
Dei tanti modi in cui un essere umano può decidere di passare il suo tempo libero, leggere è uno dei più strani. A prima vista rifugiarsi tra le pagine di un libro è un tentativo di eludere la realtà. In verità, suggerisce Piperno, è esattamente il contrario: letteratura e vita si nutrono l'una dell'altra, e vicendevolmente si amplificano. I personaggi dei libri che amiamo vengono a farci visita nei momenti più delicati e inattesi, proprio come Humphrey Bogart sta affettuosamente al fianco del Woody Allen di "Provaci ancora, Sam". Quando ci troviamo di fronte ai loro stessi bivi, agli stessi amori impossibili, amicizie perdute, offese subite, felicità promesse, è facile sentire che i protagonisti dei nostri romanzi del cuore sono gli amici che meglio potrebbero comprenderci. E la magia della lettura, il rapporto esclusivo che si crea con chi quelle pagine le abita ma anche con chi le ha scritte. Con buona pace dei seriosi critici accademici, il modo migliore di leggere un libro è sempre immedesimarsi e lasciarsi rapire, fino al riso, fino alle lacrime. Per non parlare di ciò che accade se il lettore è anche, come in questo caso, uno scrittore... Invidia, gelosia, rancore, snobismo, vergogna, ansia di gloria e bisogno di solitudine, somma fragilità e smisurato orgoglio: nei brevi saggi di questa raccolta Alessandro Piperno racconta e analizza sentimenti, vizi e virtù che accomunano ciascuno di noi ai più celebri personaggi dei romanzi moderni e, spesso, anche ai più famosi scrittori.
Tutti i bambini della regione di Gaomi sono venuti al mondo grazie alle cure e alla sapienza delle mani di Wan Xin, l'unica levatrice della zona. Il suo è un talento naturale che in breve tempo la trasforma nell'amata custode dei segreti della maternità. Ma quando, a metà degli anni Sessanta, il partito è preoccupato per l'esplosione demografica e decide di porvi rimedio, Wan Xin diventa la severa vestale della politica per il controllo delle nascite imposta dal regime e si applica a praticare aborti e vasectomie con lo stesso zelo con cui portava nel mondo nuove vite. Col passare degli anni la campagna per il controllo demografico acquista un carattere di violenza repressiva a cui la stessa Wan Xin non riesce a sottrarsi: in un drammatico inseguimento, una donna partorisce su di una zattera in mezzo al fiume pur di salvare la vita al figlio. Quando all'inizio degli anni Novanta, la stretta del regime si allenta, Wan Xin vede crollare i motivi e gli ideali in cui aveva creduto e con cui aveva messo a tacere la sua coscienza. Finché, in una drammatica notte, tornando a casa, si smarrisce in una zona paludosa: il gracidare delle rane le ricorda il pianto dei bambini mai nati, i corpi gelidi degli animali, come piccoli feti abortiti, la circondano, la ricoprono, spingendola a un ripensamento di tutta la sua vita.
La fama di Gianni Rodari è fondamentalmente legata alla sua intensa e originalissima attività di narratore per l'infanzia. E a ragione, poiché scrisse opere con cui sono cresciute generazioni di giovani lettori. Ma non solo. A dimostrarlo le storie qui riunite, dove, con un perfetto intreccio tra scrittura giornalistica e genio creativo, porzioni di realtà quotidiana (come l'arrivo del televisore nelle case degli italiani), trattate dall'umorismo rodariano, assumono il carattere di brillanti apologhi, sollecitano gli strumenti di una scrittura che gioca e, giocando, mostra le insensatezze del conformismo. Ventinove racconti in cui Rodari, dando spazio all'aspro sapore del divertimento e della satira, produce personaggi e situazioni paradossali, tocca motivi favolistici o addirittura fantascientifici, chiarendo, una volta per tutte, che "anche inventare storie è una cosa seria". Prefazione di Mario Di Rienzo.
Una notte africana del 1943, mentre nel mondo infuna la guerra, tre italiani fuggono da un campo di prigionia e scalano il Monte Kenya con mezzi di fortuna. Diciassette giorni di libertà, incoscienza e fame che morde, per poi tornare ai reticolati e riconsegnarsi ai carcerieri inglesi. Uno di loro, Felice Benuzzi, racconterà la storia in un libro, anzi: in due libri, e già qui si nasconde un mistero. Chi è Felice? Chi sono i suoi compagni di evasione? Cosa facevano prima della guerra, e cosa faranno dopo? Impossibile raccontarlo senza seguire le scie di molte esistenze, passando dalla Trieste asburgica alla Roma mussoliniana, dalla Cirenaica del guerrigliero Omar Al-Mukhtàr alle Dolomiti del rocciatore triste Emilio Comici, dall'Etiopia del turpe generale Graziani alla Nairobi dove morì il Duca d'Aosta, dalle foreste della rivolta Mau Mau alla Berlino della guerra fredda, per arrivare infine ai giorni nostri. 0 meglio, al 2010, l'anno in cui Roberto Santachiara e Wu Ming 1 inseguono fantasmi fino in cima al Monte Kenya. "Point Lenana" è il risultato di anni di viaggi, interviste e ricerche d'archivio. È un'inchiesta-romanzo, un poema epico in forma di saggio, una scorribanda nel Novecento resa con una scrittura spesso commovente, a volte crudele.
