
Questo libro raccoglie una serie di interventi che coprono l'arco della produzione teorica di Girard, dagli esordi di "Menzogna romantica e verità romanzesca" fino allo sviluppo compiuto della teoria mimetica, con la riflessione sul capro espiatorio e sul religioso. Attraverso una serie di dialoghi, spesso polemici, con figure di riferimento della cultura otto-novecentesca, in primo luogo francese (Stendhal, Tocqueville, Valéry, Pierre Janet ecc.) o con grandi correnti e esponenti della filosofia europea (Heidegger, il decostruzionismo, Vattimo), Girard tocca tutti i temi che lo hanno reso famoso.
Quest'opera riunisce saggi di importanti filosofi, antropologi, economisti, teologi e critici letterari, originari di vari paesi, che si richiamano tutti per gradi diversi al pensiero di René Girard. Inventario dei principali campi di studio e di ricerca aperti dalla teoria mimetica, queste "lezioni" ne raccolgono la sfida mettendo alla prova il ruolo svolto dai meccanismi d'occultamento della violenza nella costituzione degli ordini simbolici e culturali. La teoria mimetica permette a questi autori di rinnovare in profondità le basi delle loro discipline e rende possibile un sapere vitale della violenza.
Il ruolo della religione cristiana nel mondo globalizzato e multiculturale, il suo rapporto con la morale, il complesso e delicato confronto tra verità e libertà e tra relativismo e fede, i pericoli e le tensioni di un mondo dove sembrano riaffacciarsi nuove forme di violenza di matrice religiosa. Attorno a questi temi si sta articolando, ormai da qualche anno, anche il dialogo fra due dei più grandi pensatori viventi: l'antropologo francese René Girard e il filosofo italiano Gianni Vattimo, dialogo che sta contribuendo vivacemente alla costruzione di una nuova comprensione di problemi al centro del nostro interesse più profondo. Partendo da presupposti speculativi differenti (l'antropologia cristiana di Girard, e la filosofia heideggeriana di Vattimo), le risposte dei due pensatori sono non di rado contrapposte, ma rimandano anche alla condivisione di alcuni valori, e a un comune atteggiamento di dialogo.
"Sempre camminerò per queste spiagge, in mezzo alla sabbia e alla spuma. La marea cancellerà le mie impronte, e il vento soffierà sopra la spuma ma il mare e la spiaggia rimarranno per sempre". "Quanto spesso ho attribuito a me stesso crimini che non ho mai commesso così che le altre persone potessero sentirsi a loro agio in mia presenza". "Noi siamo tutti prigionieri, ma alcuni di noi stanno in celle con finestre, altri senza". "Vorrei essere il più piccolo fra gli uomini ma con dei sogni e il desiderio di realizzarli, piuttosto che il più grande ma senza sogni né desideri". "Noi cerchiamo tutti la vetta della montagna sacra; ma forse la nostra strada sarà più breve se guarderemo al nostro passato come a una carta topografica e non come a una guida?"
«Mi è ben chiaro come la teologia e la fisica quantistica agiscano su piani diversi: le scienze naturali spiegano l'origine e l'essenza della natura, e alla natura appartiene anche il nostro cervello, che è in grado di pensare; la teologia cerca invece risposte alle domande sul senso e sullo scopo dell'esistenza umana. Tuttavia, i due piani, quello della scienza e quello della teologia, si toccano. La storia della teologia mostra con chiarezza che tutti i teologi hanno sempre sviluppato il proprio pensiero in un dialogo con la filosofia e con la scienza della loro epoca, studiando la natura e trasferendo la propria concezione del mondo nella teologia. Anche ai nostri giorni la teologia può essere affrontata in maniera responsabile soltanto se in aperto dialogo con la filosofia, la psicologia e la scienza contemporanee.» (Anselm Grün)
"Nella storia della Chiesa cattolica, i veri rinnovatori - spiega il Papa sono i santi. Sono loro i veri riformatori, quelli che cambiano, quelli che trasformano, che sviluppano e risuscitano il cammino spirituale". Ma allora quali sono i santi cari a papa Francesco? Alcuni li conosciamo: sant'Agostino, san Francesco, don Bosco, don Orione, don Cafasso. Non dimenticando Madre Teresa di Calcutta. Altri ci sono meno noti (o sconosciuti), perché appartengono alla storia della Chiesa latinoamericana di cui Jorge Mario Bergoglio è figlio. Ecco allora la figura di Pietro Favre, compagno di sant'Ignazio; di Bartolomé de Las Casas, domenicano difensore degli indios; di padre Roque Gonzales, missionario gesuita del Seicento e di padre Pietro Claver, apostolo degli schiavi africani. Per arrivare ai grandi santi sociali, come padre Alberto Hurtado, e ai martiri per la giustizia (Rutilio Grande e Carlos de Dios Murias). Esempi di vita spesa per il Vangelo e a servizio dell'uomo. Testimoni la cui esperienza ci aiuta a comprendere meglio il dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa con l'elezione di papa Francesco.
Il presente testo cerca di offrire spunti di riflessione riproponendo, in forma integrale, le parole di Benedetto XVI donate ai giovani nella piana di Montorso. Cosa e' accaduto a Loreto nell'incontro di Benedetto XVI per l'Agora' dei giovani italiani? Cosa e' maturato, quali scelte per la Chiesa che e' in Italia e per le 25000 parrocchie? Come riportare quanto vissuto a Loreto nel cammino della pastorale ordinaria di una diocesi, parrocchia, associazione? Il presente testo cerca di offrire spunti di riflessione riproponendo le parole di Benedetto XVI ai giovani nella piana di Montorso. Testi di catechesi realizzate nei giorni dell'accoglienza. La sezione delle foto-gallery come ricordo e invito a tradurre in scelte qualitative e di contenuto la fede donata e condivisa.
Benedetto XVI, Papa dell'Educazione", ha elevato un alto grido alla Chiesa e alla comunità: occorre uscire dall'emergenza educativa per praticare una "pedagogia del cuore". "
Don Milani aveva a cuore" (I care) i suoi parrocchiani. Come il Buon Pastore si caricò le pecore sulle spalle. Trasformò la parrocchia in una scuola, che fu una scuola per la vita. Per la vita terrena ed eterna. "
Un testo sulla figura e il ministero di Don Tonino Bello.
Il sacerdote non è semplicemente un “separato” ma quella soglia attraverso cui il sacro esce fuori dal perimetro del tempio e trasfigura il mondo.