
Nuova edizione del best seller di Eugenio Corti.
Uscito nel 1983 Il cavallo rosso si è confermato col succedersi delle edizioni e delle traduzioni (spagnolo, francese, americano, lituano, romeno; ultimamente in giapponese) come caso letterario.
Le sue vicende romanzesche e insieme vere (ambientate in Brianza, in altri luoghi d'Italia e all'estero, soprattutto in Russia e in Germania) si intrecciano con gli avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974.
Catturato dalla trama densissima, il lettore compie l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: si accorge di diventare più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.
“Sto leggendo Stendhal, devo leggere Proust... queste ultime letture sono necessarie, se devo tornare ai miei diletti Omero-Virgilio-Dante attraverso l’assorbimento e il superamento della cultura posteriore... Presto dunque mi metterò al lavoro, e intanto già penso che, uscito il nuovo libro, inizierò un nuovo periodo di vita più mescolata alla vita comune, meno isolata. Certo,
poi, tornerò a scrivere. L’ambiente non mi è molto favorevole...”. Eugenio Corti sentì prestissimo la vocazione alla scrittura come alla ricerca della verità e della bellezza: ne sono una straordinaria testimonianza queste pagine inedite
dei suoi Diari, da cui apprendiamo la sua formazione letteraria, l’amore per la natura, la fede cristallina, come le vicende drammatiche dei suoi anni di guerra, che saranno il motivo ispiratore della sua scrittura.
«Quello che io sono tu lo potrai leggere in un libro che ho pubblicato in questi giorni... te lo donerei io, se potessi rivederti...». Inizia così, la sera del 14 luglio 1947 , l'intensissimo carteggio tra Eugenio Corti e la giovane studentessa di lettere Vanda di Marsciano, con cui si sarebbe sposato quattro anni dopo in Assisi.
È una corrispondenza che mette a nudo l'anima di due giovani segnati dalla Seconda guerra mondiale, con i chiaroscuri di un legame inizialmente sofferto che diventerà poi inossidabile.
Chiunque abbia vissuto un'esperienza d'amore si ritroverà in queste pagine, pagine che restituiscono intatta la grande capacità narrativa di Eugenio e sorprendono per la vivacità dei racconti di Vanda: una lettura che attrae e coinvolge, con la forza di un grande romanzo famigliare.
Uscito nel Maggio 1983, "Il cavallo rosso" è stato subito accolto dai lettori e dai critici non condizionati da ideologie, come un grande caso letterario; tale si è confermato con il succedersi delle edizioni. Le sue vicende romanzesche e insieme vere, si intrecciano inestricabilmente con i grandi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974. Catturato dalla trama densissima, il lettore compie di pagina in pagina l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: gioisce, soffre, ride, piange, cresce insieme ai protagonisti e gli altri personaggi del romanzo e, nel contempo, si accorge di diventare più chiaro a sè stesso, più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.
Stilati da Eugenio Corti nel corso del Secondo conflitto mondiale e subito dopo, raccolti in diciassette quaderni conservati dalla moglie Vanda e ora proposti nella loro integralità, questi Diari coprono un arco temporale che va dal 18 novembre 1940 al 22 novembre 1949. Vi è trattata l'esperienza terribile di un giovane uomo in guerra: gli ideali alla partenza, il viaggio interminabile, il fronte del Don, il martirio della ritirata. E, dopo l'8 settembre, la fuga verso sud e la battaglia insieme agli Alleati per combattere i tedeschi sul fronte adriatico. E ancora dopo, gli scontri politici nell'Italia «pacificata». Inoltre, queste carte contengono la genesi della sua vocazione di scrittore e la sua maturazione umana, il passaggio dall'idealità giovanile alla serietà dell'impegno di chi è passato attraverso il fuoco. Grazie a questi Diari finora inediti possiamo adesso conoscere tutti i dettagli di quell'itinerario spirituale: i sogni di un ventenne che si affaccia alla vita, l'esperienza in presa diretta della guerra, il suo primo laboratorio di scrittura. Ma ne conosceremo anche il volto privato: le paure, il carattere ardente e inflessibile nei confronti dell'ingiustizia, il disgusto per le atrocità di cui l'uomo è capace, la fede cristallina. L'esperienza «letteraria» della guerra, che ne è la logica conseguenza, ha conosciuto uno splendido esordio nel 1947 con "I più non ritornano" (Garzanti), il primo memoir della tragica ritirata di Russia. E nel successivo capolavoro, "Il Cavallo rosso" (1983), ha trovato il crogiolo narrativo in cui versare un'altissima sintesi tra la constatazione dell'orrore, lo sguardo dell'anima e l'attenzione al destino di ogni singolo uomo.
L'autore del Cavallo rosso a confronto narrativo con un mito moderno: il pugno di marinai ribelli della nave inglese Bounty che nel 1789 volle riprodurre il paradiso in terra vivendo in assoluta libertà su un'isola tropicale. Corti mette in scena quella vicenda utopistica e tragica rappresentando con dialoghi e descrizioni gli ammutinati e la trama dei loro comportamenti. Una storia avvincente in un «racconto per immagini» che inventa uno stile narrativo per accompagnare il lettore contemporaneo nei territori dello sguardo. Ci si emoziona per le speranze, le passioni e gli errori di uomini come Christian, Young Smith, Minari, e per la grazia, il coraggio e il buonsenso di donne come Susanna, Sara, Maimiti e Balhadi. Pitcairn, l'«isola del paradiso», si rivela man mano al lettore come un completo microcosmo di umanità, dove peccato e redenzione combattono la loro eterna battaglia quotidiana.
