
Quanto di quel che abbiamo vissuto da bambini ci rimane attaccato alla pelle? Ci si può salvare dal male che abbiamo respirato crescendo? Rosa è nata nel quartiere San Nicola, il più antico e malfamato di Bari, un affollarsi di case bianche solcate da vichi stretti che corrono verso il mare, un posto dove la violenza "ti veniva cucita addosso non appena venivi al mondo". E a insegnarla a lei e ai suoi fratelli è stato il padre, soprannominato da tutti Faccia d'angelo per la finezza dei lineamenti, il portamento elegante e i denti bianchissimi; tanto quanto nera - " 'gniera gniera' come un pozzo profondo" - aveva l'anima. Faccia d'angelo ha riversato sui figli e soprattutto sulla moglie - una donna orgogliosa ma fragilissima, consumata dall'amore e dal desiderio che la tenevano legata a lui - la sua furia cieca, l'altalena dei suoi umori, tutte le sue menzogne e tradimenti. Ma Rosa è convinta di essersi salvata: ha incontrato Marco, ha creduto di riconoscere in lui un profugo come lei, è fuggita a Roma con lui, ha persino storpiato il proprio nome. Oggi, però, mentre il suo matrimonio sta naufragando, riceve la telefonata più difficile, quella davanti alla quale non può più sottrarsi alla memoria. Ed è costretta ad affrontare il viaggio a ritroso, verso la sua terra e la sua adolescenza, alla ricerca delle radici dell'odio per il padre ma anche di quelle del desiderio, scoperto attraverso l'amicizia proibita con una prostituta e l'attrazione segreta per un uomo più grande. E, ancora, alla ricerca del coraggio per liberarsi finalmente da un'eredità oscura e difficilissima da estirpare. Rosa Ventrella ha scritto un romanzo coraggioso, animato dalla volontà di smascherare la violenza che affonda le sue radici, dure e nodose come quelle degli olivi, nella storia di tante famiglie. Ma, con la sua lingua capace di dolcezza e ferocia, ha saputo mettere in scena a ogni pagina l'istinto vitale, la capacità di perdonare e rinascere.
Cosa accade a una famiglia cui capiti la disgrazia di avere un figlio problematico, la Lessing ce lo ha già raccontato in "Il quinto figlio". Ma cosa succede, una volta adulti, a questi figli? Ben Lovatt è diventato grande. Troppo. Le sue dimensioni spaventano tutti. Ha appena raggiunto la maggiore età e nessuno è più costretto ad occuparsi di lui. Così Ben è alla mercé di chi incontra, talvolta si tratta di persone gentili, più spesso di profittatori. E si trova a viaggiare verso il Sud della Francia, poi verso il Brasile, coinvolto prima in un traffico di droga e infine in affari molto più loschi e pericolosi.
Vista dal treno, la riva orientale del lago di Como è un vero spettacolo: tra una galleria e l'altra appaiono scorci di paesaggio da mozzare il fiato. Ne subisce il fascino Adalberto Casteggi, quarantenne, bello ed elegante oculista con studio a Milano. Si è innamorato del lago andando su e giù in ferrovia per sostituire qualche volta un collega all'ospedale di Bellano. Su quelle sponde ha stabilito ora il suo buen retiro, deliziato anche dalla compagnia di una sua paziente del luogo. Si chiama Rosa Pescegalli. Ha trentasei anni e li porta benissimo. Gestisce una profumeria e ha fatto palpitare parecchi cuori. È bella davvero, ma con gli uomini ha preso un po' le distanze, dopo una sofferta storia con un fascinoso calciatore del Lecco. Adesso li fa girare come vuole e quando vuole lei, ma niente impegni. Il dottore ne resta imbambolato, e stordito da tanta bellezza dimentica che, come tutte le cose belle, anche questa ha un suo prezzo. Un prezzo che bisognerebbe valutare se è il caso di pagare tutto o no, perché dietro l'oro luccicante del lago, delle montagne e soprattutto dello sguardo magnetico di Rosa (e della sua scollatura), si nascondono vecchi rancori e velenosi desideri di vendetta. Con "Bello, elegante e con la fede al dito", Andrea Vitali ci coinvolge in una storia solo in apparenza tranquilla di metà anni Sessanta. Lo splendore dei luoghi in cui ambienta i suoi romanzi ci rapisce, ma stavolta Vitali vuole metterci in allerta: come una giornata uggiosa di novembre può tingere il paesaggio di un mesto grigiore, anche gli amori più avvincenti possono d'un tratto mostrare il loro lato più pernicioso.
