
Nella Vienna di inizio Novecento non c'è appassionato lettore, studioso, esperto bibliofilo che non sappia chi è Jakob Mendel, vero catalogo vivente di tutto ciò che su di un libro sia mai stato stampato. Mendel è il sovrano, monomaniacale e dotato di prodigiosa memoria, di una dimensione parallela, fatta di carta e di pagine, di libri concepiti soltanto come oggetti da collezionare. Nella vita reale egli è solo, completamente incapace di ogni iniziativa concreta e sensata: siede al tavolino di un vecchio caffè, dove ha installato il suo quartier generale e da dove prodiga la propria esperienza a chiunque gli faccia visita. Ma la minaccia della guerra getta la sua ombra spettrale sull'Europa, sull'Austria e su ciò che Mendel ha di più prezioso.
Vienna, ottobre del 1936. Un rigido funzionario ministeriale, assurto ai vertici della burocrazia austriaca grazie alle conoscenze della moglie, riceve una lettera. Il cuore si ferma, dentro di lui, quando sulla sgualcita carta della busta riconosce una scrittura femminile azzurro pallido. Quella grafia gli ricorda l'esistenza di una donna, forse l'unica che abbia mai amato, l'unica che abbia mai dato colore a un'esistenza altrimenti dominata dal grigiore del lavoro e della carriera. In quella lettera, dai toni freddi e distaccati, la donna gli chiede di intervenire in favore di un giovane diciottenne la cui madre è ebrea.
Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza la propria esecuzione. Le rimane un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità; che la figlia, che lei non vedrà mai crescere, non creda ad altri che a sua madre. E così prende carta e penna per raccontarle la sua vita avventurosa e controversa. Lei, che attende la fine a Saint Lazare, è Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo: ballerina scandalosa, seduttrice degli uomini più ricchi e potenti del suo tempo, capace di diventarne cortigiana, amante e fidata confidente; e, forse per questo, di suscitare gelosie e invidie nelle donne e mogli della aristocrazia parigina. Lei è la donna dai molti nomi: Margaretha, il nome di battesimo; Mrs McLeod, come la chiamavano aJava; H2T, il nome in codice che i tedeschi le avevano dato in guerra. Il passato di Mata Hari è oscuro, il presente pericoloso: ha dedicato la sua vita alla libertà e al desiderio, ha sfidato i pregiudizi della società. E ora sconta l'accusa infamante di spia. Ma la sua unica colpa è stata di essere una donna libera.
Londra, 1663. Se Christopher, 13 anni, è sfuggito a un destino di orfanotrofi e solitudine è soltanto grazie a Blachthorn, lo Speziale che prima l'ha preso come apprendista, e poi è diventato quel padre che mai ha conosciuto. Sono giorni di tensione per la Gilda, però: qualcuno sta uccidendo gli Speziali, e nessuno sa perché. Un giorno Chris rientra in bottega da una commissione improvvisa e ad attenderlo trova il cadavere di Blackthorn, e un misterioso messaggio. Chris, che ha una mente accesa e cuore coraggioso, decifra l'ultima eredità dello Speziale, e precipita nella caccia a un leggendario segreto capace di donare un potere sconfinato. E che, come tale, fa gola ai più pericolosi criminali della città. Età di lettura: da 8 anni.
Lima, anni Novanta: nel paese infuriano gli attentati terroristici di Sendero Luminoso e del Mrta (Movimiento Revolucionario Tupac Amaru) mentre il regime del presidente Fujimori diventa sempre più autoritario. Ma tutto questo sembra non impensierire troppo Marisa e Chabela, amiche da una vita e amanti dalla notte in cui il coprifuoco le costrinse a dormire insieme. Anche i loro mariti, Enrique e Luciano, sono amici di infanzia: il primo è un benestante ingegnere minerario che un giorno riceve la visita di un inquietante personaggio. E Rolando Garro, direttore della rivista scandalistica "Destapes", che lo ricatta minacciando di pubblicare le foto che lo ritraggono durante un'orgia a base di escort e cocaina. Luciano, che è anche avvocato, consiglia a Enrique di rivolgersi al "Doctor" (Vladimiro Montesinos, responsabile dell'intelligence del presidente Fujimori), presunto manovratore alle campagne denigratorie condotte da "Destapes", che oltre a infangare la reputazione dei personaggi, più o meno famosi, del mondo dello spettacolo, decreta la rovina degli avversari politici di Fujimori. Ma coinvolgere "l'intelligenza grigia" del regime vuol dire avvicinarsi al cuore di tenebra che sta avvolgendo nell'oscurità tutto un paese: una scelta che avrà inaspettate e drammatiche conseguenze.
