
Fratel Arturo Paoli, attraverso le conversazioni che vengono qui riportate, dimostra la capacità straordinaria di mettere il lettore davanti ad una scelta di campo: o si è a favore del progetto di Dio, o si è contro. Non esistono alternative più moderate. Si può rispondere soltanto con la decisione di collaborare al progetto di Dio, sentendo nell'intimo - come nella parabola del Samaritano - la sofferenza di quanti sono umiliati e oppressi. L'attualità delle parole di Arturo Paoli, anche di quelle di quasi trent'anni fa, è uno stimolo ad assaporare la saggezza di una persona che ha sempre sentito vicino a sé l'Amico e ne ha ascoltato la voce. Ad ascoltare la testimonianza di tutta una vita in cui l'obbedienza alla Chiesa, mai cieca e passiva, è stata la spinta forte a parlare con parresia ai potenti, e mite nell'essere solidale con gli scarti del mondo, sapendo che sono la perla del Vangelo, nascosta nel campo. L'attualità delle parole di Paoli è uno stimolo ad assaporare la saggezza di chi ha avuto per amico Cristo di cui ne è stato testimone veritiero e credibile. Una fonte di saggezza dalle parole di un Mistico dei nostri tempi.
Le società occidentali hanno da tempo confinato la religione nell’ambito angusto delle convinzioni private e insindacabili della coscienza individuale. Se ne potrebbe facilmente fare a meno: la trama della vita quotidiana, così stabile e rassicurante, non ne verrebbe in apparenza compromessa. O ancora, sostengono alcuni, la religione è residuo di uno stadio infantile dell’umanità e le forme in cui sopravvive hanno la stranezza tipica del folklore. In tutt’altra direzione va questo saggio, illustrando quanto sia essenziale per l’esistenza umana l’elemento religioso. La rigorosa analisi di Guardini delinea una realtà che all’uomo moderno, estenuato e indifferente, è diventata fondamentalmente estranea: il senso del sacro, con tutta la sua pregnanza e densità esistenziale, che talora (soprattutto nelle esperienze-limite) attraversa i modi ordinari del vivere, scompaginandoli e mostrandoli sotto diversa luce. Il sacro, quando emerge nell’esperienza, appare sempre come qualcosa di inesplicabile, ineffabile, altro: in una parola, come l’aspetto misterioso del mondo. Ma, sebbene sia così sfuggente, anzi proprio nel suo carattere indecifrabile, lo si riconosce immediatamente. Esso si mostra come reale, potente, significativo, prezioso. Appare, tocca, chiama, muta i rapporti di equilibrio dell’esistenza. Ne alleggerisce il peso, ne orienta il corso, promette salvezza. Allo stesso tempo turba, mette in discussione, rimuove la convinzione che questo mondo sia la nostra casa e suscita la nostalgia di altri luoghi. Come dice Hölderlin, il sacro è «vicino da lontano». Tuttavia, al pari di ogni esperienza umana, l’esperienza religiosa è caratterizzata da una costitutiva ambiguità. Anzi, nell’ambito religioso il positivo e il negativo raggiungono la massima espressione. La storia delle religioni, ma anche recentissimi tragici accadimenti, ne mostrano spesso il volto inquietante, che non cessa di fare riflettere: la voracità dei sacrifici umani agli dei, le efferatezze delle guerre di religione, i fondamentalismi sono eloquenti esempi del lato oscuro del sacro. L’espe-rienza religiosa è problematica: è come un magma vitale, complesso, confuso, che è necessario purificare distinguendo l’autentico dall’inautentico, ciò che mortifica da ciò che dona la vita. È questo lo spazio proprio della rivelazione e della sua ripresa purificatrice nei confronti del sacro. L’ambiguità del religioso viene sciolta in forza del manifestarsi storico di Dio, che nella Scrittura, e nella tradizione su di essa fondata, non mostra i tratti di un’assolutezza che inquieta, bensì quelli del principio affidabile della vita umana.
Romano Guardini, nato a Verona nel 1885, è per riconoscimento unanime uno dei filosofi e dei teologi cattolici più significativi del Novecento. Dapprima libero docente di Dogmatica cattolica a Bonn e a Breslau, ricoprì dal 1923 la cattedra di Filosofia della religione e Weltanschauung cattolica a Berlino, a Tubinga e infine a Monaco di Baviera, dove morì nel 1968. Di Guardini l’editrice Vita e Pensiero ha pubblicato Il Signore, L’esistenza del cristiano, Sul limite della vita, Le cose ultime, Le età della vita, Gesù Cristo.
