
Questo volume contiene i quaderni quinto, sesto e settimo, scritti a Marsiglia dal novembre del 1941 all'inizio del 1942.
Nel 1937 Simone Weil decide di visitare l'Italia, perché, come scrive ai suoi genitori, "quando si è veramente sognato di fare una certa cosa, poi bisogna farla: è la mia morale". Per la giovane filosofa il viaggio è una tregua, che segue le dure esperienze del lavoro in fabbrica e della Guerra Civile spagnola, ma anche ispirazione di alcune fondamentali intuizioni: la nozione di forza come chiave interpretativa della storia dell'Occidente, l'interesse per la filosofia e la tragedia greca, di cui traduce numerosi brani per l'amico Jean Posternak, la riflessione sulla bellezza come elemento di mediazione tra realtà umana e realtà divina. Accompagnando analisi e ricostruzioni narrative alle lettere di Simone Weil, questo libro ci aiuta a comprendere in che modo il breve soggiorno in Italia si sia rivelato uno snodo fondamentale nella sua vita e nell'evoluzione del suo pensiero.
In un mondo che parla di libertà a ogni piè sospinto, ma che tende a negarla continuamente con un controllo della vita di ciascuno di noi che va ben oltre quello delle dittature, Simone Weil diventa un punto fermo per aiutarci a ripensare la nostra libertà in modo vero, concreto e indipendente. Come scrive la grande autrice francese, e come qualcuno ha ribadito commentando il suo pensiero: "La libertà non è fare quello che si vuole ma piuttosto avere la piena coscienza di volere ciò che si fa".
"Se avessi un migliaio di dollari vi comprerei, a voi due". Così canticchiava Mrs Komareck ad Alex e a suo fratello Howard quando erano piccoli e lei badava a loro. È il primo ricordo che Alex ha in riformatorio, dove si trova per aver rubato quattordici macchine, l'ultima una Buick del 1959. Un ricordo tenero in una vita da adolescente inquieta e ingrata. Come è difficile vivere negli anni Cinquanta a Detroit, la città delle industrie di automobili e di chi ci lavora, dove le strade esalano gli odori e i fumi della meccanica e l'inverno del Michigan ricopre di bianco ogni cosa. Avere sedici anni e vivere con un padre che alza troppo il gomito, sentire una spina che punge il cuore senza sapere dove comincia la strada per la ricerca di una qualche specie di felicità. Questo è Alex: una famiglia che non è un nido caldo, ma piuttosto quel che rimane di un oggetto esploso, il desiderio bruciante per Irene Sheaffer, la malinconica ricerca di un proprio posto nel mondo, di uno specchio in cui un giorno si potrà guardare e riconoscere. Theodore Weesner esordì con "Ladro di macchine" agli inizi degli anni Settanta, ripercorrendo nella vicenda di Alex quelle che erano state la sua infanzia e adolescenza, e fu un inatteso successo da 500.000 copie. Con la rara capacità di cogliere le ansie di un'età e di disegnare i contorni sociali e ambientali della città industriale di Detroit, "Ladro di macchine" è il racconto commovente eppure schietto di un ragazzo e del suo mondo...
È un giorno del 1899 quando Otto Rotfield si inoltra nel folto del bosco di Konin, un paesino a sud di Danzica, e varca la soglia della catapecchia di Yehudah Schaalman. Rabbino dall'oscura fama - a Konin si sussurra che sia stato posseduto da un dybbuq, uno spirito maligno che gli avrebbe conferito poteri soprannaturali -, Schaalman è solito ricevere nel cuore della notte la visita di ragazze di campagna alla ricerca di filtri d'amore o di donne sterili che, grazie alle sue arti cabalistiche, restano incinte poco tempo dopo. Figlio di un fabbricante di mobili, trentenne così inetto e arrogante che in meno di cinque anni ha mandato in rovina l'azienda di famiglia, Rotfield non è a caccia di incantesimi o magiche pozioni. Vuole da Schaalman molto di più: un golem che passi per umano, un golem-femmina che gli faccia da moglie docile e ubbidiente e lo accompagni verso la nuova terra promessa: l'America. Disposto, in cambio di denaro, a offrire ogni sorta di servigi, Schaalman si cimenta nel compito e crea dall'argilla una splendida golem, pronta a seguire e proteggere il suo padrone e, insieme, a scatenare la sua potente forza distruttiva. Rotfield si imbarca con la sua creatura sul Baltika, il piroscafo addetto alla rotta Danzica-New York, ma, subito dopo averle dato vita con la formula trascrittagli dal rabbino, per un malore a lungo trascurato muore. Sola, la golem sbarca a New York e si aggira, stordita e totalmente alla deriva, per le strade rumorose della metropoli...
