
Una vita in semplicità e povertà, trascorsa a coniugare un verbo: cercare. L'itinerario terreno di Fra Francesco Maria da Camporosso (1804-1866) - laico cappuccino, al secolo Giovanni Croese, asceso alla gloria degli altari nel dicembre 1962 - si muove lungo le vie della Carità di un "umile frate cercatore": così lo definì lo stesso Papa Giovanni XXIII, che lo canonizzò, ricordando che era "da tutti chiamato, nonostante le sue proteste, 'il Padre Santo'. Fra Francesco Maria, nei sessantadue anni di esistenza terrena vissuta tra Imperia e Genova, non ha fatto altro che modellare la propria vita sull'esempio e sulla testimonianza di Gesù, nell'amore per il prossimo, fino alla donazione totale, coincisa con la morte avvenuta nel 1866 nel contesto di una terribile ondata di colera che vide il Padre Santo sfinirsi ed annientarsi nel soccorso agli ammalati dei quartieri di Genova.
Questa figura monastica fuori del comune, questo grande mistico, la cui fama di santità si sta estendendo nel mondo, ha già ispirato molte persone e suscitato adesioni, devozioni e amicizie spirituali, soprattutto in Libano e nel Bellunese. Se la sua austerissima vita è difficilmente imitabile, la semplicità e l'unificazione da lui raggiunte sono invece il cammino normale di ogni ricercatore di Dio.
L'apertura della fase diocesana del processo di beatificazione del servo di Dio padre Raffaele da Mestre, sacerdote cappuccino, è l'occasione che ha spinto l'autore a riprendere in mano la sua prima biografia, da tempo esaurita. La memoria del servo di Dio che egli consegna è un racconto vivo, ricco e caldo, perché personale testimonianza del tempo in cui p. Raffaele lo ha seguito passo passo nel suo cammino iniziale alla vocazione francescana cappuccina
Padre Raffaele, figura insigne della famiglia religiosa dei Padri Cappuccini, è proposto nelle pagine di questo volume in una biografia da leggersi tutta d’un fiato, per fare l’esperienza di un mondo singolare ricco di umanità e spiritualità, che aiuta a comprendere come il passaggio di certe figure nella storia, e ancor più nella cronaca dell’umanità, sia il segno di una perdurante attenzione di Dio verso l’uomo.
Note sull’autore
Giuliana Pelucchi, nata a Bergamo, sposata con tre figli e sei nipotini, vive e lavora a Milano. Giornalista, ha collaborato a varie testate tra cui La Notte, Avvenire, Alba e diverse riviste, soprattutto missionarie. Si è sempre interessata di problemi umani e sociali, della difesa della vita e dei drammi del Terzo Mondo. Ha pubblicato: Una vita per la vita: Gianna Beretta Molla, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo - MI 1989, Proposta AVO: per umanizzare la vita negli ospedali, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo - MI 1993, Ettore dei poveri: un messaggio di solidarietà, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo - MI 1994, Un uomo così: l’ing. Uberto Mori, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo - MI 1996, La parte migliore: Emilie d’Oultremont d’Hooghvost, beata Maria di Gesù, fondatrice della Congregazione di Maria Ausiliatrice, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997, Un prete per la famiglia: don Paolo Liggeri, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo - MI 1998, Un’esperienza davvero speciale: Progetto Gemma per l’adozione prenatale a distanza, Ed. Gribaudi, Milano 2002.
Il libro è la biografia di padre Placido Cortese, francescano conventuale e direttore del Messaggero di S. Antonio dal 1937 al 1943. L'importanza della sua figura è legata alla sua profonda umanità che si è tradotta in un forte impegno nell'aiuto e nel salvataggio degli ebrei e dei perseguitati politici durante l'occupazione tedesca in Italia. Braccato dalle forze naziste, fu rapito e deportato a Trieste, dove, sottoposto a torture e interrogatori, morì nel 1944. Il 29 gennaio scorso ha avuto inizio la causa di beatificazione.Richiamando con puntualità il contesto storico e le vicende politiche, il libro ricostruisce e ripercorre la vita di p. Placido Cortese: l'infanzia a Cherso (Istria), gli studi e la formazione nei seminari francescani, l'ordinazione sacerdotale a Roma, l'attività giornalistica, l'impegno e la sollecitudine a favore dei perseguitati, il rapimento e il «martirio» delle ultime settimane.
Destinatari
Pubblico interessato alle figure di spicco della chiesa cattolica, all'opera e alla biografia di questi personaggi. Pubblico interessato alla storia nazionale e locale (Padova), in particolare alla II guerra mondiale.
Autore
Padre Apollonio Tottoli è nato a Prestine (Brescia) nel 1943. Ordinato sacerdote nel 1968, è dottore in teologia e laureato in lingue straniere. Risiede dal 1991 a Treviso, nel convento S. Francesco.
