
È estate, Marina è in montagna con il figlio piccolo, sola di fronte alla propria incapacità di essere la brava madre che dovrebbe, che vorrebbe, essere - una sensazione che si affanna a nascondere alla famiglia e persino a se stessa. Il suo padrone di casa, Manfred, è un montanaro rude e silenzioso, che nasconde con la ruvidezza il trauma di un doppio abbandono: quello della madre e quello della moglie, che gli ha portato via anche i figli. Il figlio di Marina accidentalmente cade dal tavolo, il sangue scorre, lei è incapace di reagire. Manfred salva il bambino e scopre il "segreto" di quella donna che ha continuato a spiare: Marina non è in grado di accudire il suo bambino. Ben presto però anche Manfred viene smascherato come l'uomo traumatizzato e angosciosamente solo che è: lo smascheramento è tanto più doloroso perché avviene dopo un incidente (in montagna, là dove lui dovrebbe sentirsi più sicuro e forte) nel quale rischia di perdere la vita ma viene salvato da Marina. Per un attimo lunghissimo sono stati l'uomo e la donna che si guardano, si sfidano, si desiderano - e forse si vogliono morti, tanto è intollerabile e estremo il loro desiderare.
I genitori di Maddy, seriosa ragazzina di 15 anni, e di Patty, la sua stravagante sorella maggiore,sono morti in un incidente d’auto. Patty,maggiorenne,diventa tutrice di Maddy. Il problema? Il suo senso di responsabilità,decisamente poco sviluppato! Alla vigilia di un importante compito in classe a scuola, la piccola Maddy scopre che la sorella maggiore, che dovrebbe aiutarla a prepararsi, è incinta di un ragazzo che non ama e se ne va misteriosamente,intenzionata a non tenere il bambino. Ma la vita è più forte, e le due sorelle si ritrovano a passare l’estate nella casa di famiglia in campagna. E mentre Maddy scopre l’amore con un giovane vicino olandese,il figlio di Patty si affaccia alla vita in questa traballante situazione. Patty fugge lasciando Maddy sola col piccolo Robinson… La vita come viene è un romanzo fatto – come dal resto,la vita di alti e di bassi, di lacrime e di risa, il tutto accompagnato da una grande forza di volontà e da una buona dose d’ottimismo. La voce narrante, Maddy, impara cosa sia il mondo adulto in una sola,fulminante estate,che la lascia non più responsabile,poiché lo è già,ma più consapevole del mondo esterno,dei suoi imprevisti contro i quali non è possibile lottare. Anne-Laure Bondoux ci racconta questa delicata trasformazione con umorismo, in un intrigo che non perde mai di credibilità.
LA VITA È PIÙ FORTE DI QUALSIASI IMPREVISTO. UN ROMANZO TENERO E FORTE CHE RIDONA LA VOGLIA DI CREDERE NEL FUTURO.
DESTINATARI
Dai 14 anni
AUTRICE Anne-Laure Bondouxè nata nel 1971 e vive nella provincia di Parigi. Ha iniziato a scrivere le prime storie verso i 10 anni e questa passione non l’ha mai abbandonata. Dopo aver fatto, in modo disordinato, studi letterari, teatro e due figli, ha scoperto la narrativa per ragazzi nel 1996, dopo essere entrata nella casa editrice Bayard Presse. I suoi primi racconti sono stati pubblicati su varie riviste (“Astrapi”,“J’Aime Lire”,“DLire”…).Dal 2000, si dedica esclusivamente alla scrittura dei suoi romanzi. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicatoLe lacrime dell’assassino vincitore del Premio Andersen e del Super Andersen 2009.
Daniele Gerace e Cesco Deleo sono due ragazzi di dodici anni che vivono a Taurianova in provincia di Reggio Calabria. Daniele è arrivato da poco dall’Australia; Cesco ha sempre vissuto a Taurianova. Tra i due nasce subito una grande amicizia,avvalorata dalla passione comune per il cinema che presto si traduce in una serie di sottrazioni più o meno indebite di locandine cinematografiche. L’arrivo di un nuovo proiezionista, Pepé Mandraffì, li costringe però a essere più prudenti. Mandraffì si rivela inoltre un fine intenditore di film. Conosce tutto sul mondo dorato del cinema, e Cesco e Daniele rimangono letteralmente affascinati dai racconti dell’uomo,chissà se veri o immaginari. Ma l’amicizia tra Cesco e Daniele viene messa a dura prova dalla recrudescenza di una faida ormai decennale nella quale è implicata anche la famiglia di Cesco. Suo padre viene ucciso in un agguato e per il ragazzo comincia un periodo difficile,dal quale riesce a uscirne solo grazie a Daniele.
SULLO SFONDO DI UNA CALABRIA FERITA DALLE FAIDE, UN’AMICIZIA INCROLLABILE NATA ATTORNO ALLA PASSIONE PER IL CINEMA.
