
Michaela e Gerard, originari di Cambridge, nel Massachusetts, si stabiliscono a Santa Tierra, nel New Mexico, un mondo diverso, con paesaggi bellissimi e inquietanti. Gerard ha ottenuto un'importante borsa di studio per le sue ricerche e Michaela l'ha seguito senza esitare, come ha sempre fatto fin dal momento in cui l'ha conosciuto. Quando Gerard viene colpito da una misteriosa malattia che inizialmente viene mal diagnosticata, le loro vite vengono sconvolte. A trentasette anni, Michaela deve affrontare la terrificante prospettiva del rimanere vedova e di perdere l'amato marito e compagno, la cui influenza è stata fondamentale nella sua formazione e nel plasmare la sua identità. Michaela si prende disperatamente cura di Gerard nei suoi ultimi giorni, rendendosi però conto che l'amore per suo marito, per quanto feroce e disinteressato, non è abbastanza per salvarlo e che la morte va oltre la sua comprensione. Il lutto provoca un vero e proprio sdoppiamento in Michaela, con il suo alter ego disposto a tutto pur di ricongiungersi al marito, desideroso di seguirlo fino alla fine. Con un racconto vivido, doloroso e sentito, che mescola sogno e realtà, Joyce Carol Oates descrive la traiettoria di sofferenza di chi resta ed è costretto a resistere alla perdita e a combattere per ritrovare il proprio posto nel mondo.
«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l'uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un'isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda». "Tasmania" è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun'altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi. Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un'altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo - e del nostro pianeta. La magia di "Tasmania", la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l'apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
Marisa guarda con sgomento la classifica dei libri più venduti. In cima c'è il romanzo che ha tra le mani. L'ha sfogliato e ha riconosciuto ogni pagina, ogni riga, ogni vocabolo. Quello è il libro che ha pubblicato vent'anni prima, solo che ora il nome dell'autore in copertina è un altro e lei non sa chi sia. Qualcuno ha copiato il suo romanzo. Marisa non sa che fare perché non può dimostrare che si tratti della stessa storia scritta con le stesse parole. Non può farlo perché quando ha pubblicato il suo esordio è stato un totale fallimento e ne ha distrutto ogni copia, ogni file. Invece ora qualcuno con quello stesso libro sta avendo successo. È in vetta alle classifiche. Marisa non ha idea di come sia potuto accadere, ma deve vendicarsi. Anche se non ha le prove non può permettere che questo plagio vada avanti. Ricorda perfettamente come funziona il mondo editoriale, ne conosce tutte le leggi. Deve solo provare ad entrarci in qualche modo, nessuno si ricorderà di lei. E deve riuscire ad avvicinare l'autore dell'imbroglio. Basterà giocare sulle sue ossessioni di scrittore, che lei conosce bene, per portarlo alla verità. Basterà far vacillare le certezze della sua creatività per ottenere quello che vuole. Un piccolo peccato solo per amore della giustizia. Anche se questo forse vuol dire riprendere in mano una penna e tornare a scrivere. Tornare nel regno di quel sogno che si è infranto tanti anni prima. Quello che l'ha fatta soffrire e ha cambiato la sua vita. Un romanzo non è finito fino a quando non si trova il giusto finale. Più è sconcertante, più è misterioso, più il lettore amerà leggerlo. E lo scrittore scriverlo. Ma non sempre è così.
«...il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia» Fernand Braudel Il Mediterraneo è il cuore incandescente di un unico vitale continente afro-euro-asiatico, l'epicentro della grande storia che qui transita e da qui scaturisce, il luogo in cui si è concentrato per alcuni millenni il mondo immaginabile. Come comprendere quella straordinaria «pianura fluida» che è il Mare Nostrum? Mettendosi sulle tracce delle civiltà sepolte? Ripercorrendo il vagare di eroi erranti come Ulisse, Enea o i viaggi dei pellegrini verso la Terrasanta? Interrogando gli strati e i substrati archeologici? Abbracciandone il paesaggio oppure lasciandosi abbacinare dai capolavori artistici? Il racconto mai concluso di una storia millenaria, unica e imprescindibile, fatta di guerre e convivenze, scambi e antagonismi, invasioni e diaspore, ibridazione ininterrotta di saperi, miti, leggende, manufatti, nel coesistere di culture religiose ora dialoganti ora in conflitto. Il ritratto in movimento di una civiltà e del suo mare.
