
Protagonisti di questi racconti, come delle canzoni che li hanno ispirati, sono gli uomini con i loro destini, grandi e meschini insieme, provati dalla vita, ma non disperati, alla ricerca, come tutti, di un gesto di amore, del dono di un abbraccio. Enzo Jannacci ha dato voce e anima a questa gente apparentemente sconfitta, che non perde mai la propria dignità, che piange, che ride, che vive.
Le scarpe del tennis è un omaggio all’artista, al dottore “appassionato di altruismo” che vorremmo ritrovare nei luoghi che profumano della Milano di un tempo, e insieme la testimonianza dell’attualità di un certo sentire.
Ci sono canzoni e canzoni…
Ci sono canzoni che, improvvisamente, misteriosamente, senti che stanno parlando di te come nessun altro sa fare.
Giorgio Vittadini
Dove l'irreprensibilità morale è l'unico ideale, lì prospera il ricatto: questa in sintesi l'idea ispiratrice del romanzo, con cui l'autore intende affacciare la superiorità di una moralità umana che scaturisce dal rapporto amoroso con una Presenza salvatrice.
GLI AUTORI
ALVER METALLI è di nazionalità italiana. Giornalista e inviato in America Latina, vi si stabilisce nel 1988. Vive a lungo in Argentina, quindi in Messico; attualmente risiede a Montevideo, in Uruguay, da dove realizza corrispondenze per la Rai. Ha scritto: Cronache centroamericane (1987), nato dalla frequentazione dei paesi dell'America Centrale in anni di grandi fermenti sociali e rivoluzionari; i romanzi L'eredità di Madama (2001), Lupo Siberiano (2006); il saggio L'America Latina del secolo XXI (2007) pubblicato in spagnolo e portoghese, con una edizione messicana.
Una storia che comincia dove Apocalypto finisce, quella di Alvaro del Cerro e di suo figlio Santiago, entrambi soldati nella spedizione di Harnán Cortés in Messico. Scrivano di villaggio il primo e uomo del suo tempo, un amalgama inestricabile di religiosità, spirito di avventura, sete di ricchezza; maggiormente influenzato, il secondo, dalle posizioni intellettuali allora emergenti negli ordini monastici che accompagnavano la conquista. I due diversi temperamenti – quello del padre e quello del figlio – emergono in contrapposizione durante i preparativi della spedizione di Cortés, e permangono in una dialettica che attraversa tutto lo svolgersi dei fatti. Il romanzo è il risultato di un lungo lavoro di indagine, testimoniato dall’accuratezza storica con cui è costruito. L’autore ha condotto ricerche a Santo Domingo, Cuba e in Messico, dove ha ripercorso – nell’arco di tre anni – la rotta seguita da Cortés e dalla sua spedizione.
GLI AUTORI
ALVER METALLI è di nazionalità italiana. Giornalista e inviato in America Latina, vi si stabilisce nel 1988. Vive a lungo in Argentina, quindi in Messico; attualmente risiede a Montevideo, in Uruguay, da dove realizza corrispondenze per la Rai. Ha scritto: Cronache centroamericane (1987), nato dalla frequentazione dei paesi dell'America Centrale in anni di grandi fermenti sociali e rivoluzionari; i romanzi L'eredità di Madama (2001), Lupo Siberiano (2006); il saggio L'America Latina del secolo XXI (2007) pubblicato in spagnolo e portoghese, con una edizione messicana.
Un papa cinese, una strana indagine che prende avvio con il ritrovamento di un cadavere in un confessionale della basilica di San Pietro e prosegue con il ritratto funerario di una giovane donna rinvenuto in Egitto. Il morto non è uno qualunque: è sacerdote, è di nazionalità filippina ed è a Roma al servizio del papa Matteo I eletto pontefice dopo un drammatico conclave. Suicidio o omicidio? Vendetta o atto intimidatorio contro il papa cinese determinato a viaggiare nel proprio paese? Ma anche la misteriosa donna vissuta in Egitto nel primo secolo dopo Cristo è sempre meno una qualunque per Romeo, l'ostinato investigatore calabrese in pensione intenzionato a venire a capo anche del mistero di quella vita che lo affascina e di quella morte che gli chiede di essere chiarita tanti secoli dopo. Così, tra minacce e depistaggi, tempeste di sabbia e allucinate rivelazioni le due indagini, quella vaticana e quella egiziana, sorprendentemente si incrociano. E l'una, imprevedibilmente, permetterà di risolvere l'altra.
