
In una notte di mezza estate si intersecano, come in una féerie, due storie di seduzione, separate da più di duecento anni e oscillanti vertiginosamente fra l'inebriante e l'esilarante.
Un luogo di villeggiatura sul golfo di Napoli, un gruppo di turisti ansioso di divertimenti, una pensioncina senza pretese, amori e amorazzi sullo sfondo. A turbare questa tranquilla routine vacanziera irrompe l'Estrella che, in arrivo dalle Americhe, cola a picco proprio nel golfo. È uno sbadato capitano inglese, Whititterly, ad aver combinato il pasticcio ed è sempre lui a complicare ulteriormente la situazione fornendo a passeggeri ed equipaggio, invece di cinture di salvataggio, delle cinture di castità, di cui perde pure le chiavi. Basta questo perché si scateni un'irresistibile sequela di avventure, sempre più incresciose e irriverenti, fino al casuale scioglimento conclusivo. Un'intricata vicenda di donne bellissime, dongiovanni impenitenti, palombari, con tutti i trucchi dei più biechi romanzacci sentimentali. Ma grazie alla sua satira al vetriolo, Campanile smantella banalità e ipocriti travestimenti della piccola borghesia fascista, facendone lo zimbello tutto da ridere di questo grottesco antiromanzo.
Per un uomo in cerca di distrazione nell'arte, meglio ritrarre nudi di donna o bottiglie come Morandi? E quando si opta per una "settimana bianca" quanto è importante avere l'equipaggiamento giusto? Ma soprattutto, è evidente che non esista nessuna analogia tra gli asparagi e l'immortalità dell'anima. Oppure no? In questa serie di racconti brevi, surreali e gustosissimi, Campanile schiera sulla scacchiera della narrativa le sue migliori pedine: umorismo, nonsense, giochi letterari e di parole che esaltano le innate capacità funamboliche delle storie ben raccontate, trasformandole in irresistibili lezioni di vita, senza prendersi troppo sul serio. Tra acute analisi psicologiche e piccole ma essenziali fisiologie del matrimonio, Campanile ci accompagna nel suo mondo di scrittore raffinato, che sottopone alla sua lente d'ingrandimento, deformante e mai così chiarificatrice, i luoghi comuni e i cliché di una società in cui ancora oggi è possibile riconoscersi.
Che cosa ci farà mai in un paesino della Vandea che a metà gennaio sembra fatto di acqua e di fango, quell'essere livido e odioso che tutti al Quai des Orfèvres hanno sempre chiamato l'ispettore Cadavre? La questione intriga il commissario Maigret, arrivato lì in veste privata per dare una mano al cognato di un giudice che rischia l'imputazione di omicidio.
Un incendio apre il romanzo e annuncia il manifestarsi della malattia del sessantenne Konrad Lang. Le sue crescenti leggerezze si dispongono in un quadro clinico preciso e scientificamente documentato, ma rappresentano anche gli ingredienti di una trama spumeggiante. Il merito dell'autore è di aver trovato il difficile equilibrio tra una comicità contenuta e il nucleo inevitabilmente drammatico della storia.
Tom e Dorian, due dei quattro figli di Sir Hal Courteney, salgono a bordo dell'East Indiaman, il galeone affidato al comando del padre incaricato dalla Compagnia delle Indie di domare il sanguinario pirata arabo Jangiri, il cui "regno" si estende dal capo di Buonasperanza al Madagascar. Tom si troverà così a dover affrontare, prima con il padre e poi con Sarah, la donna che ha scelto di stare al suo fianco, gli innumerevoli enigmi di un continente che esercita il suo invisibile potere su uomini e animali, mentre Dorian, costretto a una nuova esistenza e a una nuova fede, farà del coraggio la sua arma e scoprirà l'amore.