
Giovanni Paolo I non può essere ricordato solo per la brevità del pontificato. Prima dell'elezione a papa ci sono 65 anni: la vita di un uomo di Dio che fin da bambino orientò la sua esistenza al servizio nella chiesa con eroico impegno. L'umiltà fu il suo programma di vita, il valore che sentiva specifico del cristianesimo, in cui si è discepoli di quel Maestro che dice: «Imparate da me, che sono mite e umile». Fu vescovo del concilio e leale collaboratore di papa Paolo VI nell'applicazione dei documenti.
Una vita ricca quella di Marie-Christine e Pierre Lemarié per tradizione d'ambiente, per i rapporti di lavoro di lui, alto funzionario statale, per l'educazione raffinata di lei; una vita feconda anche per i cinque figli nati dal loro amore. Fily ne ripercorre la storia di coppia: progetti, aspirazioni alte, sete di infinito; e scontro con il quotidiano nel gestire il rapporto tra di loro, il compito come genitori, il lavoro, il ménage familiare. Nel loro percorso di vita, ad un certo punto, l'incontro con la spiritualità dell'unità di Chiara Lubich. Una rivoluzione: grandi orizzonti di luce, da tradurre nel quotidiano. Una storia capace di offrire preziosi spunti di riflessione.
Un piccolo libretto su uno dei nomi piu' diffusi in Italia.
Tommaso da Olera (1563-1631), bergamasco, frate cappuccino questuante per quarantasei anni (Verona, Vicenza, Rovereto e Innsbruck). In cambio di quanto riceveva, regalava consigli e preghiere. Dotato di doni profetici, fu direttore di anime (pur non essendo sacerdote), anche attraverso lettere, e ricercato da vescovi e principi. Per obbedienza scrisse le sue considerazioni mistiche pubblicate postume nel 1682. Papa Giovanni XXIII, suo conterraneo, sul letto di morte (giugno 1963) si faceva leggere dal segretario, monsignor Loris Capovilla, qualche pagina di questi scritti, e ne parlava con i visitatori. Beatificato a Bergamo nel 2013. I suoi Scritti sono stati recentemente ristampati in edizione critica in quattro volumi (ed. Morcelliana). Il presente libro, dopo una breve cronologia del beato Tommaso, ne raccoglie il pensiero in 850 voci, accompagnate da una breve riflessione, per meglio conoscere il suo modo di considerare la vita, talora assai diverso da quello dei nostri giorni.
A cavallo tra XIX e XX secolo, il prete bresciano G.B. Piamarta (che sarà canonizzato il prossimo ottobre), impegnato con i più poveri fra i giovani, si mette alla ricerca della volontà di Dio per dare dignità e futuro ai suoi ragazzi. E inventa nuove strade di annuncio, modi innovativi di servizio alla città, opere capaci di esprimere una fede attiva e contemplativa. La sua storia continua ancor oggi. E consiste nel ridire, con i giovani di oggi, la passione per quel Regno di Dio fatta di sguardo fiducioso al Cielo e piedi ben piantati per terra.
Panacea, giovanissima martire valsesiana vissuta nel XIV secolo è ancora oggi un esempio di bontà, mitezza e nobiltà d'animo.
Il libro, che in modo semplice e immediato racconta l'amore e la devozione della Beata Elisa Martinez (fondatrice dell'Istituto delle Figlie di Santa Maria di Leuca) nei confronti dell'Eucaristia, nasce con lo scopo di ricordare per sempre il gesto d'amore di Gesù nell'ultima sua notte passata con i suoi discepoli e che l'Eucaristia, perno di ogni nostra giornata, contiene vivo e reale il Cuore di Gesù che si è voluto esprimere con un dono così grande.
