
Composti per la maggior parte durante gli anni della Prima Guerra mondiale, i quattro testi qui raccolti ("Il mondo senza sonno", "Episodio sul lago di Ginevra", "L'obbligo" e "Ypres") fanno rivivere la straordinaria gamma di emozioni e sensazioni che sconvolsero l'Europa intera. L'allerta continua, lo spaesamento radicale e il suicidio, il rifiuto di obbedire e la diserzione, la mercificazione del trauma sono i terreni esplorati da Stefan Zweig.
Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c'è un paese selvaggio e poco abitato, Tomi (l'odierna Costanza), il luogo della relegatio di Publio Ovidio Nasone, che lì visse per una decina d'anni e che vi fu sepolto il 17 o il 18 d.C. In una totale trasmutazione di tempi, in completo anacronismo, giunge a Tomi un amico di Ovidio, Cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le Metamorfosi. La singolarità di "Il Mondo Estremo" fa sì che il lettore sia coinvolto nella ricerca di Cotta e ritrovi, attraverso di lui, un mondo siamo ai giorni nostri - in cui il mito si trasfigura in realtà. Ecco allora che il contesto diviene minutamente realistico e, per esempio, alla sera, nella desolata piazza della ferrigna Tomi, giunge Cypari, un "proiezionista" ambulante, che mostra un film d'amore disperato in cui la bella Alcione viene trasformata, assieme al compianto sposo, in un uccello marino. Cotta troverà presso Tomi, a Trachila, in montagna, la casa di Ovidio. Lo aiuterà Pitagora di Samo, ridotto a servo di Ovidio, e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi dal poeta. E ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparirà un corteo di pazzi, travestiti chi da dio Sole, chi da Medea, chi da Orfeo... Recitano strani versi di un'opera distrutta dall'autore, ma non scomparsa: le Metamorfosi.
Questo è il romanzo di Sofia Amundsen, una ragazzina come tante altre. Tutto comincia dalle strane domande che spuntano dalla sua cassetta delle lettere, passa attraverso le intriganti risposte dell'eccentrico filosofo Alberto Knox e approda a una bislacca festa di compleanno nel giardino degli Amundsen... Ma è anche il romanzo di Hilde Moller Knag, e per lei comincia proprio nel giorno del suo compleanno, passa attraverso l'insolito regalo che suo padre, il maggiore Albert Knag, le ha inviato dal Libano e approda a una notte stellata nel giardino della famiglia Knag a Lillesand... Ma è anche il romanzo appassionante della storia della filosofia, e per tutti noi comincia dagli atomi di Democrito e dalle idee di Platone, passa attraverso le geniali intuizioni di Galileo e il complesso sistema di Hegel e approda all'esistenzialismo di Sartre e al multiforme panorama del pensiero contemporaneo...
Anna è una ragazzina strana, animata da un amore profondo per la natura e dotata di una fervida immaginazione che talvolta la confina in un mondo tutto suo. Nel piccolo villaggio della Norvegia dove vive, cerca di figurarsi il proprio futuro e subito scorge il sinistro profilo della catastrofe ambientale che minaccia la Terra. Non sono gli studi, gli svaghi e i primi innamoramenti a riempire le sue giornate, ma la preoccupazione ossessiva per il destino incerto di alcune specie animali. Anna è una ragazzina davvero strana, eppure lo psicologo che la segue non fa che ammirare l'impegno e il senso di responsabilità di un'adolescente dall'intelligenza non comune. Ma all'alba del suo sedicesimo compleanno, Anna fa strani sogni ricorrenti: sogna un futuro dove tutto è perduto, dove gli effetti devastanti della mano dell'uomo sulla natura sono drammaticamente evidenti. Sente allora che deve fare qualcosa, e deve farlo adesso. Non è al comando di una superpotenza o di una grande multinazionale, eppure il piano che sta per concepire, insieme a un amico che come lei non ha paura di osare, potrebbe cambiare per sempre il destino del pianeta.