Amore, fede, guerra, schiavitù, riscatto, india malinconia: un romanzo in forma inedita su un tema inedito. Le reducciones settecentesche del Paraguay (gli insediamenti cioè in cui i gesuiti cercarono e in parte giunsero a elevare una popolazione dall'età della pietra al livello della civiltà europea) offrono il contesto in cui si muove una storia tutta «visiva», costruita secondo i canoni insieme classici e moderni della sceneggiatura cinematografica, e misteriosamente ancorata a un'efficace regia interiore che agisce nella fantasia e nel cuore del lettore. Una drammatica odissea degli umili, in una terra contesa fra la selva e l'imperialismo delle potenze europee.
Durante il processo per la canonizzazione di Tommaso d’Aquino, giunge da lontano un testimone misterioso e inatteso. È frate Carlo, carico di anni, ormai alla fine della sua vita terrena. Una vita che rischiava di essere sprecata, fino a quando non avvenne un incontro straordinario. Il giovane Carlo conobbe Tommaso d’Aquino che lo prese con sé e ne fece un suo scrivano. E così, tra visioni, sogni rivelatori e viaggi al fianco di Tommaso e Reginaldo da Piperno, suo fedele confratello, il ragazzo compì un cammino di purificazione.
Carlo, un semplice uomo plasmato nel fango, coi suoi dubbi e le sue stanchezze, viene trasformato dall’incontro con Tommaso che gli fa toccare con mano una vera e immensa santità, di fronte alla quale non è rimasto indifferente. E il miracolo della trasformazione e conversione del giovane frate colpirà il tribunale riunito per decidere della canonizzazione di Tommaso al quale – tra i tanti miracoli operati – verrà attribuito anche quello della conversione di fra Carlo.
Firenze 1957. Hans-Joachim Staude è un pittore che da molti anni vive con la famiglia in una bella villa ai margini della città. Un giorno riceve una visita inaspettata: si tratta di Vero Besso, l'erede degli Einstein che, dopo la morte di Albert, sta inventariando le proprietà del fisico e di sua sorella Maja. Staude ha ricevuto in custodia, alla partenza di Maja per sfuggire alle persecuzioni razziali, poco prima dello scoppio della guerra, l'amato pianoforte Blüthner, dono del fratello per il suo cinquantesimo compleanno, e Besso è giunto a chiederne conto. Nell'accogliere l'ospite, Staude gli narra sin dal principio la storia di quell'incredibile strumento, che è al contempo la storia di un'epoca, della famiglia Einstein e anche la sua, di un giovane artista inquieto e insoddisfatto alla ricerca della propria identità. Ispirato a vicende vere, con personaggi reali, il romanzo si ammanta di fantasia trascinando il lettore nelle meraviglie di una Firenze che resiste all'orrore grazie alle note indimenticabili di immortali melodie.
Uomini e donne disposti a vendersi l'anima, il cuore, il sonno per una fotografia o un passaggio televisivo, un amore o un tradimento da rotocalco, un ingaggio o un'aragosta, un grammo di cocaina o uno di potere. Il mondo dei soldi e del cinema in un romanzo crudo e coinvolgente.
Nell'estremo sud-est della Sicilia, in una Scicli cosmopolita, teatro di note serie tv e film internazionali, accadono delitti veri. A occuparsene, tra il maschilismo dilagante e la fatica di districarsi tra le troupe che assediano la città, è la commissaria Maria Gelata, donna di grande intuito, una vita privata fallimentare, un segreto ben celato nel curriculum e una passione sconfinata per la mitologia greca, che per lei è in grado di risolvere qualunque crimine. Il nuovo caso che si trova di fronte è più complicato di altri: il morto è un noto psicoterapeuta newyorkese tornato alle origini sciclitane, Salvo Diodato, deceduto in circostanze poco chiare. A piangerlo, o a provare sollievo, le sue pazienti: una pubblicitaria americana teorica degli amori infelici, una docente di lingua inglese che colleziona farabutti, una cuoca immolata sull'altare della figlia adolescente, una manager coach divisa tra Hong Kong e Marzarellì. E, naturalmente, tutti gli sciclitani, tra cui Guglielmo, chef del ristorante più in voga del momento, Ignazio, meccanico con salotto, e Nino, pescatore innamorato. Sarà un'indagine dai continui colpi di scena, ree confesse e falsi indizi che porterà la commissaria Gelata a capire che a volte la verità è meglio che resti sepolta.
L'estate nelle Dolomiti negli occhi di una bambina. La raccolta del fieno, i falò della notte dell'Assunta, la memoria dei valligiani; l'alba rosa che si alza ogni mattina sulle montagne, e sembra un miracolo. Mentre le vecchie ampezzane con le vesti lunghe e nere e la falce in mano evocano un'oscurità che una bambina ancora non può conoscere, ma percepisce - come se passasse un'ombra. Cronaca di un'infanzia davanti alle Tofane, come registrata e fedelmente trascritta.

