
Monsignor Salvatore Colombo (1922-1989) fu per oltre 40 anni missionario francescano in Somalia e vescovo di Mogadiscio dal 1976 alla morte. Il 9 Luglio 1989 un commando armato entrò nella Cattedrale e aprì il fuoco contro il vescovo durante la celebrazione eucaristica. Morirà poche ore dopo. Monsignor Colombo era unanimemente considerato il simbolo della Chiesa in Somalia. Aveva testimoniato il Vangelo attraverso la promozione di opere di carità per il bene comune di un popolo che si era sempre dimostrato amico, pur essendo a maggioranza musulmana.
Il libro presenta con efficacia la figura e gli insegnamenti di mons. Luigi Novarese, fondatore dell'apostolato del Centro Volontari della Sofferenza.
Il cofanetto contiene quattro volumi di meditazione su libri del Nuovo Testamento, opere di monsignor Bregantini, già pubblicate separatamente. LA STRADA E LA STELLA. I Vangeli dell'infanzia I COLORI DI LUCA. Il Vangelo di Luca VOLTI E LUOGHI DI UNA CHIESA GIOVANE.Gli Atti degli Apostoli VIVENTE È LA NOSTRA SPERANZA. Riflessioni sulla Prima Lettera di Pietro.
Il libretto illustrato racconta la vita del Servo di Dio Mon-signor Carmine De Palma (Bari, 1876-1961). La sua figura ha segnato la storia della Chiesa locale barese con la sua personalità, le sue virtù umane e cristiane, spendendosi fino alla fine per la cura delle anime, soprattutto nella direzione spirituale e nel sacramento della Riconciliazione. Fu uomo di larga erudizione ma anche di profonda umiltà, di tanti impegni pastorali ma anche di intensa preghiera secondo lo spirito benedettino, di doti meravigliose ma anche di una grande riservatezza, di incarichi ufficiali ma anche di assidua disponibilità al colloquio personale.
Nato a Triuggio (Milano) il 16 gennaio 1923. Fu vescovo di Acerra dal 1978 al 2000. Prima di arrivare in Campania, nel 1968 aveva dato voce ai terremotati del Belice, in Sicilia. Nominato vescovo di Acerra da papa Paolo VI, fece il suo ingresso in diocesi il 9 aprile 1978 trovando una situazione non facile, dovendo «rianimare la vita ecclesiale e sostenere l'intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona». Le sue attenzioni si rivolsero soprattutto al contrasto alla camorra, tanto da essere messo sotto scorta.
La trappa di San Giuseppe a Vitorchiano è oggi sul piano planetario una delle principali espressioni del monachesimo femminile di regola benedettina. Alle origini di questa vivacità vi è la figura di madre Maria Pia Gullini (1892-1959). Questo volume ricostruisce l'estensione internazionale della sua antesignana azione ecumenica, fondandosi su un copioso dossier di documenti inediti. Attraverso questi, l'autrice illumina l'opera della Gullini, che coinvolgendosi con i maggiori interessati al riavvicinamento fra cristiani di diverse confessioni - da Paul Couturier a Giovanni Battista Montini, da Charles Boyer a Christophe-Jean Dumont, ai fondatori di Taizé - pone pietre stabili sulla via del dialogo ecumenico, testimoniando il ruolo essenziale del monachesimo femminile nella vita della Chiesa.
Benedetta Cambiagio Frassinello nasce a Langasco - entroterra genovese - nel 1791, da famiglia di modesti agricoltori, i quali sono poi costretti a emigrare a Pavia. Qui Benedetta, seppure attratta dalla vita religiosa, sposa Giovanni Battista Frassinello, con il quale tuttavia concorda, in un primo tempo, il voto di castità e, in un secondo tempo, di entrare in convento: ella nelle Suore Orsoline, egli nei Somaschi. Le condizioni di salute di Benedetta e l'opposizione dei genitori alla sua scelta di missione caritativo-sociale fanno sì che i due coniugi si ricongiungano per proseguire insieme il cammino di una vita certamente eccezionale. Giovanni Paolo II la dichiara beata nel 1987. Giulio Venturini, scrittore e giornalista, fondatore e per ventidue anni direttore del Settimanale cattolico, direttore dell'Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali della Curia di Genova, più volte eletto al Consiglio Regionale Ligure dell'Ordine dei Giornalisti, già docente di teologia fondamentale ed ecclesiologia nel Seminario di Genova e di scienze bibliche al Centro "Didascaleion", è attualmente titolare della cattedra di ecumenismo all'Istituto Superiore di Scienze Religiose, direttore dell'Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali della Regione Ecclesiastica Ligure, pastoralmente impegnato come parroco di San Fruttuoso, la parrocchia più popolosa del capoluogo ligure.
