
La luce dell'alba trafigge le finestre socchiuse. È tutta la notte che Alice non dorme, continua a leggere i fogli sparsi di fronte a sé. Due buste, una rossa e una bianca, sono le uniche cose che la sua migliore amica, Camilla, le ha affidato prima di sparire senza lasciare alcuna traccia. Camilla, donna di spettacolo e sceneggiatrice di successo, è sempre stata il punto di riferimento di Alice dal giorno in cui si sono conosciute, ancora ragazzine, sulla battigia dorata di una spiaggia versiliana. Cieli stellati, confidenze sussurrate, risate liberatorie, lacrime asciugate da dolci consigli le hanno accompagnate in tutti questi anni insieme. E ora Alice, madre single che non ha mai avuto il coraggio di vivere e scoprire l'amore, si sente impaurita dal mare di solitudine che l'assenza di Camilla le spalanca di fronte agli occhi. Ma l'amica non l'ha lasciata completamente sola, perché nelle buste si nascondono piccoli indizi che svelano la verità sulla sua scomparsa. Indizi che la conducono a ripercorrere a ritroso tutte le storie passate di Camilla. Uomo dopo uomo, Alice mette insieme le tessere del mosaico del cuore di Camilla. Fino all'ultimo uomo, colui che, forse, le può svelare la verità. perché Camilla le vuole regalare il dono più grande che un'amica può fare: due ali per volare verso il sole della libertà.
Siamo nella Roma dell'Ottocento. Gli originali avventori della Locanda Serny raccontano storie bevendo una tazza di tè; il signor Serny tiene un samovar sempre bollente per i suoi ospiti. Illusionisti, letterati, narratori occasionali, russi, francesi, tutti raccontano le loro storie: la storia del cicerone squartato, della santa merla, tratta da un volumetto fatto rilegare da un artigiano che possiede un dono inestimabile, quello di non saper leggere... e molte altre. Solo apparentemente queste storie sono slegate. In realtà esiste un filo logico e alla fine scopriremo che l'avventore russo era nientemeno che Gogol e il suo interlocutore francese un certo signor Stendhal.
Si può essere amati a ottanta anni da una donna molto più giovane? Sì. Purché gli ottanta siano solo anagrafici. È il caso del protagonista delle "Confessioni" che vive trasognato la splendida vicenda e, quasi rinato, si reclina su se stesso per afferrare il mistero di ciò che gli sta accadendo. La risposta è contenuta nella sua vita, nel suo essere diverso in mezzo ad una normalità rivoluzionaria ma superficiale e asfissiante. Dovrà trovare il filo conduttore che spiega la stranezza. Comincia un viaggio fiabesco, affascinante e talora doloroso, tenebroso, drammatico, emozionante, attraverso gli anni, le persone, gli avvenimenti, i paesaggi, la storia di un'esistenza non comune, consumata prima tra Abruzzo, Calabria, Puglia e Lombardia, poi, da adulto, in un Veneto in vivace evoluzione economica e umana.Manfredo Anzini è nato in Abruzzo parecchi anni fa. Vive a Verona, per sua scelta, da oltre 50 anni.
Ivan – brillante agente segreto al servizio del Kgb, orgoglioso difensore del socialismo, raffinato estimatore del bello – assiste sgomento al disfacimento dell’Unione Sovietica. A Mosca le code fuori dai negozi si allungano, gli ideali cadono come inutili orpelli di un mondo in via di disgregazione, gli amici si trasformano in nemici. Ivan è costretto a ricostruirsi una vita in uno squallido condominio moscovita, lontano dalle luci della ribalta della nomenklatura, fra alcolizzati e residui di un passato che si allontana.
Salvatore – cresciuto in una Sicilia che avvampa di moti rivoluzionari – è vitale, colto e intraprendente. Impara il russo, studia a Leningrado e infine si trasferisce a Mosca, dove lo aspetta un ruolo di prestigio per conto della più accreditata azienda italiana di prodotti informatici. Fa carriera, accumula esperienze, allaccia relazioni, crea consenso e infine non può rifiutare la proposta di lavorare anche per il Kgb. Il suo compito è procurare informazioni sull’ago della bilancia geopolitica della Guerra fredda: l’Italia. Salvatore torna a casa per carpirne i segreti: Comiso, Sigonella, gli affari del Vaticano. Il prezzo da pagare è alto.