"To snuff" in italiano significa "spegnere" e, in termini più crudi, "tirare le cuoia", "morire". E gli snuff movies sono film che, fuori da ogni fiction, documentano la morte: inflitta però fra i tormenti, lentamente, a un essere umano. Questo romanzo s'intitola "Snuff" perché racconta la morte: la racconta senza eufemismi ma con assoluto rispetto, adombrando la necessità di Dio. È quindi, a modo suo, un libro religioso. Piero, vecchio professore d'anatomia in pensione, ritiene che ormai si viva troppo e che troppi siano in ogni caso gli anni della sua vita. Dice quasi scherzando che la sua storia, gremita di lutti e di dolori, assomiglia sempre più a una tragedia elisabettiana, come forse la storia di ogni vecchio. In realtà, minacciato dalle malattie, carico di memorie che non sopporta più, si sente attratto dall'idea del suicidio. Tuttavia, forse per il suo credo cristiano, o forse per qualcos'altro di più vago e tenace, non riesce a decidersi. Il suo antico allievo Toni, detto Beau, ha dissipato i non pochi talenti di cui era dotato e adesso, alle soglie della vecchiaia, sta girando uno snuff movie anomalo, con immagini di morte non provocata da lui. Al centro del film vuole mettere il suicidio del suo maestro e amico Piero. Dunque lo sollecita: più o meno diplomaticamente, lo costituisce in mora. Il romanzo vive di questa tensione, prolungata fino alle ultime pagine. E vive dei ricordi che perseguitano Piero: la scomparsa della figlia durante un viaggio in India...
Chi è lo sconosciuto in grado di tenere testa al grande Czentovic, il campione del mondo di scacchi? Dice il vero, quando sostiene di non giocare da più di venti anni? Quale mistero nasconde in realtà quest'enigmatico giocatore? Scritto pochi mesi prima che Zweig si suicidasse nella città brasiliana di Petrópolis, "Novella degli scacchi" è una inquietante favola, "un piccolo contributo - come sostiene con dolorosa ironia il protagonista - a questa nostra epoca cosi grande e soave". "Fra i due si instaurò di colpo un rapporto diverso; una pericolosa tensione, un odio appassionato. Ormai non erano più due persone che volevano mettere alla prova la propria perizia nel gioco, erano due nemici che avevano giurato di distruggersi a vicenda".
Primo gennaio del 1950: Ximen Nao, un ricco proprietario terriero, è stato giustiziato dai suoi mezzadri alla vigilia della rivoluzione cinese e da due anni vive nel mondo delle tenebre. Sebbene subisca i più crudeli e dolorosi supplizi, rifiuta di pentirsi: è convinto di avere condotto una vita giusta e di essere invece stato immeritatamente condannato. Re Yama, il terrifico signore della morte, è talmente stufo di lui, delle sue continue, fastidiose lagnanze che alla fine gli dà la possibilità di reincarnarsi nei luoghi dove ha vissuto. Ximen Nao spera di riprendere cosi possesso della moglie, delle due concubine, della terra, dei suoi averi. Non immagina che tanta generosità nasconde una ancora maggiore insidia: perché Re Yama decide di farlo reincarnare non in se stesso, ma in un asino. Nell'arco di cinquant'anni all'asino faranno seguito il toro, il maiale, il cane, la scimmia. Un lasso di tempo che basterà a Ximen per liberarsi di ogni rancore e durante il quale sarà partecipe degli eventi piccoli e grandi che hanno contribuito a trasformare la Cina. E alla fine giungerà anche il momento in cui Re Yama gli consentirà di ridiventare uomo: il 31 dicembre del 2000, la notte della nascita del nuovo millennio, verrà al mondo un bambino di nome Lan Qiansui, ossia "Lan mille anni"; sarà lui a iniziare, il giorno del suo quinto compleanno, il racconto della propria storia: "Dal primo gennaio dell'anno 1950...".
