
La periferia romana dove sorge la scuola che è al centro di questo romanzo è la Rebibbia raccontata da Zerocalcare. Nel liceo si parla romano, e le aule sono abitate da strani esseri viventi: alcuni disegnati sui muri, alcuni umani ma dalle cui bocche escono suoni incomprensibili alla professoressa, che non ha mai pensato di avere la vocazione all'insegnamento e invece ce l'ha, solo che non è una vocazione, è un mestiere. La professoressa, infatti, non ama la vocazione, ama l'inglese. La professoressa è un'intellettuale. La professoressa ha studiato in Italia e all'estero. La professoressa cammina, cammina, cammina perché Roma è grande e perché camminando pensa. Gli studenti e le studentesse, invece, non camminano, vanno in motorino o in macchina, e non studiano. Gli studenti e le studentesse - e tutti lo siamo stati - sanno valutare, pesare le persone che siedono dietro la cattedra e, nonostante non abbiano voglia di aprire i libri, sentono, piano piano, il desiderio di capire la professoressa, e di esserne capiti. Danilo Dolci ha scritto che si cresce solo se sognati, e l'autrice di questo romanzo chiosa che si può crescere anche se sei l'incubo di qualcuno. Tra i professori di Frank McCourt e Domenico Starnone, passando per gli studenti in piedi sul banco nell'Attimo fuggente, sta la professoressa di Gaja Cenciarelli, convinta sì che la cultura sia qualcosa di quotidiano, convinta sì che certe parole dialettali o certe squadre di calcio, certe sigarette fumate insieme agli studenti prima che la lezione cominci facciano parte del lavoro di chi insegna e di quello di chi impara, ma disillusa che l'istruzione possa - come si sente dire spesso - salvare il mondo. Ciò nonostante, in questo romanzo di Shakespeare e spaccio, la professoressa il mondo lo salva. Perché il mondo è le persone che incontriamo. Specialmente a scuola.
Teddy è un dolce bambino di cinque anni, intelligente e curioso, che ama disegnare qualsiasi cosa: gli alberi, gli animali, i genitori e, occasionalmente, anche la sua amica immaginaria, Anya, che dorme sotto il suo letto e gioca con lui quando è da solo. Ma ora a occuparsi di lui per tutta l'estate c'è Mallory, la nuova babysitter. I due si sono piaciuti fin dal primo incontro, tanto che il signor Maxwell non ha potuto opporsi all'assunzione della ragazza, che nonostante la giovane età ha dei difficili trascorsi con la droga. All'apparenza tutto è perfetto: i Maxwell sono gentili e comprensivi, la loro casa sembra uscita direttamente dalla copertina di una rivista e le giornate sono scandite da una routine serena, che comprende giochi, pisolini e bagni in piscina. Fino a quando i disegni di Teddy cominciano a cambiare, diventano sempre più strani, cupi, quasi macabri e rivelano un tratto decisamente troppo complesso per un bambino di quell'età. Che cosa sta succedendo? Per Teddy è colpa di Anya, è lei a dirgli cosa rappresentare e a guidare la sua mano. Qualcosa non va e, anche se può sembrare una follia, solo Mallory può scoprire la verità prima che sia troppo tardi. Un thriller che sconfina nel paranormale e che, grazie alla forza espressiva delle illustrazioni, vi sorprenderà, pagina dopo pagina, in un inquietante crescendo, fino all'imprevedibile colpo di scena finale.
Un'originale antologia di racconti inediti, scritti appositamente per questo libro curato da Donne Chiesa Mondo, l'inserto femminile de L'Osservatore romano: sedici tra le più note scrittrici italiane si sono lasciate ispirare da altrettante parabole dei Vangeli scrivendo un racconto da esse ispirato. Un libro che mostra la forza universale della Bibbia, testo capace di intercettare le domande di senso di credenti e non credenti. Autrici: Ubah Cristina Ali Farah; Viola Ardone; Ritanna Armeni; Camilla Baresani; Maria Grazia Calandrone; Emanuela Canepa; Antonella Cilento; Cinzia Leone; Tea Ranno; Evelina Santangelo; Alessandra Sarchi; Igiaba Scego; Carola Susani; Elena Stancanelli; Nadia Terranova; Mariapia Veladiano
Rauli è un ragazzino di dieci anni che vive in un mondo decisamente ostile. Adora leggere, ha un amore sfrenato per i miti greci, conosce perfettamente l'Iliade, ma a Cuba tra gli anni Settanta e Ottanta questo connubio di passioni fa di lui un bersaglio di derisione e disprezzo. La sua intelligenza e il suo temperamento, così lontano dal machismo che prescrive ruoli e comportamenti, gli rendono la vita difficile con i compagni di scuola, con il padre che non lo capisce, con il fratello maggiore che spesso è violento. Non solo si riconosce diverso, Rauli, ma è convinto di essere la reincarnazione della profetessa Cassandra, figlia di Priamo re di Troia, a cui il dio Apollo ha donato la facoltà della preveggenza. Come lei, da quando è piccolo avverte il futuro e il de-stino delle persone che gli stanno intorno, ma se li svelasse nessuno gli crederebbe. Ha visto, o ha solo creduto di vedere, quando moriranno il padre, la madre, il fratello. Sa, o crede di sapere, che lui stesso morirà a diciannove anni, nell'esercito cubano inviato in Angola. Per le persone che gli stanno attorno Rauli è un camaleonte che si può trasformare a piacere. La madre lo veste come la sorella scomparsa, il suo capitano lo paragona alla moglie lontana, i soldati del reggimento lo chiamano tutti Marilyn Monroe. Lui si sente Cassandra. Muovendosi tra l'infanzia e l'adolescenza di Rauli nella città di Cienfuegos, tra i campi di battaglia in Angola e le spiagge dell'antica Troia, questo è il romanzo di un personaggio che scopre la voracità della bellezza e la brama della fantasia, e da questa fame può essere salvato o distrutto. È la ricerca di un desiderio di libertà, la libertà di scoprire se stessi e diventare quello che davvero si vuole essere, contro ogni destino già segnato. È una storia in cui la forza dell'immaginazione è capace di rompere le gabbie che si celano nello sguardo degli altri, e di creare una voce con il potere di raccontarsi fino in fondo. È un romanzo antico e modernissimo, al confine tra il vecchio mondo e un mondo che si accinge a nascere.
