
Tutto comincia con Hanania, l'uomo che ha "girato mezzo mondo e superato molte prove". Sotto la sua guida, un piccolo gruppo di "ferventi" ebrei della Galizia polacca, composto da uomini e donne prescelti "non per propria rettitudine, ma solo in virtù della misericordia divina", intraprende il viaggio verso la terra d'Israele - secondo la tradizione diffusa in quelle regioni dal Baal Shem Tov, il fondatore del chassidismo -, lungo un percorso in cui ogni luogo sprigiona una sorta di incanto. Così è per il punto di partenza, Buczacz, cittadina dove "sembra quasi che le stelle siano appese ai tetti delle case"; per Vaslui, con il suo grande mercato di miele e cera; per Bàrlad, con le lapidi nerofumo dei martiri nel cimitero vecchio. E così è soprattutto per Kushta la Grande, ovvero Istanbul, la "città senza eguali al mondo". Ma via via che il viaggio prosegue, non senza disagi, se ne rivela l'autentica dimensione: paesi, oggetti e persone si trasfigurano in un fitto chiaroscuro fantastico, visioni ed eventi arcani (l'apparizione tentatrice di Satana che cerca di dissuadere i pellegrini dal loro proposito, la misteriosa sparizione di Chanania) si susseguono, e ogni tappa sembra comporre un itinerario mistico-simbolico. E ben diverso dall'Eden annunciato, concreto e insieme celeste, appare infine l'approdo - dove la promessa si adempirà solo a prezzo di molte altre prove, e dove "il nulla deve necessariamente precedere l'esistenza".
In questo romanzo W. Somerset Maugham mette in scena, come sempre o quasi, se stesso, ma stavolta nella doppia veste di Strickland, un agente di cambio che per amore della pittura lascia il solido mondo della City per quello assai meno rassicurante di Parigi prima e di Tahiti poi, distruggendo lungo il cammino la vita di due donne, e del suo involontario biografo, un giovane deciso a indagare sugli oscuri, brutali, inaccettabili moventi di ogni vero artista. Celebre per decenni soprattutto come evocazione di Paul Gauguin, questo romanzo oggi ci appare finalmente per quello che è: un'inchiesta conturbante sull'attrazione fisica e totale per il bello, enigma "che in comune con l'universo ha il merito di essere senza risposta".
"Ormai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente". Così comincia il breve, folgorante racconto dell'adolescenza di Bianca: ancora un personaggio, fra i tanti regalatici da Bolaño, che difficilmente dimenticheremo. Rimasti orfani dei genitori, Bianca e suo fratello scivolano a poco a poco in un'esistenza di ottusa marginalità, che li porterà a non uscire quasi più dall'appartamento in cui si sono rinchiusi, e dove passano nottate intere a guardare la televisione. A loro si aggiungeranno due improbabili soggetti, "il bolognese" e "il libico", con i quali la ragazza dividerà a turno, svogliatamente, il letto - senza quasi sapere chi lo sta facendo. Un giorno però entrerà nella loro vita un ex campione mondiale di culturismo, diventato cieco in seguito a un incidente, che tutti chiamano Maciste perché è stato un divo dei film cosiddetti "mitologici". Uno che forse ha dei soldi, che si potrebbero scovare e rubare. Con questo strano essere, che la attrae e la respinge al tempo stesso, Bianca vivrà una storia che, nata sotto il segno della prostituzione e dell'inganno, diventerà invece quanto di più simile a ciò che noi chiamiamo "una storia d'amore".
Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?
Linda ha trent'anni e la sua vita è bloccata. È divisa tra un marito sposato senza grandi slanci e il fuoco di un amore clandestino che troppo in fretta ha perso calore. È stretta in una quotidianità borghese, in una vita sterile, nella finzione di un'esistenza che obbliga ad anestetizzare le domande, i tormenti, gli "astratti furori". E, improvvisamente, dopo un aborto spontaneo e una furiosa lite con il marito, decide di lasciare tutto. Per abbandonarsi al richiamo di un Sud oscuro, mitico, ancestrale. Non lascia nessuna notizia di sé, getta via telefonino, carte di credito, documenti, e parte verso la Calabria e la Sicilia. Ancora non sa cosa c'è dietro a questa "discesa", dietro al suo bisogno di perdersi, all'impulso di degradarsi, di toccare con mano la sporca e vitale sostanza del mondo. Ma da questa fuga, che presto diventa un viaggio profondo, una sfida con se stessa, nascono incontri sorprendenti - storie di dolore, di solitudine, di violenza, d'inaspettata dolcezza. Linda affronterà il freddo, la fame, la paura e conoscerà la solitudine. Ma, al tempo stesso, troverà solidarietà e ascolto dove non avrebbe mai pensato. Fino all'approdo nella Palermo caotica e incantatrice che fa da sfondo a questa storia di amori senz'amore, di maternità e paternità che si sfiorano. Lontana dal conforto narcotizzante della modernità quotidiana, Linda scoprirà la sua anima segreta nel cuore di una terra dove sopravvive, sia pure in agonia, un selvaggio melodramma senza lacrime e senza retorica.
