
Paula Spencer, una giovane donna irlandese, è la voce narrante e la protagonista di questo drammatico e intenso romanzo. Non è stato facile, per lei, crescere e diventare donna in una Dublino popolata da un'umanità cordiale ma anche turbolenta e rissosa. Poi, improvviso, l'eccitante incontro con Charles. All'inizio è l'amore, l'aspettativa romantica; ma a poco a poco s'innesca una spirale di violenza che arriverà sino alla brutalità e porterà Paula a conoscere l'odio cui può giungere un uomo e la disperata volontà di rivalsa cui può giungere una donna.
Roddy Doyle mette il suo talento narrativo al servizio dei ricordi, trascrivendo parole e memorie dei suoi genitori. Si dipana così il racconto della loro vita matrimoniale lunga e felice, di un'esistenza trascorsa nella semplicità, fra casa, lavoro e figli. Rory e Ita ci parlano della fatica di ogni giorno, delle piccole gioie assaporate. E dagli episodi narrati, dai ritratti di persone e amici con cui hanno condiviso una parte del cammino, viene delineandosi un affresco dell'Irlanda lungo i decenni: un paese un tempo essenzialmente contadino, insidiato dalla povertà, isolato dall'Europa, che oggi ha conquistato la ricchezza e il benessere.
Spade e sortilegi sono sempre armi a doppio taglio. E conoscerne i segreti può significare la salvezza. O la dannazione. Ecco il filo sottile che percorre questa ricca e variegata antologia di "Sword and Sorcery" che comprende le firme più celebri e le nuove promesse del fantasy, tutte capaci di spingere il genere ai suoi estremi confini e mescolarlo al western, alla commedia nera, all'odissea picaresca. Da Robin Hobb a Scott Lynch, da Garth Nix a Ken Liu, ci addentriamo in palazzi sfarzosi e galeoni corsari, sudice taverne e tane di draghi sputafuoco, custodi di tesori inimmaginabili. A incontrare spadaccini e guerriere, ladri e regine, cavalieri impazziti e stregoni, demoni e divinità. Una raccolta che farà la gioia di tutti gli appassionati, un omaggio a J.R.R. Tolkien e Michael Moorcock, Fritz Leiber e Stephen King, da chi, grazie a loro, ha imparato a sognare e scrivere. Sedici gemme del fantastico contemporaneo, che comprendono anche una splendida e fosca narrazione di George R.R. Martin, ambientata nel mondo complesso e imprevedibile de "Il Trono di Spade". Molti secoli prima di Daenerys Targaryen, Tyrion Lannister e Jon Snow, il Trono di Spade infatti incombeva già sui Sette Regni, suscitando rivalità e bramosie. I Targaryen cavalcatori di draghi hanno imposto il loro dominio con fuoco e sangue, ma non tutti sono disposti ad accettare i loro usi, che sembrano sfidare al tempo stesso uomini e dèi. Corvi recano messaggi imperiosi. Le ombre sussurrano parole rivoltose. In segreto si affilano le spade. E anche tra i figli del Conquistatore c'è chi tragicamente vorrebbe solo essere amato, e chi invece è pronto a essere odiato e temuto, pur di ottenere ciò che vuole. La guerra incombe, ed è il momento che i draghi si alzino ancora in volo.
Primi anni sessanta a Makarska, piccola cittadina di mare in Croazia. Luka, cinque anni, vede arrivare la nuova compagna di scuola. I capelli neri, lunghi e ondulati. Una borsa a righe bianche e blu. Il sorriso aperto. Non riesce a staccarle gli occhi di dosso. Intanto Dora varca speranzosa la soglia della classe e si guarda attorno. Un bimbo grande la osserva: è il suo principe, ne è sicura. Da quel momento Dora e Luka diventano inseparabili. Non esistono altri bambini, amici, passatempi. Solo una distesa infinita di giorni trascorsi insieme sul loro scoglio a osservare le nuvole, a parlare e sognare. Finché, un settembre, la famiglia di Dora si trasferisce in Francia e l'idillio si spezza. Sedici anni dopo, il destino regala a Dora e Luka un'altra chance: inaspettatamente si incontrano a Parigi. Sono cresciuti, ma nulla è cambiato e il loro amore ora diventa adulto, carnale, assoluto. Eppure qualcosa spinge Luka a fuggire… Dalla Croazia alla Francia, dal porto di Makarska ai teatri di Parigi, con una scrittura ipnotica e potente Natasa Dragnic´ racconta la storia d'amore fuori dal tempo di due anime indissolubilmente legate. Una passione fatta di baci che sanno di acqua salata. Di respiri, luci, colori. Di addii e ricongiungimenti. Una storia unica eppure universale, semplice e travolgente come le parole con cui è narrata.
