
Giorgio Filibeck (1945-2004) è stato giurista e Officiale della Santa Sede presso il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dove è stato responsabile in materia di diritti dell'uomo e di diritto umanitario dal 1969 al 2004. La sua figura merita di essere ricordata in questo volume, in cui vengono raccolte importanti testimonianze che rivelano l'ineccepibile professionalità e la nobiltà d'animo del compianto giurista, nonché il suo ruolo di indiscusso protagonista di una nuova stagione dell'evengelizzazione, in cui la tutela dei diritti dell'uomo e dei popoli è parte essenziale della missione della Chiesa. Una biografia dunque che propone un modello di dedizione e di testimonianza di fede non solo a quanti operano nei dicasteri della Santa Sede, ma anche a tutti coloro che ricoprono importanti cariche politico-sociali.
Una raccolta di pensieri, meditazioni e preghiere di Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi, riconosciuti beati dalla Chiesa.
Isabella nasce a Rossano Calabro (CS) il 9 giugno 1842 nella famiglia baronale De Rosis. Passa gli anni della gioventù al Collegio di Santa Chiara a Napoli, dove matura la sua vocazione religiosa, consacrandosi privatamente al Sacro Cuore di Gesù. Tornata a casa, però, è osteggiata dai famigliari nella sua scelta di vita. Prova alcune esperienze in diverse congregazioni, senza peraltro trovare la sua strada. Dopo esser guarita da una grave infermità, a Napoli, Isabella, il 24 ottobre 1875, dà inizio ad una nuova Congregazione: le Suore Riparatrici del Sacro Cuore. Nella città partenopea, in seguito ad un voto, Madre Isabella farà costruire un Santuario dedicato al Sacro Cuore. Il suo Istituto si espanderà in Italia e nel mondo. Madre Isabella muore l'11 agosto 1911. L'originalità della sua opera spirituale, all'interno della devozione al Sacro Cuore, già viva nella Chiesa del suo tempo, si caratterizza per il tema fondamentale della riparazione come atto ecclesiale.
Madre Anna Sardiello (1894-1982) ha condiviso la missione di Gesù, che ha riparato i peccati del mondo mediante il dono totale di sé. Donna forte e generosa, ha trovato nell'Eucaristia l'ispirazione e il nutrimento per diventare lei stessa "un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio". Il "carisma della riparazione" di Madre Anna continua oggi nelle sue suore.
E’ stato pubblicato nel mese di luglio 2019, edito da Libreria Editrice Vaticana, il volume “Seme di Gloria” scritto da don Antonio Di Nardo con la prefazione del vescovo di Caserta mons. Giovanni D’Alise. Il libro racconta l’itinerario di fede di Giacomo Gaglione, marcianisano, naturalizzato capodrisano, proclamato venerabile il 3 aprile del 2009 da Papa Benedetto XVI e per il quale è stato aperto un processo di beatificazione.
“Giacomo Gaglione – scrive don Antonio Di Nardo – dopo la sua conversione, avvenuta nelle mani di Padre Pio, nel 1919, iniziò a prendere tra le mani il libro della Sacra Scrittura. La Passione del Signore fu oggetto di meditazione continua. Il Cristo Crocifisso fu strada e meta per accettare la sua croce. Croce che considerò il dono più prezioso fattogli dal Signore. Questo suo itinerario, che possiamo definire mistico, lo condusse ad una gioia interiore tale che informò la sua vita e il suo apostolato. Guardare Giacomino immobile sulla sedia di ferro, può suscitare un’immagine a prima vista solo di dolore, di una sofferenza immensa. Egli invece ci invita ad andare oltre la visione fi sica della croce. Bisogna conoscere la sua vita e il suo Apostolato della sofferenza con gli occhi della fede. La sua vita è conoscere i suoi scritti scorgendovi la tenerezza misericordiosa di Dio, che lo mette in corrispondenza con l’Ostia pura: l’Eucarestia. Nella sua vita è particolarmente evidente il cammino della croce, ma attenti a non fermarsi ad essa. L’amore alla Parola di Dio e all’Eucarestia lo lavorano intensamente e gli fanno cantare l’Alleluia pasquale. Infatti egli afferma che: “Ogni sofferenza è seme di Gloria”. Questo è l’itinerario che Gaglione offre ad ognuno di noi: raggiungere la croce trasfigurata dalla gloria del Padre. Giacomo al termine della sua vita viene trasfigurato in Gesù Risorto, perché riconosce che il suo essere e il suo vivere è nulla senza Cristo”.
Antonio Di Nardo (Caserta 1967) è sacerdote dal 1998 della Diocesi di Caserta. Dopo la licenza presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (2007), il 3 aprile 2017 ha conseguito anche il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli sez. San Tommaso D’Aquino. E’ postulatore delle cause dei santi, parroco conferenziere sul tema della santità e predicatore di esercizi di spirituali per istituti di vita consacrata. E’ autore di varie biografie tra le quali: Madre Isabella de Rosis “Apostola del Sacro Cuore” (Velar 2011); Madre Anna Sardiello Fondatice delle Suore Eucaristiche di San Vincenzo Pallotti (Velar 2011); Giacomo Gaglione La pienezza della gioia nella riscoperta del senso del dolore (Velar 2012).