È la notte del primo Natale. Gli annunci sono precisi: sta per nascere il bambino che cambierà le sorti di ciascuno. Molti lo attendono, radunati nel folto della campagna, davanti a una stalla dove sempre si è consumata la Passione degli animali. Sono gli ultimi, i poveri, gli emarginati, per la prima volta trascinati nella Storia che sino a quel momento ha registrato solo le vite dei potenti. E molti lo temono: la nascita del bambino promette di spezzare le catene del privilegio e ridicolizzare l'arroganza dei ricchi. Come nell'avanspettacolo si piange e si ride insieme ai protagonisti di un presepe in bilico tra tradizione e fantastico, desiderio di giustizia - sempre frustrato - e il quotidiano calvario di uomini e donne. Padri, madri, bambini, pastori, prostitute, soldati, i poveri di spirito, gli animali e i re magi si animano per raccontare con stupore la loro storia. Sono piccole, straordinarie esistenze sospese tra riscatto e sconfitta, la promessa del regno dei cieli e la crudeltà di sempre. Giosuè Calaciura torna al suo laboratorio delle narrazioni con ironia e poesia, plasmando un sentimento di meraviglia che anima le gioie, gli amori, l'infelicità, l'avventura della vita conservata e trattenuta nelle «figure» eternamente in viaggio nei nostri presepi d'argilla. Una notte è un romanzo libero da ogni vincolo, affilato nella struggente tensione tra la sacralità delle vite e la furia di una fantasia letteraria che rispetta e blandisce, celebra e dissacra.
"Cos'è, per te, la famiglia?" È da una domanda che Nicolò Govoni è partito per scrivere queste cinque storie ambientate nelle fumanti megalopoli del Kenya, tra le macerie della Siria, nelle profondità delle miniere in Congo, in un campo profughi in Grecia e anche là dove non ci saremmo aspettati di vedere arrivare scontri e violenza, così vicini alle porte di casa. Racconti con protagonisti quei bambini e quelle bambine a cui Nicolò sta dedicando la vita, e che ci portano in mondi dove la protezione e la normalità sono ancora privilegio di pochi. Così, entriamo nella vita di Njoki, che aspetta il ritorno di sua sorella in fuga per un amore osteggiato dalla comunità; leggiamo la lunga lettera che Wasim, nella sua prima notte da clandestino per evitare l'arruolamento, scrive alla sorellina Isra con i suoi sogni di piccola calciatrice; vediamo Musa, l'unico albino del suo villaggio, schivare le angherie dei coetanei che lo additano come il figlio di una strega; seguiamo Nur mentre cerca il suo cane scomparso nel campo profughi che divide con altri fuggitivi anche loro senza più una casa; e ascoltiamo come Khal e i suoi compagni hanno in mente di cambiare il loro mondo un pezzo alla volta, iniziando dalle tende che ora li ospitano. Nicolò Govoni torna con un libro potente e delicato, che ci ricorda come la distanza non è importante quando si tratta di crescere e diventare adulti insieme, e di come, in un mondo dove a volte sembra impossibile sognare, lo sguardo e la voce di un innocente possono avere tutta la forza necessaria per costruire il domani.
Sofia Suarez, vedova tranquilla, infermiera amabile, vicina apprezzata da tutto il quartiere è stata assassinata. Ma chi è stato? E perché? Se lo chiedono la detective della Omicidi di Boston Jane Rizzoli e il medico legale Maura Isles mentre osservano il cadavere della donna uccisa a colpi di martello. L'omicidio, infatti, sembra non avere alcun senso: chi avrebbe potuto avercela con quella donna così mite e benvoluta? Il duo brancola nel buio, nessuna pista sembra promettente, così iniziano a scavare nel passato di Sofia, che si rivelerà essere diverso da quel che pareva... Nel frattempo, qualcun altro comincia a sospettare che nel proprio quartiere stia succedendo qualcosa di strano. Si tratta di Angela Rizzoli, madre di Jane, che, oltre al sangue, condivide con la figlia il talento di percepire il pericolo prima di chiunque altro. E Angela stavolta ha la netta sensazione che dei semplici pettegolezzi nascondano in realtà qualcosa di inquietante: i nuovi inquilini dell'appartamento di fronte, la ragazza fuggita dalla casa in fondo all'isolato e altri piccoli eventi che potrebbero essere collegati tra loro. Jane fatica a credere alle congetture della madre, nota per la sua fervida immaginazione e il gusto per la tragedia. E così Angela si ritroverà a indagare da sola tra i suoi vicini, temendo che in mezzo a loro ci sia un lupo in agguato, mentre Jane e Maura, assorbite dal loro caso, rischiano di non udire in tempo le sue grida di avvertimento...