Oliver Ryan è un uomo sicuro di sé. Unisce, come dice Michael, suo amico sin dai tempi dell'università, "un'avvenenza poetica" a modi compiti e riservati. Una combinazione irresistibile per le numerose ragazze da lui sedotte in gioventù, quando se ne andava in giro come un divo del cinema coi suoi completi di lino e gli occhi scuri da bel tenebroso. Una combinazione irresistibile anche per tv e media dublinesi, che fanno a gara per averlo nei talk show e sulle pagine delle riviste patinate. Oliver Ryan è, infatti, uno scrittore famoso, uno dei più noti autori irlandesi di libri per bambini. Come sovente accade agli uomini di successo, ha una compagna dolce e carina: Alice, che illustra magnificamente le sue opere, ma rifugge le luci della ribalta ed è così schiva che non vuole nemmeno rivelare che l'illustratrice dei volumi di Vincent Dax - il nom de plume di Oliver - è sua moglie. Una sera di novembre del 2011, dopo una cenetta deliziosa a base di tajine di agnello, roulade con i lamponi e Sancerre, accade l'irreparabile. Nella casa della coppia, situata nell'elegante Pembroke Avenue, Oliver picchia così selvaggiamente Alice da ridurla in coma... un corpo inerte disteso per terra, la testa e il tronco curvi come un punto interrogativo. La notizia fa subito il giro di tv e giornali. Com'è possibile che il carnefice dell'illustratrice sia proprio Vincent Dax? Lo scrittore venerato da un ampio pubblico per i suoi modi cortesi e per l'irresistibile fascino della sua persona?
"È una notte piuttosto fredda per un miracolo". Chi pronuncia questa frase è il protagonista Malachia Murdoch, un vecchio benedettino scozzese che si è appena lanciato in una sfida temeraria contro un ministro della Chiesa riformata. Bruce Marshall è abile nel far emergere le pesanti contraddizioni di una società che si allontana, quasi senza rendersene conto, dai fondamenti di una mentalità cristiana, ma non risparmia neppure i lati angusti e cedevoli del mondo cattolico, in particolare del clero. Le sue narrazioni sono sempre giocate sul filo di un lungimirante equilibrio e di un divertito realismo, che risultano tanto più accattivanti quanto più le situazioni si fanno paradossali. È il caso del protagonista di questo romanzo. Trascinato in una discussione con il più "moderno" e avveduto reverendo Hamilton, Malachia abbandona la sua indole mite e, lanciata la sfida, avvenimenti e reazioni si susseguiranno con tagliente umorismo fino alla sera fatidica del miracolo annunciato, in cui l'eccezionale entrerà nella quotidianità di un'esistenza cristiana.
Mérida 1941: Isabel Mola tiene saldamente per mano suo figlio sul marciapiede di una stazione immersa nel silenzio. Deve lasciare la Spagna al più presto. Deve soprattutto lasciare suo marito, un crudele e fanatico falangista. Il complotto messo in atto per ucciderlo è fallito, Isabel è stata tradita dall'uomo che diceva di amarla. Non partirà. Barcellona 1977: Maria Bengoechea è una giovane avvocatessa che ha appena vinto una causa importante. E riuscita a far condannare un ispettore colpevole di aver torturato e ridotto in coma un informatore della polizia. Non sa di aver scoperchiato un tragico vaso di Pandora. La condanna di quell'ispettore riapre infatti un'oscura vicenda che affonda le sue radici nella Spagna filonazista degli anni successivi alla Guerra civile: un quarantennio di odi, vendette, furori, di cui Maria è stata sempre ignara, anche se scorrono nelle sue vene e hanno segnato a fondo la storia della sua famiglia. Qualcosa la unisce a quella Isabel scomparsa in una stazione di provincia, un legame tenuto per anni gelosamente segreto, una catena di intrighi, tradimenti, vendette che si sono perpetuate nel corso di tre generazioni, trasformando ogni volta le vittime in carnefici. E che oggi presentano il conto. Perché il passato non si dimentica, le colpe dei padri ricadono sempre sui figli, e il destino segue senza pietà il suo cammino circolare e inesorabile.
"Il romanzo di Max Frisch, 'Il mio nome sia Gantenbein', inizia con la morte, accidentale, di Felix Enderlin, che risulterà poi l'alter ego del protagonista principale, Theo Gantenbein. Lo si immagina cieco, ma potrebbe essere una sua astuzia per sorvegliare la moglie Lilla, con la quale ha un rapporto difficile. Intorno a Lilla si muove anche Svoboda, il primo marito; mentre Gantenbein frequenta volentieri Camilla, una manicure servizievole, alla quale racconta storie sempre diverse, fino all'ultima, macabra, di un cadavere ripescato nella Limmat." (Roberto Fertonani)
Era il 16 luglio del 1918 quando i tumulti che scuotono la Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre prendono forma in uno degli atti più violenti che la storia dell'impero ricordi: l'esecuzione a sangue freddo dell'intera famiglia dello zar Nicola II Romanov. Sua moglie e i suoi figli furono tutti freddati a colpi di fucile nei sotterranei della casa di Ekaterinburg dove erano agli arresti domiciliari. Nessuno sopravvisse, o almeno così si pensò.È il 17 febbraio del 1920 quando una giovane donna viene ritrovata a Berlino, in un canale, vicina alla morte per assideramento. In ospedale, ormai salva, i medici scoprono che il suo corpo è ricoperto di orrende cicatrici. E quando finalmente la donna apre bocca, sarà per dire il proprio nome: Anastasia. In molti non le credono: per loro è solo Anna Anderson, una polacca emigrata in Germania, a cui interessa soltanto la fortuna della famiglia zarista. Ma in Europa comincia a diffondersi, tra reali in esilio e circoli dell'alta società, la voce che la giovane Anastasia sia sopravvissuta. Che la figlia più piccola dello zar Nicola II e della zarina Alessandra, la spericolata bambina che tutti amavano, sia ancora viva.