"Presento la mia storia a tutte le persone che hanno una coscienza retta e a tutte quelle che si comportano con giustizia. Ho espresso il mio pensiero sul fatto che non avevo mai trovato la pace del cuore nell'Islam e che l'ho trovata invece quando ho riconosciuto Gesù Cristo come mio Signore e Salvatore. Questo è stato il mio delitto, per il quale sono stata condannata a morte secondo le leggi islamiche! È forse questo un crimine per il quale devo essere perseguitata dalla polizia della Sicurezza di Stato sia in Egitto che all'estero? È forse questo un delitto che autorizza ogni musulmano ad uccidermi a sangue freddo e in tutta coscienza? È questo un crimine che fa vergognare i miei figli e che li spinge ad uccidermi per lavare l'onta della famiglia? Il mio caso non è unico."
Per sei anni, dal 2014 al 2019, nei tre mesi estivi, il francescano p. Paolo Fiasconaro è andato in "missione" nei luoghi della movida romana, una "periferia" del divertimento, del relax serale e della passeggiata di migliaia di turisti e romani sulle sponde del Tevere. Proposta straordinaria, inusuale e sorprendente per il risultato positivo raggiunto da padre Paolo vivendo tra e con la gente e condividendo la vacanza come momento di crescita e di promozione, come un tempo non sprecato ma valorizzato. Il libro racconta alcuni incontri, dialoghi, lunghe conversazioni, tutti momenti significativi, originali e non convenzionali per costruire ponti e relazioni, rendendo tangibile la presenza dei frati "in missione estiva".
«Tu sei Nedo Fiano, sei ebreo. Vieni con me senza parlare e senza tentare la fuga». È il 6 febbraio 1944 quando un ragazzino di 18 anni, terrorizzato dalla canna di una pistola premuta sul fianco, sente pronunciare queste parole da un poliziotto in borghese. Quel giorno per Fiano ha inizio una discesa agli inferi che lo porterà prima nel carcere fiorentino delle Murate, poi nel Campo di Fossoli e infine ad Auschwitz. In poco più di un anno, Nedo assiste allo sterminio della propria famiglia: il fratello Enzo con la moglie Lilia e il figlio Sergio, Nella, l'amata madre, e infine Olderigo, suo padre, consumato dalle privazioni e dal lavoro forzato nel Lager. Nedo, però, sopravvive. Non solo perché conosce il tedesco, ma perché, nonostante le atrocità e le sofferenze, è capace di aggrapparsi alla vita con tutte le sue forze e mantenere accesa la luce della speranza. In tempo bui come quelli attuali, in cui il ricordo dell'orrore del fascismo e del nazismo sembra affievolirsi, A5405 è una testimonianza preziosa, un contributo indispensabile affinché «il filo della memoria resti saldo nella storia del mondo per gli uomini che verranno».
Papa Francesco ha dato il suo assenso alla beatificazione di 19 religiosi e religiose della Chiesa d’Algeria, assassinati tra il 1994 e il 1996, a causa della loro tenace fedeltà al vangelo, alla Chiesa e al Paese al quale avevano scelto di restare fedeli, nonostante la violenza islamista che imperversava dappertutto fin dagli inizi degli anni '90.
Questa beatificazione sarà un evento di eloquente spessore e di fondamentale importanza per la Chiesa contemporanea, per molteplici ragioni. I nuovi beati sono anzitutto dei contemporanei che molti di noi hanno conosciuto e frequentato e il loro messaggio è un invito a uscire dalla paura viscerale nei confronti dei musulmani e ad esplorare e individuare possibili percorsi realistici ma generosi di incontro, secondo quanto afferma il decreto conciliare Nostra Aetate. Un vescovo, religiose, sacerdoti e religiosi: il loro ruolo diverso nella Chiesa sottolinea che questa testimonianza di amore totale e disinteressato può essere offerta da cristiani comuni che non hanno cercato di diventare degli eroi.
Pierre Claverie, domenicano, vescovo di Orano, era uno di loro; e, con il priore dei monaci trappisti di Tibhirine, Christian de Chergé, è colui che dal punto di vista teologico ha maggiormente esplicitato il profondo significato di questa presenza discreta della Chiesa in un paese musulmano.

