
L'uomo di cui parla la tv si chiama Aribert Heim, medico, il torturatore del campo di concentramento di Mauthausen, il "dottor Morte" passato alla storia per i suoi raccapriccianti esperimenti su cavie umane, l'ufficiale con gli occhi grigioazzurri che si rilassava fabbricando paralumi di pelle umana. Il documentario ipotizza che sia ancora vivo, chissà dove. Ma Danny Baz sa che non può essere vero. Perché lui stesso ha partecipato alla sua cattura. Ci erano voluti due anni per quella caccia. Continuava a incontrare ex nazisti, Heim, perfino il nipote di Hitler, a portare la sua catenina con la svastica e una pistola d'avorio con impressa la croce uncinata. Senza mai un ripensamento. Fiero. Alla fine, l'avevano beccato. Ha fatto parte di un'organizzazione segreta, Danny Baz: "La Civetta", creata per catturare, giudicare e giustiziare nazisti latitanti ed eternamente impuniti. Con lui, c'è Barney, che da bambino è stato vittima dei terrificanti esperimenti di Heim e li porta ancora impressi sulla pelle, ma, a differenza dei suoi familiari, è sopravvissuto, e poi ha fatto fortuna col petrolio in Texas. C'è John, un ebreo che lavora per la CIA. E Roger, un veterano del Vietnam. Né oblio né perdono, è il loro motto. Oggi l'organizzazione si è sciolta. E Danny può raccontare.
Per il giudice Alessandro Maniero quella nuova indagine è una vera scocciatura. Alla sua età, ormai, restare a Cagliari nel mese di agosto è inaccettabile e quei due morti nella villa del tedesco proprio non ci volevano. La scena del crimine, composta da due uomini, Paulus Saint Paul de L'Aire, il padrone di casa, e Gino, il suo autista, seduti compostamente di fronte a uno splendido quadro, morti probabilmente per avvelenamento, fa pensare a un suicidio, cosa che velocizzerebbe sicuramente la soluzione delle indagini e l'inizio delle tanto agognate vacanze. Purtroppo, però, ci sono quell'armadio distrutto a colpi d'ascia, quel quadro che non è inventariato negli archivi di Saint Paul, noto mercante d'arte, e quella donna, la Zina, governante della villa, che pare troppo sconvolta per essere estranea ai fatti. Sarà una lunga estate quella che porterà Maniero a scoprire il morboso legame che univa i due uomini alla Zina, il motivo degli strani viaggi dell'autista sul continente e un segreto nel passato apparentemente cristallino di Saint Paul, risalente alla Berlino di Hitler. E il filo rosso sarà sempre quel maledetto quadro.
Il compito di Edwin de Valu, giovane editor in una casa editrice newyorkese, è quello di pubblicare manuali di self help, di metter mano nel "mucchio fangoso" di manoscritti non richiesti e tanto meno desiderati che affluiscono ininterrottamente in tutte le case editrici e di scrivere lettere di cortese rifiuto ai loro autori. Ma capita, talvolta, che un mostruoso dattiloscritto di mille pagine diventi un vero bestseller, prometta di far tutti felici, di curare tutti i mali del mondo, di far scoprire il segreto di una vita sessuale entusiasmante. La cosa strana è che, grazie a quella lettura, il mondo si trasforma davvero in un luogo dannatamente felice. Con il conseguente crollo dei centri fitness, del mercato del tabacco, dell'alcol, della droga...
Il primo turno è cominciato da poco quando la giovane Émilienne cade a terra fulminata dalla corrente elettrica. È l'ennesimo incidente sul lavoro nella filiale Daewoo di Pondange e l'esasperazione degli operai esplode in una rivolta. La tensione sale, i dirigenti abbandonano gli uffici, la fabbrica crolla tra le fiamme di un incendio. Gli inquirenti si affrettano ad arrestare Nourredine, il leader degli scioperanti, ma cosa si nasconde dietro la facciata del fatiscente stabilimento? Esiste un legame fra queste vicende e la sospetta cordata Daewoo-Matra, che sta cercando di mettere le mani sul colosso Thomson multimedia? Solo un segugio come Charles Montoya può scoprirlo, ex poliziotto alle prese con i fantasmi di un passato poco limpido. Sarà l'incontro con la sensuale Rolande a schiudergli le porte di inconfessabili intrighi e a introdurlo nell'amara realtà quotidiana degli operai di Pondange, inconsapevoli pedine di piani orditi in eleganti uffici di Bruxelles e in esclusivi ristoranti parigini. Con un thriller politico-finanziario, Dominique Manotti ricompone le trame sommerse di una vertiginosa partita per il potere, che fra scellerati ricatti, scomodi compromessi e sadici omicidi risucchia nei suoi ingranaggi vittime e carnefici.
