
Don Luigi Lojali - figlio spirituale di Padre Pio da Pietralcina - è un testimone del nostro tempo. Una vita spesa ad annunciare il Vangelo, a proclamare le opere di Dio, a sostenere le fatiche del suo popolo. Un sacerdote innamorato di Maria e della propria vocazione; un "santo nascosto" che ha molto da insegnare ai cristiani di oggi.
«Quella che voglio raccontare ora è una storia che va al di là dei documenti e delle testimonianze. È la storia della mia Florenzia, nel senso che ho cercato di ricostruire, con il cuore e la mente, anche momenti salienti della sua vita che non sono espressamente documentati. Quindi un racconto più libero ma sempre fondato e aderente alla realtà. Ho cercato di percorrere le linee certe della sua vita, riempiendo solo dei vuoti. Come quando un bambino colora un album: le figure sono tracciate e lui vi aggiunge solo i colori».
Michele Giacomantonio nasce a Lipari il 31 ottobre 1940, dove dal 1994 è tornato ad abitare dopo aver vissuto a Pavia e a Roma. Sposato, laureato in economia e commercio, pubblicista e ricercatore, è stato dirigente nazionale delle ACLI e sindaco di Lipari. Si è occupato e ha scritto dei problemi dello sviluppo del territorio, di etica dello sviluppo, di storia del movimento cattolico, delle tematiche relative alle amministrazioni locali.
Don Giuseppe Dossetti ha portato un contributo fondamentale nel panorama cristiano del XX secolo e la sua eredità continua a essere viva nella Famiglia religiosa da lui fondata, presso le persone che lo incontrarono e tra gli uomini e le donne del nostro tempo che hanno la possibilità di conoscere il suo messaggio.
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, oltre la fortuna di una ammirevole e lucida longevità (a 93 anni firma l'opera De orthografia) godeva anche di una personalità poliedrica. Fu politico di razza, fine letterato, biblista profondo (unico scrittore ecclesiastico latino a commentare l'intero Salterio). Il De anima e i suoi commenti biblici lo rivelano mistico sulla via della perfezione, pur essendo uno spirito eminentemente pratico. Dopo 40 anni di impegno politico con i re goti a Ravenna, da Teodorico a Vitige, si dimise da magister officiorum e praefectus praetorio dopo l'eccidio dei senatori di Roma da parte di Vitige. A 70 anni si ritira nei suoi possedimenti in Calabria e fonda due monasteri: Vivarium, sulle rive del fiume Pellena e, sulla collina, il Castellense. Originalità assoluta, imitata da tutti i grandi monasteri medievali, lo scriptorium, con un centinaio di monaci amanuensi e miniaturisti che salvano la Bibbia, i libri dei Padri della Chiesa e i testi laici classici della cultura greco-romana. Cassiodoro aveva fatto della parola scritta e tramandata ai posteri un sacramentale. Fu il primo umanista amato e studiato dai più colti e liberi spiriti dei mille e cinquecento anni che ci separano da lui. Scrisse Benedetto XVI: Cassiodoro, «uomo di alto livello sociale, si dedicò alla vita politica e all'impegno culturale come pochi altri nell'Occidente romano del suo tempo. Forse gli unici che gli potevano stare alla pari in questo suo duplice interesse furono Boezio e il futuro Papa di Roma Gregorio Magno». Testi di: Marco Beck, Agnese Bellieni, Giovanni Bonanno, Massimo Cardamone, Antonio Carile, Milena Carrara, Ester Cuzzocrea, Alfredo Focà, Alessandro Ghisalberti, Elio Guerriero, Laura Mapelli, Giorgio Montecchi, Roberto Osculati, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Patrizia Stoppacci. Introduzione di Franco Cardini.