Rosa Lamparelli non è vissuta in una comunità religiosa ma in casa sua, a Lucera, per 90 anni, e ha dedicato la sua vita alle persone in difficoltà. Un’esistenza consacrata privatamente a Dio, spesa interamente per i più deboli e bisognosi. La sua testimonianza ci rammenta come l’umiltà sia la virtù che rende il cuore pronto a riempirsi dell’amore divino che è poi riversato su quanti sono nel dolore e nella difficoltà.
Destinatari
Un libro per quanti desiderino accostarsi alla figura di Rosa Lamparelli.
L'autore
Raffaele Di Muro è sacerdote dei frati minori conventuali.Attualmente è padre spirituale del Collegio Internazionale Seraphicum e docente di Teologia Spirituale e Spiritualità Francescana alla Pontificia Facoltà Teologia San Bonaventura. È direttore della Cattedra Kolbiana.
Amore che si dona fino in fondo: così potremmo definire la vita di Madeleine Delbrêl. La sua notorietà è nata soprattutto grazie al suo apostolato nella periferia di Parigi nel secolo scorso, in tempi difficilissimi per la classe operaia, sfruttata e relegata ad una povertà totale, e per l'umanità intera, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Ha saputo vivere in ascolto costante degli emarginati, rendendosi una di loro. Il suo agire missionario è avvenuto "dall'interno", perché ha vissuto la periferia con tutte le sue sofferenze e ha saputo accogliere il dolore della gente che in lei vedeva una luce, un riferimento, una sorella con la porta di casa sempre aperta e con il Vangelo ben incarnato nel suo stile. (Dalla Introduzione).
Lombardia, XII secolo: sullo sfondo del conflitto tra papato e impero e della lotta di Federico Barbarossa con i comuni, Manfredo Settala lascia il ministero attivo come prete ambrosiano e si ritira nella solitudine. Solo così può seguire la chiamata alla santità e dedicarsi unicamente all’ascolto della Parola, alla preghiera e alla penitenza. Nonostante abbia ricoperto i ruoli di messo papale e consigliere arcivescovile, Manfredo rinuncia a ogni prospettiva di ricchezza e carriera terrena per stare con il Signore: il suo eremitaggio solitario sarà fonte di luce e di aiuto in tempi tenebrosi di scontri e sconvolgimenti.
Giuseppe Benedetto Dusmet (1818-1894), sacerdote dell'ordine benedettino nativo di Palermo, fu particolarmente caro alla città di Catania, di cui fu arcivescovo dal 1867 fino al giorno della sua morte, che avvenne il 4 aprile del 1894. Negli anni del suo episcopato fu una vera e propria guida spirituale e pastorale per la città, distinguendosi per il grande coraggio e l'immensa carità con cui seppe sostenere il popolo nell'affrontare le numerose calamità (eruzioni dell'Etna, terremoti, alluvioni ed epidemie) che flagellarono in quel periodo Catania e tutta la Sicilia. Nel 1931 l'allora arcivescovo di Catania, Carmelo Patanè, iniziò la causa per la sua beatificazione. Il 15 luglio 1965 papa Paolo VI lo proclamò venerabile, e infine il 25 settembre 1988 fu proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II. In quell'occasione la salma, ancora intatta, fu ricomposta in un'urna e posta sotto l'altare della Vergine nella Cattedrale etnea. La presente pubblicazione non è una semplice biografia del Card. Dusmet, ma ripercorre anche le tracce della sua presenza nella città di Catania. L'autore descrive infatti alcuni luoghi particolarmente legati alla vita del Cardinale, quali la Chiesa di Pedara, dove ha frequentato l'oratorio, l'Abbazia di Santa Flavia in Caltanissetta e quella dei Santi Severino e Sossio, dove fu Priore, la Cattedrale di Catania dove fu esposta la salma in occasione della Beatificazione. Completano il volume numerose riproduzioni a colori.
Il volume si apre con una breve presentazione biografica dei protagonisti, gli sposi Santa Gianna Beretta e Pietro Molla, e con la cronaca, attraverso le testimonianze dirette, dei momenti più significativi della loro vita matrimoniale. Segue un'analisi del loro percorso coniugale attraverso il loro stesso epistolario, con la messa in luce dei tratti distintivi del loro rapporto di fidanzati, sposi e genitori. Infine, la loro quotidiana spiritualità viene comparata con i testi del Magistero e i messaggi dei Pontefici su fidanzamento, matrimonio, preghiera in famiglia, lavoro e l'essere genitori. Ne scaturisce quanto Gianna e Pietro possano essere considerati sia precursori e incarnazione del Magistero a loro successivo, sia valido esempio anche oggi.
Una bambina piccolissima viene ritrovata abbandonata in un parco… Comincia così la storia di Samì-Chiara e della sua nuova famiglia. Scritto da un giovanissimo autore in un intreccio tra fatti reali e di fantasia, il racconto fa emergere valori umani fondamentali, come la solidarietà, l’accoglienza, l’amicizia e la giustizia, visti con gli occhi dei bambini.
Note sull'autore
Samuele Di Marco è nato a Carate Brianza (MB) il 7 giugno 2009 e vive a Sesto San Giovanni (MI). Il prossimo anno frequenterà la classe quinta della scuola primaria “G. Pascoli” di Sesto San Giovanni. “La Verità dei Futi. Storia di una Bambina: Samì-Chiara” è il suo primo racconto. Attualmente è alle prese con il secondo racconto. Nello scrivere ama molto il connubio realtà-fantasia. Si diverte nella lettura e nella scrittura. Lo scrittore preferito è Andrea Camilleri, che considera il suo terzo nonno.
"Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messo è per noi luogo della nostra santità"