
"Nutro una certa predilezione per L'uva e il vento, forse perché è il mio libro più incompreso o perché attraverso le sue pagine io cominciai ad andare per il mondo. C'è polvere di strada e acqua di fiumi; ci sono esseri, continuità e altri posti che io non conoscevo e che mi furono rivelati in questo tragitto. Ripeto, è uno dei libri che amo di più". Così scriveva Pablo Neruda nelle sue memorie, a difendere il valore di un'opera che era apparsa ad alcuni critici troppo legata all'engagement politico dell'autore. E quell'impegno è ben presente nella raccolta, che tuttavia è soprattutto un lungo viaggio poetico attraverso continenti e paesi diversi. Fra questi, un posto particolare spetta all'Italia, dove Neruda arriva nel 1951.
L'amore per Emily Dickinson è la grande legge interna, indifferente alle vicissitudini minori, capace di capovolgerne il significato. Le poesie d'amore formano un gruppo cospicuo dell'intera opera dickinsoniana, e Massimo Bacigalupo, studioso e curatore dell'opera della grande poetessa americana, raccoglie in questo volume il meglio della sua produzione.
I testi poetici del "Canzoniere", capolavoro del Petrarca, sono accompagnati nell'edizione dei Meridiani (uscita nel 1996 insieme al volume dedicato a "Trionfi", "Rime estravaganti", "Codice degli abbozzi") dal commento curato da Marco Santagata, petrarchista di fama internazionale. Questa nuova edizione, alla luce dell'altissimo numero di studi dedicati al Petrarca usciti nel corso degli ultimi anni, presenta un nuovo commento aggiornato e ampliato.
Energia e pianto, preghiera e urlo, invocazione e canto si fondono nella poesia di Giovanna Sicari che ci mostra come la poesia sia inscindibile dalle sue origini drammatiche, mantenendo la semplicità di chi è capace di forti emozioni.
Libro di poesie, con illustrazioni fotografiche a colori. 32 poesie e 45 illustrazioni a 4 colori. Nella realta della comunita Emmanus di Prato e fiorita questa raccolta di testi che l'EMI inserisce nella collana Il vento del Sud", "
"Autore di un'opera singolare che non cessa di stupire i suoi lettori; personalità eclettica per eccellenza che - come ricorda Fabio Sento nella prefazione a questo volume - "sempre affiancò agli interessi dominanti per la letteratura, la filosofia e le scienze anche passioni più ludiche, come quelle per il biliardo, gli scacchi, la boxe, il judo e il jazz"; raro e prezioso cultore di letterature cosiddette "minori", che inseguì e promosse nel piano dell'importante Enciclopedia da lui inventata e diretta per Gallimard, Raymond Queneau (1903-1976), anche e proprio in virtù di questa sua "atipicità" resta una presenza focale all'interno del secolo da poco concluso." (Carlo Bo)
Le poesie inglesi qui raccolte offrono un'ulteriore testimonianza del "bilinguismo" letterario di Fernando Pessoa, che, se da un lato dichiarava essere la sua patria la lingua portoghese, dall'altro, proprio in lingua inglese, ha lasciato alcuni importantissimi cicli di poesie. È certamente il Pessoa dei nove anni di permanenza a Durban in Sudafrica (1896-1905) che sta alla base della scelta linguistica e di non pochi motivi di queste poesie; ma non va neppure dimenticato che gli anni di composizione di questa raccolta, alla quale il poeta si accinge dopo il suo rientro a Lisbona, sono quelli dei più rivoluzionari movimenti d'avanguardia dell'epoca, gli anni dei due numeri della rivista "Orpheu", il secondo diretto proprio da Pessoa e da Sà-Carneiro.
"questo libro è fatto di parole - come tutti i libri o pochi libri. I muri a secco del Salento sono di pietre - come tutti i muri antichi e come pochi muri utili. Dire che un libro è fatto di parole non è affermare un'ovvietà o una rindondanza, non è prendere tempo o irridere il lettore... Parole e pietre hanno in comune la fondamentale essenzialità dei loro usi." Una raccolta di poesie per raccontare, narrare il Salento.

