
Questo libro è il risultato di un lavoro iniziato 31 anni fa. Il desiderio di mettere in forma poetica i sentimenti, le riflessioni, la straordinarietà della vita quotidiana fa di questa raccolta una testimonianza raffinata e nello stesso tempo uno strumento di meditazione per tutti quelli che vogliono spendere un po' del loro tempo con la loro intimità, meditando sul loro vissuto per dare voce e consistenza alla loro speranza. Il titolo della raccolta, Sapori dell'Uomo, vuole essere un invito a riconsiderare una caratteristica che si è spenta, persa o forse semplicemente abbandonata; quella della genuina relazione tra l'umano e Dio. Gli intervalli di tempo tra blocchi di poesie - che l'autore chiama "pause danzanti" - vengono considerati come un segno di rispetto al tocco poetico che, libero ed indipendente da tutto, arriva e se ne va senza preavvisi. Se non c'è una continuità tra una poesia e l'altra (perché ognuna nasce dal libero esperessarsi dell'anima che non fa altro che tradurre e contestualizzare sentimenti e pensieri in parole scritte) c'è, però, un filo conduttore comune rappresentato da una parola che ricompare molto spesso; Silenzio, quasi ad indicare la necessità di questo atteggiamento ed una linea invisibile che riunisce tutte queste poesie che è quella della unità nella diversità. Senza pretese ed in modo molto semplice questa raccolta poetica vuole fornire delle tracce per ricordarci che il sapore della nostra umanità va ricercato in una permanente Presenza, fatta di dolce e amaro, felicità e sofferenze, comprensibile ed incomprensibile, che ognuno di noi ha la possibilità di scoprire durante il proprio cammino terreno e che può aprirci la porta verso un Infinito che per molti già si manifesta qui sulla terra.
I quattro giovani poeti riuniti in questa antologia non costituiscono un ennesimo gruppo o movimento: ciascuno si presenta con la propria spiccata individualità , avallata da quattro illustri prefatori: Luigi Surdich presenta Paolo Donadoni; Giuliano Ladolfi introduce Riccardo Ielmini; Roberto Mussapi è garante di Alessandro Rivali; Alberto Bertoni cauziona Matteo Veronesi. Quattro poeti, quattro voci fuori dal coro che si affacciano alla ribalta con la perentorietà di un messaggio da comunicare anche a chi tuttora non sospetta la necessità della Poesia (pp. 88).
Gli scritti qui raccolti appartengono agli ultimissimi mesi, in certi casi agli ultimissimi giorni, della vita di padre Turoldo; un manoscritto in prosa, quello che qui compare come ultimo rispettando la cronologia dei testi, porta in tal senso la certificazione autografa dell’amico e confratello padre Camillo de Piaz.
Le strutture portanti di molti di questi testi sono da ricondurre alla riflessione biblica, con anche momenti di straordinaria tensione linguistica.
Già pubblicati nel quaderno n. 84 (novembre-dicembre 1992) di Servitium, sotto il titolo «David M. Turoldo, frate dei Servi di santa Maria», sono stati ripresi dall’amico e massimo conoscitore della poesia turoldiana Giorgio Luzzi per un volume pubblicato da Rizzoli nel 2002 con il titolo: Nel lucido buio, da molti anni però indisponibile. La presente nuova edizione, mutato il titolo con un’altra espressione poetica turoldiana, Un luminoso vuoto, intende perciò colmare una lacuna, e particolarmente nella ricorrenza del centenario della nascita del poeta.
Il libro maturo di una delle poetesse emergenti che purtroppo esce postumo dopo la scomparsa improvvisa nel settembre 2005. Scrive Ennio Cavalli nella nota, ricolgendosi a lei "la tua poesia viene da un baratro. Dentro di te due mondi si aggiustano in conflitto. Disciplina naturale, amorosi spostamenti, scambio di misteri e cortesie, strappi e innesti, riparazioni, Dio e il logorio delle astrazioni, Eros e Thanatos".
L'importanza del pensiero esoterico nell'opera di Pessoa è andata emergendo sempre più chiaramente negli ultimi anni, e tale rilevanza si rivela ampiamente anche nella sua produzione poetica, soprattutto a partire dal 1930. In questo volume sono raccolti i suoi componimenti più significativi, molti tradotti per la prima volta, ispirati dall'interesse per l'occultismo, la magia, lo spiritismo: versi in cui appaiono, in mirabili variazioni, temi quali la falsità e l'irrealtà di questo mondo, la vita umana come sonno e oblio, il cammino iniziatico.
Adonis, considerato tra i maggiori poeti contemporanei di lingua araba, rimane un poeta di difficile classificazione, poiché la sua opera non rappresenta una frattura e nemmeno una rifondazione nell'arte poetica araba. Fra tutti i poeti arabi contemporanei è probabilmente lui che ha spinto al limite massimo il "corpo a corpo" con la parola: la sua lingua non conosce stasi, requie o pausa ma ricerca senza sosta la combustione, il ritorno del gorgo caotico del principio.

