
"I ricordi prendono forma, ed è la forma del contenitore che li accoglie" scrive Roberto Alajmo, dando voce a quello che tutti noi sperimentiamo: i ricordi d'infanzia, i più lontani, sono inestricabilmente legati a oggetti, luoghi, persone. Nella vita adulta diventiamo capaci di isolare le emozioni, mentre la memoria prima, la più vivida, resta il serbatoio immaginario a cui attingere per tutta la vita. È così che in queste pagine il racconto di una formazione umana e sentimentale - quella dell'autore - ci tocca incredibilmente da vicino, in quanto a suo modo universale. Anche perché il racconto è accompagnato da piccoli elenchi: "repertori" dei giocattoli, dei cibi, dei fumetti, dei calciatori che hanno segnato, negli anni Sessanta e Settanta, la vita di tutti. Da Braccobaldo a "LampoSport", dal caffè Paulista al "Corriere dei Piccoli", attraverso i lampi della memoria si compone un viaggio che parte dal primo ricordo (l'estrazione delle tonsille!) fino all'esplosione ormonale dei primi amori. Dai momenti dilatati della fanciullezza si passa per le strettoie dell'adolescenza: per giungere all'età in cui voltarsi indietro è un modo per capire chi siamo, e sorriderne un po'.
Londra, 1857. Davanti al neonato Tribunale per i divorzi civili compaiono i legali di Henry Robinson, facoltoso e gretto ingegnere di Edimburgo, che sostiene di essere stato tradito dalla moglie Isabella con un altro uomo, il dottor Edward Lane. La vicenda è una storia vera. L'unica prova che viene consegnata al giudice è un diario in cui compaiono gli struggimenti di Isabella per un medico molto più giovane di lei, stimato precursore dell'idroterapia, il cui stabilimento termale veniva frequentato fra gli altri da Charles Darwin. Cosi, anche se la lettura di alcuni brani non chiarisce cosa sia successo veramente, solo un miracolo potrebbe far desistere un tribunale presieduto da tre giudici anziani e conservatori dal condannare la donna. Una donna che per di più dimostra di avere, secondo gli studi frenologici del tempo, l'organo della Amatività eccessivamente sviluppato e quello della Venerazione di dimensioni assai ridotte. Una donna che descrive nel suo diario comportamenti considerati così licenziosi da far allontanare il pubblico femminile dall'aula del tribunale quando vengono letti stralci del suo diario. Il verdetto sembra scontato, ma ecco il colpo di scena: i legali del dottor Lane escogitano una linea difensiva. Isabella è affetta da un "disturbo uterino", un'agitazione patologica che allude alla sua accentuata sensualità (ninfomania, erotomania) e il diario in questione non è che una "prova di romanzo"...
Bianca ha ottant'anni e sta perdendo la memoria. Ha preso l'abitudine di scrivere su un quaderno quello che accade nelle sue giornate, per essere sicura di ricordare. Non ha altra compagnia che la sua gatta, mentre l'ennesima badante che vive con lei è una presenza minacciosa e inquietante, che la fa soffrire. Ma riuscirà a liberarsene presto, come è già successo con quelle che l'hanno preceduta. Perché Bianca non sopporta di non essere più padrona in casa propria, di dover sottostare a regole che qualcuno le ha imposto e di cui non capisce il senso. Lei che un tempo non aveva bisogno di nessuno, che ha cresciuto una figlia da sola (già, sua figlia: dovrebbe chiamarsi Irene, le sembra di ricordare) e ha mandato avanti con successo e passione la sua merceria. Ma la memoria le tende trappole continue: alcuni ricordi sembrano scivolare via come acqua tra le pietre, altri invece non smettono di ossessionarla, e le pongono domande a cui non sa, o forse, in fondo, non vuole rispondere: cosa è accaduto alla sorella Olga? E al marito Bruno, misteriosamente ucciso una notte di oltre quarant'anni prima? E perché sua figlia non vive più con lei? Realtà, sogno e fantasia sembrano mescolarsi continuamente. Finché anche le verità più nascoste riemergono dal passato, insieme a una notte che neanche la luna ha voluto rendere meno nera.
