
Una donna ancora giovane, serena e appagata, tutt'altro che inattiva nel cerchio sicuro della famiglia, viene abbandonata all'improvviso dal marito e precipita in un gorgo scuro e antico. Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall'umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una allenata e intermittente percezione di sé. Comincia a questo punto una caduta rovinosa che mozza il respiro, un racconto che cattura e trascina fino al fondo più nero, più dolente dell'esperienza femminile.
Due grandi conoscitori di mare e letteratura hanno raccolto scritti memorialistici e documentari, sempre autobiografici, fin che è possibile divertenti, che costituiscono una sorta di storia del mare. L'accento cade più sull'avventura, sulla passione per il mare e sul fascino per la testimonianza diretta, per le vicissitudini singolarissime di questi protagonisti del mare. Gli impavidi Vichinghi; Francis Frake, il più grande corsaro inglese; il naufrago che ispirò il Robinson Crusoe a Defoe; la prima attraversata atlantica di Melville; il giro del mondo in solitario di Slocum. Una galleria di personaggi a tutte le latitudini, un'antologia di storie vere, diari marinari, giornali di bordo, relazioni e memorie.
In un arco di tempo che spazia dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, il romanzo analizza il rapporto fra due sorelle, un rapporto perennemente sospeso tra odio e amore, tenerezza e violenza. Remissiva e strenua custode delle tradizioni familiari la maggiore, irrequieta e spregiudicata la minore, le due protagoniste si confrontano in una disperata ricerca di amore e di comprensione, mai soddisfatta da un mondo (quello della piccola nobiltà trentina, sospesa tra Italia e Austria) che sta subendo una troppo rapida trasformazione. Dalle due parti del romanzo si fronteggiano le due confessioni, due verità sulla stessa storia, entrambe giustificate e plausibili. Il romanzo ha vinto il Premio Campiello nel 1991.
Eccoci, tutti noi, figli di un'Italia multietnica e variopinta. Eccoci, raccontati dall'abile penna di chi l'Italia non solo l'ha vissuta, ma sa descriverla minuziosamente, cogliendone particolari e sfumature. Storie di quotidiana follia (Rupert), di amicizie infinite (Antonio), di donne tradite (Flavia) e uomini disillusi dall'amore (Alberto), cronache di un'Italia selvatica e rurale, incantata dai miti antichi, della cui magia ci resta ben poco (Annibale). Per ogni nome una storia, un inizio e una fine, e nel frangente che li separa la percezione di un'insolita inquietudine, come se qualcuno ci avesse appena ricordato che la grana dei racconti è quella della realtà in cui siamo vissuti e di cui non ci siamo mai realmente accorti. Storie amare e malinconiche, storie gioiose e allegre, che si compongono in un mosaico colorato da cui emergono meraviglie e miserie, mescolate come nella vita.
Cinque racconti immersi nella storia e tuttavia singolarmente sottratti al tempo. Cinque epoche diverse che fanno da sfondo a vicende attinte al reale ma "falsificate" dalla fantasia. Cinque storie legate da un filo sottilissimo, un filo di crudeltà. Crudeltà di Costanza che infierisce sul marito, già presago di una fine imminente, accusandolo di essere vecchio. Crudeltà di Lorenzo da Ponte che sfoga su un malcapitato mendico la rabbia delle proprie sconfitte. Crudeltà del mercante olandese che non presta ascolto alle ansie della moglie incinta. Crudeltà del nobile spagnolo che dà alle fiamme le pagine in cui Carlo V ha riversato la storia della propria vita. Crudeltà infine di una famiglia viennese che isola il padre colpito da paralisi.
È la vicenda di una mamma che non ha potuto abbracciare il suo bambino. Ed è la storia di un dolore, un'esperienza drammatica e lacerante a cui oggi, nella nostra società, forse non viene dato il giusto peso.
L'autrice racconta i giorni dell'attesa, dalla grande gioia per la scoperta di una nuova vita che cresce nel suo grembo, allo shock della perdita, al percorso di elaborazione del lutto, reso più difficile dalla sensazione di non essere capita da chi le sta intorno, di essere sola nel proprio dolore.
Un piccolo libro dedicato a tutte le "mamme speciali" e ai loro bambini, custoditi al sicuro nella memoria e nel cuore; e dedicato ai papà, ai parenti, agli amici, a quanti circondano la donna e vorrebbero esserle d'aiuto ma, magari, non sanno come fare.
Pagine intense, che danno voce al dolore, ma non si chiudono alla speranza. Perché anche le esperienze più sofferte possono trovare un senso e recare in sé i semi della rinascita.
Una scoperta di Dio tramite una storia poetica in stile Gibran: 20.000 copie vendute.
