
Una raccolta di memorie e ricordi sulla vita e l'azione pastorale del Vescovo Guglielmo Giaquinta.
Meister Eckhart (1260-1327) è una delle figure chiave del tardo Medioevo tedesco, di quel mondo affascinante e pochissimo conosciuto, indicato solitamente col nome di "mistica tedesca". Questo libro di Ruh è il risultato di ricerche durate più di un decennio. Vi è ritratto Eckhart nelle sue vesti di domenicano, poi investito di importanti cariche religiose, apprezzato Magister all'Università di Parigi, predicatore e pastore d'anime in un tempo percorso da fermenti e tensioni spesso contraddittorie. Vediamo Eckhart ugualmente a suo agio tra gli intellettuali e le persone pie, tra le monache mistiche e visionarie, tra le beghine perseguitate dall'Inquisizione. Al centro del libro c'è un'attenta analisi testuale delle opere latine e tedesche di Eckhart; per la prima volta si vedono con chiarezza le ragioni intrinseche della sua riflessione, la parabola del suo pensiero teologico-spirituale, gli ascendenti e le linee di sviluppo di una speculazione che ebbe il coraggio dell'intelligenza e che si mosse verso posizioni di vertiginosa radicalità, dove il razionalismo più ardito coincide con gli abissi della visione mistica. Nel 1327 il pensiero di Eckhart venne condannato dal tribunale dell'Inquisizione e il grande Magister morì poco dopo l'infamante processo. Ciò non impedì al suo pensiero di esercitare una influenza profonda e prolungata, spesso per vie sommerse e trasversali. Questo libro fa rivivere, nella sua interezza di uomo e pensatore, una straordinaria figura di intellettuale, proiettandola sullo sfondo di quel mondo mosso e variegato che è il tardo Medioevo tedesco.
Agile ed essenziale biografia di un medico morto "sul campo" nel corso di una delle più devastanti epidemie degli ultimi decenni.
Il volume, curato da A. Chiodi, raccoglie le testimonianze di personaggi molto noti e altrettanto autorevoli in campo culturale ed ecclesiale che tracciano un ritratto di Mazzolari molto ricco di sfaccettature. Ne emerge un documento significativo che sottolinea il contributo che questo prete appassionato ha offerto alla Chiesa e alla società italiana del Novecento sui temi della radicalità evangelica, della pace, della giustizia e del dialogo. Gli interventi sono di: E. Balducci - L. Bedeschi - C. Bellò - A. Bergamaschi - C. Bo - G. Campanini - L. Capovilla - A. Chiodi - N. Fabbretti - G. Lercaro - M. Martinazzoli - G. Miccoli - D. M. Turoldo - U. Vivarelli.
Mazzarino: abile burattinaio della politica europea o pallida controfigura di Richelieu? Stefano Tabacchi ricompone l’immagine di Mazzarino, il Cardinale italiano alla corte di Francia, l’abile manovratore e dominus assoluto della politica europea del XVII secolo. La biografia indaga sul vero ruolo che Mazzarino ebbe in quella particolare fase della storia francese ed europea rappresentata dalla transizione verso l’assolutismo monarchico. Da sempre messo a confronto con il suo predecessore Richelieu, il suo modello politico fu più “romano” che “francese”, appreso negli anni della giovinezza al servizio della Santa Sede. Ne emerge la figura di un politico che intese la sua azione come un’arte, una pratica molto raffinata, nel fedele servizio al sovrano.
«Credo in Dio perché credo nell'essere umano». Ecco, in estrema sintesi, il pensiero teologico e filosofico e il vissuto personale di padre Maurice Zundel (1897-1975). Autore prolifico e conferenziere apprezzato, ancora poco conosciuto nel nostro Paese, Zundel è uno dei più importanti scrittori di spiritualità cristiana del XX secolo e merita una giusta considerazione tra i giganti della mistica cattolica di tutti i tempi. Quello che Paolo VI aveva intuito in lui, con uno sguardo profetico di grande lucidità, è ancora oggi vero: «È un genio, genio di poeta, genio di mistico, scrittore e teologo, il tutto fuso insieme con una miriade di folgorazioni». L'itinerario esistenziale di Zundel, la sua formazione umanistica e teologica, l'ampiezza dei suoi interessi umani e universali, costituiscono un unicum intensità, contenuti e risultati nel panorama spirituale cristiano. Questo libro rappresenta la sua prima biografia in lingua italiana.
Se non si è matti non si può..., davvero l'amore deve essere senza misura per essere vero. Solo chi ama rimane nel cuore dell'uomo e nel cuore di Dio. Il missionario non è altro che un uomo, una donna innamorato/a. Il missionario sa che la sua vita ha senso solo se donata. Una vita donata non è mai persa, è una vita riuscita, una vita piena, una vita colorata.