"Il club dei mestieri stravaganti" è la prima raccolta di racconti di Chesterton. Pubblicata nel 1905, si compone di sei racconti e altrettanti misteri da svelare, con al centro un investigatore improbabile - Basil Grant, ex giudice ritiratosi a vita privata e unanimemente considerato sull'orlo della follia - e un club strampalato dove ciascun membro è chiamato a mantenersi con una professione del tutto nuova e, quindi, bizzarra. Con ironia e gusto del paradosso, Chesterton mescola questi elementi in una divertente parodia dei classici racconti gialli, dove i ragionamenti e le deduzioni lasciano il posto alla pazzia solo apparente dell'indimenticabile Basil Grant e alle sue indagini che non prestano attenzione alla realtà dei fatti: «Potrei sembrare uno sciocco, e in effetti tanto centrato non sono», spiega, «ma non ho mai creduto a quell'uomo... come si chiamava... Ah sì, Sherlock Holmes! Ogni dettaglio indica qualcosa, certo, ma spesso indica la cosa sbagliata». Ma se i fatti sono fuorvianti, come far luce sui misteri della cara, vecchia Londra?
13 maggio 1506: Michelangelo sbarca a Costantinopoli, da cinquant'anni capitale dell'impero turco. Ha lasciato Roma, irritato con papa Giulio II che gli preferisce altri artisti, per accettare l'invito del sultano Bayazid il Giusto, che gli offre un compito e una sfida: disegnare un ponte che unisca le rive del Bosforo. Lo stesso progetto era stato affidato vent'anni prima a Leonardo da Vinci, e Michelangelo trova irresistibile la prospettiva di riuscire là dove il rivale ha fallito. Il fascino della città d'oro e di spezie lo avvolge e lo ammalia fin da subito: e tra paggi, schiavi, soldati, elefanti, scimmie, taverne oscure e freschi cortili si fanno avanti due figure ambigue e incantevoli che avvincono l'artista con il potere della danza, del canto, della poesia. Sempre in bilico tra invenzione e ricostruzione storica, questo romanzo è il racconto di un sogno: quello dell'incontro - possibile e mancato - fra il genio del Rinascimento e la magia dell'Oriente.
Un saggio di realismo, una fiaba e una ricostruzione storica: i Tre racconti propongono tre gemme di diverso colore che Gustave Flaubert, scrittore ormai affermato e maturo, ha incastonato a costruire un libro prezioso e intenso, dedicato alla religione e alle tematiche spirituali. Ne Un cuore semplice la fede genuina è rappresentata attraverso la vita di una serva di umile intelligenza, La leggenda di san Giuliano l’Ospitaliere racconta il passaggio doloroso dall’ardore per il sangue alla santità mentre in Erodiade vengono ricostruite con tratti vividi le ultime ore di san Giovanni Battista. Nei Tre racconti il tema religioso è posto in risalto da uno stile limpido, che fa di ciascuno di essi un paradigma letterario per il suo genere.
Gustave Flaubert nacque a Rouen, cittadina dell’Alta Normandia francese, nel 1821 presso l’ospedale diretto dal padre in cui trascorse la prima infanzia. Precocissimo nello scrivere, non fu uno scolaro particolarmente brillante. In seguito a un primo e violento attacco, probabilmente di natura epilettica, lasciò gli studi in legge e si dedicò completamente alla vocazione letteraria.Tra le sue opere ricordiamo Novembre (1842), il romanzo storico Salammbô (1862) e L’educazione sentimentale (1869). Il suo romanzo più celebre è però lo scandaloso Madame Bovary (1857) che guadagnò allo scrittore francese un processo per oltraggio alla morale e un’enorme popolarità. I Tre racconti che presentiamo risalgono al 1877 e sono le ultime opere pubblicate da Flaubert, prima separatamente e poi in un unico volume.
