
Sul set di un film che non si farà, un Calvario dove Cristo non muore davvero e quindi non risorge, va in scena la storia dei destini incrociati di due donne, un'attrice giovane non protagonista e una matura giornalista free lance, inconsapevoli interpreti di una sceneggiatura in cerca d'autore e di un lieto fine. In una sola giornata, scopriranno sorte e ragione delle loro sofferenze interiori, dovute come da copione a figure maschili indifferenti e ciniche, secondo le regole inesorabili di una partita a quattro dove più si truccano le carte e meglio ci si avvicina a una vittoria apparente. I nodi e i dolori delle due figure femminili si risolvono nel duello finale, ai piedi di una metaforica croce della Passione, per l'evocazione memorabile di una grottesca e geniale apocalisse, popolata di figure simboliche e di fantasmi, necessario preludio alla riscossa dell'Amore. Perché l'amore vince sempre insieme al coraggio delle donne di attraversare indenni il fuoco dei sentimenti e degli abbandoni per risalire alla vita e alla speranza.
Un piccolo romanzo su Lourdes.
Da una parte una madre asserragliata dalla solitudine, chiusa fra quattro mura che emanano freddo e infelicità, in una casa di campagna dove nulla pare funzioni. Dall'altra una figlia dalla vita scombinata, che sente ogni settimana il dovere, angoscioso e astioso, di visitare la vecchia madre. E che ora vuole risolvere i suoi crucci trovandole una badante. Ma la madre resiste. Il conflitto, al tempo stesso lacerante e orribilmente comico, culmina in una festa per anziani, sgangherata e grottesca, finché tutto si raggela in un'istantanea di vero dramma.
Il 1924 non è scandito dalle lancette dell'orologio ma dagli sbuffi della locomotiva, che significano progresso. Lo sanno bene nella placida Borgodivalle, scossa dal clangore dei colpi sulle traverse d'acciaio e dal ritrovamento, proprio sotto al moderno ponte in ferro, del corpo senza vita dell'ingegnere Alessi. I lavori si fermano e la cittadina piomba nel caos. Per ripristinare l'ordine e assicurare i colpevoli alla giustizia, è inviato sul posto il brigadiere Maisano, disilluso gregario alle prese con il ruolo dell'indagatore. Lo affiancano nella ricerca della verità il suo tic all'occhio sinistro e l'indolente appuntato Varcone. Mentre antiche ruggini e velenose dicerie serpeggiano ovunque, Maisano sarà costretto al viavai "lungo linea", e a spingersi nella fitta boscaglia, sulle colline rifugio di latitanti e donne coriacee, inseguendo la sanguinosa pista dell'onore. Anche Gennaro Loiacono, il venerando caposquadra degli operai del cantiere ferroviario, prenderà parte alle indagini, nella speranza che i suoi uomini si tengano lontani dai guai.
Una cena tra amiche, in una bella casa di un quartiere residenziale di Roma, a parlare d'arte e di letteratura, ma soprattutto di sentimenti e di vita. La protagonista, il mattino successivo, decide di ignorare i suoi impegni e di andarsene a zonzo fino a sera, come a voler ritrovare le tracce di un'identità perduta, nel cuore e nella memoria storica della sua antica città. Lungo il cammino fa molti incontri, parla con uomini e donne persi in continue inchieste d'amore, esplora luoghi segreti seguendo misteriose indicazioni, alla ricerca di una chiave di accesso alla babele dell'esistenza nella magia di una strana passeggiata tra i rioni di Roma: da piazza Venezia e attraverso Campo Marzio, fino al Ghetto, al teatro di Marcello, al Campidoglio. Un intrico di vie e di monumenti che diventano un labirinto popolato di personaggi e di storie di tempi andati. Un cammino senza meta apparente che ripropone il vecchio gioco delle parti in commedia. Una favola cittadina che si conclude nell'arco di un giorno sullo sfondo del Pantheon, sovrastato da un cielo notturno illuminato dalla luna.
