
Un libro che nella Cina del 1765 riuscì a raccontare l'amore tra gli adolescenti; un libro che mise in scena idee che fondono pietre per riparare la volta celeste, fiori che promettono di restituire in forma di lacrime l'acqua con la quale sono stati coltivati, bambini che nascono con in bocca una giada. Questo libro, considerato uno dei massimi capolavori della narrativa cinese della dinastia Ching, è "Il sogno della camera rossa". Con i suoi circa 450 personaggi che ruotano intorno al destino di Pao-yu, di sua cugina Tai-yu e di Po-ch'ai, in un mulinare continuo di sortilegi che attingono alla tradizione taoista, al sogno e all'allegoria metafisica, questo libro enciclopedico e commovente è un esempio di narrazione unica nel suo genere.
Ne ha sempre avuti parecchi di guai, Antoni Sarmentu. Prima e dopo quel terribile giorno di settembre in cui salì al santuario della Madonna di Gonare a chiederle la grazia di trovare un marito per la figlia e di fermare il tumore che gli stava consumando la moglie. D'improvviso, al momento della comunione, cominciarono a cadere chicchi di grandine grossi come ghiande, e un fulmine penetrò nella chiesa e colpì proprio lui, Antoni, riducendolo come "uno stoppino bruciato" e lasciandogli, al posto della filigrana dorata della catenina di battesimo, "un sottile ricamo alla base del collo". Da quel giorno a Oropische tutti lo chiamarono Collodoro. Ma il fulmine (o forse la Madonna stessa) gli aveva lasciato un altro dono, più inquietante e più segreto: il temibile potere di guardare dentro la testa della gente, e di vedere i loro peccati. A cominciare da quelli del parroco, don Basiliu, che di tutti i peccatori del paese era il più abietto e il più infido. Ma il giorno di Ferragosto, ventiquattr'ore prima dell'esproprio delle terre di Monte Piludu, l'intero paese si metterà in marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori. E sarà una battaglia memorabile.
Ellis Island, 1909: da uno dei tanti transatlantici in arrivo sbarcano una giovane donna e il suo bambino. Provengono dall'Italia, dall'Aspromonte più arcaico e violento. I loro nomi sono Cetta e Natale: ma il bimbo viene subito chiamato, dagli addetti dell'Immigrazione americana, "Christmas". Natale-Christmas: nella trasformazione di questo nome è racchiuso tutto il sogno della giovane, indomita Cetta, che affronta con coraggio le difficoltà della vita nel ghetto italiano del Lower East Side di New York con un solo desiderio: che il suo bambino diventi un vero americano, libero di essere felice ma ancor prima libero di essere se stesso. Essere "americani" nei sobborghi di New York ai primi del Novecento, però, significa anche confrontarsi con una società di immigrati provenienti da ogni dove, nella quale a dettare legge sono i gangster. Per Christmas, diventare uomo significa affrontare una realtà in cui non conta tanto la rettitudine quanto la spregiudicatezza e la forza. Una realtà nella quale, se si vuole sopravvivere, le regole non possono essere cambiate. A meno che... non si abbia un dono speciale. E Christmas può contare sulla sua fantasia vivissima, e sulla capacità di renderla concreta attraverso storie che fanno sognare chiunque lo ascolti. È così che nasce la gang immaginaria dei Diamond Dogs, composta solo da due ragazzini ma capace di diventare padrona di New York, addirittura di arrivare in tutte le case attraverso la prima radio indipendente.
Non si era fermata a uno stop, ecco tutto. Alex Halter andava di fretta quella mattina: l'appuntamento dal dentista, i compiti da correggere, la cena con Bridger, la vita normale di una ragazza trentenne, insegnante d'inglese in una scuola per non udenti, e sorda a sua volta. Una giornata come tante, insomma: fino a quello stop, al poliziotto che le urla di scendere, che l'ammanetta come se fosse la più pericolosa delle criminali - un'assassina, una terrorista - all'ingiustizia di tre interminabili giorni in prigione. E poi l'assurdità delle accuse: assegni scoperti, droga, rapina a mano armata e altri reati in giro per gli Stati Uniti, in posti che prima d'allora non aveva mai neanche sentito nominare. Quello che Alex non sa è che negli ultimi anni lei è stata l'inconsapevole vittima di un furto d'identità: c'è un altro "Alex Halter" là fuori, un truffatore che si è appropriato dei suoi dati anagrafici, della sua patente, delle sue carte di credito, della sua vita. Ormai è una questione personale e Alex, aiutata dal fidanzato, decide di risalire al misterioso individuo che le ha clonato l'esistenza. Inizia una caccia all'uomo adrenalinica attraverso gli Stati Uniti, un inseguimento senza pause in cui i ruoli non smettono di ribaltarsi: il truffato diventa truffatore, l'inseguito inseguitore, le identità sempre più liquide e intercambiabili.
