
Il 5 novembre 1942, in piena seconda guerra mondiale, un aereo americano con cinque uomini a bordo è costretto a un atterraggio d'emergenza sui ghiacci della Groenlandia. Ingannevole fin dal nome, che significa Terra verde, la Groenlandia è una spessa coltre bianca che di verde non ha nulla. Inospitale anche perché soggetta alla Danimarca, che ora è nelle mani dei nazisti. Poco tempo dopo anche l'aereo inviato in soccorso, un B-17, soccombe a una tempesta. I nove uomini dell'equipaggio si trovano catapultati nell'inferno artico. Una seconda missione di salvataggio scompare invece letteralmente con i suoi tre uomini, senza lasciare tracce. Per cinque mesi i quattordici sopravvissuti devono combattere contro il gelo in attesa di nuovi soccorsi. Lottando contro fame e paura, depressione e solitudine, avendo come unico riparo caverne di ghiaccio o il moncone di un aereo, gli uomini aspettano una salvezza che si fa sempre meno certa. Non sanno ancora che la loro vita è in mano a un uomo, un eroe, che rifiuta di abbandonarli e mette a punto un piano folle per trarli in salvo.
Pistoia, 25 luglio: durante la festa di San Jacopo, patrono della città, due ragazzini in bicicletta trovano, vicino a un fosso, il cadavere di una donna, barbaramente uccisa, priva di documenti, vestita e truccata come una prostituta, probabilmente extracomunitaria. Dopo affannose indagini, portate avanti da carabinieri svogliati e un giovane cronista che sogna lo scoop, si scopre invece che il corpo è quello di Efisia Caddozzu, maestra elementare, che tutti credevano in vacanza, la cui scomparsa era stata segnalata solo dall'anziano padre, a cui nessuno aveva creduto. I sospetti sembrano portare sulle tracce della comunità albanese: Efisia faceva volontariato, conosceva il mondo degli immigrati e aveva preso sotto la sua protezione un ragazzo intemperante e violento. Ma chi era davvero Efisia Caddozzu? Perché una semplice maestra viene abbandonata sul ciglio di una strada con il cranio fracassato? Efisia era venuta dalla Sardegna agli inizi degli anni Sessanta: famiglia numerosa, carattere indomito, a tratti brusco e iracondo, aveva militato in Lotta Continua, aveva dedicato la sua vita all'insegnamento, al volontariato e aveva aiutato molti immigrati a inserirsi in città. Le indagini portano tutte a un unico indiziato: l'albanese, di cui si è persa ogni traccia. Ma la verità sulla morte di Efisia è un'altra. Per scoprirla sarà necessario scavare nelle ipocrisie più sottili e feroci dell'animo umano.
Zareen è orgogliosa d'essere una parsi e di abitare in una fiorente metropoli con otto milioni di abitanti, qual è Lahore, in Pakistan. Certo, è arduo vivere in un paese in perenne conflitto con un altro. Durante la famigerata guerra dei Diciassette Giorni tra Pakistan e India - era il 1965 e il pomo della discordia era come sempre il Kashmir - mentre le granate esplodevano a soli diciotto chilometri di distanza, Zareen fu costretta a prendere le sue bambine e a raggiungere Rawalpindi. Duecentottanta chilometri percorsi in otto ore. Grazie alle preghiere rivolte a Sarosh Ejud, l'Angelo del successo zoroastriano che protegge l'umanità, lei, Feroza, la figlia maggiore, e Parizad, la minore, giunsero a Pindi sane e salve. Ora, però, più di bombe, granate e colpi di cannone, qualcosa di inaspettato, crudele, insensato sta per sconvolgere l'esistenza di Zareen: sua figlia Feroza, che soggiorna da un paio d'anni a Denver, negli Stati Uniti, sta per sposare un non-parsi, un americano figlio di genitori ebrei, un ragazzo con gli occhi azzurri, i capelli lunghi e dei frivoli colpi di sole. Vi può essere disgrazia maggiore di una figlia che non avrà più accesso al Tempio del Fuoco? E che sarà espulsa dalla comunità, come succede a ogni ragazza parsi che sceglie un marito di altra nazionalità? ...
Sofia, Carla, Norma e Vera: donne in prima linea sulla frontiera della vita che corre veloce. I figli frequentano le stesse scuole milanesi, così la mattina prima del lavoro le quattro amiche condividono un caffè al bar Golden Palomino - una vera istituzione -, parlano di sé, di quello che succede intorno. Sofia è un po' fissata con il cibo, con i pasti che ogni giorno diventano il campo su cui misurare la propria ansia di perfezione e le proprie nevrosi; Carla è angosciata dalla precarietà di un lavoro che non si è mai concretizzato, dal rapporto difficile con il marito (la cui carriera va a gonfie vele) e dal fatto di ritrovarsi intrappolata negli spazi e nei riti domestici; Norma, invece, è reduce da una separazione dolorosa, e si trova a fronteggiare i molti paradossi dell'essere di nuovo single a quarant'anni e con i figli al seguito; infine Vera, una donna che porta il mondo sulle spalle e non si ferma mai, la breadwinner di una famiglia in cui il marito ha perso il lavoro: sarà proprio lui, rovinato dalle slot, a sparigliare le carte in modo drammatico e inaspettato. Questo momento di crisi unisce le amiche e le costringe a confrontarsi. Ciascuna di loro darà del dramma di Vera la sua interpretazione, in quel coro femminile di riflessioni autonome e concentriche che, piano piano, conferisce senso alla realtà, anche quella più dura, rendendola pensabile e visibile, come in un caleidoscopio.
Gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile Sylvia Plath allo Smith College, ogni mattina Joanna Rakoff si reca sulla Quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l'agenzia letteraria dove lavora. Un'agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la più antica tra quelle ancora in attività nella metà degli anni Novanta a New York. Lì sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la "direttrice" dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l'altra con un'enfasi degna di Lauren Bacali. Ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di Olivia, Max e Lucy gli agenti, un distillato del fascino démodé dell'Agenzia con le loro presentazioni al KGB Bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste - le rammentano che l'agenzia non è solo un'azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunità, una casa. Qualcosa di più simile a una società segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinità da adorare: Fitzgerald, una sorta di semidio; Dylan Thomas, Faulkner, Langston Hughes e Agatha Christie, divinità minori e, alla guida del pantheon, la più pura, assoluta divinità, lo Scrittore rappresentato da sempre dall'agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger. Avvezza già all'era digitale dei Macintosh nella New York della metà degli anni Novanta, Joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni Cinquanta...
"Questa storia appassionata e dolorosa è accaduta cento anni fa in luoghi e tempi disperati. Ha senso raccontarla solo per dimostrare che nessuna notte è così fonda da non anticipare il sorgere di un nuovo giorno". Fra Lombardia e Friuli un'avvincente storia di amore e di amicizia nel drammatico scenario del primo conflitto mondiale.
Un'estate torrida in una vecchia casa in Toscana. Qui Tristano vive la sua lunga agonia: una cancrena gli divora la gamba, i dolori sono lancinanti e la malattia si estende a tutto il corpo. Lo assiste la vecchia Frau, la stessa che da bambino gli raccontava fiabe e poesie in tedesco, affinché imparasse la lingua. In uno stato allucinatorio, Tristano vecchio e incattivito, racconta di sé ad uno scrittore perché sia testimone della sua agonia e dei ricordi di una vita. Fantasmi di donne amate si sovrappongono nel delirio e poi la guerra, combattuta in Grecia, la scelta della libertà e della Resistenza. Alla fine della vita tutto appare uguale a se stesso, un incubo che tutto sovrasta e tutto circonda.
"Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato".
Lo incontriamo da ragazzino mentre "scarpagna" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese). Sono gli anni '50 e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo alto, con una barba immensa e un vecchio cane. È una divinità pagana, sporca come un letamaio, che gli regala una facoltà meravigliosa: un orologio interno, un orobilogio, che gli consentirà di correre avanti nel tempo. Così Lupetto diviene Saltatempo, cresce bislacco e distratto, mentre il paese dove vive si sta trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà.
Il lettore ha tra le mani il frutto delle conversazioni svolte da Chesterton sul programma radiofonico della BBC tra l'autunno del 1932 e la primavera del 1936. È corretto parlare di frutto perché il volume non raccoglie solo le trascrizioni delle trasmissioni radiofoniche pubblicate sul settimanale della BBC, The Listener (rimasto in vita sino al 1991), ma anche di ciò che esse generarono e cioè le lettere e soprattutto una partecipazione viva dei lettori-ascoltatori, le risposte di Gilbert e i contributi polemici originati dalle trasmissioni di Chesterton. È un errore considerarlo un polemista. Era in realtà un amante della Verità in ogni sua possibile veste e declinazione. Questa raccolta lo dimostra. Al di là dei fuochi d'artificio che legittimamente si concedeva, dell'umorismo piacevole e frizzante che praticava con larghezza, Gilbert aveva l'"arma segreta": entrava davvero nelle case e soprattutto nei cuori delle persone. Introduzione di Marco Sermarini.
Dopo il loro incontro, niente è stato più come prima. Superato un inizio burrascoso, Tessa e Hardin sembravano sulla strada giusta per far funzionare le cose. Tessa si era ormai arresa al fatto che Hardin... è Hardin. Con il suo carattere, la sua rabbia. Ma anche simpatico, divertente, dolce - quando vuole - e dannatamente sexy. Eppure la rivelazione sulle origini della loro relazione ha lo stesso l'effetto di una bomba. Tessa è sconvolta, fuori di sé. La sua vita prima di lui era così semplice e chiara. Ora, dopo di lui, è solo... dopo. Chi è davvero Hardin? Il ragazzo di cui si è perdutamente innamorata nonostante tutto? O uno sconosciuto, un bugiardo fin dal principio? Vorrebbe allontanarsene. Ma non è così facile. Non con il ricordo delle sue braccia intorno a lei. Della sua pelle. Del suo tocco. Dei suoi baci affamati. E non è sicura di poter sopportare un'altra bugia, un'altra promessa non mantenuta. Per lui, ha messo tutta la sua vita tra parentesi - l'università, gli amici, il rapporto con sua madre, un ragazzo che l'amava sul serio, e forse anche una promettente carriera nell'editoria. Ora Tessa deve andare avanti. Con o senza di lui. Ma Hardin sa di aver commesso un errore, forse il più grande della sua vita, e non ha intenzione di arrendersi senza combattere. Saprà cambiare? Cambiare ... per amore?