Nel 2004, durante le feste di Natale, Emmanuel Carrère è in vacanza con la famiglia nello Sri Lanka. Sono i giorni in cui lo tsunami devasta le coste del Pacifico: tra le migliaia di morti c'è anche Juliette, la figlia di quattro anni di una coppia di connazionali a cui Carrère, accidentale testimone dello strazio di una famiglia, si lega. Qualche mese dopo, al ritorno in Francia, la sorella della compagna dello scrittore (anche lei di nome Juliette) viene colpita da una recidiva del cancro di cui già aveva sofferto da ragazza. Ha trentatré anni, un marito che adora, tre figlie, un lavoro come giudice schierato dalla parte dei più deboli, e sta morendo. È allora che Carrère capisce che non può continuare a nascondersi e che dovrà in qualche modo farsi carico di queste storie. Raccontare ciò che fa più paura. Ritrovare nelle vite degli altri, in ciò che ci lega, la ragione della propria esistenza: perché è quello che fa un testimone.
C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato.
Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure?
Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini. Deve dare all’oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale... Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio.
L'istante più bello della sua vita. Cosi Mary McAllister ricorda la prima volta in cui ha varcato la soglia della grande casa di marmo in cima alla collina di Mill River. Era il giorno del suo matrimonio e, tra le braccia di Patrick, il giovane più ricco e affascinante della città, Mary si era sentita al sicuro, protetta. Ancora non sapeva che l'animo di Patrick era nero come la notte e che quella casa sarebbe diventata la sua prigione... Sono passati sessant'anni dalla morte del marito, eppure Mary non riesce a dimenticarlo e ha ancora paura di lui, del suo carattere violento, dei suoi eccessi. In realtà, Mary ha paura di tutto e di tutti e vive come una reclusa, oggetto di chiacchiere e di congetture da parte degli abitanti di Mill River. L'unico suo contatto con l'esterno è padre Michael O'Brien, arrivato in quella tranquilla cittadina poco prima del matrimonio di Mary e vincolato a lei da una singolare promessa. Col tempo, padre O'Brien è diventato gli occhi e le orecchie di Mary; è l'unico a conoscere la vera storia della donna e, soprattutto, i numerosi segreti che la legano a ciascun abitante di Mill River. Segreti che adesso stanno per essere rivelati...
Marya, giovane inglese sposata con il polacco Stephan, si sente, per la prima volta nella sua vita, «molto vicina a essere felice». Ed ecco che, da un giorno all’al­tro, il marito finisce in galera lasciandola senza un soldo né un amico al mondo. L’agognata felicità assume allora per un istante le sembianze di Heidler, facoltoso mercante d’arte, che però la trascina – sotto gli occhi compiacenti e maligni del­la moglie – in una lunga, torpida osses­sione. Sullo sfondo di una Parigi mai così crudele, in una Rive Gauche ingan­nevol­mente romantica e mondana, Marya finisce per trovarsi avviluppata in un tor­mentoso ménage à trois; e quando, con un palpito di disperata onestà, prova a lacerare il velo delle apparenze, com­prende che in quell’irrespirabile bohème i codici sociali pesano quanto e più che altrove. Schiacciata fra l’anelito a una vita rispettabile e la realtà obbligata del demi-monde, si scopre così condannata senza appello all’«esistenza grigia, spaventosa, dei derelitti»: un mondo irreale e al tem­po stesso terribilmente concreto, fatto di sordidi caffè e grame camere d’albergo, dove è impossibile trovare scampo alla tragica ineluttabilità della vita.
Imperi dell’Indo è il resoconto dell’audace viaggio solitario lungo il «Fiume dei Fiumi», dalla foce alla sorgente, compiuto da Alice Albinia a ventinove anni: più di tremila chilometri attraverso paesi, panorami e popoli osservati con sguardo empatico, in un pellegrinaggio avventuroso fra tribù pashtun e fuoricasta metropolitani, santuari sufi e fondamentalisti islamici, fitto di incontri con memorabili personaggi il cui destino è fatalmente intrecciato a quello del grande fiume. Le sue rive «hanno attratto con­quistatori assetati. Qui nacquero alcune delle prime città al mondo; la più antica letteratura sanscrita dell’India ebbe il fiu­me al suo centro; i santi predicatori del­l’I­slam peregrinarono lungo il suo corso». Un itinerario controcorrente e insieme a ritroso nel tempo – dal presente travagliato del Pakistan ai fasti dell’impero britannico, dalle conquiste dei sultani afghani ad Alessandro Magno, dall’epoca dei Veda a quella della misteriosa civiltà di Mohenjodaro –, raccontato con una scrittura lieve e incisiva in un libro che è insieme romanzo di viag­gio e indagine storica, trattato di geografia umana e lucida riflessione sul subcontinente indiano di oggi.