Una classe d'asilo in visita al Salone del libro di Torino. Una baby-sitter romena appassionata di letteratura. Due coppie di genitori più o meno affannate, più o meno in crisi, più o meno felici nella giungla quotidiana, tra la routine del lavoro e le distrazioni del cuore. E, soprattutto, due bambini: Leone, che si chiama così per davvero, e Orso, che avrebbe un nome meno "feroce" ma non vuole essere da meno del suo amico. Leone e Orso non si conoscono fino a quando, proprio nella stessa mattina di caos e di carta, non si perdono entrambi tra gli stand della Fiera. E mentre le maestre, la tata e i genitori si mettono a cercarli tra i corridoi del Lingotto in un crescendo di preoccupazione, ai due dispersi si aggiunge Giulia, la fidanzatina di Orso. Questo bel "terzetto di evasi", ignorando i richiami, come in una meravigliosa avventura esplora i padiglioni e va alla scoperta delle sorprese che si nascondono tra le pagine dei libri, anche quelli dei grandi, anche quelli "senza figure". Perché i libri, a differenza degli adulti, non hanno mai fretta, non cambiano discorso nelle situazioni delicate, giocano con la fantasia e trovano le parole per ogni emozione. Una favola delicata e divertente che ci racconta quanto fitta è la trama che unisce la vita alla letteratura, quanto la poesia di una pagina può cambiare il senso della nostra piccola grande storia.
Capita che una mattina nella tua classe entrano due tizi e portano via il professore di filosofia. E se sei nel Cile di Pinochet questo vuol dire solo una cosa: che il professore rischia di diventare un desaparecido. È il pericolo che si corre quando si riempie la testa dei ragazzi con le minacciose idee di rivoluzionari come Socrate o Platone, quando si fa leggere l'Etica di Aristotele, quando si insegna che "il bene è il bene. La giustizia è la giustizia". Ma il professor Santos è anche il padre di Nico, che, seduto in un banco di quella classe, assiste impotente all'arresto (al rapimento) del genitore. Il padre della sua fidanzata è incastrato in una situazione solo leggermente migliore. Adrián Bettini è il più bravo pubblicitario del paese... o, meglio, lo era prima che il regime lo costringesse a una specie di sofferto esilio. Quando (siamo nel 1988) Pinochet decide di indire un referendum su se stesso per dare una patina di democrazia e legittimità popolare alla sua dittatura, Bettini riceve dal famigerato ministro degli Interni una proposta che lo lascia a dir poco spiazzato: dirigere la campagna per il Sì. Pochi avrebbero il coraggio di rifiutare: ancora meno quelli che accetterebbero di guidare la campagna del No, quella del fronte delle opposizioni. Chi potrebbe essere tanto pazzo da rischiare la vita per lanciarsi in una missione cosi disperata come convincere un paese rassegnato, piegato da decenni di un regime cieco e violento, a dire No!, a tornare a sorridere? Già, chi?
Ksenia è venuta da molto lontano per inseguire il sogno del principe azzurro ed è sprofondata nell'incubo della "tratta delle spose". Ha solo un modo per liberarsi da quell'inganno e tornare a vivere: sfidare i suoi persecutori. Un'impresa impossibile, se sei sola, ma non se ad aiutarti intervengono Luz la colombiana, Eva la profumiera e la misteriosa, feroce Sara. L'amicizia le rende più forti. L'amore le rende spietate.