Il volume si articola in cinque sezioni: universo barocco; inglesi in Italia; italiani in Inghilterra; romantici, decadenti, vittoriani e piccolo museo dannunziano; bellezza e bizzaria; il Prazzesco. Accanto agli studi più conosciuti, la cultura del manierismo e del barocco, i rapporti letterari tra l'Italia e l'Inghilterra, la letteratura e l'arte dell'Ottocento europeo, il decadentismo, gli studi sulle arti minori, il volume propone anche il Praz meno noto: il viaggiatore che ha lasciato pagine sugli Stati Uniti e sulla Russia; il recensore acuto e caustico di volumi importanti della cultura non solo italiana, l'osservatore attento, e ricco di ironia, della storia del gusto.
Lo spagnolo protagonista di "Una bellezza convulsa" si trova sequestrato in un piccolo casolare da una banda di terroristi. L'unica compagnia è costituita dal suo sequestratore che, viso incappucciato, gli lascia la razione giornaliera di cibo. Le giornate sono lunghe e per passarle l'uomo pensa e ripensa alla sua vita, alle ragioni che lo hanno condotto a questa prigionia. Mille volte al giorno compie quei cinque passi che costituiscono lo spazio della sua stanza; mille volte al giorno la memoria ritorna ai suoi viaggi nei Paesi Baschi, alla sua vita passata, alla vita in assoluto.
Si avvicinava la mezzanotte. La donna con una gamba sola era atrocemente ustionata, e ormai la polizia di Mumbai stava andando a prendere Abdul e suo padre. In una povera baracca vicino all'aeroporto internazionale, i genitori di Abdul presero una decisione dopo aver parlato brevemente. Il padre, malato, sarebbe rimasto nella casupola con il tetto di lamiera e il pavimento ricoperto di immondizia dove vivevano in undici, e si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. Abdul, l'unico che guadagnasse per tutta la famiglia, doveva fuggire. Come sempre, l'opinione del diretto interessato non era stata richiesta, e ora Abdul era in preda al panico, incapace di pensare. Aveva sedici anni, o forse diciannove - i genitori non si ricordavano mai una data. Allah, nella sua impenetrabile saggezza, l'aveva fatto piccolo e scattante. Cosa si cela dietro le piastrelle italiane (definite "beautiful forever") che campeggiano sul muro che separa il viale d'accesso all'aeroporto di Mumbai dallo slum di Annawadi? Un romanzo-reportage nella forma della narrative non-fiction in cui il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta la vita di uno slum indiano durante l'arco di alcuni anni, seguendo da vicino le vicende di diversi dei suoi abitanti.
Si avvicinava la mezzanotte. La donna con una gamba sola era atrocemente ustionata, e ormai la polizia di Mumbai stava andando a prendere Abdul e suo padre. In una povera baracca vicino all'aeroporto internazionale, i genitori di Abdul presero una decisione dopo aver parlato brevemente. Il padre, malato, sarebbe rimasto nella casupola con il tetto di lamiera e il pavimento ricoperto di immondizia dove vivevano in undici, e si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. Abdul, l'unico che guadagnasse per tutta la famiglia, doveva fuggire. Come sempre, l'opinione del diretto interessato non era stata richiesta, e ora Abdul era in preda al panico, incapace di pensare. Aveva sedici anni, o forse diciannove - i genitori non si ricordavano mai una data. Allah, nella sua impenetrabile saggezza, l'aveva fatto piccolo e scattante. Cosa si cela dietro le piastrelle italiane (definite "beautiful forever") che campeggiano sul muro che separa il viale d'accesso all'aeroporto di Mumbai dallo slum di Annawadi? Un romanzo-reportage nella forma della narrative non-fiction in cui il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta la vita di uno slum indiano durante l'arco di alcuni anni, seguendo da vicino le vicende di diversi dei suoi abitanti.
Spesso le parole diventano fatti e concorrono a cambiare il corso degli eventi, poiché costituiscono la sintesi dei problemi, idee, aspirazioni e, talvolta, sconvolgimenti che possono rappresentare la fine o l'inizio di un'epoca. Questo libro si propone di dipanare il filo delle "parole" che hanno accompagnato la storia attraverso un'antologia dei grandi discorsi. Com'è naturale ciascuno di essi andrà esaminato nel contesto storico e culturale nel quale fu pronunciato: così tutti noi potremo avere non solo l'impressione di ascoltarlo, ma di rivivere in prima persona, come se fossero nostre, le emozioni che lo hanno prodotto.
1943. In un villaggio sperduto nel cuore delle Alpi, la vita scorre dolce e tranquilla. Fino all’arrivo di due nemici: il primo è la grande Bestia, un cane selvaggio che, secondo gli abitanti, ha depredato gli ovili. Ma per Sébastien è semplicemente la sua inseparabile amica Belle. Il secondo sono i soldati tedeschi, che scatenano il terrore e costringono gli abitanti a rifornirli. Finché, la notte di Natale, Belle, Sébastien e il loro gruppo di amici decidono di rischiare la vita per aiutare alcuni amici ebrei a passare il confine, per trovare la salvezza.