UN ROMANZO EVO-CATIVO ED EMOZIONANTE CHE FA PENSARE ALLE ATMOSFERE DI NUOVO CINEMA PARADISO E DI IO NON HO PAURA.
DESTINATARI
L’ampio pubblico dei lettori di narrativa
AUTORE Graziano Versace nato a Belmore in Australia nel 1964. Laureato in Lettere Moderne, vive a Sant’Agata di Militello, con la moglie e il figlio, dove attualmente insegna materie letterarie al Centro Territoriale Permanente.
Gwenni Morgan ha dodici anni. La notte non dorme granché bene perché divide il letto con Bethan, sua sorella. È vero che prima di andare a letto dispone un nastro rosa nel senso della lunghezza per delimitare il suo territorio, ma la sorella sconfina invariabilmente, costringendola a trovare una via di fuga immaginaria.
Ogni notte Gwenni sogna di volare nel cielo sopra il villaggio del Galles in cui abita, e a volte vede cose che non dovrebbe vedere. Come un uomo che galleggia a braccia spalancate e occhi sbarrati nella vasca battesimale.
Gwenni è curiosa e ha una grande fiducia nelle parole. Ecco perché legge tanto e fa tante domande. Domande che forse non dovrebbe porre e che la portano a scoprire cose che nel villaggio in cui vive, come in molti altri posti del genere, sono rimaste nascoste per anni, coperte da un'omertà diffusa. E che la riguardano anche da vicino. Oscuri segreti celati dietro la facciata di rispettabilità che gli adulti erigono tutte le volte che non vogliono o non sanno affrontare la realtà che loro stessi hanno contribuito a creare.
Un romanzo forte e delicato al tempo stesso, che cattura sin dalle prime pagine, con una voce fresca e assolutamente credibile. Una storia che lascia il segno.
Una quotidianità fanciulla, questa storia di una bimba curiosa come tutti, che cresce fra gli adulti, che memorizza parole e affetti dei grandi e li rivive nella sua solitudine. Ma comunica quella meraviglia della scoperta, del contatto pulito e fresco con le cose, il giardino, i fiori, l’aria, l’acqua, il mare, i corpi che sfuggono all’indaffarato quotidiano degli adulti.
La magistrale penna di Colette Nys-Mazure riesce a portare a galla lo spirito fanciullo che sonnecchia dentro ogni lettore.ottavo giorno non è un tempo, ed è tuttavia “il tempo” sempre tacitamente presente, necessario a vivere il senso di un frangente che è vita, la più fonda, la più vera. Parallelo al silenzio, contiene tutto l’ineffabile, ma insieme avvolge ogni parola, la sua anima, ogni evento, ogni passaggio. L’ottavo giorno è la fine, la consumazione, la trasfigurazione, e insieme il principio, l’origine, la bellezza e l’incanto, la pienezza e il vuoto che la fa risaltare.
Il caso, una coincidenza, il destino, la telepatia: difficile spiegare l'incontro fra un uomo e una donna che si rivedono, dopo trent'anni, nello stesso albergo affacciato sul fiordo dove si erano detti addio. Sempre che dare una spiegazione abbia un senso. Solrun e Steinn sono entrambi cinquantenni. Nonostante il passare degli anni e il fatto che oggi siano entrambi sposati e con figli, non hanno mai smesso di pensare l'uno all'altra. Dopo la sorpresa dell'incontro, danno vita a un fitto scambio di e-mail nel quale si raccontano, ripercorrendo l'episodio, inspiegabilmente velato di mistero, che aveva messo la parola fine al loro amore. Per ritrovarsi, come spesso accade, a scrivere due storie diverse della stessa passione condivisa. Chissà però se le due versioni sono davvero così differenti. Nel dialogo a distanza prendono corpo due visioni della vita inconciliabili: lui è un professore di Fisica, ateo e materialista, lei è un'umanista convinta che a governare i nostri destini siano forze superiori. Forse solo il finale del romanzo saprà dare finalmente un senso agli eventi.
Alla morte del padre, il protagonista-scrittore ritorna al paese natale. Atterrato all'aeroporto di Catania, prende la strada per raggiungere Mineo. E se il territorio attraversato dal narratore quello reale, pure è trasfigurato in un alternarsi di boschi e valli animati da una moltitudine di uccelli e da una vegetazione fitta di erbe e alberi rari. Ecco che allora il viaggio si trasfigura in un pellegrinaggio fantastico: radunatisi sull'altura del castello che sovrasta il paese, amici, parenti, maghi al chiarore della luna si mettono alla ricerca del "tanatouccello" l'umano-animale in cui sono trasmigrati i simulacri del padre. Diviso il territorio in cinque settori, le squadre si mettono al lavoro e su consiglio di alcuni dotti del paese si tenta l'esperimento di innestare un corpo umano, quello del piccolo Diofar, nella corteccia di un albero per stabilire una corrispondenza con l'uccello. Ma l'impresa fallisce mentre la madre del piccolo, Aramea, disperata corre nel bosco sino a dissolversi ai piedi un carrubo.