Juan Belmonte, ex guerrigliero cileno che ha combattuto contro il regime di Pinochet, da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare, assistendo la sua compagna, che non si è mai ripresa dalle torture subite dopo il colpo di stato. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. Solo lui può impedire che bande di mercenari dell'Est europeo liberino dal carcere Misha Krasnov, ultimo discendente di una famiglia di cosacchi riparati in Cile dopo la Seconda guerra mondiale, ed ex ufficiale dell'esercito cileno al servizio di Pinochet. Belmonte infatti è un grande esperto di guerra sotterranea e, soprattutto, ha un ottimo motivo per volere che Krasnov sconti il giusto ergastolo: un motivo strettamente personale...
L’ultimo rifugio è lo sguardo che un grande testimone del XX secolo rivolge alla propria vita, legata a doppio filo alle svolte drammatichedella storia. Insieme diario intimo e racconto, questo libro guarda agli anni della fuga dall’Ungheria come a un esilio volontario da un paese che, dopo il crollo del socialismo, manifestava preoccupanti tendenze totalitarie. Trasferitosi a Berlino, Kertész riassapora la ritrovata libertà nella scrittura e nella vita quotidiana, ma il pensiero alla vecchiaia fisica e creativa che si avvicina è inevitabile e doloroso.Tenendo sempre all’orizzonte l’atto della scrittura, giustificazione della sua stessa esistenza, Kertész intreccia una critica tagliente dei tempi moderni e lucide riflessioni sulla storia e sull’arte alla cronaca disarmante del suo declino, che si fa testimonianza della lotta per la dignità di ogni essere umano anche nelle circostanze più estreme.
L’enigma dell'arrivo è nello stesso tempo un'intensa meditazione autobiografica e una delle più ipnotiche narrazioni della maturità di Naipaul. Tutto ruota intorno al luogo in cui lo scrittore si insedia al suo ennesimo ritorno in Inghilterra: un cottage nella valle del Wiltshire che solo un breve viottolo separa dall’incanto arcano di Stonehenge, i cui antichi tumuli «profilati contro il cielo» si intravedono dal varco di una siepe.
Da qui – da questo osservatorio opaco e metafisico, dove cupi parchi secolari convivono con autostrade solcate da camion colorati come giocattoli – lo scrittore scruta e ricorda, in un unico flusso. Scruta la comunità circostante (mungitori, contadini, piccoli imprenditori e giardinieri in tweed) come un microcosmo ibernato in una «rete di risentimenti reciproci», di gente infelice che per sopravvivere deve restare «cieca alla propria condizione». E ricorda le tante sequenze del suo passato di nomade e apolide, dalla Trinidad romantica e perduta della sua infanzia (un universo «di campi di canna da zucchero e di capanne e di bambini scalzi») a una Londra «estranea e sconosciuta», che gli porterà – tra i doni taumaturgici – una passione febbrile per Charles Dickens. L’esito è un percorso umano e intellettuale di disillusione radicale, in cui Naipaul – immettendo nella propria cadenza un inconsueto timbro malinconico – trova il solo appiglio e la sola vera patria in una tortuosa vocazione di scrittore.