"Ne abbiamo vissuti di inferni, in questi anni: il Covid, la guerra, la delusione della politica... Più di tutti ne hanno sofferto i ragazzi, i giovani, che all'alba della vita si trovano di fronte un orizzonte nero - anche perché troppo spesso hanno davanti adulti che sanno solo lamentarsi e maledire, che non sanno più testimoniare una letizia, non hanno più ragioni sufficienti per sperare. Così, abbiamo pensato di proporre a loro, ai ragazzi e ai giovani, ma anche agli adulti che con i ragazzi condividono la fatica della vita, questa versione della Divina Commedia. Perché anche ai tempi di Dante c'era l'inferno: c'erano le epidemie, le guerre, le ingiustizie... Ma Dante dall'inferno è uscito. Ha attraversato tutto il male del mondo, lo ha guardato in faccia, ne ha condiviso il dolore; ma poi ne è uscito. Per questo vale la pena di leggere la sua opera oggi, anche e forse soprattutto per un ragazzo: perché ci dice che, per quanto buio sia l'inferno, si può uscirne; per quanto brutto sia il male che ci affligge, si può sempre uscire "a riveder le stelle". Basta un adulto come Virgilio, basta una compagnia umana certa della meta." (Franco Nembrini) Età di lettura: da 11 anni.
A San Zenobio, nel quartiere Bandiera della diocesi di Ecclesia, la parrocchia vive giorni tesi. Il parroco più che pastore d'anime, si atteggia a funzionario di Dio. Disfa, comanda, organizza finti consigli pastorali, trasforma la messa domenicale in un enorme suk, dove chiunque fa un po' quello che gli pare. Pensando che la parrocchia sia di sua proprietà. Intanto tra i catechisti gira di nascosto un foglio dove sono scritte le dieci regole per abbindolare il parroco, qualche discussione va oltre la soglia della chiesa, i movimenti ecclesiali e le associazioni non riescono a trovare pace e la battaglia per il Triduo Santo sembra essere l'unica cosa che conti davvero nella parcellizzazione dei servizi ecclesiali che il manuale Cencelli in salsa parrocchiale impartisce e benedice. Intanto arriva la pandemia. E quel che ne consegue. Tra messe on line e tentennamenti liturgici, spunta perfino una playlist del cattolico gaudente, con fiumi di birra e bicchierini di singol malt scozzese ad accompagnare la liturgia delle ore. Insomma, meno salmi più salami. Mentre, con docile disinvoltura, la comunità aspetta l'arrivo del nuovo parroco. Perché alla fine, Dio è davvero un bacio. Con questo romanzo, a tratti ironico e a volte crudo, Gianni Di Santo, giornalista e scrittore, racconta la vita di una tranquilla - che poi tanto tranquilla non è - comunità ecclesiale di periferia. Anche ai tempi del Covid. Dove il parroco è re e i laici sudditi devoti, il contraddittorio non pervenuto e la correzione fraterna una meta lontana. Sullo sfondo, il magistero di papa Francesco. E la possibilità di credere in un Vangelo che cura l'umanità.
In seguito alla morte del marito, Maria Leonor, madre di due figli, è sopraffatta dalla difficile gestione della fattoria di famiglia in Alentejo e dallo stretto controllo del suo ambiente. Dopo mesi di profonda depressione decide di affrontare i suoi doveri di proprietaria terriera, ma il suo cuore continua a essere tormentato da un desiderio inestinguibile. Tra riflessioni sull'essenza dell'amore, sullo scorrere del tempo e sulle stupefacenti mutazioni della natura, la giovane vedova trascorre le notti insonne, spiando gli amori delle cameriere e soffrendo di solitudine fino a quando due uomini molto diversi irrompono nella sua vita e il suo destino inaspettatamente sembra prendere una nuova piega. Uscito nel 1947, La vedova è il primo romanzo di Saramago, pubblicato in Portogallo con il titolo Terra del peccato. Oggi, in occasione del centenario della sua nascita, quest'opera, scritta ad appena ventiquattro anni, viene pubblicata per la prima volta in italiano con il titolo originale. Ne "La vedova" ritroviamo il suo peculiare modo di guardare il mondo, la sua straordinaria forza narrativa e un personaggio femminile indimenticabile: c'è già tutto il grande scrittore che conosciamo. La follia, il peccato e l'ossessione della giovane vedova Maria Leonor, dilaniata tra passioni indomabili e obblighi sociali.