
È il 12 dicembre del 1945 e per Ellis è l'alba di una giornata felice. Sta per sposare Elmi, l'uomo che ama. Mentre indossa l'abito da sposa, suonano alla porta. Le consegnano un pacchetto che a giudicare dall'aspetto logoro deve aver fatto molta strada. Quando lo apre, si sente mancare. Il passato la rapisce e la riporta indietro di tre anni, in una cittadina vicino all'Aia, al giorno in cui lei e Bernie, il suo ragazzo, si sono dovuti separare. Troppo pericoloso per loro ebrei restare nella città occupata dai nazisti. Umiliati da una stella gialla sul petto, gli ebrei avevano già dovuto consegnare le biciclette e rinunciare a frequentare le scuole e i locali pubblici. Senza contare le convocazioni per la Polonia. Ufficialmente per lavorare, ma nessuno ci credeva. I genitori di Ellis decidono di nascondersi in una località sperduta nella brughiera. Bernie invece resta per aiutare la sua gente. I due ragazzi si promettono di tenere ciascuno un diario da consegnare all'altro alla fine della guerra. Si danno inoltre appuntamento per ritrovarsi, di martedì alle quattro del pomeriggio, sulla panchina del loro primo bacio. Passato il pericolo, Ellis si presenta più volte all'appuntamento, ma di Bernie nessuna traccia. E ora il destino le porta il suo diario il giorno in cui sta per diventare la sposa di un altro. Ci vorranno più di sessant'anni prima che Ellis abbia il coraggio di leggerlo e di raccoglierlo insieme ai suoi. Il risultato è una testimonianza eccezionale, la cronaca quotidiana di un amore tenace che si scontra con la guerra e una violenza delirante. Un amore prigioniero della storia ma al tempo stesso unico argine alla follia del mondo.
Infiltrarsi nella setta segreta del Presidente dell'Europa e provocare la sua conversione per evitare che diventi l'Anticristo. È questo l'obiettivo impossibile di padre Elia, un frate carmelitano in missione segreta per il Vaticano, ebreo convertito, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, già potente uomo politico del governo israeliano e da vent'anni nascosto in una clausura volontaria nel monastero del Monte di Elia. Il Papa in persona e il Cardinale segretario di Stato lo richiamano fuori dall'oscurità per affidargli un compito urgente e cruciale per la salvezza della cristianità intera, afflitta dalla paura e dallo smarrimento dei suoi uomini migliori.
Ras Tafari (1892-1975), ultimo imperatore d'Etiopia dal 1930 con il nome di Hailé Selassié I, viene deposto da un colpo di stato il 12 settembre 1974. Kapuscinski si reca ad Addis Abeba per capire cosa fosse davvero la monarchia assoluta del Negus, il Re dei Re, e perché sia caduta. Riesce a incontrare i rappresentanti dell'entourage imperiale e ne raccoglie i racconti, acuti, commossi, involontariamente umoristici. Intervista gli uomini che stavano a Palazzo o avevano avuto il diritto di accedervi, con la funzione di servitori, cortigiani, funzionari, spie, camerieri di ogni sorta, ma anche testimoni acuti e smaliziati di intrighi, lotte di potere e abiezioni. Ne esce un ritratto insolito del Negus, educato a Cambridge ma deciso a conservare il rituale di bacio al piede e genuflessione, promotore di riforme economiche, morali e sociali che però di fatto preservano l'arcaica sostanza del suo impero, preda di deliri di grandezza e progresso per cui sperpera denaro in un paese che muore di fame. Un vecchio rabbioso, onnipotente e superbo, ma anche terrorizzato dall'idea delle congiure, che si circonda di ministri inetti, in una società gerarchica, primitiva e corrotta. Un ritratto insolito del Negus. Una ricostruzione a più voci della vita di corte, dell'arte di governo e di una società, a metà tra l'analisi storica, il reportage e l'opera narrativa. Uno sguardo ironico e stupefatto sull'universo grottesco di ogni dispotismo.