Aristide pensa di dover morire in ogni istante della sua vita, e ha pianificato la sua intera esistenza intorno a uno di questi potenziali momenti fatali. Tonino invece non crede che invecchierà mai, fino a che un incontro casuale gli restituisce il peso di tutti gli anni che ha sulle spalle. Tommaso non immaginava che l'amore esistesse al di fuori dei libri: la poesia greca sarà lo strumento per recitare in pubblico i suoi sentimenti... Sei racconti esemplari, sapienti e ironici, sull'amore e il tempo, sulla morte e la memoria. Esiste una vita che si può definire impenetrabile alle influenze esterne? Forse sì. Basta cercarla in quelle esistenze fondate sull'errore, inteso come allontanamento sistematico dalle regole della società o della natura. Anche le vite tenute in scacco dalla paura, o rese incolori da un'indifferenza che sembra inestirpabile, all'improvviso possono venire illuminate dalla più elementare - eppure più difficile - delle epifanie: di fronte alla morte non si può far altro che voler continuare a vivere. Sei ritratti di "uomini non illustri" che sono, da un lato, apologhi sui grandi e piccoli addii che costellano le nostre esistenze e, dall'altro, struggenti storie d'amore. Con uno sguardo sempre vigile sui destini dei suoi personaggi, Alberto Asor Rosa compone un prezioso apprendistato all'arte del congedo.
Bologna, anni Settanta: una città "né la più grande, né la più piccola", famosa per la sovranità della sua cucina e la piacevolezza del vivere. È da qui che prende avvio il racconto autobiografico di Enrico Brizzi, da un luogo situato fra la ribalda Terra della Piada e la concreta Terra del Pane: i due emisferi che costituiscono l'infinito paesaggio gastronomico dell'Emilia-Romagna. Un bambino curioso alle prese con i primi, e già familiari, sapori sarà acuto osservatore di sfide all'ultimo boccone tra le zie perennemente in competizione, finché le vicende casalinghe cederanno il passo alla scoperta, esilarante, delle più peccaminose tentazioni da bar: i gelati e le bibite industriali. Divenuto adolescente, si metterà in cerca di avventure, accompagnato da un'improbabile congrega di cuochi esploratori: la temibile squadriglia Coguari. Uno zio con la passione per la retromarcia in curva e per le bettole mefitiche sarà solo uno degli indiavolati episodi che precedono il periodo universitario: anni di improbabili sperimentazioni culinarie e interscambi di prodotti tipici tra studenti. Scopriremo se cento milioni di lire valgono l'adozione del regime nutritivo più rischioso del pianeta, "la dieta del laureando". L'età adulta, gravida di nuove abitudini alimentari, di ingannevoli occasioni professionali e di incontri unici, sarà portatrice anche di domande esistenziali: chi è l'enorme Catatapulci? E cosa mangia uno Psicoatleta? Arricchito, in coda, da un ricettario.
"Non lasciarti scappare la vita." Tònia non riesce a togliersi dalla testa questa frase, mentre scrive a lume di candela, di notte, terminati i mille lavori di casa. Scrive per confidare ai fogli sparsi cosa le è toccato in sorte, con un marito che - come capita a tutte le ragazze di quel paesino sui monti della Catalogna - non si è certo scelta lei, ed è già fortunata se non è violento. Così come è fortunata a saper leggere, per l'epoca e il luogo in cui vive. Sulla carta libera pensieri cui altrimenti non potrebbe dare voce, emozioni che cerca di soffocare perché non sta bene, perché non si fa. Perché è una donna. Lali è nata con un libro sotto il braccio. Divora pagine una dietro l'altra: porte di mondi magici che le offrono un rifugio dalla realtà, quella in cui Lali, vittima dei dispetti delle compagne di scuola, si chiude in un mutismo pieno di paura. Cose da bambini, minimizzano i grandi, ma che possono segnarti per tutta la vita. A distanza di un secolo l'una dall'altra, Tònia e Lali sono unite da un filo invisibile che pian piano prenderà corpo: ha i colori di un misterioso dipinto che solo loro sembrano in grado di interpretare, la magia di un fascio di carte messe in salvo da un incendio e poi svanite chissà dove, la forza di una passione irrefrenabile, per i libri e le parole. E sarà il bisogno di scrivere, pari solo a quello di respirare, che aiuterà entrambe a trovare il proprio posto nel mondo.
"Avevo quattro anni e stavo sgranando piselli nell'orto vicino a casa. È uno dei primi ricordi che ho di me stessa. Una mano mi afferra, mi schiaccia uno straccio sulla bocca e il cielo diventa nero. Poi i miei rapitori mi hanno abbandonato nella giungla colombiana. Rammento rumori terrificanti tutto intorno e la sensazione di soffocare, con tutta quella vegetazione che mi sovrastava. Cercavo la strada di casa, mi sentivo intontita, spaventata e affamata. A un tratto mi sono vista circondata da un branco di scimmie. Mi hanno accolta e per cinque anni ho vissuto con loro. Fino a quando due cacciatori mi hanno trovata. Ho conosciuto così tanta cattiveria da allora che mille volte ho rimpianto quel giorno. Mi ci sono voluti anni per ritrovare la strada, una qualunque strada, che mi portasse alla libertà."