
Alti funzionari di un telegiornale in lotta fra loro a causa dell'amore impossibile per una stagista lesbica; uno psichiatra che trasforma i propri pazienti in narratori delle diverse nevrosi; il misterioso omicidio di un modello rumeno di pochi scrupoli. Frammenti di vite bizzarre o disperate tenute sotto controllo dal filo rosso di un'unica idea: quella della nevrosi, che si fa strumento di maturazione e autoconsapevolezza.
Il libro si compone di cinque racconti, compiuti e perfetti in se stessi. I primi quattro si svolgono a Roma tra il 1940 e il 1945; l'ultimo è un breve e coinvolgente giallo. In tutti scorre l'amara coscienza di quanto sia "sporca" la guerra, che oggi come ieri degrada noi umani a bestie senza sentimento né ratio, sradicandoci dalla nostra umanità. La scrittura di Luca Canali, limpida e intensa, trepidante e dura, è come il riflettore di un set cinematografico: illumina e segue i suoi personaggi, i loro destini e quelli di noi lettori.
Il giovane Marco Celio Rufo è quasi l'incarnazione degli slanci dorati della giovinezza. Assistente di Cicerone, che lo vorrebbe educare alla professione di avvocato, nella Roma violenta e corrotta del tempo, Celio decide a un tratto di dare sfogo alla sua insoddisfazione e si mette in proprio. Frequenta Catullo e le avanguardie poetiche, amoreggia con Clodia, la Lesbia che Catullo cantò, e simpatizza per Catilina, il solitario alfiere della lotta contro le prepotenze e le ingiustizie sociali. Divenuto partigiano di Cesare, si allontana da lui quando comprende che la sua politica è avviata verso la moderazione e si pone a capo di un piccolo esercito di scontenti. Nel suo accampamento rivede le stagioni la sua vita.
"Che gli scandali avvengano", dice Gesù (Vangelo di San Matteo, 18, 7) intendendo che essi smaschereranno i malvagi che li provocano. E Luca Canali penetra nei recessi più segreti di vittime e colpevoli, protagonisti di moderni scandali in una silloge di racconti e personaggi tutti diversi ma tutti accomunati da una stessa complicità (l'alto burocrate, la bella e sensuale cinquantenne, il mediocre politico, il ragazzo che non riesce ad amare, l'omosessuale avventuroso e sereno, l'usuraio per vendetta ecc.), che svelano dove si annida il Male, e spesso ottengono una laica redenzione oppure il verdetto finale della morte.
“Ho subito capito che tu eri l’unica persona cui avrei potuto affidare non solo gran parte dei miei beni, ma anche il completamento del disegno politico che ho da sempre avuto in mente.”
Giulio Cesare
Il primo imperatore romano, forse il più grande: Ottaviano Augusto. La difficile ma inarrestabile scalata al potere, gli intrighi, i retroscena psicologici, i personaggi: Agrippa, l’amico fidato, uomo forte e imperturbabile, votato al servizio gregario e all’ordine senza forse e senza ma.
E poi Livia Drusilla, di cui Ottaviano si innamora, e ne fa la sua sposa e ispiratrice. E ancora, le trame segrete dei conservatori capeggiati da Cicerone, Catone, e Bruto, la guerra sanguinosa contro gli uccisori di Cesare, da cui emergerà la figura dell’uomo di potere unico, il princeps per antonomasia.
Uomo malaticcio ma sospinto da irrefrenabili pulsioni, adottato da Cesare che lo vedeva come il solo condottiero in grado di risolvere il dissidio che opponeva il Senato al princeps. Repressione di congiure, diplomazia con il ceto nobiliare, stretto legame quasi affettivo con le legioni, un saldo secolo di pace, detta appunto pax augusta, che ha quasi per fondamento ideologico la cultura e la poesia, di cui Mecenate è ispiratore, sono i fondamenti del nuovo impero.
Molti tormenti anche nella sua vita: più grave di tutti il comportamento libertino di sua figlia Giulia e sua nipote Giulia Minore.
Luca Canali ricostruisce col sicuro e avvincente passo del romanziere e con il rigore dello storico un capitolo epico della storia romana, fra tolleranza e dispotismo, poesia e sangue, amore e morte.
La vicenda di un uomo il cui braccio violento, anche attraverso la crudeltà delle proscrizioni, ha impugnato ogni arma disponibile per saldare per sempre il destino di Roma a quello dell’Occidente.
LUCA CANALI, scrittore e latinista, ha insegnato Letteratura latina nelle Università di Roma e Pisa.
Dal 1981 si è dedicato esclusivamente all’attività critica e letteraria. Tra le opere di saggistica: Personalità e stile di Cesare, I volti di Eros, Lucrezio, poeta della ragione, Amore e sessualità negli autori latini, Il sangue dei Gracchi, I cavalieri latini dell’Apocalisse, Fermare Attila; di versi: Toccata e fuga, La deriva, Il naufragio, Zapping, Borderline, Fasi, Lampi; di narrativa: La resistenza impura, Autobiografia di un baro, Il sorriso di Giulia, Spezzare l’assedio, Nei pleniluni sereni, Reds. Racconti comunisti, La sporca guerra, Fuori dalla grazia. Tra le sue traduzioni, tutta l’opera di Virgilio, Lucrezio, Petronio, Orazio, Tibullo, Properzio, Persio, Stazio, Prudenzio e altri.
