
In breve
Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tōkyō degli anni settanta, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo Un’occasione per scoprire l’intimità di una scrittrice, le sue idee sul mondo e sulla vita, le sue emozioni, gli incontri e gli amici, e approfondire, in una prospettiva diversa, i temi che caratterizzano i suoi romanzi.
Il libro
Un viaggio, per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso.
La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento.
È così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore di una perdita.
I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e incontri, di felicità e stupore, di malinconia e sofferenza.
Dalle pagine di questo libro l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.
Il viaggio della Pivano porta con sé le voci, le figure e le storie dei protagonisti della vita culturale americana del novecento: Fitzgerald, Hemingway, Cowley, la Parker, Faulkner, Algren, Ginsberg, Kerouac, Corso, Williams, Carver, la Jong, Pynchon, la Highsmith, McInerney e Ellis, solo per citarne alcuni. La passione dell'autrice ci trasforma in compagni di strada e di avventura e siamo lì quando Hemingway studia la "profondità azzurra" delle Tortugas, quando Kerouac si sveglia improvvisamente famoso dopo una recensione a "Sulla strada" apparsa sul "New York Times".
Un viaggiatore di lungo corso, per passione e per lavoro, ritorna sulla rotta degli anni Settanta per Kathmandu: il Grande Viaggio in India fatto da ragazzo e ripercorso poi come giornalista a otto lustri di distanza. Un sogno che portò migliaia di giovani a Kabul, Benares, Goa, fino ai templi della valle di Kathmandu. Emanuele Giordana si destreggia tra gli appunti presi allora su un quadernetto riemerso dalla polvere, un grande esercizio di memoria e il confronto con le trasformazioni di quei paesi che, terminata l'epoca della Guerra Fredda, sono stati attraversati da conflitti. E dall'orda dei turisti: dal viaggio all'Eden dei frikkettoni ai viaggi organizzati del tutto compreso e agli alberghi di lusso. Su tutto, il ricordo tratteggiato con leggerezza e ironia tra droghe, sesso libero e scoperta di nuovi paesaggi e un'ombra malinconica e riflessiva sul senso del 'viaggio'. Un libro per chi aveva vent'anni allora, chi quel viaggio non l'ha mai fatto e chi ancora vorrebbe farlo.
Era davvero il viaggio della vita. Erano altri tempi, pi o meno mezzo secolo fa. La meta era lontana: l'India, il Nepal, lAfghanistan. Le condizioni del viaggio erano disagevoli: niente aerei, carte di credito, cellulari, bed and breakfast; piuttosto travelers cheque, scassati uffici del telegrafo, fermo posta, ostelli. I pi fortunati viaggiavano su un pulmino Volkswagen, se no bus, treni, autostop. Fu davvero una grande migrazione, ricordata in questo prezioso Baedeker di Emanuele Giordana; lui oggi giornalista specializzato in Paesi asiatici fu uno dei pionieri. Fu un viaggio interiore, individuale e collettivo, alla ricerca di spiritualità, meditazione, allargamento della conoscenza e una reazione alla vita competitiva che si conduceva in occidente. Un libro rievocativo, preciso e nostalgico. Enrico Deaglio, Il Venerdì di Repubblica
Emanuele Giordana ritorna sulla rotta degli anni Settanta per Kathmandu: il Grande Viaggio in India fatto da ragazzo e ripercorso a otto lustri di distanza. Un sogno che portò migliaia di giovani a Kabul, Benares, Goa, fino ai templi della valle di Kathmandu.
L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della "folla solitaria", le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del nostro secolo: è in realtà un'opera potentemente comica, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo.
Con questo libro Alberto Bevilacqua arriva ad una personale resa dei conti, raccontandosi dall'infanzia ad oggi, ponendo in primo piano il rapporto con la madre, e la sua follia, con il padre, indimenticabile aviatore e trasvolatore, con zio Toni, straordinaria figura di antifascista, e con la gente (quella del Po e di Parma) incantata da storie nutrite di magica fantasia. Un libro che traccia la mappa di una vita; il racconto di un'esistenza attraversata da vicende che vanno intese non solo in chiave autobiografica, ma come sintomi dell'avventura di un secolo.
Un antico e misterioso documento scritto da uno scienziato e rinvenuto per caso; il sogno di giungere al centro della Terra; la lotta con un rivale privo di scrupoli; la spaventosa solitudine degli abissi; l'incontro con animali preistorici; un oceano immenso che condurrà i protagonisti al centro della Terra e a una soluzione imprevedibile. Un grande romanzo d'avventura che presenta numerose chiavi di lettura.
La disposizione più giusta per calarsi nelle pagine di questa Italia cosiddetta "minore" ritratta da Marcoaldi è lasciarsi alle spalle il mito di una provincia immobile e incontaminata o ancor più il pregiudizio di un suo ripiego verso l'omologazione, l'appiattimento. E invece, nelle parole di vivaisti e arcivescovi, sindaci e artisti, scienziati e giostrai, avvocati e tipografi, storici e imprenditori, artigiani e maestri, nella concretezza dei mestieri ma anche nelle fantasticherie e mitologie di chi popola questo libro, affiora il cuore segreto di un Paese il cui battito è accelerato dall'ansia del cambiamento, o rallentato dalla persistenza dei suoi tratti più antichi. Nell'Italia di oggi, presa nella morsa di una crisi globale, il libro di Marcoaldi trasporta il lettore in quel tessuto di nervature sotterranee in cui si stringono assieme uomini e territorio, tempo e spazio, opere e credenze: le fondamenta stesse in cui crescono le comunità. E ci offre un personale contributo a quel "racconto nazionale" di cui l'Italia ha bisogno per ricomporre lo specchio rotto della sua identità.
Un originale viaggio a fumetti alla scoperta dei misteri del cervello e della mente.
Quando a 37 anni Johann Wolfgang Goethe intraprende nel 1786 il suo “grand tour” in Italia, è già uno dei più conosciuti scrittori europei. Dalla sua esperienza ne deriverà il celebre “Viaggio in Italia”, ma le più dense emozioni sono tutte nei mesi trascorsi a Roma. Le pagine dedicate alla città che qui riproponiamo non sono solo un diario di viaggio, non testimoniano solo l’occhio del poeta a contatto con feste sacre, magie della città notturna, imponenza degli antichi edifici, aneddoti sulla vita dei salotti letterari dell’epoca. Tutto questo, ma anche una affascinante autobiografia del poeta che sente la città come fonte di ricchezza spirituale.
"Un nuovo romanzo da mettere in biblioteca soprattutto perché in una biblioteca che si rispetti un classico del Novecento come Moravia deve essere presente con le opere complete." (Geno Pampaloni) "Il viaggio a Roma è un romanzo di iniziazione, di iniziazione alla maturità; o di liberazione dalla nevrotica turbolenza dell'adolescenza." (Enzo Siciliano) "Un romanzo audace dove la strada dell'incesto è sbarrata soprattutto dalla tomba della madre; un romanzo continuamente in bilico tra la soglia oscura della memoria e i lampi contraddittori del presente." (Giulio Nascimbeni)

