
"Una storia semplice" è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai - ed è un vero tour de force - l'autore si trova costretto a nominare sia l'una sia l'altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, senza lasciarci neppure l'opportunità di riflettere. Davanti alla proliferazione dei fatti, non solo noi lettori ma anche l'unico personaggio che nel romanzo ricerca la verità, un brigadiere, siamo chiamati a far agire nel tempo minimo i nostri riflessi - un tempo che può ridursi, come in una memorabile scena del romanzo, a una frazione di secondo. È forse questo l'estremo azzardo concesso a chi vuole "ancora una volta scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia".
1848. La rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perdutamente. Per farlo, tradiscono tutti, rimanendo fedeli soltanto a se stessi, alla purezza di un sentimento assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine lo sospingono indietro di quarant’anni, quando un manipolo di giovani male armati sconfisse l’esercito più potente del mondo: l’Impero asburgico. Ma quelle righe raccontano anche la passione d’amore che travolse la bella Aspasia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore. In un’Europa insanguinata dal terrorismo anarchico, quando tutte le illusioni sembrano perdute e tutte le passioni spente, il destino bussa alla porta. Intrecciato a un potente quadro del nostro Risorgimento e scritto come un grande romanzo ottocentesco,Una storia romantica parla in realtà di noi, di come, straziati da una dolorosa precarietà sentimentale, siamo condannati a vivere tra le rovine di un mondo che sognò ideali e amori assoluti.
I film di Hollywood raccontano le vicende degli indiani sconfitti. Ma ignorano la storia dell'unica tribù che non si arrese mai: i Seminole, una società matriarcale e pacifica, nemica della schiavitù, con protagonisti indimenticabili. Come John Horse, un nero scatenato capace di truffare i bianchi e di conquistare alla causa del suo popolo gli schiavi delle piantagioni facendo comizi-spettacolo. O come Mae Tiger, condottiera meticcia che organizzerà una decisa ed energica azione culturale. O James Billie, veterano seminole del Vietnam che dovrà affrontare, al ritorno in patria, il nemico più insidioso, la droga, e per difendere la sua gente sbaraglierà le truppe del narcotraffico. Un'incredibile storia di resistenza umana e comunitaria lunga secoli, dai primi insediamenti in Florida allo sbarco dei conquistadores spagnoli, alle battaglie contro le truppe inglesi e poi statunitensi, scritta come un romanzo da un grande ribelle del nostro tempo.
Antonio R. Martens, un agente della polizia segreta di uno stato sudamericano non meglio specificato, ha lasciato al suo difensore d'ufficio un manoscritto redatto poco prima di essere condannato alla pena di morte. Era stato agente durante gli anni della dittatura, entrando nel Corps (così si chiamava l'unità), poco prima che scoppiasse il caso Salinas. Diaz e Rodriguez erano i suoi superiori. Nei pochi mesi di collaborazione aveva imparato da loro che la logica poteva essere stravolta tanto da far perdere qualsiasi punto di riferimento. Il manoscritto ricostruisce gli eventi che portano alla morte di Enrique Salinas, figlio di uno dei più grandi imprenditori del paese.
In questo saggio Claudio Magris raccoglie le sue riflessioni sull'attuale situazione politica e civile del nostro paese. Non scende mai direttamente nell'arena politica, evita le polemiche spicciole e le sterili contrapposizioni. Preferisce affrontare i nodi di fondo del dibattito politico-filosofico contemporaneo: la laicità e il rapporto dell'individuo con lo Stato e con la Chiesa; la famiglia e le sue nuove forme; l'aziendalismo e l'economicismo imperanti; la globalizzazione, l'incontro-scontro tra culture, la tolleranza; la guerra, la pace e il pacifismo; lo strapotere della scienza, la sperimentazione biomedica, le cellule staminali, la procreazione assistita; la devolution e la riforma della Costituzione; il significato del termine "democrazia".