In ideale continuità con la riflessione svolta nelle meditazioni de "Il Signore", Romano Guardini abbozza in questo saggio "la figura di Cristo che domina l'orizzonte della proclamazione dell'annuncio cristiano in Paolo e in Giovanni". Riferendosi direttamente alle fonti neotestamentarie, Guardini ci mostra i lineamenti essenziali dell'immagine viva di Gesù trasmessa dagli scritti paolini e giovannei; ne circoscrive la peculiare fisionomia; ricostruisce l'universo d'esperienza e di sensibilità cristiana dei rispettivi autori, così che il lettore possa percepire la densità non solo teologica, ma anche esistenziale della loro testimonianza. Il fine è "rendere visibile al nostro sguardo l'autentica, e insieme unica ed eccezionale, umanità di Colui che è il Figlio di Dio e, insieme, il figlio dell'uomo". Seguendo questo intento, il volume si apre con una densa introduzione alla "conoscenza di Gesù Cristo": alle forme in cui può attuarsi, alle fonti cui deve rivolgersi, ai presupposti che devono essere soddisfatti e ai metodi che è necessario adottare perché essa abbia reali possibilità di riuscita. Quindi tratteggia la fisionomia di Cristo, così come emerge dalla conversione e dall'intensa attività apostolica di Paolo. Infine conduce all'immagine di Cristo che ci incontra attraverso la meditazione di Giovanni e la profondità del legame d'affezione con il Signore del "discepolo che Gesù amava".
Classico del pensiero cristiano del Novecento, Il Signore di Romano Guardini nasce dall'esperienza della predicazione. Per diversi anni Guardini illustrò la figura di Gesù Cristo a un'assemblea liturgica composta prevalentemente di studenti, ripercorrendo la narrazione evangelica con l'intento di delineare la figura e l'identità del Signore. La fortuna che nei decenni ha accompagnato l'opera è certo dovuta anche a questa vividezza di contesto, propizia all'emergere del senso della parola biblica. Guadini si prefigge di far cogliere il significato profondo dei testi evangelici, e del Nuovo Testamento tutto: tale rivelazione non si dà anzitutto attraverso un'analisi storica e filologica, bensì nell'approfondimento religioso che fa spazio al 'cuore'. Essa è la chiave d'accesso a quell'«incandescente realtà» che la Scrittura custodisce. Per chi voglia aprirsi alla verità della persona di Gesù è necessario «l'incontro della narrazione con il cuore disponibile ad accoglierla». Ciò richiede pazienza e rispetto, e insieme «un'attenzione calma, che attende, che domanda». A tale condizione il volto di Cristo si svela: dagli inizi dell'esistenza storica fino allo splendore dell'Apocalisse, passando attraverso il destino di morte da Lui assunto obbediente, consapevole che solo da lì sarebbe scaturita la redenzione dell'uomo. La figura che Guardini ci consegna, invita alla 'conversione': eccede infatti ogni misura che pretenda di rinchiuderla in parametri abituali, perché Gesù è la misura del tutto - il Signore.
Intervenendo al Convegno promosso dal Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell'Università Cattolica e dal Centro Internazionale degli Amici di Newman, alcuni fra i più autorevoli conoscitori di John Henry Newman, affiancati da studiosi più giovani, hanno ricomposto, in un quadro completo e insieme accessibile, la fisionomia umana e speculativa del filosofo e teologo inglese, vivamente apprezzato anche da Benedetto XVI.
Capace di declinare efficacemente l'esigenza di una fede pensata e vissuta nella prospettiva di un dialogo autentico fra uomini e popoli, quali che siano le loro differenti e molteplici appartenenze, Newman si conferma - soprattutto nello scenario socio-culturale contemporaneo - come una figura paradigmatica di intellettuale e di credente.
«Il segno caratteristico del grande dottore nella Chiesa mi sembra essere quello che egli non insegna solo con il suo pensiero e i suoi discorsi, ma anche con la sua vita, poiché in lui pensiero e vita si compenetrano e si determinano reciprocamente. Se ciò è vero, allora Newman appartiene ai grandi dottori della Chiesa, perché egli nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il nostro pensiero».
Cardinale Joseph Ratzinger
Papa Benedetto XVI
Evandro Botto è direttore del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dov'è professore ordinario di Storia della filosofia e docente di Filosofia politica. I suoi interessi si collocano nell'ambito della Storia della filosofia moderna e contemporanea, con particolare riguardo per i temi antropologici ed eticopolitici. Per Vita e Pensiero ha pubblicato, tra l'altro, Etica sociale e filosofia della politica in Rosmini (1992).
Hermann Geissler, membro della Famiglia spirituale «L'Opera», è direttore del Centro Internazionale degli Amici di Newman a Roma e capo Ufficio presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Nella tesi di dottorato ha trattato il tema Gewissen und Wahrheit bei John Henry Kardinal Newman (2a edizione, 1995), ha curato il volume Conoscere Newman. Introduzione alle opere (2002) e ha pubblicato numerosi articoli sulla vita, la teologia e la spiritualità di Newman.
"Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore": L'invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un'esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica "Le età della vita" agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della 'giovinezza', e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti 'età della vita' sono cancellate a beneficio di un artificioso 'vivere senza età'. Una sorta di bengodi dell'inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall'ansia per il tempo che scorre. Prefazione di Alessandro Zaccuri.
Cristianesimo come religione dell’amore. L’identificazione è immediata, ma spesso rischia di trasmettere un’immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male. Il priore di Bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i ‘salmi imprecatori’, testi biblici di solito poco frequentati proprio perché ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilità e ci mettono a disagio. Una violenza che viene portata davanti a Dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. Perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bontà di Dio, la sua vicinanza, la sua capacità di giustizia. L’esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. La Bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l’uomo. E di dargli un senso e una speranza.