Nell'ambito delle iniziative che intendono recuperare la memoria della figura di padre Placido Cortese, si inserisce questo lavoro, frutto di un'inchiesta che ha avuto inizio nell'ottobre 2004, in occasione dei sessant'anni dal rapimento del frate di Cherso. Un'inchiesta entusiasmante che ci ha fatto conoscere la storia di un sacrificio estremo non ancora completamente svelata nei dettagli. Un uomo che muore torturato per un unico motivo: non parla. Non tradisce la rete di collaboratori con cui ha salvato centinaia di persone. Al volume è allegato un DVD, della durata di 40' con la ricostruzione della vicenda di padre Cortese e le inedite testimonianze di chi lo vide, nei suoi ultimi giorni, nel carcere di Trieste dove morì, commentate da drammatiche immagini storiche di quei tristi anni.
Destinatari
Quanti sono convinti che far memoria della storia sia un dovere profondamente radicato nella coscienza.
Autore
PAOLO DAMOSSO, regista cinematografico e televisivo oltre che sceneggiatore, da anni si occupa di raccontare la storia di grandi personaggi che, con le scelte di vita e le virtù del loro operato, hanno lasciato un'impronta incancellabile nella società e nelle coscienze degli uomini del loro tempo.
Biografia di padre Placido Cortese, francescano conventuale e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1937 al 1943. Una figura importante per la profonda umanità e l’impegno con cui si prodigò nel salvataggio di ebrei e perseguitati politici durante l’occupazione tedesca in Italia. Padre Placido faceva stampare clandestinamente dalla tipografia del «Messaggero di sant’Antonio» i documenti falsi per i rifugiati, utilizzando foto «rubate» dagli ex voto della cappella dell’Arca in Basilica e, grazie all’aiuto di semplici cittadini, organizzava loro la fuga. Egli fu tradito, arrestato dalle SS la mattina dell’8 ottobre del 1944 e per quasi cinquant’anni di lui non si seppe più nulla. Fino a quando preziose testimonianze di alcuni suoi collaboratori sopravvissuti ne riportarono a galla la vicenda eroica e venne avviata, nel 2002, la causa di beatificazione.
Destinatari
Ragazzi e chiunque desideri conoscere la figura di un uomo «giusto».
Autore
CRISTINA SARTORI (Padova), giornalista professionista, dopo la laurea in storia dell’arte presso la Facoltà di lettere dell’Università di Padova, inizia a collaborare con l’emittente televisiva regionale Telechiara e con il settimanale diocesano «La Difesa del Popolo», in seguito si specializza come addetto stampa. Dal 2002 è responsabile dell’Ufficio stampa «Messaggero di sant’Antonio» e dal 2004 cura anche la trasmissione radiofonica «Incontri del Messaggero di sant’Antonio». Nel 2005 ha vinto il primo premio giornalistico Emilio Vesce per l’emittenza radiofonica. Nel 2006 ha pubblicato il libro L’inattesa Camber. L’avventura di un oro olimpico, per la casa editrice Il prato.
Il 2 maggio 1999 Giovanni Paolo II annoverava padre Pio nell'albo dei beati e dopo poco più di tre anni - il 16 giugno 2002 - lo ha canonizzato santo. Don Amorth non esita a definirlo "il più grande santo del nostro secolo" e ripercorre la vita di questo suo carissimo padre spirituale, che egli ha frequentato dal 1942 al 1968, accompagnando la narrazione con molti ricordi personali, che testimoniano la grandezza dell'umile frate di Pietralcina.
Attraverso lo studio e l'analisi delle lettere di padre Pio a una sua figlia spirituale gli autori evidenziano il metodo del santo nel condurre la direzione spirituale e la catechesi a distanza di quasi sessant'anni dalla morte e venti dalla canonizzazione. Nell'arco ben delimitato di due anni si vede come padre Pio prende per mano l'anima da lui diretta e la conduce fino alla perfezione stabilita da Dio. Il carteggio avviene tra il santo e la nobildonna foggiana Raffaellina Cerase vissuta tra fine ottocento e inizi del novecento.
Un racconto accompagnato da decine di fotografi e inedite, un passo verso il cuore del sacerdote che perse la vita per offrire una speranza alla gente di Brancaccio. La sera del 15 settembre 1993 padre Pino Puglisi, parroco del quartiere palermitano di Brancaccio, fu ucciso dai killer della mafia. Perché si volle colpire quel sacerdote mite ma deciso, affezionato alla sua gente e mai disponibile a deviare dalla strada del Vangelo? Chi era questo martire che nel 2013 è stato elevato agli onori degli altari e proclamato Beato da papa Francesco? In questo libro, e per la prima volta, i familiari di padre Pino ne tracciano un ritratto sorprendente che parte dalla giovinezza, dalla vocazione, dall'impegno con i ragazzi. Ma anche dal rapporto con la madre e i fratelli, dalla delicata funzione di supporto ai nipoti. In queste pagine la partecipazione alle cause sociali, i primi scontri con la violenza e le faide, si accostano alle feste e agli scherzi in famiglia. E ancora: il rapporto dialettico con le istituzioni, la fondazione del Centro di Accoglienza Padre Nostro e la fi ne violenta, sono riletti accanto agli ultimi giorni trascorsi meditando nella casa del fratello. Riga dopo riga riscopriamo padre Pino Puglisi, guardandolo da una prospettiva che non era ancora stata raccontata.
La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.

