
Duomo di Milano, una calda sera di settembre del 1980. Più di duemila giovani si ritrovano nella cattedrale per ascoltare il loro vescovo, che raggiunge i cuori e le menti di quei ragazzi spiegando il metodo della «lectio divina» per leggere la Parola. Inizia così l'avventura della Scuola della Parola, una delle esperienze più innovative e affascinanti del ministero di Martini, che continuò senza interruzioni, anche se con modalità diverse, fino al 2002. Il volume raccoglie tutte le edizioni della Scuola della Parola, con brevi introduzioni storiche, i riferimenti biblici e le trascrizioni integrali degli interventi dell'arcivescovo di Milano.
Carlo Maria Martini conosceva bene il rischio della parola carità: "Non pochi pensano subito a qualche atto di umana compassione, o a tirar fuori qualcosa dal portafoglio, o a gesti e attitudini poco efficaci a cambiare davvero la storia". Ma non è questa la testimonianza dei cristiani, uomini e donne che hanno smesso di pensare a se stessi perché hanno sperimentato dentro la propria persona la forza di Dio. E da qui nasce la decisione, l'energia inesauribile, l'ascolto, il movimento verso il vicino, il prossimo, l'accoglienza per creare una nuova umanità. Questo è il potente insegnamento di Martini che non aveva una ricetta pronta ma che si metteva in ascolto profondo dei suoi "vicini": carcerati, disabili, malati, poveri, migranti e stranieri, emarginati dalla droga, anziani, terroristi e brigatisti, con i quali Martini intrattenne per lungo tempo un rapporto epistolare regolare e che sfociò nel noto episodio della consegna delle armi avvenuto segretamente nei locali della curia milanese.
Sono ormai lontani i tempi in cui l'alchimia veniva considerata come una disciplina ingenua, prescientifica se non semplicemente congerie di sciocche superstizioni. I nuovi orientamenti storiografici consentono di affermare che gli alchimisti erano a loro modo degli sperimentatori che contribuirono al progresso delle scienze naturali in Occidente. In realtà però il loro progetto era ben più ambizioso: il concetto di trasmutazione alchemica è l'espressione ultima di una credenza immemoriale nell'azione umana come metodo di trasformazione della natura.
"Se Dossetti avesse continuato a fare politica, la DC si sarebbe spezzata". È l'explicit lapidario che Gianni Baget Bozzo appose nel 1977 a una storia iniziata quattro decenni prima e conclusa da tempo. Quando venivano scritte queste parole, Giuseppe Dossetti era ormai un monaco di sessantaquattro anni votato allo studio e alla preghiera. Ma nell'immediato dopoguerra, da laico, fu il protagonista di una stagione di rinnovamento che coinvolse le forze più vive del cattolicesimo politico italiano e il partito in cui cercarono rappresentanza. Sembrava che di quel tentativo si conoscesse ogni singola mossa, ogni retroscena. Non è così. Lo si scopre nel saggio di Fernando Bruno, che ha il merito di guardare all'intera vicenda da un punto di osservazione finora non abbastanza messo a profitto: la rivista "Cronache Sociali" (1947-51), organo politico quindicinale del gruppo dossettiano, ossia della sinistra democristiana nella sua espressione più alta e sognoficativa. Gli articoli di Dossetti, Lazzati, La Pira, Caffè, le grandi inchieste, l'osservatorio interno e internazionale erano modelli di un giornalismo civile, colto e incalzante, dove veniva allo scoperto l'alternativa alla leadership di De Gasperi. Al tatticismo degasperiano risucchiato nella "manovra governativa" e nel "patteggiamento di gabinetto", e sospinto a destra, Dossetti contrappose un'azione "formativa e suscitatrice, in strati sempre più vasti, di uno slancio collettivo vitale".
«Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze ... Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione» - Papa Francesco, Evangelii gaudium
«Un papa fa notizia perché il papa è la notizia», e Francesco fa notizia più di chiunque altro. Su di lui, figura emblematica di una svolta interna alla Chiesa, i giudizi si sono polarizzati, e sono fiorite interpretazioni parziali o forzate della sua dottrina magisteriale, nel tentativo di decifrare chi come lui si è rivelato un formidabile decifratore dei segni dei tempi. Tuttavia non si può «leggere Francesco» – insieme teologo, pastore e profeta – senza coordinate categoriali appartenenti alla tradizione ecclesiale della sua terra d’origine, l’Argentina. Da laggiù, dalla stessa «fine del mondo», viene la teologa e filosofa della politica Emilce Cuda, che dedica al suo conterraneo un saggio finalmente illuminante. Nelle pagine di Cuda la genealogia prende corpo e indica lo stretto legame tra Bergoglio e Francesco, a partire dalla teologia del popolo e della cultura, variante argentina della teologia della liberazione latino-americana, dalla quale la distingue la rinuncia a una concezione classista. Se non si richiama né al marxismo né al liberalismo, la teologia del popolo ha forse radici peroniste, e quindi entra di diritto nel dibattito attuale sul populismo? Esiste un rapporto intrinseco tra il modello trinitario e il dogma dell’Incarnazione, da un lato, e la denuncia pontificia dell’ingiustizia, dall’altro? E che cosa evoca il papa quando parla di uguaglianza, libertà, lavoro, dignità, cultura e – nozione capitale – popolo? Intende l’insieme della gente o il popolo-povero-lavoratore? Domande formulate con la massima nitidezza, e risposte che mirano a disambiguare, convocando allo scopo anche le grandi teorie politiche del Novecento, da Antonio Gramsci a Ernesto Laclau. All’inverso della celebre formula di Carl Schmitt, secondo cui i concetti politici moderni sarebbero concetti teologici secolarizzati, nel discorso di Francesco sono ben vivi concetti culturali teologizzati, che riecheggiano l’idea di un logos inculturato, sapienza preriflessiva teologale incarnata nella cultura di un popolo. Alla loro formulazione hanno contribuito i maggiori teologi argentini dell’ultimo cinquantennio, tra cui Juan Carlos Scannone, che firma qui la prefazione.