Pak Jun Do è figlio di una madre scomparsa, una cantante rapita e portata a Pyongyang per allettare i potenti della capitale, e di un padre influente, direttore di un orfanotrofio. Crescendo, si fa notare per lealtà e coraggio, tanto da convincere lo Stato a offrirgli una carriera molto rapida. E per lui comincia un percorso senza ritorno attraverso le stanze segrete della dittatura più misteriosa del pianeta. "Umile cittadino della più grande nazione del mondo", Jun Do diventa un rapitore professionista, costretto a destreggiarsi tra regole instabili e richieste sconcertanti da parte dei suoi superiori per sopravvivere. L'amore per Sun Moon, attrice leggendaria, lo porterà a prendere in mano la propria vita, con un sorprendente colpo di scena. Ambientato nella Corea del Nord dei nostri giorni, il libro di Adam Johnson descrive vita e accadimenti di un moderno Candido in un regime isolato e folle, un vero e proprio regno eremita in cui realtà e propaganda si sovrappongono fino a essere indistinguibili. Romanzo d'avventura, racconto di un'innocenza perduta e romantica storia d'amore, "Il signore degli orfani" è anche il ritratto di un mondo che fino a oggi ci è stato tenuto nascosto: una terra devastata dalla fame, dalla corruzione, da una crudeltà che colpisce a caso, dove esistono anche solidarietà, inaspettati squarci di bellezza, e amore.
Sulle coste sferzate dal vento e dalle onde della Normandia, si trova un villaggio che sembra dimenticato da Dio e dagli uomini. Una donna vi è appena arrivata per ritrovare se stessa: è un'ornitologa e passa le sue giornate a catalogare uccelli migratori. In un giorno di tempesta, nello sperduto villaggio, compare uno sconosciuto. Lei ne è incuriosita, forse attratta; i paesani invece sono sospettosi; lui - un ex poliziotto - cerca chiarimenti a domande apparentemente senza risposta circa la sua famiglia, persa molti anni fa in un incidente in mare. Come sono andate davvero le cose? Come è potuto succedere che il faro non li abbia guidati al sicuro a riva? È stato davvero un incidente? E cosa ha a che fare tutto questo con la follia della vecchia Nan, una vecchia pazza che si aggira sulla spiaggia invocando persone ormai scomparse? Gli abitanti del villaggio, però, sembrano determinati a lasciare sepolti i segreti. Solo l'ornitologa e l'ex poliziotto vogliono andare a fondo: delle loro domande e dei loro desideri. Un romanzo d'inchiesta, dentro i segreti di una comunità che vuole dimenticare il passato, troppo pesante di colpe. Un romanzo d'amore, dove una donna e un uomo hanno il coraggio di andare controvento - contro i benpensanti, contro l'immobilismo, contro tutti quelli che preferiscono accontentarsi del silenzio.
Un barbiere si sveglia di buon'ora, si alza dal letto, spezza il pane appena sfornato, vi scorge dentro "qualcosa di biancheggiante": un naso. Prende così avvio uno dei racconti più celebri della letteratura di tutti i tempi, affiancato in questa raccolta da altri quattro, non meno significativi e famosi: II ritratto, dove un dipinto porta con sé, nel trascorrere degli anni, tutto il male che era nell'animo del personaggio rappresentato; La Prospettiva, storia di incontri e di passioni fatali o fugaci sullo sfondo mutevole, e talora inquietante, del Nevskij Prospekt; II giornale di impazzo, diario di un uomo solo e del suo precipitare nella follia; Il mantello, dramma di un povero impiegato che subisce il furto del cappotto nuovo acquistato avvezzando una vita già misera a ulteriori, patetiche restrizioni.