Siamo alla fine del Settecento. Barbara della nobile casata dei Grebe, sposa il borghese Edmund Willows, conquistata dalla sua straordinaria bellezza. È quella, e solo quella, ad accendere la passione della giovane donna. Poco dopo le nozze il marito parte per un viaggio in Europa e Barbara, per ricordarsi delle fattezze splendide fa eseguire un ritratto marmoreo del marito per tenere desta la sua passione. Mentre è sulla via del ritorno Edmund rimane orribilmente sfigurato in un incendio scoppiato a Venezia. Torna a casa con il viso protetto da una maschera di seta ma Barbara non regge alla vista di quella deformazione: il suo grido di orrore allontana il marito per sempre. A questo punto entra in scena Lord Uplandtower che riesce a sposare Barbara convinto di riuscire a farle dimenticare il bellissimo Edmund. Ma si sbaglia: Barbara è come presa da un'ossessione; notte dopo notte la statua del primo marito riceve gli abbracci di colei che non è più sua moglie. Quella follia è, secondo Lord Uplandtower, un autentico adulterio e con un colpo di teatro degno del grande sadico quale egli è, fa confezionare a sua volta, come l'anonimo scultore che a Pisa aveva riprodotto con tanta verosimiglianza il corpo di Willowes, una copia conforme di quel corpo violato dal fuoco, costringendo Barbara a contemplare la statua sfigurata.
Un rapporto conflittuale tra una madre e una figlia con due personalità contrastanti e una passione lacerante sullo sfondo di un'Italia scossa da scandali politici che finiscono per affossare il governo. Convivere con il peso della celebrità e, soprattutto, con la notorietà di chi si ama, presuppone una duplice sofferenza quando finisce un amore, perché la donna che esce sconfitta dall'affaire con il politico del momento subisce due volte per via della sovraesposizione mediatica del partner. L'intreccio prende corpo attraverso l'alternanza di due voci narranti che vedono protagoniste due donne: Elisa, un tempo avvenente giornalista e conduttrice televisiva all'apice del successo, e la figlia Serena, giovane biologa che attraverso un viaggio iniziatico nella sua terra d'origine, la Puglia, ritrova il diario attraverso il quale ricompone i tasselli della vita parallela della madre scomparsa in circostanze misteriose quindici anni prima, quando lei era ancora adolescente. Scavando nell'oscuro passato materno, Serena si ritrova inconsapevolmente a risolvere il giallo della morte di Elisa, insabbiata in quanto avvenuta proprio in occasione di un incontro segreto con l'uomo del momento, il presidente del Consiglio. A sostenere la ragazza nella spasmodica ricerca della verità è proprio il padre, Davide, depositario dell'epilogo di un intrigo sentimentale dal ritmo incalzante e ricco di colpi di scena.
Il nome di Dante è nel pensiero di molti indissolubilmente legato al titolo della sua opera maggiore: la "Divina Commedia". È facile dimenticare che il grande poema fu solo il punto d'arrivo di un percorso iniziato nella prima giovinezza. Leggere le "Rime", dai sonetti giovanili alla vitalistica esuberanza di "Sonar bracchetti" e alle atmosfere oniriche di "Guido, i' vorrei" fino alle liriche poi raccolte nella "Vita Nuova", come "Donne ch'avete" e "Tanto gentile", significa accompagnare Dante nel lungo viaggio alla ricerca di una propria voce poetica che avrà come meta finale la "Commedia". Teodolinda Barolini analizza da punti di vista innovativi e spesso inediti le singole rime, facendo luce sull'evoluzione artistica e ideologica del poeta e sui rapporti che intercorrono tra le "Rime" e il capolavoro della maturità.
Al Centro comandi della Grand Central Station di New York, tutti gli occhi sono puntati sul tabellone: un treno locale, il Pelham 123, è fermo in galleria tra la Ventottesima e la Ventitreesima, apparentemente senza motivo. Finché, via radio, arriva un'agghiacciante comunicazione: quattro uomini armati di mitra hanno sequestrato il convoglio e tengono in ostaggio i passeggeri della carrozza numero uno. Per liberarli vogliono un milione di dollari, e li vogliono entro un'ora. Altrimenti i criminali, capeggiati dallo spietato Ryder, uccideranno i diciassette ostaggi uno dopo l'altro, al ritmo di uno al minuto. Il conto alla rovescia comincia: e mentre l'NYPD cerca disperatamente di preparare un piano d'attacco per fare irruzione sotto terra, il sindaco, deciso a salvare gli ostaggi e soprattutto la sua candidatura alle prossime elezioni, è disposto a tutto. Anche a trattare. Sarà il tenente Garber a prendere in mano la situazione: uomo chiave della sicurezza pubblica della città, conosce a menadito il sistema metropolitano di Manhattan. Ma neanche Garber può rispondere alla domanda più inquietante: anche se i quattro otterranno il riscatto, come pensano di scappare da quella labirintica trappola sotterranea che è la metropolitana di New York?