È finita. La fuga è giunta alla sua conclusione. Al sicuro a bordo di una nave che li condurrà in Italia, Shushanig e i suoi quattro figli si lasciano alle spalle le atrocità che hanno sconvolto la loro vita e sterminato i loro cari e tante altre famiglie armene. Quello è il passato, racchiuso e conservato per sempre tra le pagine della Masseria delle allodole.
Ora una nuova storia incalza. Mentre in Italia i figli di Shushanig si adattano dolorosamente a una nuova realtà, Ismene, la lamentatrice greca che tanto ha fatto per strapparli alla morte, cerca di dare corpo all’illusione di salvare altre vite, prendendosi cura degli orfani armeni che vagano nelle strade di Aleppo, ostaggi innocenti di una brutalità che non si può dimenticare. Ma proprio quando nella Piccola Città dove tutto ha avuto inizio qualcuno torna per riprendere quel che gli appartiene, ogni speranza di ricostruire un futuro compromesso cade in frantumi.
La narrazione di Antonia Arslan stupisce per il coraggio di testimoniare fino in fondo le vicende di un popolo condannato all’esilio e per la capacità di dipingere un mondo vivo e pulsante di donne e uomini straordinari. Donne e uomini normali che hanno sofferto senza spezzarsi, attraversando le alte fiamme che, nell’incendio di Smirne, sembravano voler bruciare la speranza di una vita nuova.
Con "Taglia e cuci" Marjane Satrapi regala ai lettori la rara opportunità di assistere indisturbati a un pomeriggio tra signore: una "lunga seduta di tonificazione del cuore" resa possibile dal vitale e appassionato scambio di pensieri, opinioni, pettegolezzi e confidenze che solo un gruppo affiatato di donne può generare, ovviamente lontano da occhi - maschili - indiscreti. La vita, l'amore, il sesso, il matrimonio: tutto passa al vaglio spietato delle emozioni femminili, tutto è analizzato, confrontato, sezionato con occhio disinibito e vivace; e a chi si chiede se le donne chiacchierino davvero così francamente tra loro di ciò che le riguarda, il libro risponde con un candido, aperto, divertito e divertente sì.
"Ogni volta che penso a mio fratello, il cuore mi sanguina come una melagrana scoppiata" esordisce la protagonista del racconto che da il titolo al volume, e per cercare di dimenticarlo del tutto, si immerge "nel ricordo della sua quieta camera di ospedale". Quella stanza, in cui il ragazzo ha trascorso alcuni mesi prima di morire "assurdamente giovane", era un luogo "perfettamente ripulito dalla sporcizia della vita". A poco a poco sorella e fratello si rinchiudono nel mondo a parte della stanza, che pare impermeabile alla corruttibilità della materia organica, e dove regna l'asettica purezza dell'assenza di cibo, dell'assenza di odore. Ed è come se assaporassero la "serenità perfetta che si prova all'inizio di una storia d'amore". Anche nel secondo racconto a un mondo "di fuori" si contrappone un mondo "di dentro": quando è costretta a portare la nonna - "chiusa in una realtà tutta sua" - in un ospizio per vecchi, una "scatola bianca ... piena di buone intenzioni" chiamata Nuovo Mondo, la ragazza Nanako si sente "murata viva" nel piccolo appartamento che per anni ha diviso con lei, e comincia a chiedersi quale sia ora il suo, di mondo, e se ci sia una realtà oltre a quella che le sta "crescendo dentro".
