
Le geografie conosciute e frequentate subiscono una continua modificazione nel corso del tempo: nel Settecento, ad esempio, Sud significa solo la stretta striscia d'Africa che si affaccia sul Mediterraneo, mentre in epoca colonialista tutto il Continente Nero è passato al setaccio, prima delle avventure antartiche in voga nel Novecento; così si dilatano anche le altre parti del pianeta visitate dagli italiani (l'America si riempie poco a poco, l'Australia è conosciuta per ultima). Cambia la concezione del viaggio, dall'esplorazione solitaria, alla missione scientifica organizzata, fino al viaggio borghese dominato dalla voga della "passeggiata". Cambiano i mezzi di trasporto: se Andreani sale in cielo su un areostato, nel Settecento c'è la carrozza, e nell'Ottocento compaiono la bicicletta e il treno, "orribile mostro" cantato da Carducci. Una sezione dell'antologia è dedicata all'Italia: non è affatto vero che gli italiani non conoscono il proprio paese, né che sono stati viaggiatori pigri. L'antologia (che conta una sessantina di autori) presenta testi non solo letterari, perché a scrivere di viaggio sono stati certo grandi scrittori, ma anche scienziati, religiosi, diplomatici, politici, militari, avventurieri e spie, giornalisti, e persino personaggi semplici, autori di ricordi sorprendenti nella loro ingenuità. Il cappello introduttivo dei brani ne presenta l'autore, inserendo il testo nella tradizione specifica e fornendo indicazioni su altre opere e su altri viaggiatori.
Vissuto nella prima metà dell'Ottocento, Nikolaj Gogol' è stato uno scrittore originale e di fondamentale importanza per il successivo sviluppo della prosa russa, con la grandissima stagione dei romanzi tolstoiani e dostoevskiani della seconda metà del secolo. Tipico dei suoi testi è un realismo grottesco e nitido insieme che esprime la condizione umana dei suoi personaggi, rappresentanti di un'umanità in perenne conflitto con la realtà sociale, vista come una macchina stritolatrice. Questo volume raccoglie le sue opere maggiori, i celebri racconti "Il naso", "La mantella" (noto anche come "Il cappotto"), "La prospettiva Nevskii", "Il ritratto", "Le memorie di un pazzo" e "Taras Bul'ba", oltre al romanzo, rimasto incompiuto, "Le anime morte", una raffigurazione dei moderni inferi in cui il posto del demonio è preso dal denaro, malvagia divinità in nome della quale gli uomini sono disposti a compiere ogni azione.
Max Padovani, ex pop star italiana che ha mollato tutto da anni per ritirarsi in California, viene in Italia ogni anno per una piccola tournée dedicata allo zoccolo duro dei suoi fan. Il giorno prima di tornare negli USA, Max la combina grossa: perde il suo passaporto americano. È quindi costretto a un periodo imprevisto di vacanza forzata a Roma - la sua città natale, da cui manca da venticinque anni - mentre aspetta dall'ambasciata un passaporto nuovo. Max si ritrova a frequentare le stesse stradine di Trastevere in cui bazzicava prima di diventare una star della musica e il suo passato, anarchico e paradossale, riemerge prepotentemente. Parte della responsabilità è del suo agente, che gli procura stranissimi ingaggi da star in declino, e di Nick, equivoco personaggio specializzato in gossip, che lo convince a offrire il volto a finti scoop da rivendere ai giornali-spazzatura. Max si lasciare guidare dagli amici e viene travolto dagli eventi. Nella sua parentesi romana accumula un fardello di problemi che si ritroverà ad affrontare così come ha affrontato tutta la sua vita: disperatamente, e in ritardo cane.
Uno scrittore deve scrivere un romanzo che ha in testa da moltissimo tempo; ma un giorno dopo l'altro, la scrittura non arriva, e più s'inceppa e si perde, più la vita dello scrittore preme con potenza, con passione, con la necessità del sangue che corre, per trovare una forma. Intorno allo scrittoio vuoto, la stanza si riempie di pensieri, di sensi di colpa, di desiderio, di telefonate clandestine, di disperati tentativi di reprimere per amore della moglie un nuovo amore nascente, giocoso e irresistibile. Lo scrittore si chiama Mauro Covacich, le giornate che racconta sono quelle del suo matrimonio con Anna, le notti sono quelle tormentose del desiderio di Susanna, di un amore nuovo e dirompente. E più lunghe e arrovellate si fanno le giornate davanti alla pagina bianca, più chiaramente emerge che la storia di un amore che nasce e di un amore che muore è l'unica che abbia senso raccontare.