Il nome di Conrad è indissolubilmente legato al mare. In numerosi romanzi e racconti lo scrittore ha trasferito, rievocandole e trasfigurandole con il soffio del mito, le sue avventure di marinaio scelto e poi di capitano sulle rotte orientali, da cui ha saputo distillare l'essenza intima e nascosta delle azioni umane. Il mare è un protagonista concreto, il mare che accoglie navi e battelli di ogni tipo, isole, porti e taverne popolati di esseri umani che si incontrano e si scontrano, soffrono e sperano rivelando se stessi. Ma il mare è anche uno spazio metaforico che si agita di conflitti e crisi profonde che spezzano, distruggono o fanno rinascere, e che denunciano il sospetto, dolente e lacerante per l'epoca, che l'etica e la civiltà dell'Occidente siano forse meno limpide di quanto i pregiudizi inducono a pensare. Ecco la grandezza di Conrad: riesce a dare ai fantasmi dell'anima umana la concretezza delle onde dell'oceano, l'afferrabilità della tempesta che si scatena improvvisa dopo la bonaccia, il profumo della brezza. La sua maestria di narratore del mare e dell'animo umano si esprime incredibilmente con un linguaggio che altri grandi scrittori inglesi gli invidiavano, a lui, polacco di nascita e di lingua: "La verità della faccenda è che la mia facoltà di scrivere in inglese è naturale quanto ogni altra attitudine ingenita che io abbia mai avuto. Nutro la strana e irresistibile sensazione ch'essa sia sempre stata una parte inerente di me stesso". Introduzione di Filippo La Porta.
Tutti a Blue Crab Island, nel Maine, chiamavano Camilla la dea dell'amore perché, con il suo talento di veggente era riuscita a salvare matrimoni in crisi. Ma Camilla non era solo un'indovina, era soprattutto una bravissima cuoca, amante della cucina italiana e delle sue specialità. Agli studenti della sua scuola di cucina suggeriva di aggiungere sempre nella pentola un ingrediente segreto: un ricordo triste, un pensiero felice, un fervido desiderio. Questo rendeva uniche le ricette e faceva sì che si realizzassero le speranze di chi le eseguiva. Holly, sua nipote, aspetta da anni l'uomo giusto: al suo vero grande amore, le ha predetto la nonna, piacerà un piatto particolare dal sapore molto intenso... La ricerca diventa sempre più complicata e Holly sembra destinata alla solitudine. Quando però eredita la scuola di cucina di Camilla e il suo ricettario, Holly impara come trovare la propria strada. Scoprirà che gli ingredienti essenziali della vita sono in realtà costituiti da un intreccio di trame: ricordi, sogni e speranze si legano a formare il romanzo della vita di ognuno dandoci la possibilità di scoprire la vera ricetta della felicità che si nasconde in noi.
Roberto De Angelis è un bravo poliziotto. Di più: è il migliore della squadra Mobile di Bari. Sempre a caccia, specialmente di notte, quando la città dimentica la propria bellezza e diventa territorio della criminalità. Ma una vita in strada è una vita di solitudine, di disillusione, di violenza quotidiana, e prima o poi anche lo sbirro più duro si domanda se ha senso lottare ancora. C'è una donna, un medico trentenne, in cui ha intravisto una possibilità di rinascita, ma lei ha un lato oscuro che non concepisce distinzione tra amore e dolore, e che Roberto non vuole assecondare. L'occasione per risollevarsi arriva la sera in cui intercetta Giacinto Trentadue, un giovane spacciatore che gestisce il traffico di droga intorno a un baracchino ambulante di salsicce. Un delinquente di piccolo calibro, almeno in apparenza. Lo pedina fino a Poggiofelice, un residence alla periferia sud destinato un tempo agli sfrattati: non sa ancora, il poliziotto, di avere individuato la fortezza della nuova malavita barese, un "mucchio selvaggio" che è uscito dai quartieri storici e si sta preparando a scatenare una campagna sanguinaria di conquista del territorio. Per lui è soltanto l'inizio di un viaggio all'inferno, oltre i propri limiti e quelli della legge.