
Questo libro è lo scrigno che racchiude e svela il mondo di Alda Merini, una delle maggiori voci poetiche di oggi. Contiene foto mai pubblicate che ne mostrano la casa, la vita privata, i navigli attorno ai quali ruota il suo universo, i molti amici, tra cui si contano numerosi personaggi dello spettacolo e della cultura come Milva, Lucio Dalla, Enzo Jannacci, Umberto Eco. L'autore delle immagini è Giuliano Grittini, il fotografo che le è stato vicino in tutti questi anni, e che ha anche scattato il servizio-scandalo (compreso nel libro) della poetessa nuda, estrema provocazione di una vita turbolenta. Ad accompagnare le fotografie, testi, versi e aforismi in massima parte inediti, che dialogano con le immagini e formano un'autobiografia rivelatrice.
Un'antologia letteraria, una guida alle idee, alle esperienze, alle crisi e alle memorie del popolo più affascinante e misterioso del Mediterraneo. Opere morali e sapienziali, testi politici e profetici, raccolte religiose e funerarie, astrologiche e oniromantiche, dialoghi filosofici, opere narrative e autobiografiche: dai giacimenti della cultura egizia Edda Bresciani ha scelto, tradotto e commentato una ricca silloge di scritti, dando spazio alle ricchezze della letteratura demotica e greco-egiziana, così spesso trascurata a favore di quella faraonica.
Questa antologia ripercorre sette secoli di poesia italiana nel solco dell'ispirazione amorosa. Gli esemplari poetici qui raccolti sono tratti dal corpus di novanta poeti, dalla scuola siciliana alla poesia simbolista e crepuscolare. Un'antologia che si presenta come uno scrigno per contenere una "scelta di fiori" della poesia d'amore. Composta secondo i più rigorosi criteri filologici, la raccolta privilegia tuttavia "l'ascolto" della parola poetica da parte del lettore e il piacere che saprà trame. Attraverso la lirica sono percorse le infinite sfaccettature del sentimento amoroso: dalla donna-angelo cara allo stilnovismo alla impudente aggressività di Cecco Angiolieri; dall'angoscia di Ariosto per un amore sempre più illusorio e precario al raffinato erotismo dei poeti barocchi; dallo sgomento di Leopardi alla segreta inquietudine di Carducci. Questo viaggio nella tensione del trasporto amoroso condurrà il lettore alla scoperta di piccoli capolavori nascosti e alla sorprendente rilettura di grandi classici della poesia italiana, fino alla "crisi" poetica del primo Novecento, alla "crisi" della donna fatale e dannunziana, all'amore di Guido Cozzano per cameriste e cocottes.
"Rileggendo queste poesie mi sono accorto con sorpresa di avere avuto una storia sentimentale e non soltanto un amore. La differenza è piuttosto grande: un amore nasce, ha un'intensità, sfiorisce, muore, può e non può dare un colore a tutto il resto. La storia sentimentale rimane invece anche dopo la fine, e l'uomo, il mondo, la parola, i vigili urbani, le prostitute, i sassi vivono in funzione di quella speranza prima, di quel ricordo poi; non solo, ma si trasformano. Ogni valore, ogni sensazione nasce, ha un'intensità, muore nella speranza prima, nel ricordo poi. Le poesie qui contenute sono state composte per la maggior parte nel '62-'63, altre nel '61, poche nel '60 e nel '64. Seguendole cronologicamente si può afferrare l'accavallarsi e il prevalere ora di questo ora di quel motivo, secondo una logica (o più spesso secondo una non-logica) che è di tutte le manifestazioni umane. La tecnica non è essenziale. Quello che vale, oltre ogni altra considerazione, è non la musicalità, questo o quel tema, la poesia stessa; ma proprio il lungo viaggio, quella coscienza di diventare uomo acquistata gradualmente, soffrendo (come tutti d'altronde), quella consapevolezza di un distacco continuo da alcuni momenti per altre stagioni. E questa umanità, profonda, la raggiungo appunto attraverso un amore sfortunato, un lento incontro che si trascina a morire nella sua propria, semplice, esclusiva poesia, nel suo concetto troppo spirituale e idealizzato per essere realtà."
L'esordio alla poesia di uno dei massimi studiosi di letteratura italiani. Una biografia interiore, estesa in un ventaglio molto vasto di registri, di toni, di misure, ma unificata dalla presenza forte della natura. Una natura percepita come lingua del paesaggio ma soprattutto come silenzioso mostrarsi delle cose, come movimento di apparizione e sparizione, come annuncio e declino, come fulgore e ferita. La presenza - dei viventi e delle cose confina, in questi versi, con l'ombra di un senso che sempre si ritrae, fluttuante tra l'impossibile e il metafisico. Temi e motivi propri dei libri teorici e critici di Prete (la luce e l'ombra, l'elemento stellare e lunare, la vertigine della parola) affiorano consegnati alla musica del verso. Il titolo è un omaggio al paesaggio salentino, da cui l'autore proviene, terra dove si possono incontrare quelle misteriose antiche pietre. E indica il senso della verticalità, della interrogazione estrema e in certo senso originaria che trascorre in questi versi.
Non credo che per i bambini di oggi sia tanto facile "ruglés ti sanpurgnòis", rotolarsi nell'erba di San Petronio, un po' perché i nostri bambini non vi giocano più. La traduzione è assolutamente frutto della mia immaginazione: i "sanpurgnòis" o, come dicono altri "sanpurgnòin" hanno lasciato un'immagine tanto sbiadita nella mia memoria che non sono riuscito a dare loro una corrispondenza certa, nonostante i manuali di botanica consultati. Fieno greco oppure stancabue, più probabilmente pettine di Venere, pare proprio che questa essenza prativa, scansata dalle donne che falciavano erba fresca per i conigli, non voglia essere riconosciuta se non con la terminologia dialettale: rispettiamola. In fondo si è sempre fatta rispettare, se la calpestavi ti appiccicava un odore acre e disgustoso.
Questa nuova opera di Antonio Gasperini, non più in vernacolo ma in un italiano colto e ricco di rimandi di chi conosce la poesia in lingua e ne ha assorbito stilemi e retorica, non ci deve stupire dopo il conclamato successo delle sue opere dialettali. Gasperini ha cominciato a scrivere in lingua e in lingua ha pubblicato opere significative. Questo è un libro che parte dalla memoria per giungere in vista di un capolinea di cui dà giustificazione il titolo: "Ricongiunti colloqui", che costituisce anche la poesia d'apertura e fornisce la traccia di senso dell'opera. "Come in muta preghiera, nei ricongiunti colloqui con gli avi, mi si allentano le dure certezze e tutto si spegne il frastuono del mio breve futuro". La vita è "un'intrigante metafora" che Gasperini ha letto e riletto nelle asprezze della sua terra a cui ha fatto ritorno e altrove, dove le vicende lo hanno condotto.
In occasione dei cento anni dalla morte, una scelta di liriche che affianca un Carducci meno noto ai testi più celebri. L'antologia di poesie carducciane curata da William Spaggiari si ripromette di presentare al lettore il Carducci lirico nelle sue molte sfaccettature: sono raccolte alcune delle liriche celebri, rappresentative di un gusto storicamente radicato e di una particolare poetica; ma anche poesie meno famose e meno lette che per varie ragioni presentano però motivo di interesse e novità.