Torino, tra le Molinette e il Valentino. Adriano, professore ottantaduenne che ha appena perso la moglie, ha un segreto di cui si vergogna un po': da quando la sua compagna non c'è più, continua a rivederla tra le corsie delle Molinette, anche se sa che non può essere vero. O forse sì? A soccorrerlo dal dubbio di essere sull'orlo della pazzia intervengono uno stravagante tassista, certo che sia più che normale che i morti continuino ad abitare accanto ai loro cari, e altre tre persone, che incrociano la sua strada. Gemma, libraia trentenne che nel fine settimana fa la volontaria al Filo d'Argento, un call center per anziani. Olga, un'arzilla zitella settantaseienne ricoverata con una gamba rotta. E Fausto, un giovane grafico precario fidanzato a una ragazza della Torino bene e padrone di Archibald, un bracco che ha il vizio di darsi alla macchia proprio nel parco dove fa jogging Gemma. Le vite di questi quattro personaggi si intrecciano, come in una danza, tra il parco e l'ospedale, dove si aggirano altre due inafferrabili presenze. Perché chi l'ha detto che morendo si deve per forza andare nell'aldilà, in un paradiso perfetto, algido e lontano? Non è forse più consolante - e infinitamente più divertente - immaginare di poter restare nell'aldiquà, invisibili a tutti tranne a chi ci vorrà vedere, fantasmi della porta accanto con tutte le nostre stupende imperfezioni?
Il volume raccoglie due mini-thriller. "A Natale ti ammazzo!", è firmato da Stefano Tura, giornalista e scrittore, già corrispondente di guerra nella Ex Jugoslavia, in Kosovo, Afghanistan, Iraq. Al centro della vicenda una catena di delitti che dovrebbero sfociare - a Natale - nell'assassinio di Alba Soave, giornalista di cinquantotto anni confidente e amica dei suoi lettori. "Che bomba!" è opera di Maurizio Matrone, poliziotto veronese laureato in Pedagogia, autore di romanzi, di opere teatrali e sceneggiature per la televisione. Il romanzo breve racconta una "normale" notte di Capodanno dentro e attorno alla stazione di Bologna: un clandestino con la gola squarciata, e un pugno di poliziotti alle prese con una bomba da disinnescare.
Un «romanzo riflessivo», un percorso su tematiche esistenziali che riguardano i temi della relazione e dell’amicizia, attorno ai quali ruotano situazioni ed eventi.
I due protagonisti, Sergio e Alfredo, interagiscono con le vicende delle rispettive vite, molto diverse tra loro. E Alfredo deve fare i conti con la perdita di un figlio, con la fatica di accettare la realtà della vita che un giorno «ti viene sbattuta in faccia nel peggiore dei modi quando in un solo attimo, inaspettatamente, torni a casa e tutto è irrimediabilmente cambiato».
Il racconto inizia a Qumran dove l’autore riceve una storia non scritta, tramandata oralmente dai beduini, in cui s’intrecciano avvenimenti reali e leggenda.E’ la storia di Samir principe del corallo,l’ultimo dei Magi venuti da Oriente. In un gioco di attesa e di luce vengono scelti tre Magi i cui sogni evocano le gesta di Mosè, Davide e Elia, che rimandano simbolicamente al martirio della guida, alla regalità e alla profezia. I tre Magi, Gaspar, Melchior e Baldassar, vengono scelti da Pureo, discepolo di Zaratrusta, dopo che ha interpretato i loro sogni. In cerca di un dono da portare al Bambino,i tre Magi faranno un percorso che li riporterà alle loro origini fino ad incrociare il loro destini con gli avvenimenti del racconto evangelico,ma non senza novità.Il ruolo di Maria e Giuseppe nel ricevere i doni, le difficoltà dei Magi con Erode e i potenti della terra rendono nuova e accattivante una storia nota e al tempo stesso sconosciuta.