"Bando agli indugi, è venuto il momento di svelare ciò che non andrebbe svelato - la storia del desiderio del professore. Però non posso farlo senza prima chiarire in modo soddisfacente, almeno per me, se non per i vostri genitori, perché ho deciso di eleggervi a miei voyeur, miei giurati e miei confidenti, perché ho deciso di esporre i miei segreti a persone che hanno la metà dei miei anni, e che perlopiù non ho mai visto né conosciuto. Perché voglio un pubblico, quando la maggior parte degli uomini e delle donne preferiscono tenere tali faccende per sé oppure rivelarle solo ai più fidati confessori, laici o religiosi? Cosa rende necessario, addirittura appropriato, che mi presenti a voi giovani sconosciuti in guisa non di insegnante ma di primo dei testi di questo semestre? Sono devoto alla finzione, e vi assicuro che quando sarà il momento vi spiegherò tutto quel che so in proposito, ma a dire il vero nulla vive in me quanto la mia vita».
In un giorno d'estate soffocante, un avvocato si mette alla ricerca del suo gatto e in un giardino abbandonato dietro casa incontra una strana ragazza. Una giovane coppia decide di fare uno spuntino notturno e assalta un McDonald's per avere trenta Big Mac, realizzando cosi' un segreto desiderio adolescenziale del marito. Nel racconto che da il titolo al libro, un uomo è ossessionato dalla incredibile, misteriosa scomparsa di un elefante dallo zoo del paese. E poi ancora una curiosa digressione sui canguri, un uomo che incendia granai per il gusto di vederli bruciare e le introspezioni di una giovane madre afflitta da insonnia.
Il passato raccontato da Michele Mari è quello mitico e irrecuperabile dell'infanzia, eroso negli anni da una diaspora di oggetti e sentimenti il cui ricordo continua a sanguinare. Ma in questi racconti non c'è mai il rimpianto di una perduta età dell'oro, perché la violenza immaginifica dell'autore opera un recupero altissimo di emozioni infantili legate a un universo in cui le sole figure amiche sono quelle dei propri personali mostri e di pochi, semplici ma "fatidici" giocattoli. Ogni pagina spalanca abissi di malinconia dove fanno irruzione visioni fantastiche e terrificanti, in cui riecheggiano nitide le voci degli autori più amati, Stevenson, London, Poe, Melville. Così i giardinetti che accolgono gli svaghi pomeridiani dei bambini diventano lande inospitali, dove s'aggirano tremende creature mitologiche come le Antiche Madri; così un puzzle segna l'iniziazione a un'ascesi quasi monastica, così le copertine di Urania o le canzoni degli alpini diventano la palestra di ossessive elucubrazioni mentali, e tutto è tanto più feticisticamente inventariato quanto più la vita sembra cosa riservata ad altri. Una narrazione di trasalimenti e precoci nevrosi, condotta con commozione ma anche con feroce umorismo dalla voce inconfondibile di Michele Mari. Il ritorno di un libro uscito da Mondadori nel 1997, e già considerato da molti un piccolo, imprescindibile classico.
Darina è una donna giovane e bella. Una donna troppo libera in una città dilaniata dalla guerra dove essere donne non è facile ed essere libere è solo un sogno. O una condanna. 'Assim è suo padre. Un intellettuale laico in esilio, innamorato dell'alcol, del poker e del jazz, che insegna alla figlia il piacere del buon vino, l'amore per la letteratura e ad esser sempre libera e ribelle. Libera dalle regole, dalle tradizioni, dalle religioni, dagli uomini e dai mariti, da tutti quelli che pensano, ad esempio, che la verginità sia una dote per la donna. Ma a Beirut è l'inferno. Bombardamenti, massacri, fame, isolamento. Una lunga, agonizzante guerra civile. L'unica legge è quella delle armi. Per gli adolescenti che vivono lì la guerra con la sua adrenalina è una droga, come lo è l'hashish o il sesso che si fa per dimenticare l'orrore o la roulette russa che si prova per sentirsi vivi. Darina lo sa e sperimenta tutto fino in fondo e fino in fondo paga le conseguenze della sua folle ribellione. Poi una notte, dopo la morte del padre, viene picchiata e rinchiusa dalla sua famiglia in manicomio dove l'unico modo che ha per sopravvivere è fingersi pazza e scrivere su fogli immaginari la sua storia. Questa storia. Una storia vera, autobiografica, raccontata ad alta voce.

