
Dalla quarta di copertina:
L'opera pubblicata in prima edizione postuma nel 1961, e qui ripresentata in una nuova traduzione italiana, consta di quattro parti:
1. La Messa sul Mondo, un testo di intensa spiritualità scritto da Teilhard de Chardin nel deserto di Ordos in Cina nel 1923;
2. Il Cristo nella Materia, tre racconti mistici del 1916;
3. La potenza spirituale della Materia del 1919, che si conclude con il vibrante Inno alla Materia;
4. Un'antologia di Pensieri scelti da tutte le opere di Teilhard de Chardin, articolati attorno a quattro tematiche: Presenza di Dio nel Mondo, L'Umanità in cammino, Senso dello Sforzo umano, Nel Cristo totale.
L'opera raccoglie un insieme di testi teilhardiani di alto valore letterario, filosofico e religioso, dove si va delineando una visione globale dell'Uomo e dell'Universo.
In edizione italiana il testamento spirituale e culturale di Teilhard de Chardin.
Dalla quarta di copertina:
Viene qui presentata per la prima volta in traduzione italiana l'opera di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), Il Cuore della Materia pubblicata postuma nel 1976, a conclusione dell'edizione delle Oeuvres in 13 volumi (1955-1976).
L'opera riunisce due testi di alto valore letterario e religioso:
1. Il Cuore della Materia, steso da Teilhard negli ultimi anni della sua vita, nel 1950. Esso costituisce una sorta di autobiografia, in cui lo scienziato e scrittore svela come la via della scienza e la via della religione siano arrivate in lui a confluire in sintesi, e si conclude con una pagina intensa, la Preghiera al Cristo sempre più grande;
2. Il Cristico, steso da Teilhard nel marzo 1955, a un mese dalla sua morte improvvisa, come testamento spirituale e intellettuale.
Conclude il volume l'Ultima pagina del Diario, scritta da Teilhard il giovedì santo, 7 aprile 1955, a tre giorni dalla sua morte (avvenuta il giorno di pasqua, il 10 aprile 1955), e riprodotta nella decifrazione e con le annotazioni del biografo di Teilhard, il prof. Claude Cuénot.
Prefazione del teologo Norbertus W. Wildiers, curatore della edizione francese delle Oeuvres di Pierre Teilhard de Chardin.
Indice analitico a cura di Fabio Mantovani, Presidente della Associazione italiana Teilhard de Chardin (Firenze).
La mia fede riunisce gli scritti di teologia speculativa e prende il titolo da una Memoria stesa da Teilhard de Chardin nel suo esilio in Cina. Gli scritti raccolti nel volume sono ordinati cronologicamente dal 1920 fino ai testi del periodo americano dei primi anni Cinquanta.
Ogni periodo nella storia della Chiesa vede sorgere un nuovo tipo di cristiano/cristiana, una nuova concretizzazione e incarnazione dello spirito evangelico. La spiritualità de L'Ambiente divino – che reca come sottotitolo Saggio di vita interiore – ci mostra il cristiano dei tempi nuovi, il cui impegno è di costruire il mondo in Cristo e di contribuire con il suo sforzo e con il suo lavoro alla edificazione del suo Corpo mistico.
Teilhard cerca di tracciare le grandi linee di una spiritualità cristiana, fedele alla sua sorgente originaria, ma tutta orientata verso la Parusia, che ogni cristiano attende nella speranza della fede. In questa prospettiva, il lavoro, la scienza, la tecnica, l'arte, la cultura prendono il loro posto in una concezione cristiana della vita.
«Un'opera, in cui prende figura una nuova Imitazione per i secoli a venire», ha scritto il teologo Norbert W. Wildiers, editore delle Opere di Teilhard de Chardin.
Prefazione alla nuova edizione italiana di Pierre Noir, uno dei più profondi conoscitori dei testi teilhardiani.
Se osservassimo il cielo stellato con l'ausilio di un telescopio e con la guida di un esperto astronomo ci invaderebbe un sentimentodi stupore. Affondare lo sguardo della mente in tutta la dimensione spazio-temporale dell'universo accompagnati da Pierre Teilhard de Chardin dona una sensazione altrettanto straordinaria. È un viaggio entusiasmante alla ricerca delle nostre più lontane origini, per individuare le tenui tracce che portano all'Uomo. E, soprattutto, per capire se l'intero moto evolutivo abbia una direzione privilegiata e miri a un ulteriore, fecondo sviluppo. Teilhard de Chardin prende in considerazione la totalità del fenomeno: non solo l'Uomo come espressione ultima della materia altamente organizzata, ma anche l'Uomo che mira a prolungare l'evoluzione nel «più essere» e nello spirituale. È una affascinante concezione unitaria dell'avventura umana inserita nell'avventura dell'universo: una visione altamente incoraggiante.
Per la prima volta è data la possibilità di conoscere il pensiero complessivo del grande gesuita a partire dai suoi scritti. Il curatore del libro ha attinto da tutte le opere, da tutte le lettere e dai diari quelle gemme che permettono di fare luce su quel "mosaico": sono frasi brevi, sintetiche, raggruppate per temi secondo un percorso che ricalca la direzione della stessa visione di Teilhard. Molte sono tratte da pubblicazioni non ancora tradotte in Italia, come ad esempio i diari; ciascun segmento è introdotto da un breve commento del curatore; eventuali note chiariscono i concetti più nuovi del gesuita francese.