Siamo in Brasile, a Manaus, in piena fascia equatoriale. Una ragazzina viziata chiede in dono ai genitori, per il compleanno, un "cane" un po' particolare: un lupo siberiano. Una storia che potrebbe essere vera, che parla dell'abuso di potere perpetrato dal genere umano sulla natura e le sue risorse, ma prima di tutto dell'incapacità dei genitori di rispondere "no" a dei figli che finiscono per credersi onnipotenti. Un romanzo breve, fulminante e affilato come un apologo, freddo come un reportage, vibrante come un appello disperato.
Due donne, l'amore per la poesia e per l'arte, e un'amicizia cresciuta sul Naviglio: questo libro nasce così, all'inizio degli anni Novanta, quando Emilia Rebuglio Parea, scultrice e insegnante, apre il suo negozio-laboratorio a pochi passi dalla casa di Alda Merini. La poetessa non è ancora famosa, ma nel quartiere è conosciuta da tutti ed Emilia è felice delle sue visite, improvvise e rapide, che presto si fanno quotidiane. «Scriva!» le ingiunge Alda, iniziando a dettare, seria e concentrata. E lei lascia il lavoro per raccogliere quelle parole, incantata dalla magia dei versi che sembrano sgorgare spontaneamente, conquistata da un talento che fa dimenticare gli eccessi e le stranezze del carattere. Nelle stanze accoglienti diventate luogo di creazione e incontri, il rapporto fra le due donne diventa sempre più profondo, mentre le poesie - quelle trascritte e quelle autografe - si accumulano in una grande scatola che Emilia custodisce gelosamente e segretamente per molti anni. Finché il desiderio di ripagare Alda Merini per gli stimoli ricevuti da lei, e messi a frutto nelle sue opere, la convince a rendere pubblica l'eredità che le è stata affidata. Negli scritti scelti per questa raccolta tornano alcuni temi ricorrenti - la vita sul Naviglio, la figura di Titano, la solitudine della follia -, ma compaiono inoltre riflessioni sull'arte, sulla maternità, e versi, anche scherzosi, dedicati all'amica e alla sua famiglia. In un'ampia introduzione la scultrice ricorda i momenti, i personaggi, i dialoghi che hanno reso indimenticabili gli anni vissuti accanto ad Alda Merini, dipingendone un ritratto inedito, vivace e intenso, e aggiungendo un tassello significativo alla biografia della poetessa milanese.
«Sei fuoco e amore, sei l'amore che incendierà il mio corpo, ma sei anche l'amore che lo renderà puro». Follia, fede, poesia: c'è un filo sottile che lega indissolubilmente le opere di Alda Merini ai momenti più dolorosi e significativi della sua esistenza, scandita in modo sempre autentico e intenso dalla malattia psichica e insieme da un anelito instancabile verso l'infinito, verso Dio. Tra le tante persone che hanno attraversato la vita di Alda Merini, una in particolare ha saputo cogliere questa commistione di carnalità e spiritualità: Enzo Gabrici, lo psichiatra che la poetessa chiamava il «Dottor G» e che, prima e meglio di ogni altro, capì che «la creazione attraverso l'arte poetica è stata il suo balsamo perché questa l'avvicinava al grande spirito creatore». In questo libro Arnoldo Mosca Mondadori, che per più di dieci anni le è stato vicino come amico e collaboratore, trascrivendo centinaia di versi e proponendole temi su cui riflettere, ha raccolto alcune delle poesie che meglio esprimono la fame di assoluto di Alda Merini, la tensione religiosa presente nei suoi versi. In un'ampia introduzione racconta inoltre alcuni episodi della sua vita, per far sì che anche i lettori possano «sentire un po' il profumo di casa sua, conoscerla da vicino, e soprattutto avvertire le armonie della sua anima fatta di musica, quella musica che lei emanava come manna e donava intorno a sé». Un nuovo filo da seguire per giungere al segreto di una delle voci poetiche più belle, profonde e profetiche dell'ultimo secolo.
"La volpe e il sipario", uscito nel 1997 in edizione non venale e poi nel 2004 da Rizzoli, rappresenta uno dei momenti più alti dell'opera di un'artista amatissima. È una raccolta compatta e unitaria della maturità di Alda Merini, una collezione di versi nei quali si aggira una volpe esile e feroce, capace di squarciare il sipario della quotidianità. "La volpe e il sipario" è, prima di ogni altra cosa, nuda poesia d'amore: ogni sua parola afferma sull'angoscia, sulla sofferenza, sulla follia - la forza dirompente dell'esserci e dell'amare. C'è un'energia, in queste pagine, che merita di raggiungere un ampio pubblico di lettori; e un'infinita capacità dì stupirci con una scandalosa dichiarazione di felicità: la felicità impossibile dì essere poeta.