Salvatore ha un futuro da inseguire. Ivan, un passato da dimenticare. Ivan e Salvatore sono la stessa persona.
«Una teoria tanto in apparenza azzardata quanto, in realtà, suffragata da puntuali riferimenti iconografici e storico-critici dimostrerebbe che il pittore Tiziano, forse invitatovi dal Falconetto, frequentò la città di Trento in epoca pre-conciliare. Pare confermarlo in particolare la Madonna del Coniglio, attualmente custodita al Louvre; la Vergine accarezza (ma forse cattura) un coniglio dal mantello bianco, già allora stanziale nella zona; si può inoltre notare la stretta somiglianza dell'ambiente sullo sfondo con l'attuale zona del Briamasco e si può agevolmente riconoscere, in lontananza, il Palon del monte Bondone». Così comincia un libro che partendo da una storia vera, il problema dei conigli che stringevano d'assedio il cimitero della città di Trento - problema assurto a questione politica che ha assediato per anni la giunta comunale - divaga, depista, scava, sorride e irride. Senza offesa per i conigli.
Franco e Andrea Antonello sono stati i protagonisti di una storia che sembra una favola: il romanzo che raccontava il loro viaggio on the road, "Se ti abbraccio non aver paura", ha avuto un enorme successo. In questo nuovo libro, Franco e Andrea raccontano la vera storia della loro vita, iniziando dalla vita di Franco prima di Andrea: dove nasce, com'è la sua famiglia, quali strade ha percorso e quali scelte ha compiuto prima di diventare un felicissimo papà di un bambino bellissimo. E continuando con quello che è successo dopo che Andrea, quel bellissimo bambino, ha iniziato a sfuggirgli di mano, sempre più intrappolato in un misterioso vortice che solo dopo anni si capirà essere l'autismo. E se nella vita professionale Franco miete successi uno dopo l'altro, nella lotta contro quel terribile nemico non pare esserci speranza: medici e ciarlatani, guaritori africani e maghi brasiliani, nessuno sembra poter fare niente. Ma quella non è la fine per Franco e Andrea: è solo l'inizio. Insieme scopriranno che non si deve rinunciare ai sogni e alla vita, e che le difficoltà, anche quelle più tremende, possono essere affrontate, cercando di rispondere alla richiesta di Andrea di avere intorno persone allegre, che guardano al lato positivo della vita: "Sono graditi visi sorridenti". Oggi Franco ha creato una fondazione, I Bambini delle Fate, che lavora per promuovere progetti di assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie. E Andrea ha appena dato l'esame di maturità.
La natura dei racconti è tale che è possibile narrare cose antiche in modo nuovo e usare parole antiche per eventi recenti.
"Sotto il guasto viene l'aggiusto": è la rassegnata, quanto efficace, filosofia di vita adottata da un popolino abituato a trarre vantaggio anche dalla cattiva sorte. Come avviene agli orfani di famiglie povere di una città del Sud, accolti, e "felicemente reclusi", in un istituto che si assume il ruolo di risollevare il loro destino, di migliorarlo rispetto alle aspettative del loro ceto. Nelle vicende di una scolaresca chiusa in collegio si riverberano le dinamiche psicologiche e sociali di una società emarginata, ancora in grave ritardo rispetto al boom economico che si appresta ad avvolgere l'Italia. Nel racconto di Giacomo Annibaldis, la memoria ritesse la vita di bambini sfortunati, i "figli dei morti", ai quali tuttavia sarà offerta una chance rispetto ai loro compagni e parenti: storia di un'infanzia del tutto inusuale, intrecciata con l'ordito di una cultura mediterranea dai riverberi arcaici.
