Un'edizione che sottopone a vaglio critico e filologico l'opera di Trilussa. Ripristinando la successione delle dodici raccolte poetiche stabilita dall'autore, controllando le prime stampe e, quando possibile, gli autografi, i curatori hanno ricondotto i testi alla lezione filologicamente più sicura e li hanno accompagnati con un ricco apparato di note, che analizza la struttura metrica, l'inquadramento storico-letterario, i riferimenti alle vicende politiche, i confronti con altri scrittori e fornisce spiegazioni linguistiche e stilistiche. Alle dodici raccolte canoniche segue una ricca sezione di poesie sparse, pubblicate sui giornali dell'epoca e sconosciute al pubblico, e una serie di illustrazioni a sanguigna realizzate dallo stesso Trilussa.
L'idea di una raccolta dedicata alle pietre del litorale cileno era stata suggerita a Neruda da un'analoga pubblicazione, che aveva per oggetto "Le pietre di Francia", e che comprendeva poesie di Pierre Seghers e fotografie di Fina Gómez; infatti, la prima edizione de "Le pietre del Cile", apparsa nel 1960, era anch'essa corredata da fotografie di Antonio Quintana. Ma al di là della circostanza occasionale, la fisicità e il simbolo della pietra rivestono un ruolo importante nella poesia di Neruda, ribadito del resto, dieci anni dopo, con l'altra raccolta "Le pietre del cielo" e, più tardi ancora, con una delle sue ultime raccolte, "La rosa separata", dedicata alla mitica Rapa Nui e al suo popolo di statue misteriose, i 'moais'.
Da Bembo a Torquato Tasso, dalle poetesse alle varie forme di classicismo, dall'Accademia fiorentina al gruppo napoletano. E quindi, un ampio panorama delle aree linguistiche di diffusione europea del petrarchismo, che tocca Francia e Portogallo, Spagna e Inghilterra, per approdare alle esperienze neolatine fuori d'Italia. Questa raccolta, che riunisce sotto il segno del Petrarca esperienze italiane ed europee, documenta come il "Canzoniere" e i "Trionfi" abbiano avuto un ruolo determinante per la nascita e lo sviluppo della grande poesia alle soglie della modernità.
Un libro che accompagna il lettore con una scelta di citazioni sull'essenza della vita selezionati da uno degli scrittori più amati del nostro tempo, Paulo Coelho.
L'esercizio della poesia ha accompagnato Tartaglia lungo tutto l'arco della sua esistenza. Questa antologia è una prima selezione di un'opera immensa, composta da più di settemila testi, quasi del tutto ignoti. Un'opera che custodisce il volto nascosto dell'"uomo della novità", che annunciava la "novità pura e totale oltre questa realtà, irrealtà, soprarealtà", "oltre la cupola troppo facile del divino", un "puro irriferito" che non può essere definito, ma solo trovato per via negativa. La tensione religiosa che domina anche questi "esercizi" non lascia spazio a una scrittura di fantasia ma esige un lavoro di scavo per il quale il linguaggio si modifica acrobaticamente e attinge alle più remote radici della nostra tradizione poetica.
Ricordava Pablo Neruda che la sua prima idea del Canto generale - il grandioso poema scritto a più riprese e pubblicato nel 1950 - era stata di un canto dedicato alla sua patria, "un canto generale del Cile, a modo di cronaca". Fu proprio un suo viaggio a Cuzco - la mitica città la cui storia, per l'epoca precolombiana, coincideva con quella del Perù incaico - e la salita al Macchu Picchu che allargarono enormemente la sua prospettiva, cominciando a far germogliare in lui "l'idea di un canto generale americano", una grande epopea in cui si sarebbe potuta scorgere "l'America intera dalle alture di Macchu Picchu", le lotte dei suoi antichi abitanti che si legavano ora indissolubilmente alle loro lotte attuali.