Facciamo il punto. Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la sua amata e luminosa Sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico Nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa Marco, incantevole padre della sua incantevole Flora che Costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. Dopo varie tribolazioni, Marco ha praticamente lasciato la storica (e decisamente perfetta) fidanzata all'altare. Costanza (seppur decisamente imperfetta) credeva che l'avesse fatto per lei, ma non ne è più così sicura considerato che Marco prende tempo e si comporta in modo piuttosto ambiguo. Come sempre, però, nella vita di Costanza non c'è spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria che al momento si sta autoconvincendo di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l'Istituto di Paleopatologia di Verona per un impiego da anatomopatologa a Venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l'ultima discendente di un'antica famiglia veneziana, gli Almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c'è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato. Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità... e poi scopre che nell'operazione è coinvolto anche Marco. Che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per cercare di capire cosa c'è davvero tra lei e Marco? Con coraggio, determinazione e tanta, tanta costanza, questa eroina dai capelli rossi affronterà nuove sfide, svelerà antiche trame mentre proverà a comprendere il suo cuore.
Esisteva un patto segreto di collaborazione e protezione tra le autorità romane in oriente e Saulo di Tarso, che noi conosciamo meglio con il nome di Paolo, il santo fondatore del Cristianesimo? Incontri nelle stanze segrete del potere, rapporti diplomatici confidenziali, corrispondenze riservate, complotti, banchetti imperiali, ritratti di protagonisti reali o immaginari (come Diotima, sacerdotessa di Artemide), lo scontro sotterraneo tra il dio padre e le dee madri: sono questi gli elementi attraverso i quali si snoda questo racconto, da Roma a Damasco, da Antiochia a Gerusalemme, per terra e per mare. Un romanzo costruito per quadri che, rispettando le fonti e il contesto storico, affronta il nodo della nascita tumultuosa della religione che ha deciso le sorti di almeno metà del mondo per due millenni. Con "La spia celeste", Cristoforo Gorno ricostruisce in maniera originale la vita di Paolo di Tarso, uomo e santo: da persecutore del Cristianesimo alla conversione sulla via di Damasco, dall'apostolato attraverso i paesi del Mediterraneo al suo arrivo nella Roma di Nerone, meta finale per la costruzione della Chiesa cristiana.
Un piccolo gioiello dal Premio Strega Daniele Mencarelli: la storia di un rapporto di fiducia tra tre generazioni -- nonno, padre e nipote -- che ha al centro un coltello rinvenuto nella Seconda guerra mondiale. Il racconto della mancanza di fede di un figlio davanti alla malattia di suo padre, e della rinnovata fede che gli viene accordata invece dal nipotino.
Mariapia Veladiano attinge, per questa storia, dalla sua esperienza nel mondo della scuola. «Capita a tutti gli insegnanti di trovarsi di fronte uno studente che non si riesce ad agganciare fino in fondo. Sta lì, è educato, segue, è carino, ma non riesci a capirlo e sai che ha qualcosa da comunicarti. È una sensazione di impotenza con cui l'insegnante deve fare spesso i conti: la strada è sempre l'empatia e un atteggiamento non giudicante».
«La protagonista del racconto è un oggetto e la sua identità consiste soltanto nell'essere un materiale. Non capisce concetti come la consistenza, la temperatura o lo scorrere del tempo. Per questo guarda gli uomini e si stupisce della voce, di ciò che è leggero, della capacità creativa, ma anche delle lacrime, degli abbracci, della vergogna, di tutto ciò che chiamiamo "emozioni". Di che materia sono fatti gli uomini? Di voce. Siamo parola, musica e canto».
Due brevi testi di Antoine de Saint-Exupéry, il grande narratore e avitore francese autore del bestseller Il piccolo principe. Avevano poco da dirsi, ma spesso li si vedeva camminare a lavoro ultimato, mentre guardavano in silenzio i fiori, il giardino, il cielo e gli alberi.
Giuda Iscariota e Maria Maddalena nella parole di uno degli autori più amati di sempre, Gibran. Giuda venne nella mia casa la vigilia di Pasqua; bussò con forza alla mia porta. E quando entrò lo guardai: aveva il viso terreo.
«È quasi sempre difficile, se non impossibile, sapere come e soprattutto quando le cose hanno avuto inizio, ma lui lo sapeva, al minuto, addirittura al secondo. Ci pensava di continuo, con la stessa cupezza, la stessa rabbia di un uomo nel pieno delle forze che all'improvviso scopre di essere minato da una malattia subdola. In che modo gli si era insinuata in testa quell'idea? Non si trattava di germi, infatti, ma di un'idea. Anche un'idea può presentarsi come una macchiolina da nulla alla quale sulle prime non prestiamo attenzione. Poi cominciamo a sbirciarla ogni tanto. Abbiamo l'impressione che cresca, che si allarghi. Ci sforziamo di farla sparire, ed è un po' come se ci grattassimo un foruncolo: continua a ingrandirsi, sempre più rapidamente, finché un giorno siamo costretti ad andare dal medico. Solo che di medici, per il suo caso, non ce n'erano».