"La vera felicità è una scelta del cuore. Ecco perché ti chiedo di lasciare che sia il tuo cuore a dirti se leggere o meno questo libro. Forse deciderai che non è stato scritto per te. Forse sei uno dei pochi fortunati che sono realmente soddisfatti della propria vita. Ma forse anche tu, come tante persone sensibili e gentili, hai l'impressione che nella tua vita qualcosa non vada come dovrebbe, e non importa quanto guadagni, quanto sia grande la tua casa e tu sia ammirato dai tuoi amici, a volte avverti un senso di vuoto che non può essere colmato dalle cose che hai lavorato sodo per ottenere, pensando che ti avrebbero reso felice. Quando tutto è diventato così complicato? Quando ti sei accorto che il tempo a disposizione non era sufficiente per quello che dovevi fare? Quando è stato, che tu ricordi, l'ultimo giorno in cui hai davvero amato la tua esistenza, prima che tutt'a un tratto diventasse una successione di giorni tutti uguali? Quando hai rinunciato alla tua felicità? Se questi interrogativi ti suonano familiari, forse dovresti leggere questo libro. È stato scritto per bambini dagli otto ai cento anni..." (Sergio Bambarén)
Da quando la sua amatissima moglie, Hazel Bannock, è stata barbaramente uccisa, Hector Cross non ha più pace. Uno solo dei due colpevoli è rimasto in vita: Johnny Congo, psicopatico violento, estorsore e assassino, responsabile dell’inferno in cui è piombato l’ex maggiore dei SAS. Ora che il criminale è stato assicurato alla giustizia, Hector lo vuole morto, e con lui il governo degli Stati Uniti. Congo è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza e conta i giorni che lo separano dall’esecuzione. Gli restano poche settimane, e vuole scappare; lo ha già fatto in passato, sa che può farlo di nuovo… Intanto, l’attività della Bannock sembra essere entrata nel mirino di un doppio attacco, dietro il quale si nascondono interessi ramificati e letali. Nel suo ruolo di responsabile della sicurezza della multinazionale, Hector si prepara a intervenire, accompagnato dalla sua squadra. Quello che sembrava un gioco da ragazzi si rivela però una missione che mette a dura prova Hector, costringendolo a fare i conti con i propri limiti fisici ed emotivi, proprio ora che uno spiraglio di luce tornava a illuminare la sua vita sentimentale. Ma Hector non ha intenzione di fermarsi prima di aver preso in trappola la sua preda...
Molto più della guerra, delle bombe che riducono Budapest in macerie, molto più dei rischi che lui stesso corre in quanto ebreo, a occupare i pensieri di Józsi Beregi è il campionato di calcio. E poi trovare il modo di procurarsi quello che più gli manca: un po'di carne da mettere sotto i denti. Ma non dovrà sforzarsi troppo, giacché a offrirgli, con entusiastica e spontanea generosità, tutto ciò di cui ha bisogno saranno le donne, nessuna delle quali sembra poter resistere al suo fascino. Se "Epepe" si presentava da subito come un incubo, "Tempi felici" appare sin dalle prime battute come un divertissement - quasi uno schnitzleriano girotondo. Solo in una commedia, infatti, farsi crescere un paio di baffi può sottrarre un giovane ebreo alle terribili Croci frecciate nell'Ungheria dell'inverno del 1945; e solo in una commedia il giovanotto in questione può vivere le sei drammatiche settimane dell'assedio dei Sovietici, in una città squassata dai bombardamenti e ridotta allo stremo, come una parentesi beata, deliziosamente propizia agli amori clandestini, riuscendo a farsi proteggere, nutrire e coccolare da prostitute e borghesi, da giovani e da vecchie - e perfino da una miliziana fascista. Con una nota di Marion Van Renterghem.
Dal giorno della sua pubblicazione, dieci anni fa, il bestseller di Rhonda Byrne The Secret ha ispirato moltissime persone a raccontare come la lettura di quel libro abbia migliorato miracolosamente la loro esistenza. Come "The Secret" mi ha cambiato la vita è una selezione delle più potenti ed emozionanti fra queste storie. Ognuna di esse è un esempio di vita vissuta e indica la strada che porta al successo in tutti i campi della vita: denaro, salute, relazioni, amore, famiglia, lavoro... I protagonisti di "Come The Secret mi ha cambiato la vita" dimostrano una volta di più che tutti noi abbiamo il diritto di vivere la vita che sogniamo.