"Da qualche parte ho letto che la muta è la fase più delicata della vita di un insetto, il momento in cui è maggiormente esposto ai predatori e alle cadute". Bianca guarda accadere le cose, le osserva nei dettagli, come un'entomologa ragazzina. Solo che il mondo è troppo grande, mobile e complicato, scappa continuamente da tutte le parti. Soprattutto la sua famiglia. Un padre sempre circondato da donne-mantidi. Una madre operosa con gli occhi di Jane Birkin, posati ormai solo sui figli. Un fratello adolescente che la sua forza se l'è tatuata come monito sul braccio. Ma lo sguardo di Bianca è implacabile, perché la felicità della sua famiglia è solo una superficie luccicante. Per questo la rabbia che le si è infilata dentro, quella specie di scheggia tra le pieghe più morbide, Bianca vorrebbe spingerla su, arrotolarla sulla lingua e sprigionarla come un veleno. Se "crescere è abbandonare" - così dice sua madre -, allora forse occorre imparare a fidarsi di nuovo, con quel misto di adrenalina e timore che si prova quando ci si tuffa da uno strapiombo.
Joseph e Celine sono sposati da quasi trent'anni. Durante una gita sulla spiaggia della costa inglese, dove diversi anni prima avevano fatto l'amore per la prima volta, i due vengono uccisi. I loro corpi giacciono sulla sabbia, esposti alle intemperie e allo scorrere del tempo, la mano di lui sembra quasi sfiorare la guancia di lei, in un ultima, eterna, carezza. Nonostante i loro corpi siano sottoposti a una inesorabile decomposizione, il loro amore è sopravvissuto alla morte, sono ancora un uomo e una donna, sono ancora marito e moglie...
Ambientato in Italia, Storia di Zoto, èu no dei più importanti racconti che arricchiscono il romanzo Manoscritto trovato a Saragozza del conte polacco Jan Potocki. Le coinvolgenti peripezie del protagonista offrono un interessante spaccato della società italiana agli albori del Settecento: avventuroso, a tratti gioioso, il racconto si dipana come una pellicola cinematografica. "Romanzo a cannocchiale" o "romanzo matrioska" l'antico Manoscritto ruota intorno alle fantasmagoriche avventure di Alfonso van Worden, giovane capitano delle Guardie Valloni di Filippo V, padre del futuro Carlo III.
"La memoria custodisce ciò che sceglie di custodire. Come il sogno, anche la memoria cerca di attribuire agli eventi un qualche significato." Aharon Appelfeld in questo libro autobiografico accetta infine il confronto con la propria memoria. Impresa dolorosa che scortica l'anima perché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spezzata dall'orrore della Storia, nasconde la solitudine di un bambino costretto a vagare da solo per mesi nei boschi con l'incubo di essere riconosciuto, nasconde il suo peregrinare per mezza Europa fino all'arrivo in Israele e il suo difficile inserimento in una nuova realtà. Appelfeld sfida il dolore e disseppellisce quei ricordi che per poter continuare a vivere aveva spinto nelle zone buie e cieche della propria memoria, ci racconta la lotta di un ragazzo che ricostruisce la propria identità a partire dallo sradicamento degli affetti, della cultura, della lingua.
È una volontà profonda e senza macchia di donarsi a Dio a spingere la giovane belga Gabrielle van der Mal a entrare in convento, prendendo il nome di suor Luke. Ma il rumore del mondo esterno assedia il silenzio del chiostro, e la scelta di Gabrielle è solo l'inizio di un confronto, sempre più serrato, con se stessa. La sua vocazione viene prima messa alla prova in Africa, infermiera in uno sperduto ospedale congolese, e poi nel Belgio occupato dai nazisti, dove il suo sostegno alla Resistenza si scontra con la richiesta di fedeltà incondizionata ai precetti della Chiesa. Fedele descrizione della vita claustrale e intenso racconto di un travaglio interiore, il romanzo è ispirato alla vita di Marie Louise Habets, che incontrò l'autrice, anche lei infermiera, alla fine della Seconda Guerra Mondiale e rimase al suo fianco per quasi tutta la vita. Pubblicato nel 1956, "Storia di una suora" fu subito un best seller internazionale e divenne, tre anni dopo, un fortunato film con Audrey Hepburn nel ruolo della protagonista.

