
"'Il fumo di Birkenau' di Liana Millu è fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau: certamente la più toccante fra le testimonianze italiane. Consta di sei racconti, che tutti si snodano intorno agli aspetti più specificamente femminili della vita minimale e disperata delle prigioniere. La loro condizione era assai peggiore di quella degli uomini, e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica di fronte a lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei crematori, le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, non eludibili, non negabili, corrompono col loro fumo empio i giorni e le notti, i momenti di tregua e di illusione, i sogni e le timide speranze." (Dalla prefazione di Primo Levi)
"Emanuele Pacifici nella sua autobiografia presenta al pubblico la storia di un ebreo che, nato nel 1931, dovette affrontare, appena adolescente, il periodo tristissimo delle leggi razziali e della persecuzione antisemita. È un libro senza pretese, che racconta con semplicità, con sincerità e con emozione episodi lieti e tristi della vita dell'autore. Senza dubbio il quadro che ne risulta è quello di una vita ricca di drammaticità sofferta ed accettata con spirito sereno, senza mai perdere la fiducia nel prossimo e nell'avvenire." (dalla Prefazione di Elio Toaff)
Il viaggiare acquistò i connotati di una vera consuetudine didattica nel XVIII secolo. L'età dei viaggiatori oscillava tra i 16 e i 22 anni e il viaggio era completamento di una buona educazione. Ci si aspettava che dall'esperienza il giovane ne acquisisse intraprendenza, coraggio, attitudine al comando, conoscenza di costumi, galatei e lingue straniere, conoscenze necessarie alla futura classe dirigente. Al viaggio si accompagna la produzione di diari, epistolari, guide, relazioni cui l'autore attinge a piene mani per il suo volume. Illustra itinerari, stagioni e luoghi di sosta; descrive i dettagli del viaggio materiale con il suo corredo di carte, passaporti, bauli, guardaroba e armi; descrive la vita in carrozza e i suoi protagonisti, le camere, le locande.
Punto di confluenza di grandi correnti culturali e popolari, il "Decameron" rappresenta nella nostra letteratura il sommo modello di lingua discorsiva e di stile prosastico. Un'opera che testimonia la completa e immediata adesione del Boccaccio a una visione realistica e moderna della vita, a una nuova etica non più trascendente ma immanente e individualistica, in breve a quell'insieme di valori tutti umani e terreni propri della civiltà trecentesca. Di tale età comunale e signorile, tramonto del Medioevo e alba di una nuova epoca, il Boccaccio fu protagonista entusiasta e appassionato.
In questa opera autobiografica, Mazzantini racconta la sua esperienza di giovane "ragazzo di Salò". A diciotto anni, dopo l'armistizio dell'8 settembre, Mazzantini scappa da casa per andare al fronte a combattere. Unitosi ai superstiti di un battaglione di Camicie Nere conoscerà sui monti della Valsesia e della Val d'Ossola gli orrori, le lacerazioni e le contraddizioni della guerra civile. Giulio Nascimbeni di questo libro ha scritto: "E' la storia di uno dei tanti che dopo l'8 settembre scelsero di stare dalla parte dei tedeschi e dei repubblichini. Sognavano di combattere in prima linea contro gli angloamericani che risalivano lentamente l'Italia; quasi tutti andarono invece a rastrellare partigiani e renitenti alla leva nelle valli del settentrione".
Da oltre tremila anni, nel cuore nero dell'Africa pulsa uno straordinario mistero, nato dalla mente e dalle mani di un uomo e poi sottratto agli altri uomini grazie al letale abbraccio di un fiume indomabile e di una natura brutalmente ostile. Quel mistero è la tomba del faraone Mamose, concepita dallo scriba Taita per celebrare la potenza del suo sovrano e per conservarne in eterno le immense ricchezze. Orgogliosamente convinto che nessuno riuscirà mai a violare il maestoso sepolcro, Taita ha lanciato la sua sfida ai posteri, lasciando una traccia di enigmatiche indicazioni, vergate su un papiro, che illuminano i segreti della tomba e indicano la via per raggiungerla. E l'appassionante sfida è ancora aperta per chiunque sia tanto coraggioso da volersi cimentare con i tenebrosi fantasmi di un remoto passato: per lo spregiudicato Nicholas Quenton-Harper diventa una eccitante scommessa; per l'avido collezionista Gotthold von Schiller un anelito all'immortalità; per l'affascinante archeologa Royan Al Simma un'orgogliosa conferma della grandezza del popolo egizio. Un tornado di bramosia e di desiderio investe allora la tomba del faraone, ne fa scattare le trappole mortali, scatena gli istinti più oscuri e feroci, imprigiona colpevoli e innocenti in un inebriante vortice di possesso. E ben presto tutti scopriranno che il nemico vero è proprio lui, Taita, che pare aver atteso trenta secoli poter infine scatenare una caccia al tesoro tanto pericolosa quanto travolgente.

