
Cresciuta nella splendida cornice del castello di Marmouton, non lontano da Parigi, Marie-Ange ha avuto un'infanzia da favola, ma a soli undici anni un tragico incidente stravolge la sua vita. La ragazzina viene mandata in una sperduta fattoria dello lowa, presso una vecchia prozia arida di sentimenti che la costringe a tagliare i ponti con il passato. Unico affetto è l'amicizia con Billy. Il sogno di ritornare in Francia si avvera quando un'insperata quanto cospicua eredità la mette in condizioni di partire. Il proprietario del castello di Marmouton è ora l'affascinante conte Bernard de Beauchamp, che conquista ben presto il suo cuore e la sua fiducia. Ma un'ombra oscura minaccia la felicità appena raggiunta.
Attila, il "flagello di Dio", sinonimo di devastazione, di male assoluto, di diversità assoluta. Gli Unni, guidati da lui, sono stati spesso descritti come alieni feroci, dotati di poteri demoniaci, animati da un unico, terrificante desiderio di sterminio e morte. Eppure Attila - il mostro venuto da lontano in realtà passò la propria giovinezza a Roma. Mentre Flavio Ezio, il suo grande nemico, "l'ultimo dei romani", da ragazzo trascorse molti anni presso i barbari. Qualcosa non torna. Qual è dunque la verità? Il V secolo è un periodo tempestoso, enigmatico e decisivo. Grandi guerre. Disgregazioni di imperi. Migrazioni di popoli che, come onde inarrestabili, si spingono a vicenda da est a ovest, modificando l'assetto del mondo conosciuto. Questo libro parla di quel tempo, ma anche del nostro tempo. Ricostruisce l'avventurosa vicenda di Attila condottiero e la sua vita privata, piena di misteri. Alleanze, tradimenti, battaglie, vendette, amori reali o irraggiungibili, in una narrazione che alterna più voci. Un romanzo nato da una lunga e documentata ricerca storica, nutrito dalla leggenda e dall'immaginazione, narrato con i toni potenti e fantastici delle più grandi avventure. Età di lettura: da 11 anni.
Partendo dal Sessantotto, l’autore ripercorre in un’ipotetica intervista alcuni fatti realmente vissuti fino ad arrivare all’attualità più recente, dalle manifestazioni del Black Lives Matter al Covid-19. Tra le memorie spesso esilaranti Attila racconta alcuni fatti inaspettati che, toccando davvero cielo e terra, gli arrivano addosso come macigni. Cresciuto di musica, arte e libertinaggio, riconosce che attraverso una profonda riflessione senza pregiudizi, chiunque può aspirare a una fede razionale che cambia in meglio la vita.
Note sull'autore
Agostino Nobile, professore di storia della musica, per oltre dieci anni ha vissuto nel mondo musulmano, indù e buddista, per tornare poi alla sua casa cattolica. Ha scritto articoli di apologetica sul quotidiano portoghese Jornal da Madeira e pubblicato il saggio “Governados pela Mentira” (Principia Editora). Dopo numerosi articoli pubblicati su alcuni siti italiani, attualmente scrive per il blog Stilum Curiae. Con le Edizioni Segno ha pubblicato “Anticristo Superstar”, “Quello che i cattolici devono sapere” e “Moloch”.
Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l'aria di un «orribile tanfo putrido». Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. Quando i militari hanno aperto il fuoco su un corteo di protesta è iniziata l'insurrezione, seguita da brutali rappresaglie; "Atti umani" è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente. Conosciamo il quindicenne Dong-ho, alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, la redattrice che ha assaggiato il «rullo inchiostratore» della censura e i «sette schiaffi» di un interrogatorio; l'anonimo prigioniero che ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane operaia calpestata a sangue da un poliziotto in borghese. Dopo il massacro, ancora anni di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere del millennio stentate aperture, parziali ammissioni, tardive commemorazioni.
Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l'aria di un "orribile tanfo putrido". Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. Quando i militari hanno aperto il fuoco su un corteo di protesta è iniziata l'insurrezione, seguita da brutali rappresaglie; "Atti umani" è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente. Conosciamo il quindicenne Dong-ho, alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, la redattrice che ha assaggiato il "rullo inchiostratore" della censura e i "sette schiaffi" di un interrogatorio; l'anonimo prigioniero che ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane operaia calpestata a sangue da un poliziotto in borghese. Dopo il massacro, ancora anni di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere del millennio stentate aperture, parziali ammissioni, tardive commemorazioni. Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l'indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.
Nel 1990, poco prima di celebrare il suo ottantesimo compleanno, Gregor von Rezzori inizia la stesura di questo libro di memorie, arguto, divertente, ironico e intensamente poetico. E un libro di memorie per un intellettuale nomade e sradicato come Von Rezzori non può che coincidere con il racconto dei viaggi che nel corso degli anni lo hanno portato a rivedere i paesaggi della sua infanzia e della sua giovinezza, e a incontrare di nuovo vecchi demoni, in una riuscita combinazione di riflessioni storiche e meditazioni private. Così in un viaggio in Romania, suo Paese natale, in cui ancora si sentono gli echi della rivolta contro il comunismo del 1989, Von Rezzori riflette sulla natura della devozione del popolo verso i tiranni che lo rendono schiavo e sulle strane sensazioni che provoca rivedere dopo quasi mezzo secolo il posto in cui sei nato. Un viaggio in Germania, dove Von Rezzori aveva raccontato il carnevale di Colonia come commentatore televisivo, è l'occasione per una serie di riflessioni sul popolo tedesco, la bellezza e il fascino della sua lingua e della sua cultura in contrasto con le asprezze della sua storia e per un parallelo fra lo scadimento morale rappresentato da quella festa e la forte tensione morale della Berlino del 1938. Un tour de force di audacia letteraria e autoironia, che testimonia ancora una volta la forza di questo grande intellettuale del Novecento.