Ogni grande impero si basa sul sangue e sugli intrighi. E l'impero romano, che è stato il più grande di tutti, non fa differenza. Sete di affermazione e di ricchezze, lussuria, erotismo, rapacità, vendette hanno trasformato un piccolo villaggio della campagna laziale in una città padrona del mondo. Sinonimo stesso di forza e di coraggio, ma soprattutto di potere. E al gioco del potere, o si vince o si muore. Dalla repubblica alla monarchia all'impero, non c'è sfrenatezza a cui i protagonisti dell'Urbe non si siano lasciati andare. E non c'è arma - pugnale, spada, fuoco, maldicenza, veleno, sesso - che non sia stata usata. Dalla penna di un illustre latinista, intrecciando racconto e fonti storiche, l'affresco di una Roma covo di belve e vivissima di fermenti e di menti geniali. Perché la forza è utile per conquistare il potere, ma per mantenerlo serve la grandezza.
Una carabina sgangherata, un manuale di tiro scritto in cirillico ("ma con molte illustrazioni"), un bersaglio perennemente occupato da una coppia di colombi che ha fatto il nido "nel posto più sbagliato della terra". Ma soprattutto tanta, tanta voglia di vincere. Il giovane Niccolò Campriani è uno studente d'ingegneria ma è anche il miglior tiratore "in piedi" mai nato nella storia del suo sport. Un predestinato. Nel giorno più importante della sua vita, alle Olimpiadi di Pechino del 2008, proprio nell'istante in cui sta per stringere tra le mani quello che ha sempre sognato, la medaglia d'oro, scopre di avere un avversario imprevisto e imbattibile. L'ultimo colpo. Quello decisivo. Il "blocco dell'ultimo colpo" si rivela un problema più grande del previsto. E per superarlo, Niccolò finisce per lasciare l'Italia e rifugiarsi in America. Lì, intraprende un viaggio dentro se stesso, alle origini dell'ambizione, alle radici stesse della propria essenza di uomo, tra i sogni di gloria e gli equivoci imposti da un ambiente e un paese, l'Italia, che non sa più vincere, ma neppure più perdere. Quattro anni di studio, allenamenti e riflessioni da "cervello in fuga", per scoprire infine che "tra il mirino e il bersaglio non c'è solamente aria e distanza", ma anche paura. Paura di fallire e di deludere gli altri e soprattutto se stessi. Paura, insomma, di dover fare i conti con la propria identità.
Il libro è un'analisi di alcuni grandi miti folklorici (il carnevale, la cuccagna, il sabba) nei loro rapporti con le pratiche culinarie, e al tempo stesso una ricerca sulla dimensione alimentare e corporale delle cosmogonie popolari nella loro interazione con la letteratura aristocratica. Attraverso lo spettro della fame e le delizie della cucina, tra giganti e uomini-gallina, ciarlatani e mendicanti, vengono così esplorate le varie forme della scrittura, dal teatro di piazza alla poesia di corte. Passando dal Medioevo al Rinascimento, comprendiamo come la vitalità della cultura "bassa" abbia agito sulle arti più nobili.
A Parigi Rosi incontra l'uomo che, più di vent'anni prima, in una cittadina della riviera ligure, è stato il suo primo ragazzo. Adesso fa il cuoco ed è ancora vitale e passionale. E come allora Rosi è impertinente e ribelle. Si studiano, si guardano, si amano, dentro la lunga notte che li ha rimessi insieme. E poi? Rossana Campo torna alla freschezza dei suoi primi romanzi (la vicenda parallela di Rosi dodicenne è un graffiante affondo nell'inquietudine adolescenziale) aggiungendo la malinconica leggerezza di una nuova maturità.
Sposata con un medico, lei passa lunghe giornate un po' in giro per Parigi e un po' appollaiata al bar di Nic. A volte ha lunghe conversazioni con Fred, il suo migliore amico nonché vicino di casa gay. Improvvisamente il marito le annuncia che vuole andarsene a vivere con un'altra donna. È finita. Per l'equilibrio già estremamente precario della nostra eroina è una gran botta. E beve. Tutto quello che lei tentava di tenere assieme crolla di colpo e il girotondo un po' allegro e un po' sinistro delle sue giornate, il suo balletto personale con l'autodistruzione prende un'accelerata. E beve. Tocca il fondo. Crolla. Nella clinica dell'Olivier dove l'amico Fred l'ha fatta ricoverare, tenta di guardare la vita da un'altra prospettiva. Pian piano nascono legami veri e profondi con la banda di matti disperati e ubriaconi che come lei sono lì a ripulirsi. Le quattro settimane previste per la cura sono quasi alla fine quando arriva "Igor il terribile", uno sbandato appena uscito di galera, ex tossico e naturalmente alcolista. lnfrangendo una delle regole base, nasce un amore fatto di sesso e disperazione. E questo complica terribilmente le cose.
Giornate estive piene di confusione. La protagonista, un'eroina al rovescio, è innamorata e stravagante e usa la pittura come terapia. Pascal l'ha lasciata e vive con Goli, un'iraniana mezza sballata che, come lei, è stata per un po' in un ospedale psichiatrico. In fondo lì non stava male, in mezzo a quelli che non ce la fanno, quelli che parlano con la Madonna, quelli che passano il tempo a tingere i capelli a una bambola. Ma la protagonista del romanzo ce la fa. E' forte, combatte, resiste, finché un giorno, affacciandosi da un silenzio e da una lontananza durati quindici anni, arriva Renato Reian, suo padre. Chi è quest'uomo scappato via, la prima grande, cocente, indimenticabile delusione di una figlia?

