
"Le fiabe sono vere. Sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che è appunto il farsi di un destino". A metà degli anni '50 Calvino raccoglie e riscrive completamente le più belle fiabe di tutte le regioni italiane, preservando così la tradizione orale. Prefazione di Mario Lavagetto.
La Francia, i viaggi per mare, il profumo dei gelsi a Lavilledieu, i treni a vapore, la voce di Hélène. Hervé Joncour continuò a raccontare la sua vita, come mai, nella sua vita, aveva fatto. "Questo non è un romanzo. E neppure un racconto. Questa è una storia. Inizia con un uomo che attraversa il mondo, e finisce con un lago che se ne sta lì, in una giornata di vento. L'uomo si chiama Hervé Joncour. Il lago non si sa." Il testo del romanzo è qui ripubblicato insieme alla trama di immagini che, per certi aspetti, lo reinventano.
Scrivere una biografia di Dante è una sfida che molti hanno già affrontato. Mentre i documenti d'archivio relativi alla sua vita sono pochi e spesso di difficile interpretazione, la sua produzione letteraria contiene così tante informazioni di carattere personale che si potrebbe essere tentati di leggerla come un'autobiografia. Sarebbe tuttavia fuori luogo farlo. In un'originale inchiesta a quattro mani, in cui documenti e opere sono esaminati distintamente ma posti in costante dialogo, Elisa Brilli e Giuliano Milani ricostruiscono l'itinerario di un uomo che ha assistito ai grandi sconvolgimenti del suo tempo, attraversando contesti politici e culturali diversi ma interconnessi (comunale, signorile, imperiale), e insieme quello di un autore che ha tentato a più riprese di dare un senso alla sua vita attraverso la scrittura, inventando nuove forme di racconto di sé dai contenuti sempre mutevoli.
Gli esordi dei detective di casa Sellerio: il primo caso sulla strada di Petra Delicado e il suo incontro con Garzón, Massimo e i vecchietti del BarLume tra pettegolezzi e briscole in cinque, il tormentato vicequestore Rocco Schiavone e la sua prima indagine sulla neve.
Seguendo il filo offerto dalle straordinarie miniature dei manoscritti più antichi e lasciando in primo piano il ritmo narrativo degli eventi, Pasquini racconta la Commedia al pubblico non accademico, senza presupporre particolari conoscenze né rinviare a letture erudite o bibliografie accessorie. Grazie al risalto dato agli aspetti più concreti e stimolanti dell'opera, gli incontri con i personaggi e le atmosfere del poema invogliano di canto in canto ad attingere direttamente dal testo originale le emozioni e le conoscenze di cui il capolavoro dantesco si rivela, ancora e di nuovo, fonte inesauribile.
Riprodurre in prosa i versi di Dante è più incisivo che farne la pur utile parafrasi. Perché "spiega" il testo con un'espressività e una cadenza più simili a quelle della poesia. Così che la si può apprezzare con più calma nei suoi aspetti formali, che possono essere meglio approfonditi. I due testi che sono stampati in parallelo spingono anche a valutare in quello ammodernato le soluzioni lessicali, sintattiche e stilistiche: discuterle e integrarle è un modo di studiare la Divina Commedia. Grazie a Dante l'idioma italiano è nato adulto. Perciò la prosa moderna è singolarmente affine alla lingua del poema "antico". Ed è facile fare entrare chiunque capisca l'italiano d'oggi nel mondo poetico e morale di Dante: il più suggestivo e formativo concepito nella storia della cultura occidentale. Un mondo da proporre specie ai giovani e a chi, forestiero, ha però appreso l'italiano.
Pubblicato per la prima volta nel 1974, "Racconti di vent'anni" raccoglie le opere brevi di Arpino apparse in "La babbuina e altre storie" e in "27 racconti", più venticinque inediti. Snodandosi lungo un percorso che va dai racconti realistici a quelli che si potrebbero definire "dell'assurdo", dalle narrazioni "del sabato sera" - in cui alcune figure della letteratura mondiale, come Don Chisciotte, Faust e Sandokan, rivivono in chiave moderna fino a quelle dell'ultima sezione, dove si getta una luce sulle manifestazioni del paranormale, l'intera raccolta è una giostra di caratteri, volti, casi, in cui la forma breve del racconto contiene il respiro ampio del romanzo. Attraverso la descrizione delle dinamiche di coppia, dei rapporti tra genitori e figli, della trama di relazioni che compongono la società italiana del suo tempo, Arpino ci restituisce l'immagine di un'umanità stretta tra le ineludibili necessità del reale e la fuga nella dimensione della favola: una situazione nella quale anche il lettore contemporaneo può facilmente riconoscersi.