Ritornano i furetti di Richard Bach, i rappresentanti di una civiltà aliena, giunta sulla Terra migliaia di anni fa, che non conosce l'odio, il crimine, la guerra, che ama l'azione e il pericolo, e desidera cimentarsi in imprese impossibili. Dopo le avventure degli intrepidi furetti guardacoste, questa volta tocca ai furetti aviatori, chiamati ad affrontare una tempesta di violenza soprannaturale. Come accadeva nel "Gabbiano Jonathan Livingston", anche in questo libro, illustrato con i disegni dell'autore, il vivo senso dell'avventura e la passione del volo, così tipici di Richard Bach, sono arricchiti da una costante attenzione a valori umani come il coraggio, la solidarietà, il bisogno di inseguire un ideale.
Sergio viene abbandonato dopo tanti anni di matrimonio dalla moglie Gianna, stanca dell'aura di indifferenza calata sul loro rapporto. Sergio è distrutto. Si lascia tentare da amori mercenari ma non si consola, perché, apparentemente, non ci può essere consolazione. Eppure, a poco a poco, qualcosa di profondo, che era come assopito, si ridesta. Sergio comincia a entrare in sintonia col mondo circostante, ed ecco allora fiorire delle "rose", un giardino di nuove consapevolezze dove le donne appaiono a Sergio in tutta la loro forza, fragilità, il loro coraggio. E neppure il tarlo della gelosia nei confronti di sua moglie, che pure sembra dettargli atti estremi, riuscirà a uccidere quella struggente fioritura. Perché Sergio ha imparato sulla sua pelle che le donne sono dei fiori, delicati ma pungenti come e più delle rose.
"Mi rendevo conto che c'era un demone in. me che gioiva nel vedere le persone per quello che erano, e sempre di più, sempre di più". Così Fleur Talbot rievoca per noi gli albori del suo talento letterario negli anni del dopoguerra londinese, quando, giovane e "piena di gaudio", scriveva il suo primo libro, Warrender Chase. Insieme a lei partecipiamo alle riunioni dell'Associazione Autobiografica, dove lavora come stenografa alle dipendenze dell'anziano e altezzoso Sir Quentin. I soci leggono al gruppo le proprie memorie, che Fleur, al momento della battitura, arricchirà di dettagli scabrosi. Dal canto suo Sir Quentin si premura di conservare i fascicoli sottochiave per ignoti, forse sordidi, usi futuri. Ma com'è possibile che intanto Sir Quentin vada somigliando sempre più a Warrender Chase"? O è Warrender Chase a precorrere misteriosamente, tappa per tappa, quel che accade a Sir Quentin?
Dopo un divorzio doloroso, Laura ritrova finalmente la serenità. Ha un buon lavoro e le è tornata la voglia di fare progetti, nuove amicizie. Inspiegabilmente, però, iniziano a manifestarsi strani malesseri che sulle prime sembrano dovuti a stanchezza. Ansia da stress è la diagnosi del medico. Pian piano questi episodi si trasformano in crisi di panico, al punto da costringerla, una volta uscita dal pronto soccorso, a vivere nella sua automobile a pochi passi dall'ospedale. A nulla servono la vicinanza della migliore amica e di un ragazzo conosciuto per caso in ospedale, che lei allontana pur sentendosene attratta. Non vuole sentire ragioni: rifiuta i farmaci che le vengono prescritti e conduce ormai un'esistenza da senzatetto, pur consapevole di vivere in una prigione, in spazi delimitati autoimposti. Dopo aver allontanato tutti gli affetti, Laura rimane sola, nel mirino di loschi individui, appartenenti alla malavita organizzata. Riuscirà la consapevolezza di essere in pericolo di vita a farle accettare quella terapia farmacologica in grado di restituirle a poco a poco la forza di reagire? Riuscirà, insieme alla voglia di amare, a recuperare la libertà che ha perso? In questo romanzo Rosario Sorrentino affronta, grazie alla sua esperienza professionale, la tematica degli attacchi di panico, disturbo invalidante che colpisce sempre più persone. Ma da cui si può guarire.
Parigi in subbuglio nel secondo capitolo della saga di Dumas sulla Rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone.
Parigi, ottobre 1795: il Terrore è passato e la società parigina vede affermarsi nuove tipologie sociali, gli incredibili e le meravigliose, giovani seguaci di un lusso ostentato e stravagante. La Convenzione termidoriana che si è insediata dopo la caduta di Robespierre è minacciata da un’insurrezione popolare legittimista. Sembra non esserci speranza per la neonata Repubblica, ma il giovane Napoleone è il predestinato per cambiare le sorti della sommossa e del nuovo governo. Con Attacco alla Convenzione, secondo capitolo della saga de I Bianchi e i Blu, Alexandre Dumas racconta il periodo della Francia che precede la creazione del Direttorio mescolando personaggi noti e sconosciuti, storia e finzione, politica e complotti.