VITAstrocche è una raccolta di trentuno filastrocche nate come risposta al monopolio culturale che non rispetta la vita nascente e impone una visione positiva della cultura dello scarto. Fondendo ritmo e musicalità all’importanza del tema, la filastrocca diventa uno strumento efficace per rendere familiare a grandi e piccoli la realtà della vita nel grembo materno come preziosa per dare voce ai senza voce a cui il diritto alla vita viene ingiustamente negato.
Rosa Evangelista (2003) vive in Campania. Ama leggere, scrivere e fare musica ed è particolarmente appassionata al tema della vita nascente dopo aver partecipato alla Marcia per la Vita 2020 a Washington D.C.
Quattordici voci - evocative, sensuali, sottili, oscure - raccontano i loro sogni d'amore e di inquietudine. Parlano di ricordi, di dolori passati, di gioie a venire. Personaggi immaginari che aprono squarci sul mistero delle loro vite, portandoci in spazi fantastici, irreali, eppure così vicini alla nostra intimità, alla coscienza del nostro mondo interiore. Questi racconti, lirici e ammalianti, vengono a riunirsi in un libro che conduce il lettore al cuore della notte, tra realtà e fantasia, ombre e bagliori, illusioni e scoperte, fino alla luce del mattino e alle soglie di un sogno ulteriore.
Storie di Giufà, edite e inedite, della tradizione mediterranea, raccontate così come ascoltate dalla viva voce di chi ancora le narra.
Giufà è il personaggio più conosciuto e "interculturale" del Mediterraneo: le sue storie sono narrate in Italia, nel Magreb, in Turchia, nell'Europa del Mar Morto, in Spagna e in Francia. Il personaggio spesso assume nomi diversi…ma la sostanza non cambia: Giufà è spesso lo sciocco a volte stolto a volte sapiente, è l'ingenuo a volte furbo, è il disgraziato a volte fortunato. Giufà è tutto e il contrario di tutto.
Sara Favarò, poeta, cantastorie, interprete della musica popolare, ricercatrice delle tradizioni popolari, attrice, autrice di ricerche antropologiche, romanzi, saggi sociali, poesie. Collabora con le scuole sulle tematiche della legalità e delle tradizioni popolari.
Sull’acqua racconta con grande intensità l’epopea delle acque di Milano che, dopo decenni di prelievo forzato industriale, giacciono nel sottosuolo della città cariche di mistero, di memoria e di promesse.
Un testo allo stesso tempo poetico e filosofico sul tema universale e importantissimo dell’acqua, l’elemento cardine della vita dell’individuo e delle società che ha saputo costruire, ora sotto la reale, pungente minaccia di inquinamento ambientale, dispersione e voraci interessi economici.
Scrive Michele Serra: “L’idea di una presenza risalente non è meno affascinante di quella di una presenza che incombe dall’alto; se i popoli antichi temevano che il cielo potesse precipitare ho immaginato per noi moderni l’evenienza che l’acqua risalga dalle profondità per richiamarci alla nostra debolezza così come ai nostri doveri [...] Inutile sottolineare che non si tratta solo di una suggestione poetica. Sono i mutamenti climatici a indicare nel livello delle acque [...] uno dei grandi problemi futuri dell’umanità, e nella gestione delle acque un’emergenza evidente [...] L’emergere contiene una rivelazione, qualcosa che avevamo dimenticato, che avevamo trascurato [...]. Sull’acqua è anche una inconfessata preghiera. Che l’acqua non ci manchi mai. E che mantenga il suo livello all’altezza della nostra sopravvivenza, non sopra né sotto.”
L'autore
Michele Serra (Roma 1954), scrittore, giornalista tra i più brillanti e versatili del nostro panorama, è autore di numerosi libri, alcuni di grande successo. Scrive su “la Repubblica”, “L’Espresso”, “Vanity Fair”. Scrive per il teatro e ha scritto per la televisione. Ha fondato e diretto il settimanale satirico “Cuore”.
Romanzo epistolare chiaramente autobiografico, ispirato a La nuova Eloisa di Rousseau e a. I dolori del giovane Werther di Goethe, "Ultime lettere di Jacopo Ortis" narra l'infelice amore di Jacopo - esule sui Colli Euganei dopo il Trattato di Campoformio - per la "divina fanciulla" Teresa. Ma Teresa, pur corrispondendolo, è stata promessa sposa a Odoardo e per non dispiacere al padre accetta il matrimonio impostole, per cui Jacopo muore suicida. Il romanzo rispecchia le passioni e gli affetti foscoliani incentrandosi sulla malinconica vitalità del protagonista, secondo un modello di puro stile romantico.