Questo volume raccoglie gli scritti - prefazioni, introduzioni e postfazioni che gli editori italiani hanno chiesto a Fernanda Pivano, in un arco di tempo di oltre sessant'anni, per presentare ai lettori le opere degli autori statunitensi. Dal primo scritto su Edgar Lee Masters del 1943 e fino a oggi la studiosa ha svolto un lavoro ininterrotto di approfondimento e divulgazione della letteratura d'oltreoceano. Scorrendo il testo se ne percorrono le diverse tappe, significative non solo degli interessi e dell'impegno dell'autrice, ma anche dei tempi e dei modi secondo i quali le opere di alcuni grandi scrittori americani sono state pubblicate nel nostro paese.
Poetessa amatissima, personaggio trasgressivo e commovente che ha saputo parlare direttamente al cuore del popolo, Alda Merini ha rappresentato un caso del tutto particolare nella storia letteraria del Novecento italiano. In questa ricca antologia, che ne raccoglie tutti gli scritti importanti in poesia e in prosa, sono riproposte per intero le raccolte poetiche degli inizi: "La presenza di Orfeo" (1953), "Nozze romane" (1955), "Paura di Dio" (1955), "Tu sei Pietro" (1962), nelle quali si intrecciano temi mistici e slanci erotici, interrogativi estremi senza risposta. Il volume comprende poi notissimi e più recenti titoli come "Vuoto d'amore" (1991), "Ballate non pagate" (1995), "Superba è la notte" (2000) e "Il carnevale della croce" (2009). In questi versi l'autrice conferma la potenza della sua lirica, estranea a qualunque "linea" o "corrente", nella quale si mescolano passione e tenerezza, ironia e sarcasmo, gioco e disperazione, nel segno di un'urgenza assoluta di fare poesia. Le prose autobiografiche "L'altra verità" (1986) e "Lettere al dottor G." (2008), infine, testimoniano la straziante discesa negli inferi del manicomio.
Franco Nembrini da anni, tiene per tutta l'Italia un ciclo di lezioni su Dante e la Commedia. Alla fine di uno di questi incontri, a Roma, Nembrini è stato avvicinato da un ragazzo che gli ha detto che le sue parole gli avevano cambiato la vita. Poco dopo Nembrini ha scoperto che il ragazzo era Gabriele Dell'Otto, uno dei più importanti disegnatori del mondo, artista di punta delle due grandi casi editrici americane di supereroi, Marvel e DC. È nato così un progetto che è anche un sogno. Rivestire la Divina Commedia per portarla al grande pubblico, nel millennio che è appena iniziato. Dopo l'introduzione di Alessandro D'Avenia, Nembrini illustra tutta l'opera, e poi i singoli canti dell'Inferno. Ogni canto ha un'introduzione alla lettura scritta da Nembrini, il testo originale di Dante e, a fronte, una parafrasi in italiano contemporaneo curata dagli studiosi dell'associazione "Cento Canti" per permettere la lettura a tutti, e una riproduzione delle meravigliose tavole di Gabriele Dell'Otto che illustrano il contenuto del canto. Un grande progetto, che continuerà, ovviamente, con Purgatorio e Paradiso.
«Intellettuale di tipo nuovo» per Italo Calvino, Rocco Scotellaro «in modo forse più completo d'ogni altro s'era avvicinato all'ideale d'uomo che la gioventù della Resistenza conteneva potenzialmente in sé», perché «impegnato sul fronte più avanzato della lotta sociale e sul piano più qualificato della cultura letteraria nazionale.» Una profonda contraddizione sentimentale, che rispecchia quella della società, solca la poesia di Scotellaro e diventa motivo ricorrente dell'intera opera oltre che motore della sua attività: il contrasto tra infanzia e maturità, rassegnazione e insofferenza, paese e città, mondo contadino e modernità, amore e disamore. I suoi interessi spaziano dall'economia alla cultura popolare, all'organizzazione sindacale; la scrittura si muove tra poesia, narrativa, inchiesta antropologica, giornalismo e cinema. Con apporto di inediti significativi, questo volume dà conto di tutte le facce di un'opera intensa e poliedrica, che alla metà degli anni Cinquanta fu banco di prova della discussione - politica, oltre che letteraria - sulla questione meridionale. E anche nel rilievo dato dal poeta «delle Lucanie del mondo» al valore dell'armonia tra uomo e natura insito nella civiltà contadina risulta evidente la dirompente attualità del suo messaggio.
Franco Nembrini trova le parole più semplici e toccanti per avvicinarci al testo di Dante e farci sentire quanto esso abbia a che fare con la nostra quotidianità. "Il Purgatorio" racconta Nembrini "è la cantica del cambiamento. Si comincia in un modo e si finisce in un altro. Come nella vita di ogni giorno. Dante ci fa capire che il problema non è cadere, ma rialzarsi, afferrare la mano che ogni volta ci viene offerta." Ad accompagnare il testo di Dante e il commento di Nembrini ci sono le illustrazioni di Gabriele Dell'Otto, che trova una cifra unica ed emozionante nel tratto e nelle scelte cromatiche, contribuendo a rendere concreta per i lettori l'esperienza di Dante. Prefazione di Alessandro D'Avenia.