Ambientato nella Polonia degli anni Trenta, questo sorprendente romanzo narra l'incontro tra un giovane ebreo e uno storico antisemita, Pan Viadomsky, il quale afferma di essere la reincarnazione di un ufficiale di Ponzio Pilato. Prende cosi il via un'insolita ricostruzione della vita di Gesù, compiuta attraverso la voce dello storico Viadomsky, quella del giovane ebreo, nel quale si sarebbe reincarnato Giovanni, allievo di Nicodemo, e un frammento del perduto Vangelo di Giuda Iscariota. Alternando con grande abilità due diversi piani temporali - la Palestina antica e la Varsavia su cui si allungano le ombre cupe dell'antisemitismo - Sholem Asch riuscì a creare un'opera tanto ambiziosa quanto rischiosa. Lui, ebreo praticante, pubblico il romanzo nel 1939 alle soglie della Seconda guerra mondiale, come richiamo alla riconciliazione religiosa di fronte all'intolleranza e alle persecuzioni dilaganti in Europa. "Il Nazareno", accolto con favore da parte del pubblico ma anche con molte opposizioni, tra cui quella della comunità ebraica che lo accusò di fare propaganda al Cristianesimo, fu seguito da altri due romanzi, in un'ideale "trilogia cristiana": nel 1943 "L'apostolo" (Castelvecchi, 2013) e nel 1949 "Maria".
Questo romanzo scritto in yiddish da un ebreo praticante, narra la storia di Gesù di Nazareth attraverso le testimonianze di tre suoi contemporanei: un soldato romano, Giuda Iscariota, e un giovane studente rabbinico. La narrazione si basa sull'idea di trasmigrazione delle anime e a dare voce ai tre personaggi sono uno storico polacco, che riferisce di una sua vita precedente in cui era uno degli scagnozzi di Ponzio Pilato; un manoscritto attribuito a Giuda; e, infine, il giovane assistente ebreo dello storico. I tre racconti compongono un quadro vivido, ricco di dettagli storici e riflessioni filosofiche, del passaggio di Gesù sulla Terra, soffermandosi sui suoi sermoni più enigmatici e contestualizzando il suo ministero a favore dei poveri e degli esclusi. Pubblicato negli USA nel 1939, il romanzo è stato acclamato dalla stampa di lingua inglese, ma ha alienato ad Asch, allora al culmine della notorietà, le simpatie del pubblico ebraico. Il Nazareno è il primo capitolo della trilogia di cui fanno parte anche L'Apostolo (1943, edito da Castelvecchi nel 2012) e Maria (1949).
In questo libro, Amin Maalouf spiega perché è convinto che siamo arrivati alle soglie di un naufragio globale, che riguarda tutte le aree della civiltà. L'America, per quanto resti una superpotenza, è sul punto di perdere ogni credibilità morale. L'Europa, che aveva promesso alla sua gente e a tutto il mondo il progetto più ambizioso e confortante della nostra epoca, sta per smembrarsi. Il mondo arabo-musulmano è sconfinato in una crisi profonda che lascia la sua popolazione nella disperazione e che ha ripercussioni spaventose su tutto il pianeta. Delle grandi nazioni emergenti o in via di rinascita, come la Cina, l'India e la Russia, fanno irruzione sulla scena mondiale in una atmosfera deleteria in cui ciascuno pensa per sé e in cui vige la legge del più forte. Una nuova corsa agli armamenti sembra inevitabile. Senza contare le minacce, gravissime, che pesano sul nostro pianeta - il clima, l'ambiente, la sanità - e alle quali non potremo far fronte senza quella solidarietà globale che, appunto, ci manca. Da più di mezzo secolo, l'autore osserva e percorre il mondo: da Saigon a Teheran, dal Vietnam a Parigi, in questo libro Maalouf descrive il mondo sia come spettatore impegnato che come intellettuale. Mescola la cronaca alla riflessione, racconta i grandi avvenimenti di cui si è trovato ad essere testimone privilegiato e, al tempo stesso, porta avanti una riflessione sulla storia e il destino del mondo: per spiegare perché il mondo come lo conosciamo si trova oggi alle soglie della catastrofe.
Entrato in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata, Kemal Basmaci, trentenne rampollo di una famiglia altolocata di Istanbul, si imbatte in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto anche eroticamente molto intenso. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata: per quanto di mentalità aperta e moderna, in lui sono comunque radicati i valori tradizionali (e anche un certo opportunismo). Così si fidanza e perde tutto: sconvolta dal suo comportamento, Füsun scompare, mentre Kemal, preda di una passione che non gli dà tregua, trascura gli affari e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato. Kemal però non si dà per vinto. In assoluta castità, continua a frequentarla per otto lunghi anni, durante i quali via via raccoglie un'infinità di oggetti che la riguardano: cagnolini di porcellana, apriscatole, righelli, orecchini... Poterli guardare, assaggiare, toccare è spesso la sua unica fonte di conforto. E quando la sua esistenza subisce una nuova dolorosa svolta, quegli stessi oggetti confluiranno nel Museo dell'innocenza, destinato a rendere testimonianza del suo amore per Füsun nei secoli futuri. La storia di un'incontenibile passione, ma allo stesso tempo uno sguardo ora severo, ora ironico, ma certamente non privo di profondo affetto sulla Istanbul di quegli anni e sulla sua contraddittoria borghesia.