Enzo Bianchi è fondatore e priore della Comunità monastica di Bose. Uomo di fede e di cultura, attento al dialogo ecumenico, è firma di alcuni importanti giornali italiani e autore di numerose opere di successo, tra cui, negli ultimi anni: Il pane di ieri (2008, premio Pavese), Ogni cosa alla sua stagione (2010), Ama il prossimo tuo (2011, con M. Cacciari).
Viene qui ripubblicata, ma nell'edizione stabilita e corretta voluta da Giuseppe Dossetti, la relazione generale su "Funzioni e ordinamento dello Stato moderno", svolta alla vigilia del suo abbandono della politica. Enzo Balboni ha collaborato con Dossetti alla 'difesa attiva della Costituzione' e con lui ha rivisto il testo, aggiungendo le annotazioni di contesto utili a segnalare la grande attualità del saggio. Il libro prende titolo dalla forte esortazione di Dossetti ai cattolici: "Non abbiate paura dello Stato!", ma agite per una profonda riforma delle istituzioni e del corpo sociale e per un risanamento della politica. Lo Stato, per Dossetti, non può essere agnostico e indifferente, lasciato in balìa di forze economiche dominanti, perché ha il fine di provvedere, nella libertà, a tutto quanto è necessario e favorevole al bene comune. Questa è la via per l'avvicinamento, almeno, della democrazia sostanziale invocata dalla Costituzione. Il libro dà conto anche delle relazioni particolari e del ricchissimo dibattito, che si svolse nel Convegno dei Giuristi Cattolici, avendo come ulteriori protagonisti: Moro, Baget Bozzo, Carnelutti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito, Amorth, Romani, La Pira. Si scontrano due visioni-progetto alternative: quella cattolico-liberale, tesa alla conservazione di valori e strutture tradizionali e quella cattolico-sociale, aperta fiduciosamente verso una società rinnovata e più giusta.
L'odierna trasformazione inedita della svolta antropologica pone all'elaborazione del "nuovo umanesimo" l'esigenza di articolare un nuovo assetto del religioso in chiave filosofico-teologica. A questa elaborazione contribuisce la ricerca qui presentata, che poggia sullo scavo approfondito e scientifico dei testi del Beato Antonio Rosmini. Da questa attenta analisi emerge una forma propria di metafisica della pro-affezione, che porta all'evidenza l'esperienza della coscienza stessa come originariamente etica perché assolutamente affettiva (e viceversa). Questo approccio, senz'altro originale, in quanto, tra l'altro, approfondimento coerente della teoria della coscienza credente di Pierangelo Sequeri, articola intrinsecamente le connessioni epistemologiche dei saperi e delle scienze, anche umane, e perviene alla ricomprensione della cifra unitaria della mutazione epocale della post-modernità, individuandola nella coscienza morale riflessa, intesa come giudizio speculativo di un giudizio pratico.
"La famiglia è un luogo altissimo della realizzazione del progetto di Dio su ciascuno. Sforzarsi di rispettare la dignità di coloro che vivono con noi, privilegiare il dialogo anche nei momenti di stanchezza e di delusione, sono modi concreti, possibili, anche se a volte difficili, di seguire Gesù nella propria vita quotidiana". È una ricetta semplice e insieme consapevole delle difficoltà quella che Carlo Maria Martini propone di fronte alle complesse sollecitazioni che si addensano sulle relazioni affettive e sull'istituzione familiare stessa. In diverse occasioni, negli anni del suo ministero pastorale, l'amatissimo arcivescovo di Milano è tornato su questi temi, con la sollecitudine e l'originalità, l'approfondita conoscenza della Scrittura coniugata alla concretezza della vicinanza pastorale, che sempre sono state la cifra dei suoi interventi. Questo volume raccoglie le conferenze e i discorsi più significativi del cardinal Martini sulla famiglia e il matrimonio, che vanno da riflessioni di carattere generale sul sacramento del matrimonio e sul profondissimo legame esistente tra eucaristia e famiglia a indicazioni di cammino per affrontare le fatiche legate all'educazione dei figli, le prove portate dalla precarietà del lavoro, le insidie dei percorsi di concordia e riconciliazione.
John Henry Newman (1801-1890) ha sviluppato una riflessione filosofica originale circa la questione della certezza nel suo "Essay in Aid of a Grammar of Assent" (1870), con il quale si inserisce nella britannica tradizione filosofica di riflessione sulla gnoseologia e l'atto d'assenso. Il volume presenta uno studio sulla genesi dell'opera, offrendo una ricostruzione del pensiero newmaniano attraverso l'intera sua produzione, la corrispondenza e gli scritti in cui vengono rielaborate le tesi contenute nel saggio. Inoltre, ripercorrendo la riflessione sulla certezza, in ambito britannico, si fanno emergere, per paragone, i fattori di originalità del Saggio di Newman: lo specifico realismo fondato sul primato della persona e una diversa e più ampia concezione moderna della razionalità, elaborata dinamicamente, come attestano le riflessioni sulle nozioni di real, notional, probability.