Metà degli anni Ottanta in un'imprecisata città romena: tornando a casa da scuola, l'undicenne Dzsátá fa appena in tempo a salutare il padre scienziato che sta partendo per un lavoro urgente fuori città. All'inizio arriva qualche cartolina, poi le notizie si diradano, tendono a scomparire del tutto. E un giorno Dzsátá scopre, nel più brutale dei modi, che il padre non sta lavorando in una stazione di ricerca in riva al mare ma alla costruzione del Canale Danubio - Mar Nero, uno dei faraonici progetti di Ceausescu, che per realizzarlo utilizzò migliaia di prigionieri politici, molti dei quali morirono. Dzsátá cerca di alleviare il dolore e la solitudine della madre. La protegge come può, sino dove gli è possibile, dalla realtà in cui lui stesso si trova a vivere: che se da un lato è quella di tutti i ragazzini di questo mondo, dall'altro è però anche lo specchio di un paese che sembra ormai essere privo di qualsiasi legge morale, dominato com'è dalla meschineria, dalla crudeltà, da una violenza politica e privata che ha permeato anche la lingua. Cosa pensare dell'allenatore che costringe i ragazzi a giocare a pallone nonostante la nube radioattiva di Cernobyl, degli operai che crudelmente deridono Dzsátá dopo avergli fatto credere che il padre lavora li con loro, del nonno "compagno segretario" che gli regala una vecchia Luger e lo esorta a esercitarsi sui gatti del giardino, dei compagni abbrutiti e violenti, sempre pronti a estrarre il coltello, a massacrare di botte i "nemici"?
Siamo al Liceo Léon Blum, Créteil, banlieue parigina: una miscela esplosiva di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. Nella classe più difficile della scuola, la professoressa di storia, Anne Anglès, invece di capitolare come molti altri colleghi di fronte al malessere di questi adolescenti, propone loro un progetto comune: partecipare a un concorso del Ministero dell'Istruzione sul tema del genocidio ebraico. Una missione pressoché impossibile per una classe a maggioranza musulmana, dove la Shoah lascia indifferenti, quando non viene palesemente negata. Dapprima riluttanti, gli studenti accettano infine la sfida. Vinceranno il concorso e la loro vita cambierà per sempre. Questa incredibile storia vera, che ha commosso la Francia, è raccontata da uno di loro, Ahmed Dramé. Una favola moderna di riscatto e trasformazione, una vicenda attualissima che trasmette un messaggio di speranza: è possibile, nonostante le difficoltà, sfuggire a un destino apparentemente segnato.
Melody ha una memoria fotografica eccezionale. La sua mente è come una videocamera costantemente in modalità "registrazione". E non c'è il tasto "Cancella". È l'alunna più intelligente della scuola, ma nessuno lo sa. Quasi tutti - compresi i suoi insegnanti e i medici - ritengono che lei non abbia alcuna capacità di apprendimento, e fino a oggi le sue giornate a scuola sono state scandite da noiosissime ripetizioni dell'alfabeto. Cose da prima elementare. Se solo lei potesse parlare, se solo potesse dire che cosa pensa e che cosa sa... Ma non può. Perché Melody non può parlare. Non può camminare. Non può scrivere. Melody sente scoppiare la propria voce dentro la sua testa: questo bisogno di comunicare la farà impazzire, ne è certa. Finché un giorno non scopre qualcosa che le permetterà di esprimersi. Dopo undici anni, finalmente Melody avrà una voce. Però non tutti intorno a lei sono pronti per quello che dirà. Età di lettura: da 12 anni.
"Cinque anni della mia vita è il racconto, pubblicato da Alfred Dreyfus nel maggio 1901, degli anni trascorsi dalla data del suo arresto, lunedì 15 ottobre 1894, a mercoledì 20 settembre 1899, data della sua liberazione; cinque anni durante i quali egli fu, nelle sue stesse parole, "soppresso dal mondo dei vivi". Nell'arco di poche settimane Dreyfus, ricco ufficiale di stato maggiore, si trova arrestato, interrogato da un comandante in pieno delirio, giudicato, degradato di fronte alle truppe, trasferito, in forza di una legge fatta solo per lui, alla volta di certe isole della Guayana, dapprima nella galera comune, all'isola Reale, poi in una galera riservata a lui e ai suoi guardiani muti: l'isola del Diavolo." (Pierre Vidal-Naquet)
Alla morte della madre, rimaste ormai orfane di entrambi i genitori, due giovani sorelle vengono affidate al fratello del padre. Mentre la più piccola è ricoverata, la maggiore viene violentata dallo zio ubriaco ma, intuendo altre tragiche e terribili verità, trova il coraggio e la forza per reagire. Ambientato in Friuli, tra i monti della Carnia, un romanzo drammatico e intenso sulla perdita dell’innocenza in una società arretrata, ancora dominata da istinti primordiali e dalla brutalità verso le donne. Il romanzo ha ispirato i film Condannata senza colpa (1953) di Luigi Latini De Marchi e Maria Zef (1981) di Vittorio Cottafavi.