Stanley è ancora un ragazzino, e si sente solo. Da quando il fratello è partito per la guerra, il padre non è più lo stesso. È freddo e distante. Eppure Stanley ha trovato un modo per essere di nuovo felice: prendersi cura dei suoi cani. Lui è l'unico che sa come comunicare con loro. Quando Soldier, un cucciolo dal pelo chiaro, sembra troppo fragile per sopravvivere, Stanley gli salva la vita. Qualcosa di speciale li unisce e i due diventano inseparabili. Ma il loro legame è destinato a spezzarsi: un giorno, all'improvviso, Soldier scompare. Per Stanley è una nuova ferita difficile da ricucire. Non gli rimane che una scelta: vestire la divisa dell'esercito inglese e partire per il fronte. Partire alla ricerca del fratello e cercare di riunire la sua famiglia. Grazie alla sua rara abilità nel capire i cani, viene assegnato al servizio dei cani messaggeri. Nell'orrore delle trincee del primo conflitto mondiale, la lealtà e il coraggio di questi animali salvano vite umane. Sono loro che giorno dopo giorno insegnano a Stanley a essere forte e a sopportare la violenza della guerra. Eppure lui non riesce ad affezionarsi veramente: il ricordo di Soldier fa ancora troppo male. Fino a quando non gli viene affidato Pistol che, come lui, non si fida più di nessuno. Grazie a questo cane Stanley rivive, per la prima volta, la forza dell'amicizia che lo legava a Soldier. Una sensazione che credeva di non riuscire più a provare.
Una notte di luglio del 1258, Mannai Murenu, giovane garzone di vinaio, si ritrova morto e sepolto nella presa e distruzione della città di Santa Gia da parte dei pisani. Settant'anni dopo invece racconta di come si salva e poi con altri si rifugia in un'isoletta dello Stagno di Cagliari, già lebbrosario e adesso sgombra, dopo che i lebbrosi sono stati catapultati a infettare la città assediata. Inizia così la narrazione delle molte avventure di un gruppo di rifugiati nell'Isola Nostra: oltre a Mannai, due sediari, Paulinu servo allo scriptorium di un convento, Vera donzella nobile, Akì schiava persiana, il vecchio ebreo Baruch, tre soldati tedeschi di ventura, Tidoreddu pescatore dello Stagno, il cane Dolceacqua, poi il fabbro bizantino Teraponto e altri fino a oltre un centinaio. Nei guai della guerra si fingono lebbrosi, così protetti dal terrore del contagio. Inventano una vita di espedienti, protagonisti lo Stagno e la voglia di viverci liberi, in una grande avventura collettiva.
Il libro di Arpo Angeli si sviluppa su un doppio registro narrativo che coniuga insieme due esigenze, quella della narrazione dei fatti, delle persone e delle cose ed un secondo inedito elemento: stati emotivi, sfondo culturale, immagini mentali. Il recupero del Nonno Antonio e la Porta del morto. Da una parte ci sono i tesori della casa colonica accanto, i marenghi sempre trovati e sempre negati da altri, strano ed oscuro cerimoniale a mezzo tra le esigenze di vite senza denaro e sogni medioevali di incredibili ricchezze. Un eldorado nascosto tra le vecchie mura delle case sempre inframezzate da scavi notturni in notti senza luna; da preti compiacenti che benedivano pezzi di campo per dissuadere il diavolo dalla difesa delle ricchezze sottoterra.
"Qualcuno crede di declassarmi sostenendo che nella mia vita pubblica io propendo per il pragmatismo e mi mostro refrattario alle grandi programmazioni. Di più: poiché indulgo nell'uso di frasi scherzose e sono allergico a ogni genere di discorsi e concetti complicati - che, del resto, sono stati bollati come 'politichese' -, c'è chi mi guarda con sufficienza, quasi scandalizzandosi intellettualmente a causa di un mio presunto gusto per le battute. Non voglio davvero far assurgere il mio metodo a canone di comportamento da imitare. Nè oso riferirmi al 'castigat ridendo mores' o alla leggenda aurea secondo cui il tempo è moneta ...". - Dall'introduzione (Giulio Andreotti).

