
Il mare incantato delle sirene e quello tragico dei naufraghi: i sette mari attraversati dalle navi dei pirati e il mare impietoso delle barche dei pescatori; il mare solito, di tutte le estati e quello immaginario di chi vi vive lontano. Nove narratori spagnoli e latinoamericani con questo libro testimoniano l'intima relazione che esiste tra il mare e la letteratura.
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Tradotto da Einaudi nel 1971, questo libro è tra i più significativi dell'intera produione di Cortazar, quello in cui una lettura morale della realtà contemporanea assume le forme di apologo tanto preciso quanto elegante. Il libro trovò uno dei suoi sostenitori più attenti in Italo Calvino, il quale ebbe a presentarlo con queste parole: "I cronopios e i famas, due genie d'esseri che incarnano con movenze di balletto due opposte e complementari possibilità dell'essere, sono la creazione più felice e assoluta di Cortazar".
Negli anni Ottanta Álvaro Mutis crea il personaggio di Maqroll il Gabbiere, protagonista di una serie di romanzi che sono valsi all'autore numerosi premi internazionali. Ed è proprio Maqroll, accanto al diplomatico portoghese di «I testi di Alvar de Mattos» o allo stratega dell'imperatrice Irene di «La morte dello stratega», uno dei personaggi che il lettore può incontrare in questa raccolta di racconti.
Di ritorno dal suo primo viaggio in Russia, Rilke vive un'importante fase di slancio creativo da cui nascono le "Storie del buon Dio" (Geschichten vom lieben Gott) scritte nel giro di pochissimo tempo, nelle notti tra il 10 e il 21 novembre 1899, come riferisce lo stesso Rilke. Influenzate dalle esperienze del viaggio russo le "Storie del buon Dio" narrano dell'infinito amore di Dio che per le proprie creature si strappa dal braccio la mano destra e la manda a incarnarsi sulla terra prendendo le stesse sembianze dell'uomo. La sua mano percorre la via dolorosa della Croce e della salita al Calvario, per poi fare ritorno presso Dio. Ma forse, come afferma il narratore a conclusione del racconto, la sua missione tra gli uomini non è ancora finita. Si tratta certamente di una prosa narrativa-fiabesca incentrata su Dio ma in una cornice di vita reale. È la prima ed unica volta che Rilke utilizza la fiaba come forma espressiva. Il libro consta di 13 storie dove i piani di lettura si intrecciano e si dispiegano nelle narrazioni: dalla critica sociale al senso della vita, dall'amore di Dio per l'uomo alla relazione con gli altri. Più in profondità assistiamo a sottili disquisizioni teologiche, certamente non prive di umorismo.
Opera singolare nella produzione del grande poeta praghese, ma anche opera "centrale" nella sua evoluzione, le Storie furono la prima delle sue opere in prosa che Rilke non volle disconoscere. Il Dio delle Storie è un dio cercato, atteso, smarrito, persino dimenticato e mai posseduto, un Dio che vede, scruta, osserva, prova immensa nostalgia, ma tra lui e l'uomo tornano a frapporsi immagini di una lontananza, o di un dissidio, che lo costringe a ritrarsi sempre più nei suoi cicli. Ma non è mai vera "assenza", tutt'altro; questo buon Dio resta insieme protagonista e "sfondo" delle Storie: un protagonista molto discreto ma insostituibile, che sembra non comparire se non come motivazione ultima del narrare; e invece "sfondo" onnipresente, perché la purezza di ascolto dei bambini sente quella presenza, come uno sguardo innocente e nuovo che sa ancora cogliere la freschezza del mondo e della vita. Presentazione di Peter Girardi.
21 grandi autori mettono la loro penna al servizio della lotta contro l'Aids in Africa. I profitti di questa preziosa raccolta saranno devoluti interamente a Treatment Action Campaign, un'organizzazione sudafricana che aiuta i malati di Aids. L'idea di un'antologia di racconti a scopo di beneficenza è nata da una brillante intuizione di Nadine Gordimer che ammirando le iniziative analoghe portate avanti da alcuni importanti esponenti del mondo della musica, ha deciso di chiedere un racconto ad alcuni autori da lei particolarmente amati. Tra gli altri: Arthur Miller, Salman Rushdie, Margaret Atwood, Paul Theroux, Claudio Magris, Woody Allen, Gabriel Garcia Marquez, Amos Oz, Kenzaburo Oe, John Updike, Christa Wolf.
Simile a un enciclopedista cinese, Borges volle accostare una sequenza di destini tenebrosi come altrettanti «esercizi di prosa narrativa». Il tono è quello, impassibile, di chi intende «raccontare con lo stesso scrupolo le esistenze degli uomini, siano stati divini, mediocri o criminali», e ritrovarle tutte in una pura «superficie di immagini». Ma chi cercasse in questi ritratti dati certi e attendibili si ingannerebbe. Ispiratore occulto è qui Marcel Schwob, che nelle sue Vite immaginarie inventava le biografie di uomini «che erano realmente esistiti ma di cui non si sapeva pressoché nulla». Procedimento che in Borges si inverte: «leggevo la vita di un personaggio conosciuto e la deformavo e falsificavo deliberatamente secondo la mia fantasia». Con la sua usuale sprezzatura, Borges definì una volta queste storie «l’irresponsabile gioco di un timido». Di fatto erano il primo gioiello di una nuova specie di letteratura.
Antonio R. Martens, un agente della polizia segreta di uno stato sudamericano non meglio specificato, ha lasciato al suo difensore d'ufficio un manoscritto redatto poco prima di essere condannato alla pena di morte. Era stato agente durante gli anni della dittatura, entrando nel Corps (così si chiamava l'unità), poco prima che scoppiasse il caso Salinas. Diaz e Rodriguez erano i suoi superiori. Nei pochi mesi di collaborazione aveva imparato da loro che la logica poteva essere stravolta tanto da far perdere qualsiasi punto di riferimento. Il manoscritto ricostruisce gli eventi che portano alla morte di Enrique Salinas, figlio di uno dei più grandi imprenditori del paese.
Ambientato in Italia, Storia di Zoto, èu no dei più importanti racconti che arricchiscono il romanzo Manoscritto trovato a Saragozza del conte polacco Jan Potocki. Le coinvolgenti peripezie del protagonista offrono un interessante spaccato della società italiana agli albori del Settecento: avventuroso, a tratti gioioso, il racconto si dipana come una pellicola cinematografica. "Romanzo a cannocchiale" o "romanzo matrioska" l'antico Manoscritto ruota intorno alle fantasmagoriche avventure di Alfonso van Worden, giovane capitano delle Guardie Valloni di Filippo V, padre del futuro Carlo III.