Jane, una povera orfanella che ha trascorso la fanciullezza in un triste asilo di Lowood, dopo anni di stenti e di solitudine, viene assunta come governante in casa Rochester. Il cinico padrone finisce per innamorarsi di lei ma quando si sta per celebrare il matrimonio, una scoperta viene a sconvolgere la vita della fanciulla: la moglie di Rochester, creduta morta, è ancora in vita, prigioniera della pazzia.
Nell'inverno del 1927 Breslavia rabbrividisce alla notizia di una serie di delitti che insanguinano la città. Nel giro di pochi giorni vengono rinvenuti i corpi di un musicista murato vivo, di un operaio fatto a pezzi e di un consigliere comunale impiccato con una corda di violino. Sul luogo del delitto, immancabilmente, si ritrova la pagina strappata di un calendario. Le indagini, di cui viene incaricato l'ispettore della polizia Eberhard Mock, sempre in coppia col solito Herbert Anwaldt, parrebbero evocare un antico passato. Ma Mock, oltre agli omicidi, ha varie gatte da pelare, specie da quando la giovane moglie lo ha lasciato scappando a Berlino.
A sessantadue anni, Frank Machianno, alias Frankie Machine, è un tranquillo uomo d'affari, ancora nel pieno delle sue forze: proprietario di un negozio di esche sul molo di San Diego, agente immobiliare, rifornitore di pesce e tovaglie per ristoranti. Con una figlia da mantenere all'università, una ex moglie cui pagare gli assegni, una fidanzata, giovane e bella, che ama divertirsi. E un amico poliziotto cui ha salvato la vita ma che sa tutto del suo passato, della sua lunga militanza in Cosa Nostra. Quando i suoi antichi "datori di lavoro" si fanno vivi e gli chiedono di intervenire come mediatore in una lite tra famiglie, Frank non può rifiutare. Anche se ciò significa precipitare di nuovo nel mondo della mafia. Per sopravvivere, a Frank Machianno non resta che tornare a essere il terribile Frankie Machine; e nel frattempo cercare nel suo passato, per scoprire chi, tra i suoi vecchi "amici", è così ansioso di vederlo morto.
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Ora con tenerezza, ora con sensualità, nostalgia, rimpianto, struggimento, rancore, ferocia o delirio, diciassette personaggi maschili attraverso diciassette lettere ad altrettante figure femminili, tessono i fili di una trama narrativa fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla, povere voci monologanti forse avide di una risposta che non potrà mai venire. Ad esse risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un romanzo epistolare polifonico, una voce femminile distante, implacabile e allo stesso tempo colma di pena per loro. L'insieme è un percorso tra le passioni umane dove l'amore è l'illusorio punto centrale, in realtà punto di fuga che conduce verso le zone più oscure dell'animo.
I "Quaderni della guerra" costituiscono la parte più importante degli archivi depositati da Marguerite Duras all'lmec (Institut Mémoires de l'édition contemporaine) nel 1995. Scritti tra il 1943 e il 1949, sono rimasti a lungo chiusi nei mitici "armadi blu" della sua casa di Neauphle-le-Chàteau; la loro pubblicazione permette l'accesso a un documento autobiografico unico e a una testimonianza preziosa sul lavoro letterario della scrittrice ai suoi inizi. Il contenuto di questi quattro quaderni eccede ampiamente il quadro della guerra, malgrado la nota apposta da Marguerite Duras sulla busta che li conteneva, ora diventata il titolo del volume. In effetti, troviamo racconti dove evoca i periodi più cruciali della sua vita, in particolare la gioventù in Indocina; abbozzi di romanzi in corso, come Una diga sul pacifico o "Il marinaio di Gibilterra"; o il racconto all'origine de "Il dolore". Dieci "altri testi" inediti, contemporanei alla stesura dei quaderni, completano quest'immagine di un'opera nascente dove si disegna l'architettura primitiva dell'immaginario durassiano.
Sono vent'anni - Outland rock è del 1988 - che Pino Cacucci raccoglie storie di eroi e ribelli, lotte e ingiustizie. Vent'anni in cui Cacucci da osservatore parziale registra e da conto dei propri vagabondaggi. Lo fa "Un po' per amore e un po' per rabbia". In questo libro, che è in qualche modo la summa di emozioni e riflessioni squisitamente cacucciane, c'è l'amore per il mondo, per i disperati, per i "combattenti", per le idee, per i paesaggi e qualche volta per la sua città (una Bologna smascherata e scalfita da un beffardo sorriso). E c'è la rabbia per i guasti della società civile e politica, per i paradossi della realtà sociale, per le ferite non chiuse della Storia.