"Il mio grido" è una raccolta di discorsi, saggi brevi, conferenze e articoli dello scrittore russo. Il libro ripropone in Italia una serie di scritti ormai irreperibili, tra i quali il discorso che dà il titolo a questa antologia e che Solzenicyn tenne in occasione del conferimento del premio Nobel per la letteratura, nel 1974. I temi che affiorano dai vari brani scelti per "Il mio grido",(tra i quali "Vivere senza menzogna", "Non aspirate a una vita facile" e "Un mondo in frantumi") sono quelli che hanno caratterizzato l'impegno civile e filosofico dello scrittore durante tutta la sua esistenza: la forza "malvagia" e spersonalizzante dei totalitarismi, l'uniformazione dell'uomo "richiesta" dalla modernità, la catastrofe incombente di una nuova guerra totale, il pericolo di nuovi fanatismi. All'umanesimo ateo Solzenicyn contrappone sempre però la speranza della rinascita, di un risorgimento umano segnato dalla contemplazione di Dio e dall'accettazione di ognuno della propria responsabilità umana. Lo stile che caratterizza questi brani scelti è quello incisivo, quasi documentaristico, ma anche appassionato e incalzante, che segna tutta la produzione non-fiction dello scrittore russo.
Niko vive a Copenhagen con la sorella maggiore Sos da quando la mamma, popstar famosissima, e il padre postino sono scomparsi in un incidente stradale. Niko vive alla giornata: è imbranato con le ragazze di cui si innamora, scombinato a scuola e nella vita, insofferente verso chi lo ama, rissoso quando si riunisce con l'amico e coetaneo Jeppe e insieme danno la caccia a qualche malcapitato compagno di strada. Niko vive ma la sua vita non sembra avere alcuno spiraglio e l'amore di sua sorella non potrà più essergli sufficiente. Tutto sembra precipitare, quando si intrufola in casa sua un ragazzone hippy, sordo alle proteste e ai colpi di Niko, che dice di chiamarsi Gesù Cristo e di essere venuto a fare di lui un ragazzo migliore. Niko non sa (e non saprà mai) se quello strano tipo è veramente Gesù o un pazzo mitomane ma inizia a dargli retta e a seguire un decalogo per uscire fuori dal suo tunnel. Primo comandamento: lasciare Copenaghen e tornare nel paese dove sua mamma è nata; poi si vedrà. "Il mio amico Gesù" è il racconto feroce e tenero di un viaggio forzato verso la felicità di un giovane che non l'avrebbe mai potuta toccare. E che importa, infine, se il sedicente Gesù sia tale veramente o un ragazzotto pieno di fantasia?
Amanda odia stare al centro dell'attenzione. A tredici anni, quello che la fa sentire davvero sicura è passare inosservata tra i suoi compagni di scuola e studiare. Quando però la professoressa di lettere la sceglie per affiancare Lars, il nuovo arrivato, Amanda capisce che niente sarà più come prima. Perché Lars non è come gli altri, soffre della sindrome di Down, e nessuno vuole essere amico di uno così. Se Amanda dovrà passare l'intero anno insieme a lui, già si immagina le scene imbarazzanti in cortile e le battute sgradevoli dei fighi della scuola. Di Adam, ad esempio. Per cui ha una cotta colossale. Eppure... la vicinanza con Lars si rivela diversa da ogni previsione. Con lui Amanda riesce per la prima volta a essere davvero se stessa, con lui scambia occhiate d'intesa, guarda il mondo a testa in giù e inventa formule magiche, senza paura di essere giudicata... Almeno fino al giorno in cui scopre che tutti a scuola ridono di Lars. Lei farebbe qualunque cosa per difenderlo. Ma se questo significasse uscire dall'anonimato, mostrarsi in prima linea e rischiare addirittura di perdere per sempre Adam? Per Amanda è arrivato il momento di scegliere, e trovare il coraggio di essere se stessa. Età di lettura: da 9 anni.