La vita, le convenzioni e il caso trasformano il colpo di fulmine tra Kemal e Füsun prima in una passione erotica travolgente e poi in un interminabile, languido corteggiamento. Per otto anni Kemal sarà al fianco di una donna seducente e irraggiungibile, nell'attesa e nella speranza di realizzare il suo sogno d'amore. Nel primo romanzo dopo il Premio Nobel del 2006, Pamuk ci regala lo struggente ritratto di un incontro e la storia indimenticabile di un'epoca e di una città, la sua, Istanbul.
Nello scenario apocalittico di un'Europa sconvolta da un conflitto che non ha precedenti (si allude, senza nominarla mai, alla Seconda guerra mondiale), le potenze vincitrici condannano le popolazioni responsabili della catastrofe a uno stato di eterno abbandono e miseria. In questo interminabile "anno zero", in cui lo sviluppo è bloccato allo stadio di una civiltà agricola arretrata, nel paese austriaco di Moor, una volta fiorente centro turistico, vi sono ora rovine e desolazione: trionfano il mercato nero e la violenza delle bande armate. Nelle isolate "zone di ricostruzione" la storia va avanti e il progresso fa conoscere alle truppe d'occupazione la civiltà dei consumi, con i suoi eccessi. In questo clima da dopo catastrofe si intrecciano le vicende dei tre protagonisti: Bering, Ambras e Lily. Bering, figlio di un reduce di guerra, è un genio autodidatta che fa rivivere i vecchi rottami, ossessionato dalla tecnica, ma inevitabilmente preda dell'eredità della violenza; Ambras, cui Bering fa da autista, meccanico e guardia del corpo, è stato vittima delle atrocità del sistema durante la guerra: ora amministra la cava di pietra che era stata il suo campo di concentramento; Lily, figlia di un criminale di guerra e regina del mercato nero, è affetta dal misterioso morbo di Kitahara. È la storia di tre destini emblematici, raccontata con una "padronanza linguistica che non ha eguali nella letteratura contemporanea", cui si uniscono solidità della trama narrativa e capacità di evocare atmosfere e situazioni estreme.
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de "Il monte del cattivo consiglio" e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca qui, infatti, l'atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. La prima novella, che dà il titolo al libro, è un testo molto caro all'autore, che egli considera come una prima stesura di "Una storia di amore e di tenebra". C'è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de "Il signor Levi", si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d'indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in "Nostalgia" scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato. Lui è molto malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che Gerusalemme viveva in quei giorni.
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de "Il monte del cattivo consiglio" e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca qui, infatti, l'atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. La prima novella, che dà il titolo al libro, è un testo molto caro all'autore, che egli considera come una prima stesura di "Una storia di amore e di tenebra". C'è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de "Il signor Levi", si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d'indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in "Nostalgia" scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato. Lui è molto malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che Gerusalemme viveva in quei giorni.
Ning Xuan lavora in un'azienda creata con capitale straniero nel Sud della Cina. Il suo impiego le permette una vita borghese in un ambiente di lusso, ma la lascia insoddisfatta e la lettura è il suo unico vero svago. Un giorno si imbatte in un libro di Tingsheng che la coinvolge e la commuove profondamente; decide allora di scrivere una lettera all'autore. Il romanzo ha inizio proprio con questa lettera, dalla quale nasce una relazione di amicizia prima e di amore coronato dal matrimonio poi. Romanzo autobiografico costruito su lettere e brani di diario dei due protagonisti, "Il Monte degli Aromi" (il titolo è tratto da una citazione del "Cantico dei Cantici") è il viaggio di due giovani cinesi alla ricerca appassionata del vero amore, della verità e del significato della vita; al tempo stesso diventa - attraverso i loro occhi - un affresco della Cina d'oggi e una critica senza sconti al suo sistema politico, che nega la libertà, i diritti umani e la possibilità di parlare apertamente.