7 ottobre 2000: due studentesse muoiono nell'Uganda del Nord per un misterioso virus. Matthew Lukwiya, medico, riconosce subito la micidiale infezione: Ebola. Direttore sanitario del St. Mary's Lacor Hospital a Gulu, Lukwiya si prodiga in modo eroico nell'assistenza ai malati. Cristiano autentico, consapevole di dare la vita per il prossimo, il "dottor Matthew" muore il 5 dicembre 2000, lasciando in eredità la sua testimonianza di carità.
Matteo Ricci nasce a Macerata il 6 ottobre 1552 da una nobile ed importante famiglia. Dopo aver ricevuto la sua prima educazione e formazione dai padri gesuiti a Macerata, dove maturerà la vocazione al sacerdozio e sentirà parlare delle missioni d'Oriente, viene inviato nel 1568 dal padre a Roma per studiare giurisprudenza. Ma ben presto rinuncerà alla brillante carriera che il padre gli aveva preparato, decidendo di entrare nella Compagnia di Gesù, a Sant'Andrea al Quirinale, dove viene accolto da Padre Alessandro Valignano, all'epoca visitatore generale delle missioni dei gesuiti in Oriente con l'incarico di preparare dei missionari per una spedizione cattolica in Cina. Nel 1577 è inviato in Oriente dove, arriva a Goa in India ed inizia il processo di inculturazione della fede ad opera del gesuita Thomas Stephens, Colpito da malaria, è trasferito a Cochìn. Ritornato in salute, nel 1580 riceve l'ordinazione sacerdotale. Nel 1582 riceve dal visitatore d'Oriente Padre Alessandro Valignano, l'ordine di recarsi a Macao per studiare la lingua cinese ed entrare nella Cina continentale. Nel 1601, dopo vari tentavi falliti, riuscirà finalmente ad entrare a Pechino. Considerato in Cina ed in gran parte dell'Area Asiatica come l'uomo del dialogo tra l'Occidente e l'Oriente, viene riconosciuto come uno dei più grandi missionari del "Paese di mezzo", uomo di scienze, letterato, astronomo, cartografo, matematico e diplomatico.
L’avventura del grande gesuita innamorato della Cina e della espansione cristiana in Oriente. Un libro che guida il lettore nel profondo della cultura cinese del XVI secolo, attraverso gli usi e i costumi dell’epoca in una dimensione esotica lontanissima dal mondo occidentale di allora. Molto più che una semplice biografia di Matteo Ricci, il libro offre una documentazione storica ricchissima ed esaustiva che appassionerà il lettore.
Paul Dreyfus è nato nel 1923. Giornalista e scrittore di successo in tutto il mondo. Per scrivere questo libro ha passato molto tempo in Asia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Pol Pot. Le Bourreau du Cambodge, Paris, 2000; Jean XXIII, Paris, 2000; Bouddha, Paris, 1995.
Un missionario gesuita, raffinato studioso della civiltà cinese e divulgatore della cultura occidentale: questo fu Matteo Ricci, nato a Macerata e morto a Pechino nel 1610, costruttore di ponti tra mondi lontani, protagonista di una fortunata opera di apostolato e di evangelizzazione. Ma, per giungere a un tale obiettivo, per arrivare persino alla corte dell'imperatore cinese, Matteo Ricci dovette dimostrare sincero rispetto per la cultura locale, adattando il Vangelo alla sensibilità, al pensiero, al vocabolario e alla tradizione del popolo che, lentamente, iniziò a convertire. Ed ecco la domanda che vibra lungo tutta la sua eccezionale avventura: quel gesuita, pur di portare il Vangelo ai cinesi, lo arrangiò al punto da tradirlo? Matteo Ricci fu un eccezionale missionario o un grande traditore del messaggio cristiano?
Un'avventura straordinaria da Macerata a Roma, dal Portogallo agli avamposti europei in Asia; la lenta penetrazione nel territorio cinese per giungere a Pechino presso la corte degli imperatori Ming. Il gesuita Matteo Ricci (1552-1610) seppe superare ostilità e diffidenza, riuscendo infine a gettare ponti di dialogo intensissimo tra Occidente e Oriente: i suoi planisferi svelarono ai Cinesi la via per mondi sconosciuti, la sua profonda conoscenza della cultura greco-romana servì da chiave interpretativa per i testi di Confucio, le sue traduzioni in mandarino di testi di filosofia, matematica e astronomia conquistarono gli studiosi più illustri della Cina. Papa Benedetto XVI stesso ha lodato la sua opera, "tesa a ricercare la possibile armonia fra la nobile e millenaria civiltà cinese e la novità cristiana".