
All'apice della sua fama, il poeta russo Vladimir Majakovskij lascia Mosca il 25 maggio del 1925. Il 27 luglio varcherà a Laredo il confine con gli Stati Uniti, dove si tratterrà per tre mesi. Questo libro è il risultato di quel viaggio, ed è sorprendente la modernità dell'autore e della sua visione dell'America. Attratto dal progresso, dalla velocità e dalle contraddizioni, il poeta oscilla tra stupito entusiasmo e rabbia, mai indifferenza. E molte delle sue osservazioni hanno il sapore di una straordinaria attualità.
Il libro raccoglie alcune delle più belle odi nerudiane dedicate al libro e al suo mondo: la tipografia, gli scrittori, la poesia, la critica... Dopo "Ode al vino e altre odi elementari", ancora una volta sorprende, di questo grande poeta, la molteplicità della sua ispirazione; niente sembra sfuggire alla sua poesia, e caratteristica peculiare delle odi nerudiane è proprio questa "conquista" delle cose e dei nomi nell'unico linguaggio che il poeta può riconoscersi: quello della poesia.