AUTORE Gennaro Matino(Napoli 1956) è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città.Da sempre impegnato nella ricerca del dialogo con la differenza,sostiene un rinnovamento ecclesiale che passi attraverso linguaggi religiosi nuovi comprensibili all’uomo di oggi.Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Parrocchia e preghiera(1990);Abbà, Padre (1992);Aspettando Pasqua(1993);Le strutture pastorali della Chiesa locale(1996);Anno 2000, Giubileo e conversione(1997);Una parrocchia tra memoria e profezia(2000);Abelardo: l’intuizione della coscienza(2000);Nostalgia di cielo (2003);La tenerezza di un Dio diverso(20043); La parrocchia: una fontana senza più acqua? (2004);Aspettando Natale(20042);con Erri de Luca,Mestieri all’aria aperta(2004);Avverbi in preghiera(2005),Per San Paolo ha pubblicato: Un padre scandalosamente nostro(2005); Raccontami di lui (2007),Il pastore della meraviglia(2007).
È l’ultima domenica di novembre e come vuole la tradizione, il vecchio
zio Peppe, napoletano d’altri tempi, si appresta a fare ’O Presepio. Con l’aiuto di Gennarino, un ragazzino di undici anni, e continuamente interrotto dagli inopportuni e divertenti commenti della moglie Luisella, zio Peppe dà via al rito dello scartocciamento, spiegando al ragazzo il significato di ogni statuina e di ogni elemento del presepe.
Nello stile della migliore commedia napoletana, Gennaro Matino ambienta il racconto in un umile basso di un qualunque quartiere popolare e dà
vita – attraverso il dialogo tra i tre personaggi – ai veri protagonisti: le statuine del presepe che nel corso dei secoli hanno narrato il miracolo della Santa notte, fissandola attraverso le immagini nella storia dell’umanità.
Gennaro Matino (Napoli 1956)
è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città. Insegna Storia del cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Editorialista de Il Mattino e collaboratore di Avvenire, ha scritto su varie testate e diverse riviste pastorali. Ha vinto il premio Elsa Morante ragazzi 2007 con Angelo per un giorno (Feltrinelli). Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Economia della crisi. Il bene dell’uomo contro la dittatura dello spread (2012); Come Tommaso. Parabole della fede (2012); Seguimi! Il vangelo dell’amore. Anno C (2012); Tenerezza di Parola. Riflessioni per la vita dai libri dei Proverbi, dei Salmi e della Sapienza (2013); Seguimi! Il Vangelo della gioia. Domeniche e feste. Anno A - Matteo (2013). Con Erri De Luca: Mestieri all’aria aperta (2004); Sottosopra (20072); Almeno 5 (2008). Con Blasco Pisapia: Il pastore della meraviglia a fumetti (2011).
Un viaggio per scoprire l’essenza della Prima Italia.
Viteliú, dal termine osco antico e originario della parola latina “Italia”, è un viaggio nel mondo nascosto dei popoli italici.
E sono proprio gli Italici i protagonisti di questo sorprendente romanzo d’esordio: i Sanniti, i Marsi, i Peligni, i Piceni, i valorosi dodici popoli dell’Appennino centrale che si unirono per combattere contro l’incontrastata potenza romana.
Un incubo proveniente dal passato spinge un vecchio cieco a riprendere in mano il proprio destino e quello di suo nipote salvato dalle stragi dei sicari di Silla. Sulla sua anima di capo supremo, il peso della distruzione del suo popolo martoriato, di cui tenterà di riscattare almeno la memoria. Così, accompagnato dal nipote ritrovato nei meandri di Roma, intraprenderà un viaggio, che diventa un percorso emotivo e di riscoperta di una identità che rischiava di essere perduta, attraverso la Marsica e la Conca Peligna, verso l’Alto Sannio.