Il libro intende illustrare, sulla base della ricognizione delle lettere inviate alla famiglia dall'Africa, la vita di Maria Bonino, pediatra, nata a Biella il 9 dicembre 1953 e morta a Luanda per il terribile morbo di Marburg il 24 marzo 2004. Maria, nelle sue lettere, dimostra grande determinazione e straordinario spirito di sacrificio. Medico volontario in Africa per il Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici missionari) di Padova, vive con grande fede la sua missione al fianco dei «suoi» bambini africani abituati al niente quotidiano. Significativo quanto scritto dalla pediatra in una lettera da Ikonda nel luglio 1981: «Sono veramente contenta... Mi piace questo tipo di vita e di lavoro e, nonostante le inevitabili difficoltà, sento che qui le mie giornate hanno un senso». Morirà consapevole della sua imminente fine e sulla sua agenda personale si troveranno scritte le seguenti parole: «...Ho ripetuto tante volte in questi anni che "la vita è la realizzazione del sogno della giovinezza", è stato per molta parte così e ne ringrazio il Signore».
A diciassette anni dalla morte di Nazarena, monaca camaldolese reclusa, ecco la sua straordinaria vicenda spirituale.
Suor Nazarena, monaca camaldolese morta a Roma nel 1990, ha vissuto per oltre 40 anni volontariamente reclusa in una cella non per una fuga o per disprezzo del mondo, ma per amore a Cristo e ai fratelli: «L'amore per Gesù e i fratelli divori il mio cuore in un martirio di amore ignoto anche a me stessa».
Già negli anni '50 del Novecento don Oreste Benzi fu un grande innovatore nell'approccio educativo e pastorale nei confronti dei preadolescenti, che già allora tendevano ad abbandonare la pratica religiosa. Intuizioni sul piano psicologico e pedagogico sintetizzate in un obiettivo: «Far fare ai giovani un incontro simpatico con Cristo». Inizia così un'avventura che parte dalle spiagge romagnole e arriva alle vette delle Dolomiti, passando per gli Stati Uniti dove don Benzi va a raccogliere i fondi necessari per avviare la costruzione di Casa Madonna delle Vette, che avrà come primo contabile un giovane ragionere, Stefano Zamagni, divenuto poi economista di fama internazionale. A 50 anni dall'inaugurazione della struttura, un libro ripercorre le tappe di questo percorso, offrendo interessanti spunti anche a chi oggi si occupa di questi temi.
L'opuscolo riporta il testo di Don Bosco "Il Sistema Preventivo nella educazione della gioventù" e un commento che ne mette in risalto l'attualità a oltre un secolo di distanza.
Una vera e propria confessio vitae non casualmente ispirata al salmo 71: "il tuo volto, signore, io cerco". emergono, sullo sfondo, personaggi ed eventi che hanno caratterizzato la vita della chiesa degli ultimi decenni ma non mancano confidenze inedite e memorie grate di persone dietro le quali s'intuiscono profonde relazioni umane. libertà, verità, amore sono i fili conduttori di queste pagine che assumono i toni di una fede che si racconta e interpreta la propria storia alla luce della grazia di dio, dove è sempre implicito un confitemini domino quoniam bonus.
Una torinese (1871-1949) che non sfruttò la sua bellezza e la sua ricchezza per la propria soddisfazione, ma scelse il Signore che la chiamava a "servire" ragazze meno fortunate di lei.
"Ricordo bene il suo sguardo e i suoi occhi che ti scrutavano in profondità, quasi per far emergere le cose più belle? In realtà padre Ghi è rimasto sempre un bambino, per il suo senso dello stupore, per la sua sensibilità estrema, per il suo sguardo innocente sulle cose e soprattutto per l'opera dello Spirito Santo. Più profondamente il suo essere bambino nasceva dalla sua fede di essere un "figlio del Padre dei Cieli". Nelle pagine del diario si incontra il poeta padre Ghi... Credo che il lato poetico di Padre Ghi stia nel suo tentativo di vedere le cose con gli occhi del Risorto. Si incontra la passione di padre Ghi per i sofferenti e gli ammalati. Nella semplicità e nella quotidianità Padre Ghi ha vissuto avvolto da una "grazia", ha percorso una strada di santità e ha voluto comunicare a tanti, soprattutto agli ammalati, la sua scoperta dell'amore di Dio." (Dalla Prefazione di Mons. Aldo Giordano)