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".
Sonetaula è il soprannome di un ragazzino sardo, servo pastore, che riesce ad avere un proprio gregge, ma scivola nell'inevitabile subcultura del mondo pastorale e si spinge sulla via senza ritorno del banditismo. È la "condanna dell'ovile", trafila comune a quasi tutti i ragazzini di quegli anni (1937-50) nella Sardegna dell'entroterra. A questa si sottrae un coetaneo che, divenuto neccanico, è caposquadra nella lotta all'anofele, combattuta dagli Americani nel 1944 per liberare l'isola dalla malaria. Diversamente dall'amico, il meccanico si "salva" dalla sorte comune grazie alla diversa realtà lavorativa in cui riesce ad entrare. Un testo scritto quarant'anni fa e, recentemente, rivisitato dall'autore.
In una piccola e spettrale città chiusa dentro mura che la separano dal resto del mondo, vivono abitanti privi dell'ombra e dei sentimenti, tranquilli al riparo di ogni emozione. Tra di loro, un nuovo arrivato ha il compito di leggere "i vecchi sogni" nel teschio degli unicorni, unici animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita, di un'altra possibile dimensione. In parallelo, in un'asettica disumana e futuribile Tokyo, un uomo sarà coinvolto da uno scienziato tanto geniale quanto sconsiderato in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafore delle paure che agitano la coscienza di tutti. Ed è proprio lì, nel buio fondo della mente, che si troverà la chiave dell'enigma, la soluzione del mistero che lega i personaggi dei due mondi, che sono in realtà l'uno il riflesso dell'altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni, il passaggio in entrambi i sensi, o il viaggio sarà senza ritorno?
"Oggi, a quasi cinquant'anni dalla pubblicazione, questo celebre resoconto di un semplice sottoufficiale alpino che si trova a combattere nel settore centrale del fronte russo, proprio quando l'esercito dell'Unione Sovietica sferra il suo potente attacco demolitore, acquista rilievo speciale. Man mano che i fatti narrati si allontanano nel tempo, il diario del sergente diventa più intenso e assume i caratteri dell'esperienza perenne. La testimonianza scritta, rispetto agli eventi storico-geografici da cui è scaturita, intrattiene lo stesso rapporto che potremmo supporre fra la moneta e il suo conio." (Dalla postfazione di Eraldo Affinati).
Octave è un pubblicitario e conduce una vita sinistra. È uno di quei morti viventi il cui unico sprazzo di luce deriva dal riflesso della propria carta di credito. È uno di coloro che decide oggi cosa desidereremo domani, che inquina il mondo con spot e bugie, che inventa bisogni inutili. Un giorno viene coinvolto in una campagna più stupida delle altre per lo yogurt di una multinazionale e va in pezzi. In un crescendo di esaltazione, tra alcol e stupefacenti, diventa sempre più violento, fino all'esplosione finale.
Sagamore è un giovane venuto da un'altro paese. Sperduto nella grande città s'interroga sul senso della vita con disarmante ingenuità. Nella sua ricerca della felicità, incontra una bambina singolare, non a caso chiamata Joy, che gli fa da guida. La bambina attira canzoni dal cielo e appassionate creature pittoresche animate da una gioiosa impazienza di vivere. Il racconto, un'allegoria filosofica che affronta i paradossi della gioia perfetta e le condizioni spesso insolite del suo verificarsi. La protagonista stravolge le prospettive comuni su tutti i grandi temi dell'esistenza. Con l'incoraggiamento di questa musa in calzini bianchi, la ricerca di Sagamore prende i toni di una palpitante suspence, piena di nuovi sviluppi e colpi di scena.
Il guardiano dei giardini del cielo rappresenta in modo illuminante la cifra dello scrittore. Il racconto è, per D'Alessandro il luogo interiore dove nasce il suo prototipo che, in quanto tale, contiene l'ideazione narrativa nella sua forma primigenia e più pura. È la secentesca camera ottica del pittore, dove dall'oscuro si genera l'esperimento dell'immagine e del colore. L'umanità, la pietas come dimensione anarchica dell'anima e rivelatrice della sua essenza più misteriosa, la contemplazione di un orizzonte ultraterreno sono i temi di fondo, distinguibili oltre la molteplicità dei soggetti. Lo stile dei racconti privilegia la chiarezza rispetto alla sperimentazione, rinvenibile invece nei suoi romanzi. D'Alessandro professa il culto della pagina nitida, tersa, sorretta da dialoghi veloci. L'obiettivo perseguito è commuovere il lettore, sensibilizzarlo poeticamente a una realtà superiore a ogni parola, farlo innamorare di ciò che legge.