Dopo lunghi anni di attesa, viene pubblicata l'opera finora inedita di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), scienziato e pensatore francese tra i pi? letti e discussi del XX secolo, le cui opere sono state oggetto per decenni di accese polemiche (le pi? note Il fenomeno umano e L'ambiente divino).La Scienza di fronte a Cristo - tit. orig. Science et Christ, Ed. du Seuil, 1965 - risulta una delle opere pi? complete del grande pensatore francese, in cui sono presentati i temi centrali della sua complessa e maestosa visione scientifica e spirituale. Il libro ? composto da una serie di saggi scritti da Teilhard tra il 1921 e il 1955, a testimonianza dell'evolversi del suo pensiero, che forniscono ulteriori elementi di approfondimento delle sue teorie sull'evoluzione dell'uomo e dell'universo.
Il volume riunisce gli scritti relativi alla dimensione sociale e al futuro dell'umanità. Il libro, pubblicato postumo nel 1963, raccoglie ventotto saggi, per la quasi totalità inediti, ordinati cronologicamente dall'Editore e datati tra il Natale del 1939 e il gennaio 1955. Il messaggio che ci proviene da questo libro è prezioso, dal momento che cerca di illuminare la via che l'uomo, in quanto singolo e in quanto specie, percorre nella storia del mondo. Esso si prefigge di parlare all'uomo del suo futuro ultimo ma anche dei suoi compiti all'interno del tessuto sociale, infondendo, in questi tempi così bui, la forza e la determinazione della speranza.
L'Autore si trova a vivere in un mondo subdolo nel quale ormai non si riconosce più: la velocità della tecnologia, gli apparati multimediali, l'era delle videoconferenze, delle trasmissioni satellitari lo portano a vivere in profonda solitudine, perché vengono a mancare il dialogo e le emozioni vissute direttamente, sulla propria pelle, dove i sentimenti risuonano della dimensione ancestrale dell'uomo. Da qui il desiderio di spostarsi fisicamente per riscoprirsi e risentirsi ancora uomo. Un'abbazia diventa dunque il luogo del silenzio dove l'autore può pensare a sé stesso e ascoltare le vibrazioni più intime della sua anima. Per una strana volontà del destino l'autore incontra Celeste fuori dalle mura conventuali, la quale raccontando la propria storia, riporta alla luce, attraverso la melodia della memoria scritta su un pentagramma, le note che diventano i valori ora acquisiti ora perduti. Celeste narra la vicenda vissuta di una sua contemporanea che diventa protagonista del romanzo: Giulia. Una storia d'amore e umanità vissute secondo le regole di un destino avverso. Sullo sfondo del romanzo scorrono vicende della seconda guerra mondiale, dove la grande storia si intreccia con le piccole storie dei personaggi. Il figlio di Giulia diventa l'elemento di raccordo fra un mondo distruttivo e un mondo di pace. La voce del suo violino emana armonie e canta l'amore e la dolcezza con la quale ci incatena. Sono messaggi che ci sospingono a riflettere sull'essenza della vita, anche oltre la morte e la malvagità umana.
Per guardare all'avvenire dell'uomo, il paleontologo Pierre Teilhard de Chardin legge l'evolversi della materia nel tempo, del quale le scienze dell'Ottocento e del Novecento ci hanno aperto nuovi orizzonti conoscitivi. Il tempo dell'evoluzione è un percorso attraverso forme sempre più complesse che ci porta verso l'uomo e verso la Noosfera. Lungi dall'azzardare concrete previsioni, da lui stesso dichiarate impossibili, sugli accadimenti futuri, Teilhard ritiene tuttavia legittimo, estrapolando le osservazioni fatte sull'evoluzione che ha preceduto il manifestarsi del pensiero nell'uomo, tracciare "le direzioni e le condizioni dell'avvenire". Il fenomeno umano, così come lo osserviamo e sperimentiamo, non si è fermato, ma è destinato a muoversi verso un ulteriore compimento individuale e collettivo. Di fronte all'umanità si apre un lungo cammino di ulteriore genesi e maturazione alla cui realizzazione concorreranno le nostre scelte, la globalizzazione in atto, il modo di affrontare e gestire i problemi dell'educazione, della pace, dei diritti dell'uomo, della democrazia. E come prevedere la fine della specie e il raggiungimento di uno stadio ultraumano? Questi molteplici temi costituiscono l'oggetto dei 22 saggi qui contenuti, nei quali si manifesta in modo evidente la fede che Teilhard nutre nei confronti dell'uomo.
Un racconto lucido e avvincente della vita e dell'esperienza umana e spirituale di un santo pellegrino, fondatore della Compagnia di Gesu, o Gesuiti, come venivano chiamati normalmente. Non solo un'esposizione biografica di Sant'Ignazio di Loyola, ma una sorta di intervista al cuore" dell'uomo. Il libro di J.I. Tellechea Idigoras, avvicendandosi al genere del romanzo storico, si affianca a vari altri autori che hanno seguito questa scia; tra tutti Curzia Ferrari che cosi conclude il suo romanzo "Il cavaliere nero", dedicato a Ignazio di Loyola: "Com'e questo famoso generale di Loyola?" "Uno spagnolo molto magro e molto amabile. Zoppetto, con gli occhi allegri..." "E poi?". "Quando ti stringe la mano nel momento del commiato, non riesci a staccarti, non vorresti piu venir via". "