Ci sono ancora donne, femmine, che amano i loro maschi.
Li scelgono e si donano, per sempre. Senza riserve. Si aprono alla vita e si ridonano. Tutte preparano da mangiare, molte addirittura cucinano, asciugano lacrime e dispensano consigli non richiesti, perchè vorrebbero salvare il mondo, magari indossando un tacco 12, molte lavorano fuori casa, anche se a volte preferirebbero poter curare i propri figli.
In comune hanno un segreto che si tramanda da generazioni.
Qualcuno le definisce mogli cattoliche tradizionali, ma rischia un errore che il modello 2020 della categoria rispedisce al mittente. Si raccontano Costanza Miriano, Beatrice Bocci, Raffaella Frullone, Benedetta Frigerio, Annalisa Teggi, Paola Belletti, Caterina Giojelli e tante altre che “nella buona e nella cattiva sorte” restano fedeli all’amore.
Descrizione e intervista a cura del sito www.iltamtam.it
"Mistico del futuro": è il titolo del volume con il quale il professore tuderte si ripropone di rivalutare la spiritualità del poeta e beato, a suo avviso denigrato da accademici italiani e dai cattolici più clericali
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Nelle scorse settimane è stato pubblicato il libro di Claudio Peri intitolato “Mistico del futuro. La storia vera di Jacopone da Todi” (Fabrizio Fabbri Editore, 130 pagine, 18 Euro).
In questo volume il misticismo viene definito come espulsione dal cuore di tutte le smanie dell’io, dell’egoismo, dell’egocentrismo, dell’egolatria, per sostituirle con l’amore di Dio e del prossimo.
“In questo senso – spiega l’autore – la qualifica di mistico può essere attribuita a persone di ogni religione come pure a persone di grande umanità anche agnostiche o atee: “I mistici non sono tanto rappresentanti di una chiesa istituzionalizzata, quanto piuttosto anonimi apostoli dell’amore”. Il misticismo di Jacopone è concreto e umanissimo, modello del misticismo e del cristianesimo del futuro. Si può dire che tra i grandi mistici, Jacopone da Todi è probabilmente il più grande poeta e si può dire anche che tra i grandi poeti egli è probabilmente il più grande mistico: eroe del cristianesimo e genio della parola”.
Professor Claudio Peri, qual è lo status della sua crociata contro i detrattori di Jacopone da Todi? “Molto incoraggiante direi. Occorre precisare che i denigratori di Jacopone sono essenzialmente gli accademici italiani e i cattolici più clericali. Le cito un dato significativo: la prestigiosa rivista americana JMRC (Journal of Medieval Religious Cultures) ha pubblicato lo scorso Settembre un articolo documentato da circa 130 riferimenti bibliografici internazionali, in cui si dimostra la inadeguatezza e spesso la falsità dei giudizi espressi dagli accademici italiani su Jacopone, trascurando completamente gli apporti della ricerca internazionale, in particolare quella in lingua inglese e francese”.
Con questo nuovo libro cosa si propone? “Mi ripropongo soprattutto di rivalutare la spiritualità e il misticismo di Jacopone che, prima di essere occultati dalla repressione della Controriforma, erano stati ispirazione e guida di grandi santi come San Filippo Neri e Santa Caterina da Genova. Dopo la Controriforma, questa grande eredità di cultura cristiana è stata oscurata e ignorata per oltre 4 secoli. Ma questa situazione è in rapida evoluzione. Negli ultimi 20 anni sono stati pubblicati almeno cinque libri sul misticismo di Jacopone: uno nel 2004 in inglese alla Fordham University di New York, un secondo in francese nel 2013 dalla Université Sorbonne di Parigi, un terzo in inglese nel 2019 dai Franciscan Media di Cincinnati, un quarto in italiano nel 2020 dalla Editrice Francescana di Milano e un quinto, questo mio del 2022, che propone Jacopone come cristiano del futuro. Non credo che un simile livello di attenzione sia stato dedicato negli ultimi 20 anni ad altri mistici cristiani o non cristiani”.
Gli autori di questa biografia di santita coniugale ricostruiscono il cammino d'amore che ha unito Maria e Luigi Beltrame, un amore specchio dell'Amore divino. La comune vocazione alla santita, riproposta dal Concilio, trova sicuramente una splendida attuazione nella vicenda esistenziale dei coniugi Beltrame Quattrocchi. Una santita fatta di piccole cose, vissuta in un'esperienza familiare in cui l'amore per l'altro si fa via che conduce al Signore ed entra fino in fondo nell'unione con Lui. Merito del presente volume e l'aver sottolineato questo aspetto importante del percorso di santita dei coniugi Beltrame, mostrandone tutta la ricchezza di implicazioni.

