
Raccolta di poesie in dialetto veronese. Rime zoppe e ritornelli. Storie dimenticate e segreti sfuggiti, paure e sentimenti a buon mercato, raccontati per sbaglio, senza troppi complimenti, senza alcuna prudenza, senza tante pretese. "El balo de la sèngala": Gira la còtola/tacola gitana/anguàna straòlta/bàtola e 'scolta/volta par volta/volta gabàna/ (la te scapa e la te ciama) Gira la ràcola/strolica butina/regina pitòca/col cor su la boca/bala e strabùca/vola e camìna/ (la se alsa e la se inchina).
Dimore, termine più profondo di casa, abitazione casamento. Termine più nobile e, di contro, meno aulico di magione. Le dimore che il titolo menziona sono nobilitate dal velo delicato del ricordo e della nostalgia, dal riemergere di antiche emozioni e affetti.
"In 'D'amore e d'ombra' ci troviamo di fronte a poesie dell'anima. L'artista diventa figlio di Icaro, consapevole delle sue ali di pece, 'dei segreti e delle illusioni del volo'. 'Ebbrezza' diventa la parola chiave. Ebbrezza si contrappone a un paesaggio di nebbie, a un cuore "di ghiaccio"; diventa fuga consapevole, esaltazione necessaria per continuare a sperare, per approssimarsi a una felicità che si fa fugace ma che si vuole assaporare fino in fondo. Una poesia, quella di Russo, lontana sia da sperimentalismi e sterili astrazioni che dalle tentazioni della dimensione edonistica di un certo postmoderno, riverso in una continua dispersione dei fatti e nella negazione di un centro. L'Autore mette in atto una forma di resistenza contro le nostre ne-vrosi, attraverso l'esercizio di una lingua classica e suggestiva che si fa custode di un forte io poetico. Le immagini e i suoni che evoca sono, come nei quadri di Hopper, raggi di luce che attraversano una camera vuota".
Due scritti autobiografici e una piccola antologia di poesie di un mito vivente della poesia mondiale. Dalle riflessioni su Solzenicyn ("condannato all'immortalità") ai ricordi personali del soggiorno a cuba, quando "la pace era appesa a un sottile capello... della calvizie di Nikita Chruscev". Con testi dedicati ai suoi amori, al suoi ideali, alla poesia "come spionaggio", ma anche a Fellini e ai Beatles, con una poesia inedita senza retorica e molta autoironia: "Arriverò nel ventunesimo secolo / e riconoscerò tutte le mie amate predilette / in sembianze di nonnine regalmente aggraziate". Un poeta che continua a stupire, parlando anche ai giovani.
L'esilio del poeta è il tema dominante di queste liriche in cui l'Autore già dal titolo imprime, con la sua voce spirituale, una spontanea ricerca dell'Assoluto, nel transito tribolato dei nostri giorni.