1799. Mentre la Francia è sconvolta dalle violenze inflitte dal governo rivoluzionario, Napoleone medita un grandioso e folle progetto: muovendo il suo esercito verso la Terra Santa, mira a creare uno stato ebraico e a proclamarsene sovrano. A questo scopo si serve di una misteriosa e profetica lettera di cui è venuto in possesso. Ma c'è un uomo deciso a fermarlo ad ogni costo: Antoine de Phélippeaux. Un tempo compagno d'arme di Napoleone, si allea con gli inglesi per contrastare l'uomo che sta diventando una minaccia per la Francia e per tutta l'Europa.
1945, fronte del Pacifico. La guerra è finita. Jay Marsh, giovane aiutante del generale MacArthur, ha qualcosa che lo rende indispensabile: conosce il giapponese. Non è una dote da poco nel difficile momento della resa del Giappone e Jay si trova in breve tempo, quasi inconsapevolmente, a ricoprire il fondamentale ruolo di intermediario fra MacArthur e gli emissari dell'Imperatore. Stordito da un'ambizione crescente, Jay finisce per immolare innocenza, onestà, persino l'amore, sull'altare di un'ascesa personale che può garantirgli potere e ricchezza.
Questa è la storia di un coccodrillo, un giullare, una scimmia, una principessa e un principe: i burattini che Mika, un giovane ebreo confinato nel ghetto di Varsavia, trova nel cappotto ereditato dal nonno, un cappotto che si rivela magico, pieno di tasche e nascondigli, in cui potranno essere celati molti altri segreti. Questa è anche la storia di Max, un soldato tedesco in servizio in Polonia, e del suo incontro con un ragazzo con un cappotto troppo grande e misterioso, incontro destinato a cambiare le loro vite per sempre. Nei momenti più estremi la speranza può celarsi ovunque, anche in un piccolo battaglione di burattini colorati. Un romanzo che ci parla di coraggio e redenzione, oblio e memoria, una storia capace di toccare nel profondo come "Il bambino con il pigiama a righe" e "La vita è bella". Età di lettura: da 12 anni.
Mika ha dodici anni quando il cappotto viene cucito. Nathan il sarto lo confeziona per suo nonno nella prima settimana di marzo del 1938. L'ultimo anno di libertà per Varsavia, l'ultimo anno di libertà per Mika e la sua famiglia. E quando il nonno muore, rimane per Mika l'unica eredità in grado di proteggerlo dal gelo e dalla paura. All'apparenza si tratta di un cappotto qualunque, non fosse per le sue tasche che nascondono altre tasche, pertugi e vicoli ciechi. Una ragnatela di luoghi invisibili in cui far sparire i segreti più preziosi, a partire da un intero teatro di burattini di cartapesta dai colori vivaci. Quale migliore sorpresa per distrarre il cugino malato e i vicini, stipati in una stanza mal ridotta, di uno spettacolo di burattini? In poco tempo tutto il ghetto parla del piccolo burattinaio che gira di casa in casa strappando sorrisi anche ai più infelici. La notizia giunge fino ai soldati tedeschi. Fino a Max, un ufficiale che rimane talmente affascinato dal piccolo inventafavole da trascinarlo in un patto terrificante: ogni sera Mika potrà uscire dal ghetto senza incontrare ostacoli, a patto però di recarsi di filato alla caserma delle SS e allestire per loro il teatro di burattini. Se saprà incantarli con le sue storie potrà ritornare ogni notte dalla sua famiglia, altrimenti... Un libro che racconta il cuore fragile della tragedia, la perdita dell'innocenza di un bambino e la sua inesauribile capacità di sognare di nuovo.