della Serva di Dio, apostola della Divina Volontà, Luisa Piccarreta, ripercorrendo la sua vita grazie alle numerose testimonianze di chi le è stato accanto e alle lettere da lei stessa scritte. L'intento dell'autrice è quello di fare chiarezza in particolare sul messaggio della Piccarreta: passare dal fare la volontà di Dio a vivere nella volontà di Dio, messaggio innovativo per quei tempi, ma che in breve tempo è diventato famoso in tutto il mondo.
Si chiamava Padre Angelo Paoli, ma era conosciuto dalla gente come «Padre Carità». Un uomo che ha tradotto la propria consacrazione religiosa nel Carmelo e la propria vocazione al presbiterato nel servizio ai più poveri, agli ammalati, ai carcerati. Un uomo che ha fatto della propria esistenza un dono, fi no anche a togliersi la camicia per rivestire un fratello senza abiti, che non temeva di compiere gesti di penitenza, oggi per noi inconsueti e lontani, ma non faceva mancare nulla a chi era malato nel corpo e nello spirito. Un uomo capace di sollecitare i ricchi e i potenti a donare non solo denaro e beni materiali, ma anche tempo e disponibilità personale per nutrire e assistere chi ne aveva bisogno.
Il libro costituisce la prima biografia di Madre M. Riccarda Beauchamp Hambrough.
Madre M. Riccarda Beauchamp Hambrough (1887- 1966) fu colei che, essendo vissuta accanto alla Madre Fondatrice delle Brigidine Maria Elisabetta Hesselblad, ne incarnò lo spirito, trasmettendone a sua volta il carisma condiviso. Ricoprì tutte le cariche: Maestra delle novizie, Abbadessa locale, Consigliera e Segretaria della Madre Fondatrice ed infine Madre Generale; ma soprattutto fu Religiosa esemplare per oltre 52 anni. La prof.ssa Maria Rosaria Del Genio ha magistralmente tratteggiato la vita e la spiritualità della nostra amata Madre Riccarda, facendone risaltare quegli aspetti che la resero, agli occhi di chi la conobbe, una piccola-grande Madre, una “Mammina”, in poche parole: la tenerezza di Dio! (Dalla presentazione di Madre M. Tekla Famiglietti, O.SS.S. Abbadessa Generale)