
Tema e sfondo di questa raccolta di racconti brevi è il mondo editoriale. Le figure canoniche, i ruoli codificati per eccellenza di questo brulicante universo che sembra ruotare unicamente intorno alla propria orbita, vengono sezionati con spietata impassibilità. L'esordiente, il libraio, l'editore, la traduttrice improvvisata, il filologo, il critico stroncatore, l'autore "maledetto", i premi letterari, l'ufficio stampa, tutto viene visto attraverso l'humour di chi, pur consapevole di appartenere a quell'ambiente, non rinuncia a posarvi uno sguardo distaccato e ironico, talvolta amaro fino allo struggimento.
Ma perché, perché corriamo per la Spagna cercando cani bastardi? Perché li fotografiamo? Lo vuole la Duchessa? E va bene! Ma chi è la Duchessa? E perché lo vuole? E' inteso che ci paga. E meno male! Ma quanto paga (quando paga)? E fino a quando continuerà a pagare? Le duchesse, si sa, sono imprevedibili, si permettono tutto. Questa, poi! Coinvolto da un amico di gioventù in un'impresa che gli appare insensata, un giornalista fallito si sfoga a raccontarla, più di vent'anni dopo, così come la visse sul Camino de Santiago e oltre, viaggiando in una Citroen verde, altrimenti detta "Cocholone" ovvero "pescecane", con l'insopportabile Orfeo, l'infedele Sabina, l'incantevole Beatrice, l'abietto ex collega Maravedis e il mozo Ramon.
L'Inghilterra della rivoluzione industriale vede muoversi immense fortune a seconda di chi controlla il carbone. Ed è proprio il carbone a scatenare le passioni malevole della potente famiglia Jamisson, che trova però sulla sua strada la nobiltà d'animo e il coraggio del giovane McAsh, un minatore che ha deciso di spezzare le catene della schiavitù.
Qualcuno ha ucciso brutalmente William Brown, un australiano che durante la guerra ha lavorato per i servizi segreti, e Maigret viene caldamente pregato di risolvere il caso con rapidità e discrezione. Giunto ad Antibes, tuttavia, il commissario si trova d'improvviso catapultato in un mondo che pare avere su di lui l'effetto di un narcotico. Un mondo traboccante "di sole, di mimose e di fiori dal profumo dolciastro, di mosche ubriache, di auto che scivolano sull'asfalto molle...". Un mondo più che mai lontano da Parigi e dalla realtà conosciuta.
Nella notte dei tempi un popolo osò sfidare Dio. E la Torre della Solitudine, persa tra le dune, è l'ultima testimonianza di quella sfida, ma è anche la promessa di un portentoso evento. Per ritrovarla, per scioglierne l'indicibile mistero, tre uomini si avventurano nel cuore del Sahara. Un archeologo che insegue le tracce di suo padre, un colonnello della Legione Straniera assetato di vendetta, un prete che mette alla prova la sua fede: di fronte alla Torre della Solitudine si compie il loro destino. Mentre dai confini del tempo e dello spazio rieccheggia il più superbo e sconvolgente dei messaggi.
Un ufficiale prussiano che soffre di allucinazioni, che in stato di esaltazione sonnambolica conduce in battaglia i propri soldati senza aspettare l'ordine di attacco, che trema di fronte alla morte e non ha paura di mostrarsi vile e di implorare la grazia: è questo il principe Federico di Homburg protagonista del dramma di Kleist ed eroe nella battaglia di Fehrbellin contro gli svedesi. Quest'opera è il testo kleistiano più coraggioso che, pensato come omaggio alla casa regnante di Prussia, ha osato portare sulla scena una simile figura di soldato, nella quale è possibile intravedere una virtualità, sia pure improbabile nell'orizzonte tedesco coevo, dello spirito borghese del tempo.
Romanzo d'esordio di un giovane scrittore haitiano, precedentemente segnalatosi all'attenzione dei lettori francesi con alcuni racconti pubblicati in riviste e nella raccolta "Il sogno di una foto d'infanzia". Questo romanzo può essere considerato come un romanzo di formazione in cui il narratore, ormai adulto, alla ricerca della propria infanzia ricorda, immagina, sogna e ricrea luoghi e personaggi che lo hanno segnato nell'universo di Port-au-Prince, capitale di Haiti, sul finire degli anni Sessanta.