The long-awaited and authoritative biography of Pope Benedict XVI, a giant of the Catholic Church.
Benedict XVI: Volume One offers insight into the young life and rise through the Church's ranks of a man who would become a hero and a lightning rod for Catholics the world over. Based on countless hours of interviews in Rome with Benedict himself, this much-anticipated two-volume biography is the definitive record of the life of Joseph Ratzinger and the legacy of Pope Benedict XVI.
Volume I follows the early life of the future Pope, from his days growing up in Germany and his conscription into the Hitler Youth during World War II to his career as an academic theologian and eventual Archbishop of Munich. Volume II, to be published in 2021, will cover his move to Rome under Pope John Paul II, his ascension to the papacy, and his controversial retirement and news-making statements under his successor, Pope Francis I.
This necessary companion to Benedict's own memoir, Last Testament, is the fullest account to date of the life of a radical Catholic leader who has continued to make news while cloistered in retirement in the Vatican gardens.
Valendosi di una vasta conoscenza delle prospettive di ricerca piu recenti e significative, l'autore traccia un profilo completo della filosofia francescana dalle origini sino alla meta del '300.
Raccolta di 26 saggi su Dio. SE DIO E`BUONO, PERCHE`ESISTE IL MALE? A CHE SERVE PREGARE? PERCHE`IL SILENZIO DI DIO? CHI DI NOI NON HA SENTITO O FORMULATO EGLI STESSO QUESTE DOMANDE, DI FRONTE AD AVVENIMENTI O PROVE DELLA VITA. ALCUNI RIMANGONO CON LE LORO DOMANDE SENZA RISPOSTA, ALTRI PERMANGONO NELL'INDIFFERENZA, IL DUBBIO O IL RIFIUTO. QUESTE DOMA NDE, NATE DA MOLTI INCONTRI, HANNO FATTO NASCERE QUESTO LIBRO. LE RISPOSTE TESTIMONIANO PRIMA DI TUTTO LA FEDE DEL POPOLO DELLA BIBBIA INTORNO ALL'ET ERNA QUESTIONE DOV'H DIO?" VENGONO ANCHE DA FRANCES CO D'ASSISI. LA SUA VITA DIMO STRA CHIARAMENTE CHE EGLI HA RISPOSTO A TALI DOMANDE CON REALISMO, NON SENZA SOFFERENZA, MA SEMPRE RADICATO NEL VANGELO DI CRISTO, E CON GIOIA. ASONO STATI PRESI IN CONSIDERAZIONE 26 PUNTI CHE CI SITUANO NELLA STORIA DEI CREDENTI, CHE HANNO RISPOSTO A MODO LORO, A QUESTE QUESTIONI FONDAMENTALI"
Dio è vocazione che intenzionalmente si rivolge all'uomo ogni giorno e in ogni fase della sua vita. L'autrice lasciandosi guidare dallo slancio pedagogico e spirituale di don Luigi Giussani, ha inteso dare il proprio contributo alla ripresa teologica di questa tematica oggi quanto mai urgente ed essenziale per l'esperienza cristiana.
LILIA BONOMI sposata, madre di famiglia, dottore in teologia, insegna religione nelle scuole primarie statali. Ha pubblicato testi di saggistica e commenti a figure della Bibbia.
Le lettere pastorali annuali del cardinale C.M. Martini sono state un dono formativo importante per tanti credenti, ben oltre i confini della diocesi ambrosiana. Su quelle lettere si concentra il volume, sulla loro capacita di plasmare cristiani adulti e consapevoli, in grado di rispondere alle sempre nuove sfide del tempo in cui vivono.
È quindi sommamente importante la radice contemplativa, ed è forse il dono più bello che vorrei lasciare come eredità di questi 22 anni di servizio episcopale: dimensione contemplativa e Parola...
Luca di Pietro, laureato in giurisprudenza, e frate Minore nel nord Italia. Ha portato a termine i suoi studi teologici con il Dottorato presso la Facoltà teologica del Triveneto sulla figura del cardinale Carlo Maria Martini. Impegnato in una piccola fraternità nella provincia di Cuneo, si occupa prevalentemente di accompagnamento familiare.

